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Madhva, Nimbarka e Vishnusvami

Madhva

Le date della vita di Madhva (conosciuto anche coi nomi di Purnaprajna e Anandatirtha), sono alquanto incerte. Alcuni dicono che visse dal 1199 al 1278, altri invece affermano che nacque nel  1239 e che morì nel 1319. Noi crediamo che la seconda datazione sia quella corretta.

Visse principalmente a Udupi, importante città del Karnataka, nel sud dell'India. Il suo maestro iniziatore era un seguace di Shankara, per cui quando lo sentì spiegare il Bhagavatam secondo l'ottica mayavada se ne distaccò e partì per un lungo viaggio. A Badarikashrama incontrò Vyasadeva, dal quale ottenne le istruzioni per dare un senso (da lui giudicato corretto) alla filosofia vedanta. Scrisse trentasette opere, tra le quali dei commenti a varie Upanishad, al Maha-bharata, al Bhagavata Purana e al Vedanta-sutra.

Il sistema filosofico da lui proposto si chiama Dvaita, della dualità. In esso enfatizza in modo particolare il concetto di divisione reale tra Dio e l'anima, tra anima e anima, tra materia e spirito. Questo tipo di dualismo mirava a continuare l'opera di demolizione delle teorie shankarite che prima di lui Ramanuja aveva avviata.

Per il maestro ci sono tre entità che agiscono per determinare il divenire cosmico: Dio, la jiva e la materia. Tutte queste sono differenti l'una dall'altra. Ma solo Vishnu è autonomo, mentre tutto il resto Gli è dipendente. Madhva riprende la teoria per cui ci sono jiva liberate e non liberate e ripropone la bhakti come il processo di purificazione più valido.
 

Nimbarka

La devozione a Krishna era per Nimbarka la cosa più importante, la sua vita stessa, tanto che si spostò dal suo paese natale nel sud dell'India (Mungera-patana) e andò a vivere a Vrindavana. Egli fondò un importante movimento spirituale che era il ramo autentico della Kumara-sampradaya. Ai suoi tempi si diffuse enormemente, ma dopo la sua morte tutto cominciò a declinare. L'epoca esatta in cui visse è incerta.

Tra i tanti lavori che scrisse, si ricordano un breve commento ai Brahma-sutra (l'opera si chiama Parijata-bhashya o Vedanta-parijata-saurabha-bhashya) e un poemetto in dieci strofe, chiamato Dashashloki, che riassumeva i punti principali della sua dottrina. I più importanti commentatori di Nimbarka sono Srinivasa (14 secolo), suo diretto discepolo e Keshava Kashmir (16 secolo), divenuto famoso fra i Gaudiya-Vaishnava per aver incontrato direttamente Sri Caitanya ed esserne stato sconfitto in una contesa filosofica.

La dottrina di Nimbarka è definita Bhedabheda (differenziazione indifferenziata) o anche Dvaitadvaita (dualità non-duale), che sta ad intendere che tutto è uguale al Signore nel senso che tutto e tutti proviene da Lui; ma credere che ogni cosa possa diventare uguale a Krishna è sbagliato. Lui è Brahman stesso, e non un'incarnazione. Krishna è la Suprema Personalità di Dio in Persona. Radha è la sua compagna eterna, anche se nel Bhagavatam non viene menzionata se non in rare occasioni.
 

Vishnusvami

Nasce a Pandya, nel sud dell'India. Purtroppo di lui si sa poco. Egli era un discendente spirituale della Rudra-sampradaya e scrisse un famoso commento al Vedanta-sutra chiamato Sarvajna-bhashya. Tra i suoi discendenti spirituali più famosi ricordiamo Sridhara Svami, che scrisse un commento allo Srimad-Bhagavatam tenuto in grande considerazione dai Vaishnava di tutte le sampradaya e Bilvamangala Thakur, divenuto celebre per essere riuscito a distaccarsi dalle gioie della materia grazie agli insegnamenti della prostituta con la quale di tanto in tanto si accompagnava. Costui, per non correre il rischio di rimanere ancora affascinato alle forme del mondo, si tolse la vista. Celeberrimo è anche l'acarya Vallabha, di cui andremo a parlare fra breve.

Il sistema filosofico di Vishnusvami è detto Shuddhadvaita.

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