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La forma più alta dello Yoga

Permettetemi di chiamarvi “figli miei”. Mi rallegro del fatto che anche voi siete studenti di religione, perché questo è un argomento importantissimo che concerne direttamente il nostro sè. La parola religione è composta di “re” che significa indietro e “ligio” che significa legare, cioè legare di nuovo la nostra anima a Dio. Similarmente la parola “yoga” proviene dalla radice “yuj” il che significa unire il nostro sè a Dio. Le comunità religiose si formarono solo con lo scopo di insegnarci come possiamo riunire noi stessi con Dio, l’ultima meta di tutte le religioni. Questo insegnamento vale per tutte, sia che provengano dall’oriente o dall’occidente – su questo fatto non c’è alcuna differenza.

Ci sono vari tipi di yoga, ma c’è un solo obiettivo – conoscere Dio. Lo scopo comune di tutti i tipi di yoga è di essere immersi in Brahm ovvero in Dio. Esistono l’Hatha Yoga, il Prana Yoga, il Bhakti Yoga, il Gyan Yoga ecc. e l’ultimo scopo dello yoga è l’unificazione con Dio. – diventare uno con Lui. Come lo spiega Shankara, lo scopo di tutti i tipi di yoga è di entrare nel samadhi nel quale possiamo avere un’esperienza di Dio. Però ci sono due tipi di “samadhi”: uno al livello materiale, l’altro, il samadhi cosciente della sfera spirituale. Succede molte volte che alcune persone sperimentino un samadhi non cosciente: per esempio si lasciano sotterrare viventi per alcuni giorni per poi ritornare. Questo però non è un samadhi cosciente. C’è una forma superiore di samadhi, che viene chiamata samadhi cosciente, perché si rimane interiormente coscienti. Ogni yoga ha proprietà specifiche, per esempio l’Hatha Yoga permette di mantenere il corpo in buone condizioni fisiche, il Prana Yoga ci permette di prolungare la vita. Normalmente noi respiriamo circa da otto a dieci volte al minuto. Praticando il Prana Yoga è possibile controllare la frequenza della respirazione e così prolungare la vita fino a un certo limite. Poi c’è il Bhakti Yoga, lo yoga della devozione. Per praticare questo yoga bisogna partire da un’ipotesi. Però questo non ci porta a Brahm: lo stato assoluto. Sapete, Paramhansa Ramakrishna praticava il Bhakti Yoga – l’ideale Bhakti Yoga dell’oriente e venerava Dio nella forma della madre. Vedeva la madre dappertutto – nel suo interno e all’esterno. Però non era in grado di alzarsi nello stato assoluto. Così andò dal suo guru di nome Totapuri e gli disse: “Vedo dappertutto la forma della madre, ma non sono capace di trascendere questa dualità. Com’è possibile?” Totapuri prese una scheggia di vetro e gliela premette fra le due sopracciglia dandogli allo stesso tempo una carica spirituale e così gli fu possibile elevarsi al samadhi.

Dopo c’è il Gyan Yoga, anche chiamato Jnana Yoga. Anche in questo yoga si possono avere solo delle brevi visioni dell’aldilà. Non ci si può restare per sempre. La filosofia orientale ci dà una spiegazione di questo fenomeno insegnandoci che l’anima è ricoperta da veli diversi, chiamati “ana-mai-kosh”, “prana-mai-kosh” e “vigyan-mai-kosh”. Anche quest’ultimo non è la meta assoluta. Shankara insegnò: “Tutto è lo stato assoluto e vi ci si può entrare.” Però Ramanuja non concordava con lui, e dette ragione al Vashist Yoga, il quale afferma che sebbene nel samadhi si possa essere immersi nella coscienza superiore, non è tuttavia possibile raggiungere la forma assoluta. Ramakrishna ed altri insegnarono che è assolutamente necessario trascendere la coscienza del corpo, e per questa ragione fecero progressi sulla via spirituale.

