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La devozione: bhakti

Bodhananda, dialogo tratto dalla mailing list  Advaita-Vedanta,  2 marzo 2002

La risposta di Bodhananda segue il diialogo tra A. e B.

***

A. Tutto ciò che viene detto o fatto da chi è pieno di devozione è sempre meraviglioso...quando questa
devozione manca, qualsiasi cosa diviene arida.

B. Sei convinto che questo tuo punto di vista sia assoluto?

A. Sì, assolutamente, forse è la sola certezza che ho.

B. Sei cosciente che è solo un tuo punto di vista?

R. La devozione è un qualcosa che percepiamo negli altri, la potremmo definire una sorta di predisposizione ad "altro", ma questo non necessariamente significa che l'ente in cui percepiamo la devozione sia necessariamente soggetto all'individuazione.

L'altro può essere un Maestro, un Ideale o la Tradizione stessa, ma può essere anche l'intera umanità o lo stesso dharma.

Non dimentichiamo che spesso il nostro dire può essere un’esposizione teorica di un pensiero, occorre pertanto comprendere che la devozione non necessita di trasporto emotivo, di manifestazioni esteriori.

Si noti che A. espone un aspetto, non secondario, della parabhakti. Chi, avendo realizzato l'Assoluto non duale, mantiene per un motivo o per un altro, un corpo fisico, vive uno stato che, dall'esterno, possiamo definire come devozione.
La devozione possiamo anche vederla come dedizione, e un realizzato è dedito ad una azione.
Shankara era dedito alla codificazione del Vedanta Advaita. Ramakrishna era dedito all'istruzione dei suoi discepoli diretti. Vivekananda era dedito alla diffusione del Vedanta. Ramana era dedito a testimoniare la via del silenzio e dell'indagine sull'io. Chandrasekarendra Sarasvati era dedito alla tradizione vedica. Raphael è dedito all'Unità della Tradizione, etc. etc.

Lo stesso potremmo dire per quegli esseri che, pur avendo piena coscienza dell'Assoluto, sono sconosciuti alla massa.
Quindi possiamo dire che la devozione è quello stato di assoluto altruismo nell'azione del Realizzato non duale.

La devozione di un non realizzato è contaminata dalla sua individualità e raggiunge il suo eccesso in chi priva gli altri della vita in nome del proprio ideale. Ovviamente questo è un punto di vista.

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