Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione.

Visione della forma cosmica

L’Universo intero è scaturito dall’Amore come un albero gigantesco emerge da un semino.

Certi banani sono enormi, hanno rami e rami dai rami e occupano uno spazio grande, ma il seme è piccolissimo come quello della mostarda.

E’ vero che quell’albero così grande è contenuto in un seme così piccolo o è soltanto un’illusione?

Noi sappiamo che è vero.

Il seme è [l'albero] in forma infinitesimale, germoglia cresce e diventa grande quando lo mettiamo nel terreno e lo alimentiamo. I frutti, i fiori e le foglie scaturiscono da quel seme minuscolo.

Nello stesso modo, in questo corpo grande che abbiamo, c’è un seme infinitesimale chiamato atma; se gli date nutrimento e lo lasciate crescere e prosperare, vi mostrerà la Forma divina dell’universo.

Dove dovremmo mettere il seme, come dovremmo proteggerlo e favorirlo affinché diventi un albero grande? Possiamo metterlo sul palmo della mano e innaffiarlo?
Un seme diventa un albero solamente se lo si mette nel terreno e lo si annaffia convenientemente, ma anche così, se lo si mette troppo profondo o troppo superficiale, non si svilupperà.

Se noi mettiamo il seme del Nome di Dio nel terreno del cuore e lo nutriamo con l’acqua dell’amore, esso diverrà un buon albero.

(...)

Una visione divina della Forma cosmica è stata descritta come consistente in mille teste, gambe e mani; da dov’è venuta questa visione?

E’ soltanto la versione ingrandita di ciò che è dentro di noi.

Quando apro gli occhi, vedo moltissime migliaia di teste ma, se li chiudo, non ne vedo neppure una.

Quando apro gli occhi non vedo solamente migliaia di teste, ma anche questo muro, la finestra e tutto ciò che ho intorno.

Se si va fuori e si guarda con gli occhi aperti, si vedono le montagne, il cielo, i fiumi e il terreno distante; perché, se in quel momento li chiudiamo, non vediamo neppure una formica?

Se gli occhi sono aperti, possiamo vedere la creazione, ma se sono chiusi, della creazione non vediamo niente, dal che si deduce che tutta questa creazione è scaturita dalla nostra stessa visione.

Con l’aiuto della visione interiore possiamo vedere il sé interiore proprio come, con la visione esteriore, siamo capaci di vedere la creazione.


L’occhio che è lungo tre centimetri può vedere le stelle lontane milioni di chilometri.

E’ l’occhio che vede?

L’occhio può vedere se stesso?

No, non può. Voi dovete imparare a conoscere gli altri e, più ancora, voi stessi.

Voi, che siete curiosissimi degli altri e di ogni cosa che vi circonda e chiedete persino notizie, circa le loro faccende di famiglia, le proprietà e la discendenza a coloro che incontrate casualmente nei luoghi pubblici come i treni, gli aeroporti o gli autobus,conoscete la vostra discendenza, le proprietà, l’eredità e lo stato?

Voi siete dei manuja, ossia i discendenti di Manu, colui che stese il codice morale che è la vostra proprietà ed eredità, avete il Signore insediato nel cuore quindi siete essenzialmente il Divino, ma negate questa ricchezza preziosa e andate in giro dicendo che siete poveri e deboli di spirito!

Per vedere i vostri occhi, avete bisogno di uno specchio; per vedere voi stessi nella vostra levatura naturale, avete bisogno di un Guru.

Fonti: Sai Baba, brani tratti da Summer Roses on Blue Mountains, 1976, cap. 8 e dal discorso del 19 Febbraio 1966

Vidya Bharata - Edizioni I Pitagorici © Tutti i diritti riservati.  
Tutti i diritti su testi e immagini contenuti nel sito sono riservati secondo le normative sul diritto d’autore.