Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie
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Istanza realizzativa
Re: Istanza realizzativa
Se leggo "letteralmente" un brano di PD o Raphael, e cioè li incasello come verità assoluta tra le mie varie opinioni raccolte...non mi pare che serva molto, oltre un primo approccio (e che non è un discrimine) , e in pratica indosso i panni del neoadvaita che credo di vedere nell'altro.
"eppure bisogna agire" dici ortica: ho forse negato questo, oppure ho affermato che la sadhana è qualcosa di inutile?
Io seguo, o tento di seguire,le indicazioni che mi sono state date, dunque non capisco perché leggere alibi laddove non vi sono; ciò non toglie che senta che la sadhana, un divenire, non ha cause sull'essere.
Allora come interpretare il tuo "bisogna agire" considerato che non c'è alcuno al mondo che non agisca? Ci può essere un'azione che sia semplice reazione ad esempio, oppure per ristabilire un equilibrio nel mondo di Cesare: ma questo che ci azzecca con ciò che sono?
Ancora: se negassi l'agire, come considererei il mio non agire? Non è già il negare un'azione contraria, quindi sempre un'azione?
Evidentemente, non di tratta di scegliere tra agire e non agire, ma di cercare di seguire il flusso che non sia conseguenza delle nostre distorsioni o vasana, quindi cercare di vivere ad occhi aperti.
Sono secondo te, poco tradizionale?
Non importa, un etichetta in più o in meno poco cambia., ma in ogni caso, sarebbe utile, ai fini di un vero dialogo, non leggere nell'altro, le proprie opinioni assolute o quello che ci appartiene.
"eppure bisogna agire" dici ortica: ho forse negato questo, oppure ho affermato che la sadhana è qualcosa di inutile?
Io seguo, o tento di seguire,le indicazioni che mi sono state date, dunque non capisco perché leggere alibi laddove non vi sono; ciò non toglie che senta che la sadhana, un divenire, non ha cause sull'essere.
Allora come interpretare il tuo "bisogna agire" considerato che non c'è alcuno al mondo che non agisca? Ci può essere un'azione che sia semplice reazione ad esempio, oppure per ristabilire un equilibrio nel mondo di Cesare: ma questo che ci azzecca con ciò che sono?
Ancora: se negassi l'agire, come considererei il mio non agire? Non è già il negare un'azione contraria, quindi sempre un'azione?
Evidentemente, non di tratta di scegliere tra agire e non agire, ma di cercare di seguire il flusso che non sia conseguenza delle nostre distorsioni o vasana, quindi cercare di vivere ad occhi aperti.
Sono secondo te, poco tradizionale?
Non importa, un etichetta in più o in meno poco cambia., ma in ogni caso, sarebbe utile, ai fini di un vero dialogo, non leggere nell'altro, le proprie opinioni assolute o quello che ci appartiene.
Re: Istanza realizzativa
Si, su menti facilmente suggestionabili.
Re: Istanza realizzativa
A me lascia abbastanza sgomento lo stesso concetto di "istanza realizzativa".
Presupporrebbe di conoscere cosa voglia significare "realizzazione"... Parola fin troppo abusata nei contesti "spirituali".
L'unica istanza che possiamo ammettere, a mio avviso, è ravvisare cosa "non funziona" nel samsara e perchè.
Presupporrebbe di conoscere cosa voglia significare "realizzazione"... Parola fin troppo abusata nei contesti "spirituali".
L'unica istanza che possiamo ammettere, a mio avviso, è ravvisare cosa "non funziona" nel samsara e perchè.
- cannaminor
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- Iscritto il: 31/08/2016, 17:40
Re: Istanza realizzativa
Potresti dare ragguagli sul dove (quale libro, testo, articolo...) Ramana e Ramakrishna portano (o gli viene attribuito ) il paragone dell'uomo che annega?ortica ha scritto: ↑11/10/2017, 11:21A mio avviso per comprendere se vi sia l'ardente aspirazione richiesta dalle scritture fra le qualificazioni imprescindibili alla sadhana advaita è sufficiente misurarla con quanto dicono i Conoscitori.
Sia Ramana che Ramakrishna, rispondendo alle domande dei viandanti, usano il paragone dell'uomo che annega.
Re: Istanza realizzativa
cannaminor ha scritto: ↑12/10/2017, 9:11Potresti dare ragguagli sul dove (quale libro, testo, articolo...) Ramana e Ramakrishna portano (o gli viene attribuito ) il paragone dell'uomo che annega?ortica ha scritto: ↑11/10/2017, 11:21A mio avviso per comprendere se vi sia l'ardente aspirazione richiesta dalle scritture fra le qualificazioni imprescindibili alla sadhana advaita è sufficiente misurarla con quanto dicono i Conoscitori.