Pantanjali divise tutti gli yoga in un sistema graduato e fece due constatazioni essenziali:

L’anima può alzarsi oltre la coscienza del corpo e può concentrare le sue energie senza prendere la faticosa via attraverso i prana (energie vitali). La pratica del Prana Yoga implica il controllo della respirazione. Infine Patanjali riconobbe che è possibile trascendere la coscienza del corpo anche senza usare le energie vitali (i prana); dunque la vera realizzazione o il vero samadhi non significa solo ritirarsi dal corpo fisico, sebbene questo sia il primo passo – l’abc della scienza dell’aldilà comincia quando si trascende la coscienza del corpo. Dove finiscono le filosofie del mondo, comincia la vera religione. Perciò il cammino dell’aldilà comincia quando si trascende la coscienza del corpo.

Portare l’attenzione alla sfera dell’aldilà è molto difficile. Alcune persone, se non hanno la guida giusta, possono smarrirsi. Per questa ragione i Maestri hanno sempre dichiarato la necessità di un insegnamento che sia in grado di liberarci da tutti i legami. Si può constatare che l’Hatha Yoga, il Prana Yoga, il Bhakti Yoga e l’Jnana Yoga non offrono la possibilità, di essere liberati dai legami esistenti, neppure gradualmente. Noi però abbiamo bisogno di aiuto in tutti gli aspetti. Il Prana Yoga ci può avanzare solo fino a un certo grado. L’Jnana Yoga ci può permettere solo un piccolo “sguardo” nella sfera dell’aldilà, che non è permanente. Per questa ragione Ramanuja non era d’accordo con il suo predecessore, lui insegnava Vashist Yoga (Advaita Yoga) che afferma che si può aver accesso all’aldilà, ma che non ci si può rimanere per sempre.

Alla fine si arriva allo Yoga della Corrente-Suono (Surat Shabd Yoga) il quale è la forma più alta dello yoga, è lo yoga naturale. Questo yoga supera tutti i problemi esistenti in altri tipi di yoga; il più semplice di tutti i tipi di yoga è lo yoga naturale. Può essere praticato da tutti, giovani o vecchi. I Maestri di questa forma di yoga ci insegnano che Dio nella Sua forma assoluta, libera da attributi nel Suo stato primordiale, manifestò se stesso per mezzo delle forme di luce e suono. Quando Dio ebbe il desiderio: “Io sono uno e voglio diventare molti”, ci fu una vibrazione e questa vibrazione si manifestò per mezzo di luce e suono. Dio è dunque il principio luce-suono. Dio è la musica delle sfere. Dio viene chiamato “Nada” e “Voce di Dio”. La Forza Divina, chiamata anche “Verbo” si esprime dunque in questi due aspetti: luce e suono. “Il Senza-Verbo” si manifestò e diventò il “Verbo”. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.” Dopodichè l’intera creazione si manifestò. Questa forza che è in grado di manifestare se stessa viene chiamata il Verbo e in altre terminologie definita in tal modo: “Il Senza-Nome si rivelò e fu chiamato Naam.” “Dapprima era “Ashabd” poi si manifestò e venne chiamato Shabd,” è la causa primordiale di tutta la creazione, penetra e governa tutta la creazione. Tutto è una manifestazione di questa Forza Divina. Tutte le Scritture Sacre che abbiamo a disposizione oggi ne parlano, questo è lo yoga naturale. Viene chiamato il Verbo. I Santi musulmani lo chiamarono “Sultan-ul-Askar”, il re di tutte le meditazioni. Nella loro terminologia viene anche chiamato “ Nada” o “Kalam-i-Quadim”.

