Pagina 25 di 26

Re: Si diventa ciò che si pensa

Inviato: 14/06/2020, 6:53
da Fedro
Caro la triplice, se c'è consapevolezza, non c'è un io che lo pensa: così mi sto solo separando da essa, altro che riassorbimento in essa.
Se il famoso inquiry di Ramana "Chi sono io?" fosse davvero un pensiero, ne avremmo reale "risposta"?
Nel sonno profondo, c'è reale riassorbimento, proprio perché non c'è alcun pensiero che vi si conduca (anche se tale stato, rarissimamente coincida con consapevolezza di sé.)
Solo se vedo (consapevolezza) il limite del pensiero nel suo cadere/accadere, vedo ciò che nasce e muore ogni momento: sto usando uno strumento

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 14/06/2020, 13:33
da latriplice
Caro Fedro, si vede che Samkara & co. si sono sbagliati.

Dici che se c'è consapevolezza, non c'è un io che lo pensa. Ma c'è anche quando l'io lo pensa, altrimenti come faresti a saperlo?

L'ego è un oggetto che appare e sussiste in tua presenza, la consapevolezza. E dal momento che dipende da te, consapevolezza, non ha una esistenza separata al di fuori della consapevolezza, pertanto non è nient'altro che consapevolezza in conformità alla visione non duale.

Tu consapevolezza d'altro canto, non dipendi dalla presenza dell'ego (e degli oggetti in genere) e se lo comprendi e lo realizzi, la risultante è la liberazione (mokhsa).

Lo yoga tende a sopprimere fino ad estirpare la prakriti in favore del purusa.

Il buddismo a ridurre il purusa alla prakriti per tenersi l'impermanente.

Il vedanta a ridurre la prakriti in purusa per tenersi il permanente o la costante.

Mi sembra da come ti esprimi (e non sei l'unico) che tu sia orientato per la prima.

Il vedanta non è yoga.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 14/06/2020, 15:41
da Fedro
Mi spiace tu non ti sia accorto che non sto per niente contraddicendo Sankara (così evitiamo l'inconscia alzata di scudi, che si constata ogniqualvolta accade questo generico fraintendimento): evidentemente lo leggo da altro punto di vista (come ho cercato di argomentare nel mio primo commento) e quindi da altra interpretazione
Per il resto: dici che usi l'io a piacimento, come un banale realizzato, come fosse una maschera per relazionarti al mondo?
Ma se dici che non dipendi da esso (quindi lo avresti realizzato) dici pure che lo usi ancora nella sadhana?
Per questo dici che l'ego è consapevolezza nella visione non duale?

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 15:45
da latriplice
Fedro ha scritto:
"Mi spiace tu non ti sia accorto che non sto per niente contraddicendo Sankara (così evitiamo l'inconscia alzata di scudi, che si constata ogniqualvolta accade questo generico fraintendimento): evidentemente lo leggo da altro punto di vista (come ho cercato di argomentare nel mio primo commento) e quindi da altra interpretazione".
Si, è evidente qual'è il tuo punto di vista, il paradigma dal quale osservi ed interpreti:
Fedro ha scritto:
"se c'è consapevolezza, non c'è un io che lo pensa: così mi sto solo separando da essa (la consapevolezza), altro che riassorbimento in essa".
Interessante il modo in cui viene espressa tale frase, che se si prestasse un minimo di attenzione si paleserebbe ciò che è evidente e contraddittorio ma che non viene colto per pigrizia intellettuale.

Così abbiamo l'identificazione con un io nell'atto di separarsi, invece di riassorbirsi, dalla consapevolezza.

Cioè, fammi capire, sei consapevole di un io in procinto di separarsi dalla consapevolezza con il quale ti identifichi e non sei la consapevolezza in cui questo movimento ha luogo?

Questo è molto più di un generico fraintendimento, si chiama maya, rendere possibile l'impossibile.

Complimenti, e dagli elementi che introduci a sostegno delle tue argomentazioni si direbbe che ne sei anche convinto.

