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Nelle precedenti parti abbiamo detto che le due posizioni che abbiamo evidenziato nell'ambito delle correnti tradizionali, cioè il tradizionalismo di stile acosmico e quello di destra, sono caratterizzate dall'essere agli estremi. Voglio precisare che è ben raro trovare con coerenza e nettamente definite queste posizioni in un solo soggetto. Le idee son nulla senza un soggetto che le anima e le esprime. Generalmente sono sintesi delle due che vengono vissute. Ancora di più, è ben raro trovare qualcuno che è padrone di tali idee, è più facile trovare persone che sono dominate da tali idee. E benché possano sembrare, apparentemente, agli antipodi, da un punto di vista razionale, queste due posizioni, in realtà ciò non è percepito da coloro che vivono tali idee. Questo perché, per fortuna, l'uomo non è fatto solo di ragione ma c'è anche il sentimento, c'è una sfera intuitiva che sorregge la ragione la quale può a differenza di essa volare e lambire le più alte sfere, come le più basse, l'anima poi è appesantita dalla carne e in tutti abita uno Spirito che vivifica e illumina la compagine umana.

Siamo esseri senzienti, viventi, di natura spirituale in noi naturalmente possono convivere gli opposti. Questo però aggiunto al fatto che la Verità ha molteplici sfumature ed è possibile vederla da molteplici angolazioni non ci esime dal ricercare e dall'interrogarsi, perché se è vero che il tradizionalismo di destra ha diritto di cittadinanza nel mondo della Tradizione e quindi di essa è un ramo è anche vero che c'è una differenza profonda fra coloro che pongono l'accento sull'acosmico e coloro che invece lo pongono nell'imperium e per rendersene conto basta guardare una foto di un leader di molti che si dicono amanti della tradizione e nel contempo sono anche nazisti o neonazisti; Hitler poniamo e confrontarla con una di Gandhi.
C'è veramente una radice comune? Certo che c'è ed è una relazione assai stretta di parentela. Se in una famiglia uno dei componenti è un folle con tendenze omicide questo non può certo farlo radiare dall'albo familiare, ciò può essere imbarazzante, può da alcuni essere negato furiosamente ogni rapporto di parentela, ma... in verità , benché il sangue nelle vene si geli al pensiero che in noi può esserci latente lo stesso germe di follia, bisogna ammetterlo... si fa parte della stessa famiglia.
Il tradizionalismo non è altro che l'interesse che un animo mistico nutre per il tronco della tradizione e che scaturisce dall'intuizione che la sorgente delle tradizioni è unica. In realtà il tradizionalismo non ha inventato nulla, non ha fatto che dare una formulazione compiuta a ciò che risulta evidente, ad alcuni, nel corso della pratica spirituale.
Si può affermare di più, non c'è alcun bisogno nella pratica spirituale di concetti tipici del tradizionalismo, anzi buona parte dell'apparato dottrinale elaborato dal Guenon e dall'Evola, a mio giudizio, è troppo il riflesso di situazioni contingenti e di personali inclinazioni per poter essere veramente utile nella prassi spirituale. Per capire ciò basta riflettere che il tradizionalismo non è una "rivelazione" come poniamo quella vedica o quella cristiana ma è piuttosto una filosofia, inteso questo termine nel senso che le dava Platone cioè di amore verso la Sapienza, ma non la sapienza dei concetti o delle ombre delle Idee ma della Sacra Sapienza, quella Sapienza che è il Mistero metafisico da cui sgorga ogni religione. Ora benché espresso con le parole questo mistero è oltre le parole e la conoscenza delle parole, cioè della dottrina, non è conoscenza del mistero. Questo Mistero è detto essere il sostegno, l'anima che pervade la manifestazione e la manifestazione è detta essere intessuta su di un'unica sostanza. L'uomo è un microcosmo che in essa è incastonato, risalire gli strati della compagine umana è risalire lungo la stratificazione della manifestazione e questa ascesi non è un risalire eterno e senza fine, che si accompagna a un sempre più grande accumulo di ... conoscenza. C'è un termine, una sorgente la si è chiamata che è la medicina universale di tutti i mali che affliggono l'uomo. Questa medicina aurea è della stessa sostanza della coscienza, chi la beve non ha più niente da conoscere perché alla fonte della stessa sapienza ha attinto. Ciò induce a dire che il sacro è uno senza secondo e che non c'è niente che non sia sacro benché apparentemente il profano lo circondi.
L'uomo non è fatto di dottrina ma è il tempio dello spirito e non è una monade isolata dal cosmo ma con il cosmo comunica , vibra e in questo vibrare può emettere assonanze e dissonanze senza per questo cessare di essere più o meno uomo. Giochi di attrazione e di repulsione di aritmia ed euritmia, da qui nascono le dottrine che son gli spartiti su cui ci si impara a vibrare. Nel tempo-spazio musici, più o meno sensibili, più o meno abili, hanno percepito questa sinfonia universale e hanno voluto scriverne lo spartito. Nel far ciò hanno dovuto fare i conti con la lingua, la cultura del loro tempo, la catena di maestri a cui facevano capo, la tradizione a cui appartenevano. Il nazismo ha radici antiche non è un'invenzione del secolo attuale ma da sempre e in ogni luogo esso è e sarà latente, può mutare di aspetto, può mutare la dottrina ma c'è un qualcosa che accomuna tutte le tipologie di autoritarismo spirituale, ed è il ripetersi nell'animo umano dell'antico dramma da cui le stesse potenze celesti non sono immuni. Sembra quasi, ascoltando gli anfitrioni del tradizionalismo di destra, di partecipare allo stupore dei cori angelici quando, per orgoglio, parte