Allora come già dissi, in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio e dopodiché tutta la creazione si manifestò. Quando il “Senza-Nome” o il “Senza-Verbo” – ovvero il Dio assoluto – si espresse, fu denominato: “il Verbo”, “Naam”, “Shabd” oppure “Kalam-i-Quadim”. Questa forza (potere) ha due aspetti: luce e suono. Cristo e altri Maestri dissero che Shabd è la causa primordiale di tutta la creazione, che si manifesta attraverso il Shabd (dal sanskrito – suono), ritorna indietro nel Shabd poi di nuovo ricomincia una nuova creazione. Quindi Shabd è una forza – da Shabd è nata la luce. Questo lo dicono tutti i Maestri: “Quando Dio disse che da uno voleva diventare molti ci fu una luce seguita dal suono. Dunque tutta la creazione deriva dal Shabd. Shabd è il vero nucleo essenziale, la vera essenza di tutto quello che esiste nell’universo, Shabd è la forza governante, la forza operante di Dio, la Forza Divina che dirige e agisce, la causa primordiale di tutta la creazione. Shamaz Tabrez ci spiegò: “Tutta la creazione si manifestò attraverso “Saut” (in arabo significa verbo o suono) e da Saut proviene tutta la luce. “Voi sapete che Mosé ricevette i comandamenti fra tuoni e fulmini. Anche Zoroastro ne parlò, denominando il principio luce-suono “Sarosha” e “il fuoco non acceso”. Anche il Taoismo parla di “Verbo Creativo” e “Luce Divina”. Inoltre viene chiamato “Nada” oppure “Udjit”, la musica che viene dall’aldilà. Viene denominato anche “Akash Bani” il suono che viene dall’alto, Naam, Shabd o Saut. Gli vennero dati moltissimi nomi: Bang-i-Asmani, Nida-i-Asmani, Sarosha, Tao, Yoti, Prakash, Tajalli - tutti significano una e la stessa cosa: luce e suono. Quando Dio si espresse ci fu una vibrazione e da questa vibrazione risultarono due cose: luce e suono, e luce e suono sono la via di ritorno a Dio assoluto. Se riusciste ad aggrapparvi a un raggio di sole, dove vi condurrebbe? Al sole da dove emana.

Come già vi ho spiegato, tutti gli altri tipi di yoga hanno il loro scopo, e questo è lo yoga che mira a riportarvi a Dio assoluto. Nell’Apocalissi di Giovanni troverete scritto: “I suoi occhi erano come fiamme di fuoco, la sua voce aveva il suono rumoreggiante delle cascate. Il suo volto era raggiante come il sole.” Queste sono le affermazioni di coloro che fecero esperienza dell’aldilà e di quella Forza che si esprime. “Sentii una voce d’acqua rumoreggiante e tuono strepitoso.” – “Sentii il suono delle arpe del cielo.” Queste affermazioni sono valide per tutti, qualsiasi religione appartengano, che siano cristiani o indiani, francesi o cinesi, che siano dell’Asia centrale o di ovunque. Coloro che andarono all’interno di se stessi dissero sempre le stesse cose, questi sono i loro insegnamenti di base. Nell’oriente possiamo leggere di questo nelle Upanishad. “C’è un sole di Mahabrahmand – cioè il macrocosmo. Da lì proviene un suono.” Questo era l’insegnamento segreto che fu dato da Ingresh Rishi a Krishna, il figlio di Devaki. È l’insegnamento più antico che esista ed è stato l’insegnamento di base di tutti i Maestri. Anche Guru Nànek ne parlò: “C’è una luce interiore dalla quale proviene il suono. Quando ci si entra in contatto si è portati all’ultima meta, là dove la Forza Divina si manifestò.” Lo stesso dice anche Paltu, un’altro Santo: “C’è una luce dentro di voi, da lì proviene un suono. Chi lo può sentire? Solo chi entra in samadhi trascendendo la coscienza del corpo.” Quindi il primo passo consiste nello trascendere la coscienza del corpo e a questo scopo vengono indicate varie vie.

