Auguro una domenica luminosa, senza boati di fuoco distruttore.

Prashānti Nilayam, 18 ottobre 1963
Molte persone considerano gli atti di adorazione e di preghiera come ‘Suoi’, mentre considerano come proprie tutte le azioni, quali il guadagnare o lo spendere. Questo è un errore, perché tutte le azioni sono ‘Sue’.
Non c’è distinzione fra le azioni dell’uomo e le azioni di Dio.
Tutte le azioni vi conducono a Dio o lontano da Lui. Ad esempio, voi dite di ammalarvi o di godere buona salute perché pensate di essere il corpo, mentre in realtà siete l’Ātma, con i cinque involucri che avete sovrapposto al Sé.
Questo è il risultato del sistema educativo oggi imperante, il quale insegna che la gioia ricavata dai sensi è la sola che si possa ottenere, e non rivela all’individuo l’eterna sorgente di beatitudine che ha dentro di sé.
Non si insegna l’arte di acquisire la pace mentale.
A nessuno viene svelato il segreto di conseguire lo stato di equanimità in mezzo alla confusione della civiltà moderna.
Tutti sono spinti a fluttuare con la corrente che trascina l’umanità verso la paura, l’ansietà e la disperazione.
Oggi la vita sembra svolgersi come in quella casa in cui il padrone tiene un regime dietetico insapore mentre i suoi familiari gozzovigliano in un banchetto. I sensi trovano godimenti senza limiti, mentre l’Ātma, il Sé, è ignorato.
L’educazione moderna non crea uomini saggi che sappiano affrontare la vita con calma e coraggio; produce unicamente degli ‘stolti istruiti’ che sanno imbottirsi la testa di informazioni e riempirsi di attrezzature e congegni, che sanno maneggiare strumenti per distruggere i loro simili o per soddisfare i capricci dei sensi, ma che non sanno affrontare la crisi della morte, che è inevitabile.
(...)
Il Re della Morte non porta con sé un cappio quando arriva per trascinare le persone alla sua dimora; il cappio è preparato dalla vittima stessa che lo tiene pronto attorno al collo aspettando l’arrivo della fine.
È il cappio del karma che ognuno si crea ed avvolge attorno a sé, e che alla fine lo trascina via. Divenite consapevoli della vostra Realtà e vi libererete del senso di identificazione con il corpo. Ciò vi renderà liberi da ogni malattia e vi donerà un benessere perfetto.
È molto semplice comprendere di non essere il corpo; voi stessi praticate questa verità tutti i giorni per almeno sei ore, sin dalla nascita, ma se nemmeno questa esperienza riesce ad insegnarvelo, mi chiedo chi ci riuscirà.
Tutte le notti quando dormite, dove siete?
Chi siete?
I sensi sono inerti, la vostra intelligenza è in uno stato di quiescenza, la mente crea un mondo tutto suo e dopo essersi trastullata per un po’, scivola nell’inattività. Quello è il sonno, lo stadio più vicino che raggiungete nel vostro viaggio verso il samādhi, lo stato di estasi perfetta, privo di ogni dualità.
Vivete nella coscienza di essere il Sé: questo vi assicurerà la pace!
Con il veleno dell’odio e dell’attaccamento dentro di voi, come potete dichiararvi sani?
Se farete esperienza del Principio atmico, diverrete la Divinità stessa. Ecco perché non mi rivolgo a voi chiamandovi ‘Incarnazioni della devozione’! Voi non siete devoti, siete di più: dovete diventare Dio! Ognuno di voi può diventare Dio fondendo la sua anima individuale, separata, nell’Oceano del Sé Universale.
La morte piomba come un falco sul pollo che sta mangiando a terra.
L’uomo che sta per morire mi prega di accoglierlo, quelli che piangono la sua dipartita mi pregano di tenerlo in vita.
Io conosco entrambi i lati della medaglia, il passato ed il presente, il peccato e la punizione, il merito e la ricompensa, e così faccio ciò che è giusto anche se modificato dalla grazia.
Non sono influenzato in nessun modo, né dall’arrivo nel mondo di qualcuno, né dalla partenza di qualcun altro.
La Mia natura è Beatitudine eterna. Potrete condividere quella Beatitudine seguendo le Mie istruzioni e mettendo in pratica quello che dico.
Brano tratto da discorsi 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications