Se non lo conosci, ti consiglio di leggere questo brano di Raphael:
Che cos'è che trasmigra
"....ma non c'è comunque mai davvero un individuo".latriplice: quindi rivendichi la paternità dell'azione
Kaara: No, ma in ogni caso: quando la paternità dell'azione è rivendicata (anche inconsciamente), vuol dire che è presente la sensazione che ci sia un io, quando invece non viene rivendicata (neanche inconsciamente) vuol dire che non è presente, ma non c'è comunque mai davvero un individuo.
KaaRa ha scritto: ↑18/02/2018, 10:30Ciao Fede79, se dovessimo prendere per buoni gli studi che ho fatto io, si può parlare seriamente di reincarnazione solo nel modo in cui già ti è stato suggerito: a reincarnarsi (lasciamo stare se questa parola è adatta o meno) sono gli effetti delle cause che hai mosso in questa vita e in precedenza. Tali cause-effetti costituiscono una sorta di flusso coerente (cioè le cause non si mescolano "a caso" con altri flussi di cause-effetti) che gli dà una parvenza di individualità (chiamata jivatma in sanscrito), anche se ciò non va confuso con l'individualità psicologica (che ha un senso dell'io e dipende dai pensieri e dagli stati d'animo più o meno consci e superficiali).
Scusa ma cosa sono questi effetti?Spiegami meglio questo concetto
C'è solo un piccolo particolare tralasciato, che "l'illuminato" non descrive, vende, baratta, mette in vista il proprio stato di "illuminazione".latriplice ha scritto: ↑19/02/2018, 8:12"....ma non c'è comunque mai davvero un individuo".latriplice: quindi rivendichi la paternità dell'azione
Kaara: No, ma in ogni caso: quando la paternità dell'azione è rivendicata (anche inconsciamente), vuol dire che è presente la sensazione che ci sia un io, quando invece non viene rivendicata (neanche inconsciamente) vuol dire che non è presente, ma non c'è comunque mai davvero un individuo.
Beh, se sei giunto a questa conclusione senza il minimo dubbio a riguardo, indubbiamente sei un illuminato o se non preferisci questo termine, un saggio. L'impressione che ho è che queste tue parole provengano dalla consapevolezza dell'atman, più che del jiva. Non c'è altra possibilità, questa è jnana, vera conoscenza che dissipa l'ignoranza di pensarsi come ego-sperimentatore.
Comunque fammi la cortesia di evitare la solfa ......che non è vero......che non ti sogneresti mai di dire una cosa del genere........che sei un aspirante discepolo e forse neanche quello........figurarsi un'illuminato..... che ti ci vorrà un'eternità.....insomma tentativi per evitare di rompere i delicati equilibri del mondo spirituale comunista *.
* che per solidarietà reciproca e per non turbare le coscienze suscitando invidia, non ha mai partorito un illuminato.
cielo ha scritto: ↑17/02/2018, 13:59Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.
Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.
Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
cielo ha scritto: ↑17/02/2018, 13:59Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.
Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.
Chi è il soggetto che decide?
Questi effetti sono le conseguenze delle azioni e forse soprattutto delle movenze implicite di tali azioni, quindi non solo quelle percepibili sensorialmente ma anche quelle psicologiche, emotive, energetiche o, più in generale (per usare un termine che ha usato cielo) "vibrazionali", che compiamo tutti i giorni in una esistenza corporea.
Probabilmente non direi che è mai esistito un Realizzato se non per acclamazione generale (ovviamente diversa a seconda di quale gruppo acclama). Nel senso che stabilire davvero (sottolineo "davvero") quando è avvenuta la realizzazione è come stabilire il momento esatto in cui il vetro riscaldato diviene liquido (faccio l'esempio del vetro perché, parlando per un attimo con rigore scientifico, il vetro è sempre un liquido, quello dei bicchieri e delle finestre è semplicemente ad alta viscosità).per solidarietà reciproca e per non turbare le coscienze suscitando invidia, non ha mai partorito un illuminato.