Anche l’esercizio dei Prana è una di queste vie, però è una via molto ardua, non accessibile a tutti. Comporta la pratica di “Kumbhak” e questo non è naturale. Nel Bhakti Yoga per poter iniziare bisogna partire da presupposti e con ciò non è possibile innalzarsi al di sopra della dualità. Il Jnana Yoga permette solo delle brevi visioni dell’aldilà, poiché come viene descritto nelle Scritture Sacre anche il Jnana Yoga è uno dei numerosi veli che ricoprono l’anima. Finché esiste ancora un velo, come ci si potrebbe innalzare fino allo stato assoluto? Quindi la via più naturale per giungere a Dio assoluto – senza dover fare ipotesi o presupposti – è ottenere il contatto diretto con la Forza Divina che si esprime mediante i due aspetti: luce e suono. Il “Nad Upanishad” tratta esclusivamente questo principio del suono. Si può leggere: “All’inizio si sente un mormorio assomigliante al rumoreggiare delle onde dell’oceano, alla pioggia scrosciante o al mormorio di un ruscello. In seguito si sentirà la “Bhervi” mista al suono delle campane e delle conchiglie."Capite ora perché nelle nostre chiese vengono suonate le campane? E nei templi? Perché nei templi, nelle chiese e in altri luoghi di venerazione vengono sempre accese le luci in forma di candele, lumini lampade a olio, ecc. Queste dimore di Dio hanno come modello il corpo umano. I templi hanno la forma di una cupola che simboleggia la testa umana: lì viene accesa una candela e chi vi entra suona una campana. Le chiese sono lunghe e hanno una forma nasale; anche lì è rappresentata la luce e si suonano le campane a intervalli regolari. Qual’è dunque la differenza? Nella chiesa in certi momenti si suona la campana, mentre invece nel tempio la campana viene suonata quando si entra. Questi sono simboli che servono a farci ricordare Dio: – luce e suono, simboli dei due aspetti per i quali si manifesta la Forza Divina.

Il vero tempio di Dio è il corpo umano in cui noi viviamo. Noi siamo degli esseri consci, gocce dell’Oceano della Coscienza Superiore. Noi siamo spirito che abita nel corpo umano. Lo spirito è eterno perché dovremmo aver paura di morire? Il corpo umano è il vero tempio di Dio e perciò viene considerato la forma suprema di tutto il creato. È il più vicino a Dio. Nel Corano possiamo leggere che gli angeli dovettero inchinarsi davanti al corpo umano quando questi fu creato. L’unica via per ritornare a Dio si può ottenere solamente nel corpo umano. Come dissero tutti i Maestri, questa è un’opportunità preziosissima che abbiamo a nostra disposizione. Anche il profeta Maometto udì questa musica celeste che poi assunse l’aspetto dell’arcangelo Gabriele trasformando se stesso nel Verbo. Sapete che tutti quelli che fanno un pellegrinaggio alla Mecca, prima visitano la grotta Hira, dove il profeta rimase per sei anni (in meditazione) ad ascoltare il suono. Quando fu all’unisono con Dio cominciò a ricevere messaggi dalle sfere superiori. Conoscete Baba Ullah? Avete già sentito il suo nome? Era un mistico, ma passò tutta la sua vita in prigione. Anche lui accenna al “suono fiammeggiante” oppure alla “luce squillante” riferendosi alla manifestazione esterna del Potere Divino.

Ci sono due aspetti di questa forza in noi. Socrate disse: “Udii un suono che mi portò in un mondo nuovo!” Platone la denominò “la musica delle sfere”. Pitagora la chiamò “la musica di tutte le armonie” e “la verità vestita di luce”. Riferimenti simili si trovano in Zoroastro, nelle Upanishad e nel buddismo. Durante gli ultimi giorni della sua vita, Buddha convocò tutti i suoi discepoli e chiese loro: “Come si giunge al samadhi di diamante?” Tutti accennarono alla luce e al suono. Quindi Buddha rispose: “Fate in modo che le generazioni future sappiamo che l’udire intrinseco è la sola via per giungere al samadhi di diamante.” Quindi queste cose sono in noi stessi. Sono due aspetti: la forza del vedere e la forza dell’udire. Quando voi entrate nel vostro interno, prima vedete il luccicare di una candela, vedete la luce e poi segue il suono. La luce vi permette di vedere dove vi trovate e il suono vi fa da guida sulla via da prendere. Alcune persone tentano di andare sulla via solo con la luce, ma poi vengono avvolti da luce abbagliante e non sanno più come procedere. Solo il suono è in grado di guidarci oltre.