Ho una proposta da farti, perché allora non credere ad un'altra cosa, che tu sei la consapevolezza (brahman) che a differenza degli oggetti di cui fai esperienza (5 guaine o involucri) non lo puoi indicare con il pronome dimostrativo "questo"?

Soltanto un cambio di paradigma, dettato dal buon senso e magari col passare del tempo, ti risulterà evidente.

Cosa dici tanto per cominciare di fare un pò di auto-indagine (vedanta)?

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 16:01
da Fedro
No, infatti nel momento in cui vi è identificazione non vi è consapevolezza, la quale si offre invece in altro momento in cui non vi è l'identificazione.
Per il resto, cerca di evitare il tono d'infantile sarcasmo, anche perché non si vince nulla

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 16:16
da latriplice
Fedro ha scritto:
15/06/2020, 16:01
No, infatti nel momento in cui vi è identificazione non vi è consapevolezza, la quale si offre invece in altro momento in cui non vi è l'identificazione.
Per il resto, cerca di evitare il tono d'infantile sarcasmo, anche perché non si vince nulla
Non vi è consapevolezza della consapevolezza, ma essa è sempre presente, basta prenderne consapevolezza. :D

Onde per cui:

129. Quando l'individuo pensa a un oggetto, egli diviene tale oggetto; quando pensa al vuoto (akasa), diventa tale vuoto, mentre se si concentra su Brahman raggiunge la perfezione. Perciò si deve pensare costantemente alla perfezione.

"Si diventa ciò che si pensa, questo è l'eterno mistero" afferma la Maitry Upanisad".


Aparoksanubhuti, pag 77, ed. Asram Vidya.129.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 16:34
da Fedro
latriplice ha scritto:
15/06/2020, 16:16
Fedro ha scritto:
15/06/2020, 16:01
No, infatti nel momento in cui vi è identificazione non vi è consapevolezza, la quale si offre invece in altro momento in cui non vi è l'identificazione.
Per il resto, cerca di evitare il tono d'infantile sarcasmo, anche perché non si vince nulla
Non vi è consapevolezza della consapevolezza, ma essa è sempre presente, basta prenderne consapevolezza. :D
Senza giocare con le parole, se hai capito hai capito...ho detto che quando vi è identificazione non vi è consapevolezza, altrimenti si scioglierebbe in quello stesso momento in cui ciò si osserva.
Non sono un realizzato sempre presente alla propria consapevolezza, tutto qui

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 19:49
da latriplice
Fedro ha scritto:
15/06/2020, 16:34
latriplice ha scritto:
15/06/2020, 16:16
Fedro ha scritto:
15/06/2020, 16:01
No, infatti nel momento in cui vi è identificazione non vi è consapevolezza, la quale si offre invece in altro momento in cui non vi è l'identificazione.
Per il resto, cerca di evitare il tono d'infantile sarcasmo, anche perché non si vince nulla
Non vi è consapevolezza della consapevolezza, ma essa è sempre presente, basta prenderne consapevolezza. :D
Senza giocare con le parole, se hai capito hai capito...ho detto che quando vi è identificazione non vi è consapevolezza, altrimenti si scioglierebbe in quello stesso momento in cui ciò si osserva.
Non sono un realizzato sempre presente alla propria consapevolezza, tutto qui
Ti riferisci alla consapevolezza come un attributo dell'io indicandola come "propria consapevolezza", come se questa dipendesse su cosa l'attenzione dell'io è focalizzata quando affermi che l'identificazione si scioglierebbe in quello stesso momento in cui la si osserva, permettendo alla consapevolezza di emergere.

In altre parole stai dicendo che la consapevolezza che è il principio costante della nostra esperienza gode dello stesso ordine di realtà della proiezione intermittente dell'io che in essa appare, cioè che una c'è a patto che l'altra sia assente e viceversa.

Un paradigma il tuo interessante, al limite della fantasmagoria, ma ti basta riconsiderare l'ordine e la relazione delle dipendenze per cambiare paradigma.

E' proprio in virtù della corda-consapevolezza che la si può scambiare per il serpente-io, e che dissolta l'ignoranza si scopre che quell'io-serpente non è altro che la corda.

in conformità a:

Brahman satya, jagat mitya, jiva brahmeva naparah.