Ho l' impressione che fede79 invece di stare in un forum vedanta creda di stare nel film "ritorno al futuro"...Fede79 ha scritto: Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Mauro ha scritto: ↑19/02/2018, 18:11Ho l' impressione che fede79 invece di stare in un forum vedanta creda di stare nel film "ritorno al futuro"...Fede79 ha scritto: Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Io non sto scherzando,dico seriamente,se uno ad es vorrebbe vivere negli anni 80 che non ha mai vissuto,oppure fare una cosa che in vita non è mai riuscito a fare ecco l'occasione...
KaaRa ha scritto: ↑19/02/2018, 17:22Questi effetti sono le conseguenze delle azioni e forse soprattutto delle movenze implicite di tali azioni, quindi non solo quelle percepibili sensorialmente ma anche quelle psicologiche, emotive, energetiche o, più in generale (per usare un termine che ha usato cielo) "vibrazionali", che compiamo tutti i giorni in una esistenza corporea.
Io facevo questo ragionamento,nelle altre vite vorrei fare tante cose:reincarnarmi in un calciatore della serie A,vivere in America negli anni 80 per assaporare quegli anni,essere un ingegnere,un fisico,uno storico,cioè vorrei fare tante cose che adesso non ho potuto fare,e mi chiedo se nelle prossime vite posso realizzare questi desideri.
cielo ha scritto: ↑19/02/2018, 10:01cielo ha scritto: ↑17/02/2018, 13:59Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.
Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.
Chi è il soggetto che decide?
E' immortale? Transita con la propria volontà da un corpo all'altro per fare il giro dell'universo, senza soluzione di continuità e secondo dei desideri maturati in vita?
Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?
Stai chiedendo se disponiamo del libero arbitrio e facoltà di scelta?Fede 79 ha scritto
Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?
No, non possiamo decidere perché il flusso causale che ci trascina è molto più potente delle nostre piccole volontà.Fede79 ha scritto:Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?
Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.Cielo ha scritto:
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
cielo ha scritto: ↑19/02/2018, 10:01cielo ha scritto: ↑17/02/2018, 13:59Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.
Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.
Ma che significa scusa?Mi chiarisci in parole povere questo concetto?
latriplice ha scritto: ↑20/02/2018, 19:56Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.Cielo ha scritto:
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.
E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?
L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.
L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.
L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.
Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.
La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.
Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.
Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.
Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.
Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?
La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.
Ma non c’è motivo di essere pessimista. In primo luogo non hai dato il via alla ricerca spirituale, Dio lo fece. È qualcosa che è successo perché era previsto secondo il tuo destino e la volontà di Dio. Se Dio ti ha condotto così lontano, perché dovresti pensare che ti abbandoni ora? Pertanto, considera il tuo bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.
"La beatitudine della guaina anandamayakosa (corpo causale-Ishwara) non è generata da alcun eccitamento né da stimoli sensoriali esterni attrattivi; non dipende cioè da nessun condizionamento formale. Coloro che l'hanno provata parlano di pace profonda, intensa serenità, pienezza data dall'assenza di desiderio."
Bhagavad Gita a cura di Raphael, pag. 64
Su questo sono daccordo con te,adesso anch'io sono illuminato,però io dicevo questo:se io in questa vita sono stato sfortunato,nell'altra posso sperare in qualche ricompensa?
latriplice ha scritto: ↑20/02/2018, 19:56Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.Cielo ha scritto:
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.
E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?
L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.
L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.
L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.
Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.
La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.
Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.
Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.
Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.
Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?
La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.
E' semplice a parole,in teoria è semplice,ma come si fa ad accettare la volontà di Dio,quando non hai il lavoro,non hai la donna,non sei realizzato?Concretamente come si fa scusa?
latriplice ha scritto: ↑20/02/2018, 19:56Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.Cielo ha scritto:
Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.
E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?
L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.
L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.
L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.
Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.
La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.
Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.
Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.
Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.
Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?
La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.
Si dice che il primo passo è proprio rendersi conto dell'insorgenza e persistenza dei desideri, allenandosi a osservarli insieme al senso di frustrazione di non vederli realizzati. Essere consapevoli delle oscillazioni della mente, e del gioco di attrazione e repulsione.