Sia Ramana che Ramakrishna, rispondendo alle domande dei viandanti, usano il paragone dell'uomo che annega.
Il Vangelo di Ramakrishna, edizione integrale, volume I e II, diversi loci.
Discorsi con Sti Ramana Maharshi (Talks).
(più tardi, se interessa, aggiungerò riferimenti più precisi)
Vorrei aggiungere qualche parola.
Nei limiti di quanto ho conosciuto, l'ardente desiderio di liberazione non è un pensiero, si tratta piuttosto di un sentire profondo che investe integralmente l'ente, escludendo tutto il resto.
È come un buco nero che si spalanca nel petto dissolvendo ogni cosa con la sua potenza, è come un dolore, è indescrivibile.
Non è qualcosa che si può 'fare' o 'volere'.
Se c'è c'è, se non c'è non c'è.
Se c'è, è del tutto inconfondibile.
Non scaturisce da alcuna azione umana.
Shankara nel Vivekacudamani dice che, insieme alla nascita in un corpo umano e alla protezione di un saggio già realizzato, è dovuto all'influsso del Mahapurusha.
Dicono che in certi consessi si entra a petto nudo perché la persistenza di quell'anelito segna il corpo fisico ed è segno di riconoscimento.
ॐ नमः शिवाय
Re: Istanza realizzativa
Quindi l'ardente desiderio sarebbe come una sensazione che ora c'è ora no, da quel che avevi detto, in quanto non lo senti presente al momento
Re: Istanza realizzativa
PS se non ci sono i segni sul petto, in alcuni luoghi quindi non vale (non si viene riconosciuti)?
Una specie di distintivo?
Una specie di distintivo?
- cannaminor
- Messaggi: 247
- Iscritto il: 31/08/2016, 17:40
Re: Istanza realizzativa
Sì interessa, anche perchè i testi citati, talks (di Ramana) ed il Vangelo integrale di Ramakrishna, sono testi di molte pagine e non è facile trovarlo con una ricerca. E poi credo che coerentemente con quanto chiesto altre volte ad altri utenti di riportare con precisione le fonti di affermazioni fatte e\o tratte da citazioni tradizionali, sarebbe altrettanto corretto fare in questo caso in cui viene data un'affermazione col crisma dell'indubitabilità (Conoscitori quali Ramana e Ramakrishna paragonano l'intensità di quell'aspirazione al desiderio (sarebbe forse meglio chiamarlo bisogno?) di colui/colei che sta annegando per l'aria. Pure questo è indubbio.) di riportarne con pari precisione la fonte da cui è tratta.ortica ha scritto: ↑12/10/2017, 11:07cannaminor ha scritto: ↑12/10/2017, 9:11Potresti dare ragguagli sul dove (quale libro, testo, articolo...) Ramana e Ramakrishna portano (o gli viene attribuito ) il paragone dell'uomo che annega?ortica ha scritto: ↑11/10/2017, 11:21A mio avviso per comprendere se vi sia l'ardente aspirazione richiesta dalle scritture fra le qualificazioni imprescindibili alla sadhana advaita è sufficiente misurarla con quanto dicono i Conoscitori.
Sia Ramana che Ramakrishna, rispondendo alle domande dei viandanti, usano il paragone dell'uomo che annega.
Il Vangelo di Ramakrishna, edizione integrale, volume I e II, diversi loci.
Discorsi con Sti Ramana Maharshi (Talks).
(più tardi, se interessa, aggiungerò riferimenti più precisi)
Re: Istanza realizzativa
cannaminor ha scritto: ↑12/10/2017, 11:49Sì interessa, anche perchè i testi citati, talks (di Ramana) ed il Vangelo integrale di Ramakrishna, sono testi di molte pagine e non è facile trovarlo con una ricerca. E poi credo che coerentemente con quanto chiesto altre volte ad altri utenti di riportare con precisione le fonti di affermazioni fatte e\o tratte da citazioni tradizionali, sarebbe altrettanto corretto fare in questo caso in cui viene data un'affermazione col crisma dell'indubitabilità (Conoscitori quali Ramana e Ramakrishna paragonano l'intensità di quell'aspirazione al desiderio (sarebbe forse meglio chiamarlo bisogno?) di colui/colei che sta annegando per l'aria. Pure questo è indubbio.) di riportarne con pari precisione la fonte da cui è tratta.ortica ha scritto: ↑12/10/2017, 11:07cannaminor ha scritto: ↑12/10/2017, 9:11Potresti dare ragguagli sul dove (quale libro, testo, articolo...) Ramana e Ramakrishna portano (o gli viene attribuito ) il paragone dell'uomo che annega?ortica ha scritto: ↑11/10/2017, 11:21A mio avviso per comprendere se vi sia l'ardente aspirazione richiesta dalle scritture fra le qualificazioni imprescindibili alla sadhana advaita è sufficiente misurarla con quanto dicono i Conoscitori.