La consapevolezza è reale, il mondo degli oggetti (incluso l'io) è apparentemente reale, l'io (la persona che credi di essere) non è altro che la consapevolezza.

Nel Rig Veda è presente l'Aitereya upanisad in cui compare la sentenza Prajnanam Brahma che significa la consapevolezza è Brahman.

Secondo te, quante consapevolezze ci sono?

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 15/06/2020, 19:59
da Fedro
No, mi riferisco alla Consapevolezza e non alla consapevolezza personale (che non so cosa sia)
È di uso improprio un linguaggio personale, ma , è un abitudine, per evitare antipatici linguaggi impersonali...e lo fai anche tu come tutti.
Dunque si può finire questo processo al linguaggio

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 18/06/2020, 12:18
da cielo
Fedro ha scritto:
15/06/2020, 19:59
No, mi riferisco alla Consapevolezza e non alla consapevolezza personale (che non so cosa sia)
È di uso improprio un linguaggio personale, ma , è un abitudine, per evitare antipatici linguaggi impersonali...e lo fai anche tu come tutti.
Dunque si può finire questo processo al linguaggio
In realtà il linguaggio impersonale non è affatto antipatico, anzi ci viene consigliato di usarlo presentando la nostra "personale" visione del percorso verso/dentro la consapevolezza del sempre Esistente e dell'esistenza sui tre piani (veglia, sogno e sonno profondo) di una persona che sta viaggiando nella Vita: supremo dono per incontrare la Consapevolezza del Puro Essere.

La pura testimonianza ha trasceso il personale, pur continuando a rivestire quell'io che vive e sperimenta e testimonia "in prima persona": la persona di cui siamo consapevoli e che si muove nel divenire. Quella che usiamo nella percezione e al suo servizio. Ma noi qui siamo ben "a bagno maria" nella visione personale, inferisco che non l'abbiamo trascesa, pur provandoci, ognuno con i propri metodi operativi e secondo quanto vede e impara durante il viaggio.

Il linguaggio impersonale può descrivere il viaggio che questi "essenti" qua compiono, come un qualcosa che non ci appartiene (non appartiene alla pura consapevolezza che siamo ma alla persona che la sperimenta come soggetto di eventi e cause che si susseguono nel tempo-spazio).
Possiamo descrivere il viaggio, tramite la percezione che ne abbiamo e gli ostacoli che superiamo o che ci fermano, nel flusso del divenire.

Com'è possibile pertanto che tu non sappia cosa sia la consapevolezza personale?
Saresti un catatonico, altrimenti.

Lo sai che La Triplice è una astuta volpe che cerca di far cadere "l'io narrante" nelle trappole del linguaggio, che è figlio della mente che ordina le parole e le propone al "tu".
Senza io e tu quali parole e quali concetti scambiare? Io sono te e tu sei me, nel puro fluire dell'Essere, o meglio nel puro fluire della maya del Puro Essere. Ma sul forum siamo nel duale, inevitabile scambiare secondo le sue leggi. L'impersonale ci guida alla non contrapposizione e all'integrazione della visione dell'altro. Trascesa la contrapposizione tra io e tu allora: prajnanam Brahman , pura Consapevolezza.

Questi scambi tra noi e i passaggi tra linguaggio personaele impersonale sono utile esercizio dialettico tra pandit che giocano di fioretto, ma si schiantano con l'impossibilità di parlare di Quello: pura esistenza, pura conoscenza e pura beatitudine dell'Essere che è e non diviene.

Quello da cui le parole recedono dice l'Upanishaḍ.
Capito, compreso e forse prima o poi realizzato? Speriamo che ce la caviamo...

