Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Sai Baba - In Uganda: il sogno del sapiente

Antichi e moderni
Rispondi
cielo
Messaggi: 897
Iscritto il: 01/10/2016, 20:34

Sai Baba - In Uganda: il sogno del sapiente

Messaggio da cielo » 24/12/2022, 11:45

Śri Satya Sai Baba - Kampala, Uganda, Est Africa, 7 luglio 1968.

Dio è la fonte di tutto l'amore; amate Dio e amate il mondo, né più né meno come il vestito di Dio.

Per mezzo dell'amore potete fondervi nell'Oceano dell'amore. L'amore guarisce le meschinità, l'odio e l'avidità, scioglie i vincoli e salva l'uomo dal tormento della nascita e della morte. L'amore lega tutti i cuori in una dolce, vellutata sinfonia. Visti attraverso gli occhi dell'amore, tutti gli esseri sono stupendi, tutte le azioni sono consacrate, tutti i pensieri sono innocenti. Il mondo è una grande famiglia.

L'uomo è nato nella società, ed ivi è stato educato; bene o male, viene modellato dall'influenza sottile della società.
A sua volta, come membro della società, egli influenza chi viene in contatto con lui. La sua vita viene corretta o distorta dai modelli, stili di vita e comportamenti, che sono esempi della società nella quale è nato per effetto del suo karma accumulato. Deha e desha, il corpo e la nazione sono inestricabilmente intrecciati. Per lo spirito dell'uomo il corpo è un rivestimento, come lo è pure il Paese. Servitevi della società per la vostra elevazione; cercate di imprimere nella società una forma che giovi all'elevazione degli individui, e che non li allontani da Dio.

Tutti desiderano ardentemente sicurezza, pace, gioia e felicità; ma molti credono di poterle ricavare dalla natura circostante.
Il risultato è che sprecano i loro anni a mangiare e bere, a giocare e riposare, a guadagnare e a spendere. L'uomo va dalla culla alla tomba, e ancora dalla culla alla tomba fino alla nausea, alla deriva, senza sapere né dove ha inizio il suo viaggio, né dove lo condurranno i suoi passi attraverso i secoli.
L'uomo si è conquistato eccezionali qualità di testa e di cuore attraverso una serie di vite colme di sforzi, quale membro di specie inferiori; tale vittoria si riduce ora in cenere, per questa sua supina pigrizia.

Dovete avere l'abilità di nuotare attraverso le onde della gioia e del dolore, della sofferenza e del profitto.
Dovete essere dei maestri nell'arte di rimanere completamente tranquilli, perfettamente calmi e inattaccabili, qualunque cosa possa accadere al corpo, ai sensi o alla mente, che sono tutti inattivi quando non vengono stimolati dall'Io interiore, che è l'intelligenza, la consapevolezza.
Apprendete la capacità di ottenere e mantenere la pace interiore, l'arte di essere sempre consci del Sé quale Realtà interiore, e potrete allora girare senza pericolo per il mondo rapidi e sicuri.

L'uomo è ammalato, ma ricorre a medicine che non lo possono guarire. Fatevi la vostra diagnosi scoprite la causa primaria, applicate il giusto rimedio: è questa la condotta del saggio.
Non correte dietro a ciarlatani o a false panacee. Piantate i semi dell'amore, dopo aver preparato il terreno del vostro cuore e aver tolto le erbacce. Lasciate che essi germoglino, innaffiati dalla fede, e che diano i fiori della fortezza, (sahana*); in seguito avrete il frutto, shanti, la pace. È questo il compito, questo è il dovere; questo deve essere il voto.

Possono variare le forme di culto, di fraseologia, di adorazione o lo stile nel rivolgersi, ma tutte le religioni sono dirette verso lo stesso compimento.
Lo stesso flusso sanguigno circola in tutte le membra del corpo. La stessa corrente divina attiva l'Universo intero. Visualizzate quel supremo Architetto, quel Progettista illimitato, quell'invisibile datore di vita.
Si dice che questa è la realizzazione della paternità di Dio e della Fratellanza dell'uomo. Non fatevi impigliare dalle occupazioni della vita; non scordatevi, nella vostra lotta per la sopravvivenza e il successo, del Dio che ha reso la vita possibile.

