Sri Ramana Maharshi
Conosciuto come il "Saggio di Arunachala", per oltre mezzo secolo è stato il punto di riferimento di ogni ricercatore spirituale interessato ad approfondire il mistero della vita. Il suo profondo insegnamento metafisico scevro di postulati, dogmi e intellettualismi ha conquistato i ricercatori più sinceri. Considerato un jivan-mukta (liberato in vita), ha passato la maggior parte della sua vita ai piedi di Arunachala una montagna nei pressi di Tiruvannamalai, una cittadina del Tamil Nadu, a circa 130 chilometri dalla capitale Chennai (Madras).
Arunachala è considerata da molti Indiani l'Incarnazione sulla terra di Shiva e proprio ad Essa Sri Sathya Sai Baba dedicò il suo primo bajan "Manasa Bajare".
Tenuto nell'amicizia e nella stima dei più noti Maestri del suo tempo, fu visitato da Swami Paramahansa Yogananda (noto per il libro "Autobiografia di uno Yogi" e fondatore della SRF in America), da Sri Chandrasekharendra Saraswati il jivan mukta che per circa 90 anni è stato lo Shankaracarya del Sri Kanchi Kamakoti Peetam (uno dei monasteri fondati da Adi Shankara - codificatore dell'Advaita Vedanta - oltre 2.500 anni fa).
In Occidente Ramana Maharshi fu conosciuto grazie ai libri di due autori, Paul Brenton e Arthur Osborne, i cui libri sono stati tradotti in quasi tutte le lingue.
Intorno a Ramana si stabilirono ricercatori giovani e meno giovani, occidentali e orientali, dando vita ad un Asram, il Ramanasram che oggi, a quasi cinquanta anni dalla "morte" di Ramana, è un luogo che ospita i pellegrini che giungono a rendere omaggio a Lui e alla sacra montagna di Arunachala. A tutt'oggi il Ramanasram è un luogo favorevole ove realizzare la natura dell'Essere, grazie alla sua Montagna.
Il Ramanasram pubblica un periodico semestrale "The Mountain Path" - "Il Sentiero della Montagna" - la cui edizione ufficiale italiana sul Web è disponibile all'interno di Vidya Bharata.
Come tutti i jivan mukta, Ramana ha incarnato ogni aspetto dell'insegnamento tradizionale ed è stato seguito da discepoli e devoti che percorrevano e percorrono la difficile via realizzativa secondo le tre accezioni principali jnana, bakthi e karma yoga (la Via della Conoscenza, dell'Amore e dell'Azione).
Il suo insegnamento privo di fanatismi e preferenze, si colloca all'interno della Metafisica Tradizionale, quel Sanathana Dharma o Philosophia Perennis di cui Platone in Occidente fu la luce più nota.
In un insegnamento tradizionale vengono meno i settarismi e le divisioni religiose, perché man mano che l'uomo ascende nel suo arduo cammino verso l'Assoluto o verso il Principio incarnato, cade ogni divisione, ogni distinzione, ogni identificazione limitante con il "mondo dei nomi e delle forme", col "mondo del mio e del tuo".
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