Com'è che diceva Raphael?
Capire è una cosa, comprendere è un'altra, realizzare è ancora altra cosa.
I molti capiscono e discettano, i pochi comprendono e meditano, i pochissimi realizzano e sono.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 18/06/2020, 14:10
da Fedro
Cielo, non considero da un bel po' la consapevolezza come qualcosa di personale. In altre parole, così sento. Sono un realizzato? Non credo, non è necessario.
Sento benissimo che non nasce da dentro come cognizione personale, e allora?
Perché dovrei quindi uniformarmi nel credere ad un sentire che non mi appartiene, o almeno non più?
Detto questo, come dicevo: che mi indentifichi con questa o quella idea che ora uso e più tardi non più, è un gioco della Coscienza, di specchi che questa usa per sostenere questo riflesso che appare e riappare, come piccolo io, ma che riflesso è e rimane.
È male dire che non ci credo a questo io che si mostra?
No, perché mai? Scompare l'attimo dopo.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 18/06/2020, 15:52
da latriplice
Fedro ha scritto:
18/06/2020, 14:10
Cielo, non considero da un bel po' la consapevolezza come qualcosa di personale. In altre parole, così sento. Sono un realizzato? Non credo, non è necessario.
Sento benissimo che non nasce da dentro come cognizione personale, e allora?
Perché dovrei quindi uniformarmi nel credere ad un sentire che non mi appartiene, o almeno non più?
Detto questo, come dicevo: che mi indentifichi con questa o quella idea che ora uso e più tardi non più, è un gioco della Coscienza, di specchi che questa usa per sostenere questo riflesso che appare e riappare, come piccolo io, ma che riflesso è e rimane.
È male dire che non ci credo a questo io che si mostra?
No, perché mai? Scompare l'attimo dopo.
Bene, ad occhio e croce hai cambiato paradigma, la constatazione che il piccolo io, la persona che credevi di essere, appare e scompare. Che sia la costante consapevolezza in cui questo movimento intermittente avviene con il quale ora ti identifichi e ti riconosci, mi sembra di capire da come ti esprimi che sia sottinteso.

Se lo contesti, significa che non ne sei certo, pertanto addio illuminazione.

Se sei pienamente convinto senza il minimo dubbio che tu sei il Brahman, l'immutabile, illimitata, ordinaria consapevolezza non nata, non agente e non duale, allora per il vedanta sei realizzato.

"Si diventa ciò che si pensa, questo è l'eterno mistero."

Ma visto che l'orientamento yoga di cui tu sei un fervido sostenitore ha qualche problema con il "pensare", ho qualche dubbio.

Costoro vogliono proprio farne l'esperienza a costo di violentare sopprimendo la mente.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 18/06/2020, 17:58
da Fedro
Qualsiasi idea che concerne se stessi, non può che essere assoluta, sempre, nel momento in cui la stiamo vivendo. Questo lo constato, è più di una convinzione, anzi non vedo come possa essere diversamente.
Quindi più ampia, diciamo così, è questa idea, sconfinando oltre il conosciuto, piuttosto che nelle certezze/concetti acquisiti, maggiore ampiezza ha il nostro tuffo, quindi immersione, in noi stessi/realtà.
Ma, anche qualora toccassimo questo estrema convinzione (che siamo Quello) rimane comunque un seme...e ciò richiama quindi una meditazione con seme il cui fine boa è il savikalpa e non il nirvikalpa samadhi, termine/ inizio della nuova Regata.
E questo lo dice lo stesso Sankara in "Drgdrsyaviveka"
Quindi nel commento iniziale al sutra vedico, si sta riferendo al Brahman saguna e non nirguna

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 03/01/2022, 10:41
da cielo
«Mi viene in mente una vecchia barzelletta. Un ubriaco, di notte, si mette a cercare una chiave sotto un lampione. Arriva un tale che lo aiuta ma, non trovando nulla, gli chiede se è proprio sicuro di aver perso lì la chiave. L’ubriaco risponde: No, non sono affatto sicuro, ma è qui che c’è luce».
(citato da Giorgio Parisi in "La chiave, la luce e l’ubriaco" - pensiero del giorno - 3 gennaio 2022)
Osservo come nella ricerca di una pacifica interazione tra persone si vada cercando una sorta di "ordine" che consenta, attraverso la conoscenza e l'apertura (non giudicante) alle esperienze dell'altro, una vita più armoniosa e felice, dove prevalga l'ordine invece che il caos. Ma nella normalità le esperienze dell'altro hanno ricadute anche su di noi (non sempre piacevoli), e viceversa.

