Rileggevo uno dei sutra più significativi di Rapahel, che potrebbe essere considerato - a mio parere - l'inizio e la fine della sadhana, e mi sono accorto di non averlo capito sino in fondo. Così chiedo "aiuto" in questa sede. Riporto prima il sutra (tratto da La triplice Via del Fuoco, pp. 31 e ss.) e poi la domanda. Ovviamente ho fatto dei tagli per ragioni di sintesi.
«Siediti, rendi quiescente la tua mente e medita profondamente su ciò che ti sospinge a pensare [...] Segui l'energia di piacevolezza o di sofferenza, osserva il tutto come potresti osservare un oggetto esterno che ti sta di fronte. [...] L'osservazione dev'essere diretta alle "reazioni", alle istanze che nascono in te da un determinato stimolo, più che allo allo strumento di contatto del centro mercuriale. Nella pura osservazione, il fuoco mentale deve tacere; la discorsività impedisce la pura osservazione [...] Né devi perderti nell'oggetto di osservazione; [...] per osservare occorre che ti poni nella giusta distanza focale dal dato di osservazione: se vi è troppa distanza il contenuto rimane sfocato (c.d. bilanciamento o "messa a fuoco"»
Le difficoltà qui sono tre:
- far tacere la mente, (difficolta ovvia);
- mettere a fuoco (o bilanciare) l'osservazione;
- riuscire ad osservare le reazioni ad uno stimolo in una situazioni di assenza di stimoli esterni e mentali.
Vale a dire: se io mi siedo, da solo, nella mia stanzetta a meditare - quindi non in una situazione di vita attiva e senza particolari distrazioni - come posso osservare le reazioni dei vari centri mercuriali (o chakra) a degli stimoli - ad esempio, la golosità, la sessualità, il piacere e il dolore in generale - se non c'è nulla che possa attivare tali stimoli?
Grazie a chi potrà rispondermi.
«Siediti, rendi quiescente la tua mente e medita profondamente su ciò che ti sospinge a pensare [...] Segui l'energia di piacevolezza o di sofferenza, osserva il tutto come potresti osservare un oggetto esterno che ti sta di fronte. [...] L'osservazione dev'essere diretta alle "reazioni", alle istanze che nascono in te da un determinato stimolo, più che allo allo strumento di contatto del centro mercuriale. Nella pura osservazione, il fuoco mentale deve tacere; la discorsività impedisce la pura osservazione [...] Né devi perderti nell'oggetto di osservazione; [...] per osservare occorre che ti poni nella giusta distanza focale dal dato di osservazione: se vi è troppa distanza il contenuto rimane sfocato (c.d. bilanciamento o "messa a fuoco"»
Le difficoltà qui sono tre:
- far tacere la mente, (difficolta ovvia);
- mettere a fuoco (o bilanciare) l'osservazione;
- riuscire ad osservare le reazioni ad uno stimolo in una situazioni di assenza di stimoli esterni e mentali.
Vale a dire: se io mi siedo, da solo, nella mia stanzetta a meditare - quindi non in una situazione di vita attiva e senza particolari distrazioni - come posso osservare le reazioni dei vari centri mercuriali (o chakra) a degli stimoli - ad esempio, la golosità, la sessualità, il piacere e il dolore in generale - se non c'è nulla che possa attivare tali stimoli?
Grazie a chi potrà rispondermi.