I Maestri che vengono in questo mondo come “Verbo incarnato” e nei quali questa forza si è manifestata, possono darvi un contatto con essa, facendovi ritirare completamente la vostra attenzione dall’esterno e dal corpo, quindi aprendovi il Terzo Occhio in modo che possiate vedere la luce di Dio. “Se il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà pieno di luce”. Così c’è la luce e il suono che vi guida sulla via da prendere. Quindi il “Verbo incarnato” vi può dare un contatto con tutto questo, viene chiamato “Paras” – la pietra della saggezza. In Lui si manifesta questa forza che risiede in ogni cuore.

Il corpo umano è la casa in cui viviamo. Ha nove porte che si aprono verso l’esterno: due occhi, due orecchie, due narici, la bocca e due puberali, ciononostante non siamo in grado di uscirne fuori. C’è una forza che ci mantiene nel corpo nonostante tutte queste porte siano aperte. Questa forza è la Forza Divina che si manifesta, denominata con vari nomi dai differenti Maestri che vennero nel passato sia nell’oriente che nell’occidente. E i due aspetti dell’espressione esteriore di questa Forza Divina sono luce e suono. Questa luce risplende in ognuno di noi e può essere vista. Cristo disse: “Sono venuto per far vedere quelli che non vedono. E quelli che credono di vedere può darsi che siano ciechi. Nella terminologia dei Santi “essere ciechi” significa che il vostro occhio interno, il vostro occhio singolo non è aperto per vedere la luce di Dio. Essere ciechi qui non intende dire coloro che non hanno la vista, ma quelli, il cui occhio all’interno non è aperto. Viene anche chiamato il Terzo Occhio oppure Shiv Netra, Divy Chakshu o occhio latente. Dunque questo occhio è all’interno di ognuno di noi.

Che cosa fa colui che è il “Verbo incarnato”? Quella forza già esiste in noi, però la nostra anima, la cui espressione esterna viene chiamata “attenzione”, è talmente identificata con la mente, con i sensi diretti all’esterno, con il corpo e il mondo di modo che ci siamo dimenticati di noi stessi. Non possiamo differenziare il nostro Sè. Noi operiamo ora al livello del corpo umano, e il corpo umano sta cambiando in ogno secondo della vita. Anche il mondo fisico intorno a noi cambia con la stessa velocità e noi, essendo identificati con ambedue, abbiamo l’impressione che niente cambi, che tutto sia stabile. Questa è una grande illusione! Quindi, com’è possibile uscire da tutto questo? I Maestri dissero: “O uomo, conosci te stesso! Chi sei, che cosa sei! Sei il corpo? No, tu hai il corpo, tu hai l’intelletto, tu hai le facoltà sensoriali esteriori, però sei tu che dai vita a loro. Generalmente la gente intende il termine “sapere” al livello dei sentimenti e dei pensieri, però entrambi sono soggetti all’errore. Vedere sovrasta tutto! E quando si può parlare di vedere? Quando attraverso l’analisi di se stesso si trascende la coscienza del corpo. Il Maestro che è adepto di quella via, che cosa fa? La nostra attenzione, che è l’espressione esteriore della nostra anima, è talmente identificata con il corpo e il mondo esteriore che non ce ne possiamo staccare, così Lui ritira completamente la vostra attenzione dall’esterno e dal corpo, cominciando dalle estremità e la riporta alla sede dell’anima che si trova dietro agli occhi. Dove? Quando una persona muore, i suoi occhi si rivolgono verso l’alto e da questo punto noi andiamo all’aldilà. Plutarco ci dice: “Per coloro che sono iniziati nei misteri dell’aldilà, la loro anima fa la stessa esperienza di separazione dal corpo come al momento della morte”.