E poi la vita è sempre così piena di sorprese e l'apertura dovrebbe essere davvero, non per finta, anche perchè ciò che per uno è ordine, per l'altro potrebbe essere caos e il tentativo di "migliorare" l'altro per adeguarlo alla nostra visione di ordine resta sempre forte. Eppure l'altro, appena visto è già mutato, proprio come noi.

Una chiave ci è stata fornita, e speriamo che sia ancora in tasca:
"Attraverso lʼamore possiamo fare nostre le esperienze degli altri; ampliando così lʼazione vitale."

Ampliamento della propria azione vitale? Cosa vuol dire? Stare meglio insieme, lavorare in sinergia, raggiungere il risultato atteso? Il mio proposito sarà uguale o simile al tuo? E' da scoprire.
Spesso il proposito condiviso è di mettere ordine nel caos, di trovare la chiave che apra. Se siamo in più a cercare, più probabilità avremo di trovare.

Nella ricerca, anche del sè: "ogni aspetto che viene chiarito può aiutare a comprenderne altri", dice giustamente lo scienziato.
Dice Parisi: «Gli scienziati fanno le cose che riescono a fare. Quando si accorgono di disporre dei mezzi per studiare qualcosa, che fino a quel momento era stato trascurato, allora s’impegnano per quella strada».
Nell'ambito spirituale è necessaria l'autoindagine, attraverso quella potremo riconoscere nell'altro lo stesso limite, l'errare, la debolezza che ci fa soffrire e ci incatena al mondo privi di consapevolezza della sua inconsistenza di fondo, dell'instabilità dei fenomeni. Il vecchio detto: "oggi piove, domani c'è il sole".

Lo scienziato dello spirito ci dice di "fare nostre le esperienze degli altri". Come si fa, come si procede?
Discriminazione e distacco che non negano apertura e riconoscimento dell'"uguaglianza" di fondo che unisce tutte le perle della collana in un unico filo (l'atma, dice il vedanta)?

L'ubriaco però non ha grande discriminazione e distacco e fa prevalere la necessità: mi serve la chiave e la vado cercando come posso e dove posso.
Cerco lì (nella relazione, nel gruppo, nel fuori) la chiave perchè è lì che c'è luce: l'altro è sempre un'opportunità di pervenire al non-altro, visto che tutto è Uno, nell'essenza. Ma occorre sperimentarlo, dirlo non basta. E di solito all'altro si accolla la colpa di mantenere il caos, di "non capire".

A volte c'è l'idea di credere di sapere dove si sta andando, cosa si sta cercando, ma potrebbe essere ancora una proiezione del desiderio che afferma le proprie preferenze di "ordine" invece che affrontare il caos interiore, quell'oscillare intorno alle "idee" di cui percepiamo la verità di fondo.

Cercare la chiave "al buio", in quella presenza che accoglie luce e buio come inevitabili nel mondo duale, dove c'è ancora un io che incontra altri io ed è condizionato dal caos che si genera stando in un mondo in continuo, inevitabile mutamento.

Ordine o caos non dipendono dall'uno o dall'altro: è proprio questo che dovremmo cercare di realizzare.
Comprendere il caos e l’ordine.
Uno non esiste senza l’altro.

Chissà perchè mi è capitato di intravedere sotto il lampione questo sutra della Gita:

18. Colui che vede il non agire (principio immobile) nell'agire (movimento apparenza) e l'agire nel non agire, quegli è il più savio fra gli uomini, è uno che ha realizzato lo yoga, che ha tutto compiuto.
(Bhagavad Gītā, capitolo IV, edizioni Aśram Vidyā).

PS: un augurio di una buona ricerca della chiave nel 2022

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 03/01/2022, 20:25
da latriplice
18. Colui che vede il non agire (principio immobile) nell'agire (movimento apparenza) e l'agire nel non agire, quegli è il più savio fra gli uomini, è uno che ha realizzato lo yoga, che ha tutto compiuto.
(Bhagavad Gītā, capitolo IV, edizioni Aśram Vidyā).


