Oggi ho trovato questo interessante brano di Ajahn Sucitto, monaco buddista della tradizione theravada, dei monaci della foresta.
il discorso da cui è estrapolata qs frase:
La fede nel senso di saddha, significa:
"ciò su cui si puo' poggiare il cuore"
è ben più lungo, quello che segue è uno stralcio del discroso, comprensivo della frase citata.
..."L’autorità personale si può capire attraverso l’insegnamento del Buddha sui Cinque Indriya.
Gli indriya sono i leader, le cose che dominano, quindi in un certo senso sono le autorità della nostra citta, della nostra mente.
La consapevolezza della mente può essere dominata da vari indriya, per esempio il maschile e il femminile sono indriya. Nella donna la mente è guidata da particolari aspetti femminili della psiche; negli uomini, è guidata dagli aspetti maschili, sebbene di solito tutti gli uomini e tutte le donne abbiano entrambi gli aspetti.
L’infelicità, il pessimismo, la depressione costituiscono l'indriya di domanassa (sofferenza puramente mentale); ottimismo e gioiosità sono l’'indriya di somanassa (stati mentali piacevoli). Questi sono esempi di indriya ordinari, le cose che normalmente guidano l’atteggiamento mentale di citta.
Praticare il Dhamma significa stabilire indriya spirituali, leader spirituali, che possono fare da guida a citta. I leader spirituali sono cinque: fede o devozione (saddha); energia o vitalità (viriya); consapevolezza (sati); concentrazione o raccoglimento (samadhi); e saggezza o conoscenza (panya).
La fede, nel senso di saddha, significa ‘ciò su cui si può poggiare il cuore’.
E’ l’atto di porre la propria chiara consapevolezza su una cosa, o un’idea, un soggetto o un’aspirazione.
E’ una potenzialità aperta e positiva, essa riconosce le attitudini per andare oltre.
Energia, nel senso di viriya, significa impegno in grado di perseverare.
Consapevolezza, significa capacità di essere presente a qualcosa e di ristabilire questa presenza; è la costante consapevolezza di una cosa nel contesto, per esempio esperire una sensazione corporea come il calore, il formicolio, la pressione o il movimento e sapere che ‘questo è il corpo’.
La stessa cosa avviene per la conoscenza di una esperienza mentale nel contesto mentale. Così, le cose, invece di accadere a qualche ‘entità egoica’ astratta e generalizzata, accadono a un corpo, alle sensazioni o alla mente – è una prospettiva che ci permette di avere più chiarezza.
Quando si applica la consapevolezza, si produce un’abilità che permette di mettersi in relazione con l’esperienza da una posizione di autorità. L’ ‘io’ apparente viene riconosciuto come un punto di riferimento piuttosto che come entità fondamentale.
Samadhi è una esperienza piacevole basata sulla purezza dell’attenzione.
Quando si pone attenzione e la mente si rilassa e si raccoglie in se stessa, si ha una sensazione di contentezza, di benessere, di unità, di calma.
Samadhi è attenzione senza distrazione.
Questo fa sì che l’esperienza della mente non venga sopraffatta da fenomeni sensoriali, emotivi o psicologici.
Panya è la saggezza discernente, quindi è la capacità di conoscere i limiti e le caratteristiche delle cose. Chi è talmente saggio da comprendere l'impermanenza non prova un senso di perdita perché c’è la profonda ‘conoscenza’ che tutto ciò che sorge, passa.
E non si tratta di una semplice affermazione intellettuale.
La nostra esistenza in questa vita non è infinita – i nostri corpi sono destinati a cambiare, sono situazioni mutevoli.
Quindi chi comprende questo pienamente è libero dalla sensazione di abbandono, di morte e di fine.
Le persone sagge, che fanno esperienza del non sé, riconoscono che nulla gli appartiene. Il corpo non gli appartiene, va per la sua strada.
Le persone non gli appartengono; sono come sono. Noi non possiamo dire sii così per me, dimostrati felice, capiscimi, stai qui per sempre, e così via.
Quindi, chi è saggio è libero dalla sensazione di abbandono e di tradimento, ha un punto fermo all’interno del fluire delle cose.
La saggezza può essere vista anche come conoscenza dei limiti.
Una persona saggia è una persona che sa fino a che punto può arrivare nelle cose – conosce le proprie capacità, sa quanto può chiedere a se stessa.
Una persona che comprende il dukkha (sofferenza) con saggezza sa che le cose in sé non possono mai essere sostanzialmente soddisfacenti. Per questo non ha molte aspettative o desideri e non si sente delusa."
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questo è il link con il discorso completo:
https://santacittarama.altervista.org/a ... ituale.htm