Questo corpo umano è dunque , una specie di fabbrica mandata avanti da noi. Tutte le facoltà sensoriali dirette verso l’esterno, gli occhi e tutti gli altri sensi ricevono l’energia da noi stessi e poi invece ci dominano. Ora non siamo più in grado di differenziare. La prima cosa che “il Verbo incarnato” ci dà, è una dimostrazione di come trascendere la coscienza del corpo. E tutti i Maestri ci dicono: “Non credete alle parole del Maestro fino a quando non avrete visto voi stessi e potrete testimoniare: “Sì, mi sono elevato al di sopra dei sensi.” Questo è il primo passo. Come già vi dissi, l’abc della spiritualità comincia soltanto dopo che vi siete innalzati al di sopra della coscienza dei sensi. Tutti i tipi di yoga lo indicano. Così questo è lo yoga più semplice e più naturale, anche un bambino può farlo. Può essere praticato sia da giovani che da anziani.

Nel passato c’era in oriente un sistema (esisteva anche nell’occidente, ma gli furono dati altri nomi: per esempio “nascere di nuovo” come disse Cristo: “dovete nascere di nuovo”. In questo sistema bambini dell’età di sette, otto o nove anni ottenevano la cosidetta “seconda nascita”. La prima era la nascita nel corpo umano – la seconda, la nascita nella sfera dell’aldilà. Davano il Gayatri-Mantra che significa: trascendere la coscienza del corpo, aggrappare il raggio di sole e raggiungere il sole stesso. C’è una preghiera: “O Dio, dirigi la nostra attenzione verso il sole!” Davano loro il mantra e allo stesso tempo anche una dimostrazione di come trascendere la coscienza del corpo, come aprire il Terzo Occhio e vedere la luce Divina, persino a bambini di cinque anni! Questa usanza esiste fino ad oggi. Alcuni indù danno ai loro bambini lo stesso Gayatri-Mantra e viene detto loro che “sono nati per la seconda volta”, ma data la mancanza di persone aventi l’esperienza pratica, non sono in grado di dare loro una dimostrazione di come elevarsi sopra i sensi (la coscienza del corpo) e come vedere la luce Divina.

La luce infatti, è in ognuno di noi. Cristo disse: “Badate che la luce in voi non sia oscurità!” Questa luce è avvolta da diversi veli: quello fisico, quello causale e quello astrale – e voi ottenete semplicemente un qualcosa per cominciare e liberarvi da questi veli. Supponiamo che una lampada accesa sia coperta da uno, due, tre, quattro velami spessi, in modo che dia l’impressione che non ci sia luce. Se un velo viene tolto, potete intravvedere un po’ di luce. Se ne togliete ancora un’altro, la luce diventerà più forte e se li togliete tutti, vedrete la luce in pieno splendore.

Tutti i Maestri accennarono alla luce interiore, la cui intensità cresce in misura al grado di trascendenza della sfera fisica, astrale, causale e supercausale. L’ultima meta dei Santi si trova nelle sfere puramente spirituali, aldilà di tutte queste sfere materiali. Anche nella Bibbia, nel vangelo di San Giovanni viene riferito che lui si trovò bloccato nella terza sfera. Anche loro ne erano al corrente, ma per voi, data la mancanza di persone con esperienza pratica, questa realtà cadde nell’oblio.

Ora noi troviamo nei luoghi sacri simboli della luce e del suono per indicare che questa luce e suono sono in noi. I modelli esteriori sono stati creati solamente per i principianti, in modo che capiscano che questa luce risplende e questo suono risuona in loro stessi. In periodi nei quali vissero delle persone con l’esperienza pratica, diedero la prova e consigliarono: “Non credete mai alle parole di un Maestro finché non avrete constatato da voi stessi che lì c’è la luce – per molta o poca che sia.” Supponete che qualcuno tenga una meravigliosa conferenza su come si fanno affari. Ma noi, se non abbiamo il denaro necessario, che cosa ne possiamo fare? Per questo i Maestri usano dare qualcosa per cominciare, un seme che non potrà mai più perire, che non potrà mai più essere preso, se non dal Maestro che è il “Verbo incarnato”. Così questa è la prima premessa: “Chi può darci una dimostrazione pratica cosicché possiamo testimoniare noi stessi quello che è in realtà? La seconda condizione è di vivere in modo vero.” La verità sta sopra tutto, ma il vero modo di vivere sta sopra la verità.” Un modo di vita altamente etico è il primo passo verso la spiritualità. Se voi avete attaccamenti e siete troppo legati a piaceri esteriori, come potrete liberare la vostra attenzione da questo?

