Non scrivere niente non è certo difficile.
Scrivere per non dire niente, è un mestiere.
Ma scrivere sul niente, non è cosa agevole.
Premadharma
Quaderno N. 068 - Zenkaisoo - Taki II
Vi lascio una testimonianza per il 17 gennaio 2020.
Dopo tre anni dalla dipartita di quello che chiamavo Bodhananda, anzi Bo, o affettuosamente Grande Bo, vorrei riuscire a testimoniare gli attimi di gioia per la sua presenza, più che il dolore per la sua assenza, rapida e repentina.
Quel soffio di vento, quel suo sorriso allegro e aperto che rincuorava e sosteneva in ogni situazione, che arriva come una folata di brezza che ripulisce l'aria intorno.
Quei preziosi momenti in cui nel cuore si coagula una sintesi vivente di un insegnamento senza tempo che ho avuto la fortuna di poter ricevere da un vivente, da lui.
Poche parole: risolvi le upadhi, individua le tue priorità in questo momento, attenziona e calma la mente, lasciati cadere nel vuoto quando accade che non ci sia più un io a tenere il timone, senza paura. Caduta libera.
Non sono ricordi, bensì tracce che fanno respirare l'insegnamento, che gli danno una forma viva in quanto un ente, me, lo riconosce e lo rinnova nei passi che si compiono giorno dopo giorno.
Tutto nell'ambito di un’auto indagine che cerca di riconoscere la rete dei desideri e delle credenze che seducono e alimentano quel credersi un io separato dal tutto.
Quella presenza che si manifesta nello scorrere della giornata nella quale si diventa sempre più consapevoli di non essere gli artefici dell'azione che si va a compiere e che comunque accade nonostante tutti gli sforzi per deviarne il corso.
Che mostra come ogni azione non sia altro che lo sbocciare di semi che, crescendo ed innaffiati, potranno perfino ricamare alcuni punti su una trama più ampia di una stoffa senza tempo, la stessa dai tempi dei Veda.
L'insegnamento è così prezioso perchè in grado di triturare il dolore del vivere, rendendoci più consapevoli degli infiniti desideri che si autoriproducono nella mente, delle credenze a cui aderiamo senza neppure rendercene conto, delle aspettative.
Offrire l'amore alla presenza in sé consente di vedere tutti questi contenuti oscuranti e di distaccarsene progressivamente.
Però non bisogna dimenticare che l'insegnamento deve essere rapportato al momento presente, non cristallizzato in dogmi di abbellimento della propria visione filosofica, se risuona è uno strumento adeguato a ciò che si è, se non risuona occorrerà riprendere in mano in altro momento quello che oggi non si comprende ancora.
Il viaggio è lungo e faticoso. Ma il cuore è leggero, allegro, e tiene la mente come un cane al guinzaglio, cercando di evitare che vada sempre a zig zag, assorta e dimentica nei suoi stessi pensieri. Che irriducibile vagabonda.
Ci si affida alla Grazia e si rende omaggio a quell'insegnamento che è giunto fino a noi viandanti.
Che la nostra mente diventi della stessa consistenza di un fiocco di cotone sgranato, pronto a ricevere la scintilla della conoscenza e ad abbandonare, nella fiammata di un istante, le debolezze di esistenze.
Essere semplicemente ciò che si è.
Tanto ciò che si è, si è, questa è la realtà, non ce ne sono altre; tutte le altre sono realtà pensate, della mente.
Quella che brucia nel fuoco come cotone asciutto e ben sgranato. Si spera.