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Lila: il gioco divino

Il sostantivo femminile sanscrito līlā significa "gioco", "distrazione", "passatempo", ma anche "grazia", "fascino", "mera apparenza", "simulazione".


E' il gioco divino, la manifestazione; la presenza della divinità quale Principio autonomo non coinvolto nel divenire della sua stessa proiezione.


In ambito induista esso sottintende la spontanea venuta ad essere (sṛṣṭi, "manifestazione") dell'universo e quindi la sua distruzione (pralaya, "dissolvimento") alla fine di un kalpa (ciclo cosmico)

«Na prayojanavattvāt lokavat tu līlākaivalyam»
«Egli non ha motivo di essere. Allo stesso modo il mondo è semplicemente un suo gioco.»
Brahmasūtra II, 1, 32-33.

Nei brani che seguono Sai Baba e Raphael spiegano che cos'è questo lila.

Un gioco da svelare.
Maya crea l'Universo; dispiega davanti alla mente l'immenso armamentario del mondo oggettuale. E' una nartaki, una ballerina, un'incantatrice giocoliera che seduce l'intelligenza e adesca i sensi.
Questa nar-ta-ki (badate al gioco delle sillabe) può essere rabbonita con il ki-rta-na, la contemplazione concentrata sulle gloria di Dio.
La mente è tutta ammirata dai giochetti del prestigiatore, finchè non viene a sapere che tutto ciò è voluto e causato dal giocoliere; saputo ciò, si rimane convinti che sono tutti lampi temporanei di maya, parate attraenti, ma effimere.
Il kirtana rivela il giocoliere che sta dietro il gioco, e voi sapete che Egli può ben di più, perchè sono infinite la Sua Sapienza, la Sua Potenza e la Sua Grazia.

Come la vostra ombra s'accorcia un poco ad ogni passo che fate verso il sole, finchè sparisce sotto i vostri piedi, quando il sole è a picco sul vostro capo, così maya diventa sempre meno potente mentre voi andate verso la conoscenza, finchè, una volta ben stabilita nella vostra comprensione, impotente ad ingannarvi, cade ai vostri piedi e per voi sparisce.
Anche se voi,nel mondo del dualismo, non potete sapere come s'è originata questa maya, potete sapere come può essere distrutta insieme con i suoi effetti. Essa non ha principio, ma ha fine per chi ottiene la luce che nega le tenebre.
(Sai Baba, discorso dell'8 settembre 1966 in occasione della ricorrenza della nascita di Krishna in Discorsi 1964-67. Volume V. Mother Sai Publications).

Le attività di Dio si possono chiamare giochi: lila. Nessuno può definire la natura di questi giochi né è possibile comprenderli e solamente dopo che l'evento si è verificato se ne può capire il significato.

Dato che questi giochi sono generalmente velati dall'illusione, maya, l'uomo non riesce a riconoscere la Divinità che li ha prodotti. È solo a causa di questa maya che l'uomo non è ancora capace di vedere la connessione divina che esiste fra uomo e uomo.
Tutti gli attaccamenti nascono a causa dell'illusione. D'altronde, se non ci fosse l'illusione il progresso dell'umanità arriverebbe ad un punto di stallo. Maya non è cattiva da nessun punto di vista, anzi, è di grande aiuto all'uomo che ne sappia capire i diversi aspetti. A chi non li comprende, invece, essa può causare gravi danni.
In verità, maya è oltremodo necessaria all'uomo e può esser trasformata nella via regale per la ricerca di Dio. Per un individuo che non comprenda il ruolo di maya il cammino sarà molto arduo.
Prendiamo l'esempio di una gatta. Quando essa prende in bocca il suo gattino, lo fa per trasportarlo in un luogo sicuro ma la stessa gatta, compiendo la stessa azione con un topo, coltiva il proposito di ucciderlo.
Per chi non capisce gli aspetti del Divino, maya è come un gatto che prende il topo, ma per chi capisce Dio essa sarà di grande aiuto, come una gatta che prende in bocca il proprio gattino. L'illusione infatti è uno strumento di Dio ed è per questo che Dio a volte viene descritto come Colui che indossa maya come mantello.
Maya, l'illusione, è fondamentalmente responsabile della conservazione, della dissoluzione e della creazione ed il suo comportamento cambia secondo i tempi, i luoghi e le circostanze.
Maya è qualcosa di simile alla corrente elettrica, che può essere usata per far girare un ventilatore, per accendere una lampadina e per far funzionare molte altre macchine ed apparecchiature utili.
La corrente elettrica è quindi estremamente utile, ma rimarreste uccisi all'istante se, volendole esternare la vostra gratitudine, la abbracciaste. L'elettricità fa quindi del bene, ma anche del male.
In questo mondo non è possibile trovare un posto dove maya non esista. Buddha affermò che tutto a questo mondo è veramente transitorio e che in esso non c'è niente che possegga un valore permanente. In questo contesto dobbiamo capire che tutto ciò che vediamo intorno a noi è in realtà il gioco del Signore. Quale che sia la cosa che facciamo, dobbiamo considerarla come un gioco del Signore e sperimentare così la Verità.
(Sai Baba: discorso dell'8 ottobre 1978)


D. Se la dottrina indù sostiene che tutto è lila, cioè gioco, mi chiedo che senso ha parlare di azione etica conforme al Principio.
Che genere di giusta azione può esserci in questo gioco fantastico e senza senso?

R. Mi consenta di dire che forse non ha ben compreso il significato del termine lila.

- Me lo auguro, così non diverranno assurde certe deduzioni.

R. In sanscrito lila significa gioco, azione compiuta come nel gioco. Questo tipo di azione-gioco divina è contrapposta all'azione astuta e predeterminata dell'individuo interessato.
L'azione individuale è:
1. motivata da un interesse egoistico;
2. rivolta a scopi di gratificazione e di appagamento sensoriale;
3. diretta all'espansione dell'io e alla sua affermazione;
4. caratterizzata dal senso drammatico.

L'azione divina è come il gioco del bambino; non nasce da un interesse egoistico particolare, non è rivolta a gratificare qualche istanza subconscia, non mira a scopi di espansione di sè a scapito di altri. Diremo, questo tipo di azione è inoocente, è un'azione senza azione, è uno stato di essere senza desideri, è un'azione semplice, limpida; è il vivere per il vivere, senza alcuna sovrapposizione.
L'azione conforme al Principio è spontanea, non implica alcuno sforzo, alcuna tensione, alcun conflitto. E' lila, gioco innocente come volo di rondine.
La vita umana è una continua lotta di sopraffazione, di tensione, di abbrutimento perchè non si realizza quel giusto tipo di azione innocente, non drammatico, che si esercita quando si sperimenta un sano gioco o un puro sporṭ (...)


Raphael: Di là dal dubbio. Per un'ascesi asparsa yoga (Nome, forma e vasana, pag. 103). Edizioni Asram Vidya

 

Articolo di ambika

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