La chiave è proprio questa, che racchiude in essenza l'insegnamento della Bhagavad Gītā. Sono il principio immobile che testimonia l'interazione, a volte conflittuale, del movimento-apparenza (i tre guna) che si manifesta con i rispettivi eserciti schierati sul campo della battaglia della vita di tutti i giorni, compresa questa contingenza degli ultimi due anni. Ishvara deciderà le sorti del combattimento.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 05/01/2022, 8:55
da cielo
latriplice ha scritto:
03/01/2022, 20:25
18. Colui che vede il non agire (principio immobile) nell'agire (movimento apparenza) e l'agire nel non agire, quegli è il più savio fra gli uomini, è uno che ha realizzato lo yoga, che ha tutto compiuto.
(Bhagavad Gītā, capitolo IV, edizioni Aśram Vidyā).


La chiave è proprio questa, che racchiude in essenza l'insegnamento della Bhagavad Gītā. Sono il principio immobile che testimonia l'interazione, a volte conflittuale, del movimento-apparenza (i tre guna) che si manifesta con i rispettivi eserciti schierati sul campo della battaglia della vita di tutti i giorni, compresa questa contingenza degli ultimi due anni. Ishvara deciderà le sorti del combattimento.

Vero, approfondirei che cosa significa nella visione personale: "Ishvara deciderà le sorti del combattimento", anche perchè, se è sempre solo Iśvara che si incarna, chi altro potrebbe deciderli?

L'altro non esiste nell'Uno, ma per chì resta a bagno maria nel mondo esiste eccome.
La mente focalizzata sulla coscienza del corpo, che non riesce a ritirarsi e a trascendere, "illuminando" quel cadere nell'adesione con la lantenra della ragion pura, erra nella "selva oscura", sui campi di battaglia.
Se non arriva a una sintesi, se non trascende, continua a piangere e a soggiacere alla paura del mondo e soffre per gli eventi, per gli effetti di milioni di cause intrecciate in caotici nodi, gli uni con gli altri.
Chi è questo Ishvara di cui parliamo e che decide le nostre sorti?
Un supremo giudice che premia e punisce?

Mandukya Upaniṣad: l'Ordinatore interno, l'ente che è.

6. Esso (prajna) è il Signore supremo, l'Onnisciente, l'Ordinatore interno, la Sorgente del tutto; in esso originano e si dissolvono tutte le cose.

(...)

Vaitathya Prakarana (Capitolo II)

11. Se tutti gli oggetti percepiti nei due stati (veglia e sogno) sono non reali, chi, dunque, conosce questi oggetti? Chi è il loro creatore?

12. L'atman autorisplendente, con il potere della sua propria maya, appare oggetto. Il Sé solo è il supporto della conoscenza degli oggetti; tal è la conclusione del Vedanta.

13. Quando la mente, sorretta dal Signore (atman), si dirige verso l'esterno, immagina la molteplicità degli oggetti (quale il suono, ecc.) i quali si trovano già dentro di essa (sotto forma di vasana o samkalpa). Quando si dirige verso l'interno immagina in se stessa diverse idee (in quanto oggetti interni).

(ODS pag 59) Se gli oggetti percepiti nei due mondi (veglia e sogno, o visva e taijasa) non sono reali assoluti - essi infatti nascono e periscono - chi è il loro creatore e chi il soggetto percipiente?
Il creatore degli oggetti, come lo stesso percettore, è il jivatman. Il supporto di questa polarità, dualità soggetto-oggetto, è l'atman. Questi è la fonte o la radice del tutto, senza di esso nessuna cosa potrebbe esistere, né allo stato causale né sottile né grossolano.
Il primo sutra del Drgdrsyaviveka dice: "Una forma-oggetto viene percepita, ma è l'occhio che percepisce. Quest'ultimo è percepito dalla mente la quale diviene soggetto percipiente. Infine, la mente, con le sue modificazioni, è percepita dal Pensatore-spettatore il quale non può essere oggetto di percezione".
Ora si può comprendere come l'oggetto e il soggetto sono percepiti da un Testimone ultimo che, appunto, è dietro questa antinomia. In altri termini, si può parlare di dualità perché dietro ad essa vi è un ente che l'asserisce. Ogni dualità implica un terzo fattore che ne rappresenta la sintesi e la conclusione.
L'atman, dunque, irradia un raggio di coscienza che rappresenta il jiva (si veda karika 16) e, a sua volta, il jiva, sospinto dalle vasana, proietta la molteplicità degli oggetti allo stato di taijasa e di visva col suo veicolo di espressione manasico.