I Maestri vi aprono un po’ la via verso l’alto, perché loro sono attenzione allo stato puro. Voi vi ritirate dal vostro corpo, vedete coi vostri propri occhi che lì c’è luce, per poca o molta che sia. Per coloro che vogliono avere questo contatto è indispensabile che vivano una vita pura. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio!” Comprendete? Tulsi Sahib dice a questo proposito: “Pulisci la camera del tuo cuore affinché il tuo Amante possa entrarci.” Non potete sperare che un re entri in un luogo sporco. Persino un cane, che viene considerato inferiore all’uomo, pulisce con la sua coda il posto dove vorrebbe sedersi. Possiamo allora sperare che Dio si manifesti in un cuore impuro, lascivo, pieno di avidità e di pensieri maligni nei confronti di altre persone? Il primo passo consiste nel liberarci di queste cose.

I Maestri quando vengono, non alterano le forme esteriori e le caratteristiche delle diverse religioni. Le religioni si formarono poco tempo dopo che i Maestri partirono. Coloro che avevano incontrato i Maestri avevano una conoscenza diretta, avendone ricevuto la prova mediante un’esperienza pratica, e quindi, dopo la partenza dei Maestri, fondarono queste “scuole spirituali” per mantenere vivi i loro insegnamenti. Finché ci furono persone con la conoscenza pratica, era possibile trarne beneficio per conoscere Dio. Ma poi per mancanza di gente pratica subentrò una stagnazione e più tardi un declino. Quindi i Maestri ritornano per ravviare questa verità.

“Posso interrompere e fare alcune domande?”

Sì volentieri, risponderò in maniera adeguata.

– Domanda che concerne l’esperienza della luce –

Questo succede sul cammino, attraversando i diversi piani. Come ti ho già detto la luce è lì – la lampada è accesa ma è coperta da parecchi veli e così sembra che non ci sia luce. Se togli un velo appare un po di luce; se ne togli due ne appare un po’ di più, se ne togli tre, la luce sarà ancora più forte e così via. Hai partecipato alla meditazione, hai visto luce? No? Altri l’hanno vista!

“Sì!”

Sono stati in molti, solo due o tre non hanno visto luce, tutti gli altri, circa trecento partecipanti l’hanno vista. Ci vuole solo qualcuno che conosce il modo pratico. Inoltre vengono imposte certe condizioni: per esempio una dieta vegetariana rigorosa, assoluta astinenza alle droghe, all’alcool ed altri intossicanti. In questo modo avrete dei buoni risultati in modo più rapido. Quindi ci sono stati solo pochi che non erano in grado di vedere – tutti gli altri hanno avuto un’esperienza.

“Per quanto concerne le esperienze differenti sulla luce, Maestro, questa mattina hai detto che alcune persone portano con sè qualcosa in più dalle loro vite passate.”

Si tratta del “background” – quelli che hanno un “background” hanno qualcosa per cominciare ... non tutti – ma alcuni. Ma non sanno come procedere. Ho incontrato delle persone del genere. Vedevano luce e sono andate dall’oculista; altre sentivano il suono e andarono dal dottore per farsi curare l’udito. Alcune persone hanno un “background”, ma hanno bisogno di guida in modo di poter procedere.

“Maestro, tu hai detto che dobbiamo rimanere nella nostra religione, perché Cristo insegnò lo stesso metodo per arrivare a Dio.”

Come vi ho già detto, i Maestri non alterano le forme esteriori delle religioni. Le religioni furono create in modo che molta gente possa trarne beneficio. Finché  ci furono delle persone con l’esperienza pratica, questo era possibile. Ci vogliono persone pratiche – ma quante ce ne sono che possono darvi un impulso, darvi una prova in modo che possiate vedere voi stessi? Bisogna allora darvi qualcosa, un capitale per cominciare, di maniera che voi possiate avanzare e con la guida giusta possiate raggiungere l’ultima meta, da dove provengono luce e suono, e cioè Dio Assoluto.