Sia Ramana che Ramakrishna, rispondendo alle domande dei viandanti, usano il paragone dell'uomo che annega.
Il Vangelo di Ramakrishna, edizione integrale, volume I e II, diversi loci.
Discorsi con Sti Ramana Maharshi (Talks).
(più tardi, se interessa, aggiungerò riferimenti più precisi)
Hai ragione cannaminor, di solito sono attenta alle fonti delle citazioni ma questa volta ho dato erroneamente per scontato che fossero note.
Una delle citazioni dal Vangelo di Ramakrishna è postata in Pensiero del giorno, puoi trovare le altre alle pagg. 1130 e 1141.
Ramana Maharshi ne parla in Talks 28, pure postato in Pensiero del giorno.
Se troverò ulteriori riferimenti li indicherò.
Re: Istanza realizzativa
si affonda se non si sa nuotare, altrimenti si cerca di stare a galla fino allo sfinimento, nella speranza che qualcuno noti un puntino in mezzo al mare da salvare.
Da giovane avevo spesso reminescenze della morte per annegamento, scrissi perfino una poesia: "la dolce morte degli annegati".
So nuotare dall'età di tre anni, ma il mare mi incute sempre un certo timore. Ne colgo la potenza distruttiva.
Ricordo mio padre al timone su un piccolo natante a motore che avanzava verso il porto, mentre il mare si agitava sempre più e le nuvole di burrasca si accumulavano nel cielo.
Lui, capitano fiero, attento a ricondurci sani e salvi a destinazione, era felice, esprimeva libertà.
Io terrorizzata in un angolo sotto una coperta per non vedere e sentire. Mia madre, che non sapeva nuotare, tranquilla e fiduciosa, mia sorella rilassata.
Ed eravamo sotto costa, che bastava un quarto d'ora per tornare al porto, e pure a nuoto ce la potevi fare con quel mare, ancora mosso moderato. Eppure tremavo come una foglia e invocavo tutti i santi disponibili. Visualizzavo qualcosa che non esisteva, in quelle circostanze.
Mi piace la terra sotto i piedi, anche se il mare è mia madre.
Buffa la vita. Se mi guardo con distacco vedo un essere ancora ben collegato al veicolo fisico, come una patella che si appiccica alla roccia.
Re: Istanza realizzativa
Sono d'accordo dove dici che l'ardente desiderio di liberazione non è un pensiero, ma un sentire profondo che investe integralmente l'ente, escludendo tutto il resto. Direi che si comprende che ci si sta aprendo a qualcosa di meraviglioso, di immenso, che nessun cnseguimento "umano" potrà mai uguagliare. Una "super felicità" di cui si coglie un infinitesimo bagliore.ortica ha scritto: ↑12/10/2017, 11:07cannaminor ha scritto: ↑12/10/2017, 9:11Potresti dare ragguagli sul dove (quale libro, testo, articolo...) Ramana e Ramakrishna portano (o gli viene attribuito ) il paragone dell'uomo che annega?ortica ha scritto: ↑11/10/2017, 11:21A mio avviso per comprendere se vi sia l'ardente aspirazione richiesta dalle scritture fra le qualificazioni imprescindibili alla sadhana advaita è sufficiente misurarla con quanto dicono i Conoscitori.
Sia Ramana che Ramakrishna, rispondendo alle domande dei viandanti, usano il paragone dell'uomo che annega.
Il Vangelo di Ramakrishna, edizione integrale, volume I e II, diversi loci.
Discorsi con Sti Ramana Maharshi (Talks).
(più tardi, se interessa, aggiungerò riferimenti più precisi)
Vorrei aggiungere qualche parola.
Nei limiti di quanto ho conosciuto, l'ardente desiderio di liberazione non è un pensiero, si tratta piuttosto di un sentire profondo che investe integralmente l'ente, escludendo tutto il resto.
È come un buco nero che si spalanca nel petto dissolvendo ogni cosa con la sua potenza, è come un dolore, è indescrivibile.
Non è qualcosa che si può 'fare' o 'volere'.
Se c'è c'è, se non c'è non c'è.
Se c'è, è del tutto inconfondibile.
Non scaturisce da alcuna azione umana.
Shankara nel Vivekacudamani dice che, insieme alla nascita in un corpo umano e alla protezione di un saggio già realizzato, è dovuto all'influsso del Mahapurusha.
Dicono che in certi consessi si entra a petto nudo perché la persistenza di quell'anelito segna il corpo fisico ed è segno di riconoscimento.