Poi, come al solito, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Al mare tornano tutti i fiumi.
Nel mio le correnti a volte mi affondano e bevo (anche acqua sporca) e mi devo aggrappare per un po' a rocce e relitti prima di riprendere la bracciata regolare in solitaria.
D'altra parte "si cammina sulla lama del rasoio", guardi di qua e guardi di là, e stai prudente per non ferirti le piante dei piedi oltre misura,che poi il sangue gocciola.

L'ordinatore interno non esclude di creare situazioni di caos per ritornare all'"ordine".
Ordine è parola che suscita una certa allergia nel ricercatore "free lance", quello che annusa l'aria nel deserto, libero (o credendo di esserlo) dalle stratificazioni delle regole del mondo e dal convenzionale.

Ma come dice una amica dietro la tenda che ogni tanto sussurra qualcosa:

Riflettevo (si fa per dire) su caos e ordine. Anche a me prude in maniera fastidiosa la parola “ordine” intesa come regola portata anche agli estremi .
Ordine e caos esistono insieme.
Come riconoscere il caos se non esistesse l’ordine?
Accettando ed integrando entrambi, si crea armonia ed equilibrio.
E si capisce perché in questo ambito si usa spesso la frase (ormai bollita e ribollita) che: “si viaggia sulla lama di rasoio”.
Eccerto che poi fa male!
Si ondeggia camminando sulla lama, cercando un equilibrio, quell’equilibrio di cui si conosce l’esistenza, ma che non si riesce a comprendere appieno e ci si taglia, ci si ferisce.
E quando quell’equilibrio viene trovato, ci si fa male ugualmente se non ci si stabilizza.
E stabilizzarsi significa riuscire a restare sia fermi che in movimento senza farsi male perché il soggetto (io) e l’oggetto (il mondo) sono uno.
La lama non è altro da me. Vivere nel mondo pur non essendo nel mondo.
Oddio beh… il male si sente lo stesso…
TQ 2022

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 12/02/2023, 14:58
da cielo
Solo un atto di donazione, di Amore, di morte potrà farci sprofondare nell'Essenza stessa del Fuoco.

Non è il Tutto che deve concedersi alla parte, ma è la parte che deve concedersi e donarsi al Tutto.

(Raphael, La Triplice via del fuoco (II, Fuoco ONNIPERVADENTE - 3.)
Guerre
carestie
balene con la pancia piena di plastica e coralli asfittici, che sbiancano per il caldo e muoiono
api avvelenate dai pesticidi
uragani, nubifragi, tornadi, tempeste e terremoti, frane
Siccità
Esodi di popoli
Pandemie

Persone malate di "brutti mali"
Persone appena morte, sane e malate
Persone accecate dalla rabbia e dalla tensione che sfasciano ciò che altri ripareranno.

Lasciamo perdere, che l'elenco dei "mali" del mondo altrimenti si allunga a dismisura e si perde di vista la porta socchiusa d'accesso a quella Gioia che non sopporta nascita e morte, nella sua manifestazione di maestà e bellezza in tutte le creature, uomini e donne compresi.
E' sempre la mente che accumula gioia e dolore e non vive l'insieme, nel suo divagare.
Il Seminatore getta i semi e li innaffia, ma per far crescere l'albero, il seme si deve spaccare e morire, trasformato.

