Mauro ha scritto: ↑02/10/2018, 10:47
È un caso fortuito. Leggendo quella frase mi è venuto in mente il libro nel quale era presente e che io ho da qualche anno. Un vecchio libro che ho trovato in un mercatino di libri usati a Venezia.
Un libro sui vari mistici d'Oriente i cosiddetti Padri del deserto, la cui raccolta di frasi ispirate diede origine a questo testo chiamato filocalia, testo che viene tutt'ora usato nella chiesa d'Oriente perché fonte di grande ispirazione.
La frase che tu hai postato è oltremodo pregnante ed in parte è stata ripresa anche dai mistici Cattolici come Eckhart.
E comunque è una frase che colpisce dritto al cuore (ad avercelo).
Non so se ho il cuore, a volte penso di sì, quando magari mi capita di incontrare una delegazione di lavoratori che dal venerdì (quando sono stati pagati degli straordinari e la produttività) al lunedì hanno visto il mondo capovolto, avendo ricevuto, in tanti, la lettera di licenziamento, e allora provo una sorta di empatia ascoltando la loro vibrante protesta e preoccupazione e mi rendo conto di quanto sono fortunata, a volte con un senso di vergogna. Sono ignorante di condizioni così estreme per un capo famiglia che dall'oggi al domani resta senza lavoro. Me le posso solo immaginare con la mente, e con quella parvenza di cuore che sento contrarsi (è un muscolo) e con cui posso condividere quel dolore, anche se per pochi minuti.
Quella frase, di cui ora grazie a te, si conosce la fonte, è indubbiamente un seme di meditazione, ma, secondo me, occorrerebbe veicolarla in qualche modo, se la si offre, in modo che non rimanga appesa al chiodo come un quadro storto.
Detesto i quadri storti, anche se bellissimi.
Quello che chiedevo a chi l'ha postata era di dire perchè gli risuonava, ma non ho avuto riscontro.
Riflettendoci su intravedo qualcosa, forse è la mente e non il cuore che intravede. Non lo so.
Intuisco la possibilità di consapevolezza, sempre possibile, di sapere che quel grumo di conoscenza che presumo di possedere sulla base dell'esperienza personale, è davvero nulla, una visione personale e transitoria destinata a trasformarsi e a svanire ed è così per qualsiasi acquisizione di sapienza che m'illudo mi possa risolvere l'identificazione. Ma la pera matura si stacca da sola.
Ecco che allora la consapevolezza dell'ignoranza infinita sviluppa un senso di pace e ci si arrende, dal profondo del cuore, se si ha.