La vita è un giornale; dateci un'occhiata casuale: i titoli, qualche articolo che catturi la vostra fantasia, e quindi, gettatelo da parte.
Non rendetelo più importante di quanto sia; domani sarà solo carta straccia. La vita merita anch'essa una lettura superficiale; non riponetela da parte per una rilettura. Una nascita è sufficiente; fate che la morte che verrà sia l'ultima.

Se fate attenzione all'individuale, le differenze vi imporranno la loro compagnia.
Fissate la vostra attenzione sul "collettivo"; allora vi saranno più evidenti i punti di identità.
Se vi concentrate sulle etichette esteriori - indù, cristiani, musulmani, parsi, buddisti ecc. - svilupperete l'orgoglio, il disprezzo, oppure l'odio! Ma se vi concentrate sullo sforzo a cui si sottopone l'uomo nell'elevarsi dalla carne per raggiungere il livello della divinità troverete allora insignificanti tutte le etichette. Tutto sarà amore, cooperazione, incoraggiamento reciproco e apprezzamento.

Penetrate nei significati interiori e più profondi dei simboli, dei riti e delle cerimonie religiose. Le forme esteriori e le formalità sono conformi alle necessità del luogo, del tempo e delle persone. Alcuni di voi preferiscono più un dolce che un altro; altri non gradiscono ciò che per voi è più gustoso. Ma, qualunque essi siano, vengono tutti addolciti dalla stessa sostanza, dallo zucchero; e similmente tutte le cose e tutti gli esseri vengono addolciti dallo stesso principio, Dio.

Coloro che cavillano e criticano e pongono domande del tipo: "Se c'è un Dio, dove è?" e "Come è fatto?", non sono andati più in là delle prime lettere dell'alfabeto della ricerca spirituale. Solo quando avrete appreso l'intero alfabeto potrete conoscere le parole; potrete allora passare alle frasi, ai capitoli e ai libri.
Se non conoscete l'io, come potrete conoscere l'Io di tutti gli io, l'Io che fa sperimentare a tutti il proprio io interiore?

Le polveri dell'ignoranza vi nascondono questo Io dietro agli io individuali. La filosofia indù la chiama māyā. Viene paragonata a una incantatrice, a una ballerina, a un'astuta donna che seduce la vostra intelligenza con la sua danza, a una nartakī.
Tale nartakī può essere immobilizzata col kirtana, Il canto della Gloria di Dio, con piena fede nella sua Grazia.
Notate che kīrtana non è che un anagramma di nartakī; la sapienza è il superamento dell'ignoranza.

Il kīrtana manterrà chiara la visione indirizzandola al Sublime e al Supremo. Voi tutti siete scrigni dell'amore divino: condividetelo, diffondetelo. Manifestate questo amore in atti di servizio, parole di comprensione, pensieri di compassione.
Non appena di risvegliate dal sonno, vi rendete conto che il sogno che avete avuto è stato una cosa di minuti, benché la serie di avvenimenti abbia coperto molti anni; allo stesso modo, quando vi risveglierete nella conoscenza da questo breve "sogno della vita", questa vostra vita vi parrà un fatto transitorio. Siate sempre pieni di gioia cosicché, quando la morte vi chiamerà, ve ne potrete andare ridendo e non piagnucolando di dolore.

Vi giovi la mia benedizione a modellare le vostre vite e le vostre attività, cosicché questa gioia suprema sia la vostra ricchezza permanente.


[* nota esplicativa sulla parola fortezza, sahana, che ha varie sfumature di significati in sanscrito, letteralmente: pazienza, sopportazione, tolleranza, fortezza; equanimità; si estende alla tolleranza verso tutti gli uomini, cose, avvenimenti, opinioni e dissensi; è il rassegnarsi a qualcosa, tollerarla e sopportarla, ma non per incapacità di reagire o perché non c'è altro modo, ma perché non ci si fa caso, nella coscienza dell'illusorietà del tutto; la sopportazione pacifica e tranquilla, senza alcuna idea di ritorsione. È sinonimo di kṣāma (calma, mansuetudine) e di kṣānti (la quiete cognitiva che discende dalla realizzazione del Bhraman e che libera dal bisogno di ulteriore conoscenza. cfr. Glossario sanscrito, ed. Aśram Vidyā).]

Il brano è tratto da "Discorsi 1967-68" Volume VI, Edizioni Mother Sai publications (le correzioni dell'italiano e l'integrazione della nota sono mie).

Rispondi