Lasciarsi assorbire dalle spire di un mondo che accellera nell'autodistruzione è come certi incubi notturni in cui si sa che si sta sognando, ma si vuole vedere come va finire il sogno, e nel frattempo si patisce, evitando di svegliarsi.
Un attore troppo immedesimato nella parte e che ancora crede di poter fare qualcosa per salvare il mondo invece che sè stesso dall'identificazione nel personaggio transitorio ed effimero che interpreta sulla scena?

Così, vista la situazione generale che non invoglia ad aggiornarsi giornalmente al TG di che cosa è capitato oggi, in certi ambiti di "ricercatori dello Spirito" è usuale sentire l'invito a "pregare".
Preghiamo per il mondo, per la pace, per la vicina di casa grave all'ospedale, per i giovani, i malati, i sepolti vivi, gli appena morti.

Certamente un modo di vivere questo tempo che non fa danni e che fa sentire di essere l'uccellino che contribuisce con la sua goccia d'acqua nel becco a spegnere l'incendio.
Vero, ognuno deve fare la sua parte e risponde alla propria coscienza di azioni e omissioni.

Ogni volta, però, è più forte di me, mi domando: "Ma che cosa significa "pregare"? Che azione è, come si circostanzia nel mio presente?
Prego per una persona ammalata che conosco, ṁa che senso ha scegliere un "bersaglio della preghiera"?

Le parole di Raphael mi hanno evidenziato che pregare non è invocare questo Tutto, che intuisco nella meraviglia creativa della Natura e nel suo infallibile ordine, anche se crudele, perchè risolva le vicende del mio microscopico mondo e salvi i miei amici, ma anche tutte le persone in difficoltà nel mondo, come secondo step.
Chiedo che il Tutto salvi il Tutto? E' un po' paradossale.

Non è il Tutto che accetta di connettersi con me, particella per ora in vita e non nella disgrazia.
Sono io che muoio a me stessa, che rinuncio consapevolmente a cercare soddisfazione ai miei desideri e preoccupazioni personali, che tanto i desideri che la mente tesse senza sosta non finiranno mai, sono come numeri che si sommano all'infinito, e ad ogni somma l'onere totale aumenta. Invece che denudarsi, continuiamo a vestirci strato su strato.

Forse pregare è, al contrario, smettere di chiedere e di credere che qualcosa ci salverà. Mollare la presa, morire a sè stessi e concedersi al Tutto che prima o poi disferà i fili di questa veste temporanea che vela l'eterno incorporeo.

Nel vero Amore ogni desiderio è morto, ogni parvenza di vita egoica è cessata, ogni richiesta individuata è trascesa.
Non c’è cosa più bella che donarsi, che morire con profonda consapevolezza.

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 22/03/2023, 14:16
da Fedro
"Quando giunge l'appercezione della verità, si comprende che tutto ciò che capita inatteso va accettato e fruito con tutto il cuore; non occorre rifiutare o abbandonare nulla, perché anche tale rinuncia sarebbe una volizione. Si capisce che non c'è nulla per cui affannarsi; e tuttavia questo non implica l'inazione deliberata; perché azione e inazione deliberate sono la stessa cosa.
Quando la mente cessa di aggrapparsi al concetto secondo cui si è o non si è gli autori di una certa azione, qualunque agire diventa non azione"

R. Balsekar

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 28/03/2023, 8:37
da Fedro
"Le persone non fanno caso a una spada amorevole, o non le danno importanza: almeno finché non cade loro la testa. È il potere della verità."

(Mooji, "Fuoco bianco")

Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Inviato: 07/04/2023, 14:48
da cielo
Fedro ha scritto:
28/03/2023, 8:37
"Le persone non fanno caso a una spada amorevole, o non le danno importanza: almeno finché non cade loro la testa. È il potere della verità."

(Mooji, "Fuoco bianco")
Bello ed evocativo questo pensiero di Mooji, che è una figura che, al mio sentire, sa esprimere il dolore vissuto e la sua elaborazione (consapevole) nell'amorevolezza e nell'apertura sincera. La testa e tutto il 98% dei suoi pensieri (inutili) deve cadere.

Peccato che manchi la riflessione dell'ente Fedro che l'ha proposto (qui siamo in riflessioni sul pensiero del giorno, una probabile svista)