di loro fu sottratta alla presenza di Dio: "Benché fatti della nostra stessa sostanza spirituale essi precipitano nelle tenebre più fitte, benché creature di fuoco ed irradianti essi stessi luce vanno raminghi nella tenebra e in essa cercano rifugio e nutrimento". Benché ci siano coloro che affermano la separazione fra la luce e la tenebra fra la natura divina e quella demoniaca, esse convivono e competono nel medesimo vaso e da esso a fasi alterne si irradiano, a tale conflitto non si sottraggono, come ci suggerisce la mitologia veterotestamentaria, neanche gli esseri essenzialmente fatti di spirito, come faremmo a sottrarci noi che siam tale miscuglio di sostanze spirituali, animiche e materiali? Il rapporto fra la realizzazione della Verità, della Sacra Verità, e l'io, la personalità psicofisica, può essere illustrato efficacemente paragonanandolo al rapporto che intercorre fra la personalità reale e quella fittizia in uno di quei casi di sdoppiamento di personalità che efficacemente si è usato per qualche successo cinematografico. E' noto che il manifestarsi di una personalità elide l'altra e che le personalità di livello inferiore son sempre meno strutturate e più ricche di aspetti patologici di quella reale. Ebbene un soggetto che deve fare per guarire? Riconoscere che la personalità fittizia non è reale, abbandonare quella parodia di identità per la sua reale identità, cosi' è per la realizzazione della Verità, bisogna abbandonare perché non reale la propria identità contingente, di essere separato e isolato, a favore della nostra reale natura.
Ma ciò non è affatto facile e richiede uno sforzo immane è più facile che, intuendo la presenza e la natura della vera personalità reale, quella fittizia se ne impossessi e si spacci per essa e ovviamente il frutto non può essere che una divina abberrante megalomania.
Ho già detto che non si può radiare lo spiritualismo autoritario dalla consorteria degli spiritualisti anche perché non è difficile rintracciare traccie di esso un po' dappertutto e in luoghi che hanno un alto grado di spiritualità. Il vecchio testamento per esempio... non a caso i nazisti si giustificavano dicendo che il loro era un atteggiamento difensivo. Basta sfogliare la parte più antica del canone biblico per accorgersi, con raccapriccio, di quanto il comportamento del popolo ebreo nei confronti degli antichi abitanti della Filistea (antico nome della Palestina) sia stato si può dire" ispiratore" dei nazisti. La legislazione di protezione razziale, il ricondurre la razza nella sfera del sacro, la protezione dell'endogamia, il massacro di intere etnie perpetrato come se la volontà di ciò fosse quella dello stesso Dio, sono tratti caratteristici dell'antica progenie di Israele. Scrittori tardi hanno poi ripreso questo aspetto dell'antica legislazione ebraica e ne hanno tentato una interpretazione simbolica. Ma se la interpretazione simbolica traspone su un piano essenzialmente interiore le vicende di questi discendenti di Ur dei caldei, lo spessore storico dei libri veterotestamentari rimane e benché la cifra simbolica ci soddisfa un vago senso di inquietudine permane. Un autore quale Beda Griffiths ha detto che divinità come YAVE' sono divinità "imperfette": "... anche Yahweh era agli inizi un Dio imperfetto e fino alla fine del Vecchio Testamento non raggiunge la perfezione morale. Questa la troviamo solo in Cristo (Ritorno al centro pag103)".
Tracce di questa "imperfezione", che in un altro luogo viene, da Beda G., ricollegata all'estrinsecarsi della natura demoniaca, si ritrovano persino in Platone quando nella Repubblica, con molta tranquillità, dice che, nel governare la sua utopica città, si sarebbe usato l'inganno nel sorteggiare le coppie per la riproduzione. Anticipando, con le sue idee, di selezionare i migliori di entrambi i sessi perperpetuare le migliori caratteristiche e predisposizioni e di impedire, tramite i sorteggi truccati, unioni fra elementi indesiderabili, i motivi tipici dei razzisti più tardi quali un Gobineau o un Houston Steward Chamberlain che tanta ammirazione suscitarono in Hitler e Rosemberg , o, in Italia, un Giuseppe Giugni, un Preziosi che propagandando nel periodo fascista in Italia le tesi del razzismo biologico nazista pretendevano di allevare gli uomini quali fossero cavalli di corsa o , è un loro esplicito esempio, ...cani. "Ci sono angeli presenti ovunque, pure intelligenze, che ordinano i movimenti delle stelle, e organizzano la crescita degli esseri viventi sulla terra. Ci sono angeli presenti nella vita umana, che sorvegliano il destino delle nazioni e degli individui. Ma non tutti questi angeli sono buoni: le forze di conflitto, nella natura e nell'uomo sono demoniache. Quando l'angelo rimane soggetto alla legge di Dio e riflette la luce divina, allora esso diviene uno strumento di Dio, nell'ordinare l'universo; ma quando gli volge le spalle e si incentra in sè stesso pretendendo di determinare le sue stesse leggi, allora diviene potenza di conflitto e di disordine. Le forze distruttive della natura e le forze disgregatrici della psiche umana sono forze demoniache che si sono separate da Dio, dall'ordine universale. Un Hitler o uno Stalin, sono uomini posseduti da queste forze demoniache, e lo sono in gradi differenti tutti coloro che fanno il male. Nessuno di noi sfugge all'influenza delle potenze angeliche e demoniache che lavorano nell'inconscio. Coloro che credono di essere emancipati da "simili superstizioni" sono di fatto più sicuramente soggetti a queste potenze (B. Griffiths Ritorno al Centro -pag 72)".

Pietro Mancuso 

 

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