“Posso fare una domanda?”

Sì certo. Vedi, anch’io sono uno studente della vita – continuo ancora come studente (non smetto mai di imparare. L’uomo impara e poi si dimentica durante tutta la sua vita. Anch’io sono stato uno studente come voi. Un giorno voi prenderete il mio posto – il nostro posto – voi siete la speranza che germoglia per le generazioni future.

“Se Cristo insegnò le stesse cose, fece anche dei riferimenti sulla reincarnazione o su vite precedenti?”

Anche Cristo fece dei riferimenti a questo riguardo. Non sono l’unico ad affermarlo, ma noi non conosciamo tutti i fatti storici. In certi brani fece dei riferimenti. Ma le persone che incontrarono un Maestro, perché avrebbero dovuto farsi dei pensieri sulla reincarnazione? Non ritorneranno in questo mondo! Se Lui è in grado di portare a casa gli esseri umani, perché dovrebbero avere una nuova incarnazione? Questo ha solo importanza per le persone che non hanno incontrato un Maestro simile, ossia – il Verbo incarnato. Coloro che ritornano a casa non devono venire di nuovo in questo mondo. Ritornano o vengono mandati solamente per lo scopo di guidare l’umanità ancora immatura, però non vengono come prigionieri.

– Domanda incomprensibile –

Sì, sì, c‘è luce all’interno –  questo vale per ogni essere umano, persino i bambini la possono vedere. Bisogna solamente che venga dato un impulso, questo è tutto. A dire la verità, dove finiscono le filosofie del mondo, comincia la vera religione. Le comunità o le forme esteriori non costituiscono la religione, queste sono comunità sociali, scuole dello spirito. Questo dimostra solo che ci siamo uniti a questa particolare scuola spirituale per conoscere noi stessi e per conoscere Dio.

Gli insegnamenti di base dati dai Maestri sono sempre stati gli stessi, ma sfortunatamente noi li abbiamo dimenticati per mancanza di persone con la conoscenza pratica. I Maestri vengono di tempo in tempo per ravvivare questa scienza caduta in oblio.

– Domanda –

Vi dico che Dio agisce veramente attraverso il Maestro. Lui è il Verbo. Quando il Verbo si incarna noi lo rispettiamo. Noi lo rispettiamo come “Verbo incarnato”. Il Verbo è il Maestro e attraverso Lui si manifesta. Risiede in ogni cuore, ma noi lo riconosciamo solo nella persona in cui è manifesto. L’uomo è il maestro dell’uomo. Solo un essere umano può agire da Maestro, non una voce che viene dal cielo. Tutti i Maestri vennero nella forma umana – Gesù, Maometto, ecc. Il Maestro dell’uomo è un uomo che vi incontra al vostro livello e che vive come voi una vita da essere umano. Lui ha fatto quell’esperienza e ve la può tramandare cosicché sarete in grado di confermare questo fatto. Quindi, tutti i Maestri che vennero, ebbero la forma umana.

La scuola migliore è quella dalla quale moltissimi studenti escono con successo, non è vero? Queste scuole spirituali sono scuole a cui noi ci siamo iscritti per conoscere Dio. Se ne creano molte persone che vengono a conoscenza di Dio, tutto il merito va a queste scuole. Io penso che per mancanza di persone con la conoscenza pratica noi abbiamo dimenticato questo insegnamento, così i Maestri vengono di tempo in tempo per ravvivarlo per darci quello che abbiamo dimenticato.

Ringraziamo Dio e coloro che hanno reso possibile questo colloquio.

 

(Cicago – 19 novembre 1972)
Per ulteriori informazioni su questo tema consultate il libro “The Crown of Life” di Sant Kirpal Singh.

 

 

La Via sacra dei Maestri
offre un contatto conscio e diretto
con la Divinità all’interno,
dopo aver trasceso la coscienza del corpo.
Questo principio sublime distingue la Via sacra
da tutte le altre scuole dello spirito.

Sant Kirpal Singh

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