Jananī Sai, Devī daya may
Inviato: 13/05/2018, 15:15
Madre dell'Universo, abbia compassione di noi, sostienici
Durante il rito Vara Lakshmî Vratam, le donne indossano cinque gioielli d'oro puro che donano leggiadria a chi li indossa.
In telugu, la lingua madre di Sai Baba, i gioielli indossati iniziano tutti con la sillaba "ka":
karamulu (braccialetti per i polsi)
kantamu (collana per il collo)
kallu (cavigliere per le caviglie),
karnamulu (orecchini per le orecchie)
Del quinto gioiello nulla si dice, è possibile che si tratti di un "gioiello" interno, forse Karuna, la compassione e l'amorevolezza.
Dopo aver fatto un bagno purificatore, la donna che compirà il rito
mette un sari nuovo
e prepara un piccolo altare sul quale deve essere posato:
un fiore di loto
un kalasha (vaso rituale)
una noce di cocco
e un drappo.
Il rito inizia con il canto del Ganapati Prarthana, dedicato a Ganesha [le lodi a Ganapati iniziano tutti i riti vedici) seguito da invocazioni a Lakshmî, in particolare viene recitato il Lakshmi Ashtottara Shatanamam.
Nel corso della Puja, sull'altare vengono gettati dei grani freschi di cereali e riso che simboleggiano la crescita (materiale e spirituale) e l'abbondanza e offerti prasadam (cibi tradizionali) alla Dea.
La cerimonia prosegue con la venerazione:
del kalasha il vaso sacro di Ganesha
e del raksha (cordoncino rituale) che viene annodato al polso destro della donna, come promessa di fedeltà al suo dharma di donna sposata.
Il rito si conclude con la distribuzione, da parte della donna, di doni propizi dati in carità a delle sumangali (donne sposate) in stato di bisogno.
O madre, se non ti compiaccio,
divento meschino agli occhi del mondo intero.
È tutta una recita di burattini: osserviamo la loro danza!
Rispettate Vara Lakshmî, la Madre del Mondo,
la quale elargisce benessere materiale.
Dedicatele il rito dovuto,
state concretamente in beatitudine,
sperimentatela e fatela sperimentare agli altri.
Questo è il compito delle donne,
gli uomini dovrebbero dare il loro appoggio,
provvedendo a ciò che serve.
divento meschino agli occhi del mondo intero.
È tutta una recita di burattini: osserviamo la loro danza!
Rispettate Vara Lakshmî, la Madre del Mondo,
la quale elargisce benessere materiale.
Dedicatele il rito dovuto,
state concretamente in beatitudine,
sperimentatela e fatela sperimentare agli altri.
Questo è il compito delle donne,
gli uomini dovrebbero dare il loro appoggio,
provvedendo a ciò che serve.
Non importa quale rito venga compiuto:
se lo facciamo con concentrazione,
con sentimento puro,
con purezza di cuore,
offrendo tutti noi stessi,
otterremo qualsiasi risultato.
se lo facciamo con concentrazione,
con sentimento puro,
con purezza di cuore,
offrendo tutti noi stessi,
otterremo qualsiasi risultato.
Durante il rito Vara Lakshmî Vratam, le donne indossano cinque gioielli d'oro puro che donano leggiadria a chi li indossa.
In telugu, la lingua madre di Sai Baba, i gioielli indossati iniziano tutti con la sillaba "ka":
karamulu (braccialetti per i polsi)
kantamu (collana per il collo)
kallu (cavigliere per le caviglie),
karnamulu (orecchini per le orecchie)
Del quinto gioiello nulla si dice, è possibile che si tratti di un "gioiello" interno, forse Karuna, la compassione e l'amorevolezza.
Dopo aver fatto un bagno purificatore, la donna che compirà il rito
mette un sari nuovo
e prepara un piccolo altare sul quale deve essere posato:
un fiore di loto
un kalasha (vaso rituale)
una noce di cocco
e un drappo.
Il rito inizia con il canto del Ganapati Prarthana, dedicato a Ganesha [le lodi a Ganapati iniziano tutti i riti vedici) seguito da invocazioni a Lakshmî, in particolare viene recitato il Lakshmi Ashtottara Shatanamam.
Nel corso della Puja, sull'altare vengono gettati dei grani freschi di cereali e riso che simboleggiano la crescita (materiale e spirituale) e l'abbondanza e offerti prasadam (cibi tradizionali) alla Dea.
La cerimonia prosegue con la venerazione:
del kalasha il vaso sacro di Ganesha
e del raksha (cordoncino rituale) che viene annodato al polso destro della donna, come promessa di fedeltà al suo dharma di donna sposata.
Il rito si conclude con la distribuzione, da parte della donna, di doni propizi dati in carità a delle sumangali (donne sposate) in stato di bisogno.
Niente al mondo è impossibile quando si possiede la Grazia della Madre divina