ॐ नमः शिवाय
"Dicono che in certi consessi si entra a petto nudo perché la persistenza di quell'anelito segna il corpo fisico ed è segno di riconoscimento". Non mi ricordo nulla in proposito, mi delucidi per favore?
Anche perchè c'è il rischio che in alcuni possa risuonare come un'affermazione "classista", tipo che chi non c'ha il segno sul petto resta fuori dal consesso. (fa pure rima, pensa un po')
Re: Istanza realizzativa
Così mi è stato narrato.cielo ha scritto:"Dicono che in certi consessi si entra a petto nudo perché la persistenza di quell'anelito segna il corpo fisico ed è segno di riconoscimento". Non mi ricordo nulla in proposito, mi delucidi per favore?
Anche perchè c'è il rischio che in alcuni possa risuonare come un'affermazione "classista", tipo che chi non c'ha il segno sul petto resta fuori dal consesso. (fa pure rima, pensa un po').
Non so altro, neppure se sia vero o meno, benché non abbia motivo di dubitarne.
Tuttavia è chiaro a chiunque che non siamo tutti eguali, quindi non vedo alcuna forma di 'classismo' in quanto narrato.
Re: Istanza realizzativa
Peggio del classismo, è semplice sensazionalismo a cui si attaccano i fanatismi religiosi.
È per questo che si sussurrano senza clamore, di solito; ancora meglio è tacerne, a maggior ragione se sia un sentito dire.
Non è un caso che la Chiesa stessa cerchi sempre di spegnere certi clamori, e anche le stimmate non fanno più testo. Il Medioevo è finito, per favore.
Re: Istanza realizzativa
Giusto Fedro, sono una credulona fanatica.Fedro ha scritto: ↑12/10/2017, 19:16Peggio del classismo, è semplice sensazionalismo a cui si attaccano i fanatismi religiosi.
È per questo che si sussurrano senza clamore, di solito; ancora meglio è tacerne, a maggior ragione se sia un sentito dire.
Non è un caso che la Chiesa stessa cerchi sempre di spegnere certi clamori, e anche le stimmate non fanno più testo. Il Medioevo è finito, per favore.
Credo a tutto quel che mi raccontano i miei stolti amici.
Pertanto lascia perdere quello che scrivo, sono solocastronerie.
Mi spiace di averti turbato con queste sciocchezze.
Lasciale cadere.
Re: Istanza realizzativa
Se il Medioevo è finito perchè accusare il prossimo di fanatismo se condivide un qualcosa di cui conserva memoria, pur dicendo di non sapere neppure se sia vero o meno, pur non avedo motivo di dubitarne, visto che di solito tra amici ci si apre i in sincerità?Fedro ha scritto: ↑12/10/2017, 19:16Peggio del classismo, è semplice sensazionalismo a cui si attaccano i fanatismi religiosi.
È per questo che si sussurrano senza clamore, di solito; ancora meglio è tacerne, a maggior ragione se sia un sentito dire.
Non è un caso che la Chiesa stessa cerchi sempre di spegnere certi clamori, e anche le stimmate non fanno più testo. Il Medioevo è finito, per favore.
Non è che ti sei dimenticato cosa dice la firma che ti sei messo: lascia scorrere tutto e meravigliati pure, un'unica cosa: non ci credere mai. Non sono informazioni da credere, le puoi dire, sono vere sino a che non ci credi.
Se ci credi divengono memoria, simboli, conoscenza mediata, altro da ciò che sono
Perchè non ti sei meravigliato e basta, lasciando scorrere?
Vuoi qualcosa di certo e certificato da credere?
Re: Istanza realizzativa
Lasciare scorrere significa che va bene parlare di stimmate?
Se va bene per voi, va bene anche per me; ciò non toglie che non lo trovo granché (ho spiegato il perché) amen.
Se va bene per voi, va bene anche per me; ciò non toglie che non lo trovo granché (ho spiegato il perché) amen.
Re: Istanza realizzativa
In effetti non si tratta di stimmate, ma d'altro. Ma, pure se si volesse parlar di stimmate, quale sarebbe il problema?
È questione perturbante per te?
A proposito, ti riferisci alle stigmate o alle stimmate?
È preferibile essere precisi nell'uso del linguaggio perché il significato è diverso, forse il secondo sotto certi profili si avvicina di più allo sciocco racconto dei miei stolti amici.
Re: Istanza realizzativa
Chiediti perché neanche la Chiesa ne parla e discetta...
In ogni caso
http://www.treccani.it/vocabolario/stimmate/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Buon_senso
In ogni caso
http://www.treccani.it/vocabolario/stimmate/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Buon_senso