Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
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Presentazione
Presentazione
Buongiorno a tutti..innanzitutto grazie per avermi accettato nel forum..sono qui perché ormai da tempo cerco un gruppo di cercatori sinceri con i quali poter crescere e condividere il mio viaggio..non mi dilungo oltre ..penso che avremo modo di parlare e confrontarci..grazie ancora
- cannaminor
- Messaggi: 247
- Iscritto il: 31/08/2016, 17:40
Re: Presentazione
Forse magari qualche ulteriore tratto e descrizione sul chi sei, donde provieni, nel senso di/da quali esperienze (hai fatto) e donde vai, nel senso di se hai una meta definibile e nel caso quale sia, potevi darla.jbj89 ha scritto: ↑22/10/2019, 11:39Buongiorno a tutti..innanzitutto grazie per avermi accettato nel forum..sono qui perché ormai da tempo cerco un gruppo di cercatori sinceri con i quali poter crescere e condividere il mio viaggio..non mi dilungo oltre ..penso che avremo modo di parlare e confrontarci..grazie ancora
Il Vedanta annovera vari cammini, e qui su questo forum ne vedi tratteggiati alcuni, così come annovera vari maestri e anche di questi ne vedi presentati alcuni su questo forum, cui (bene o male) si fa riferimento.
Nel tuo caso fai riferimento a qualche cammino e/o maestro nello specifico? Nel qual caso, poteva essere una utile informazione su di te, non esaustiva, ma utile.
Quanto ai cercatori sinceri, ce lo si augura sempre, poi ovviamente ognuno fa i conti (e ne risponde) con la propria di sincerità e onestà, così come (ne risponde) di quanto afferma, sostiene, dice, etc..
Questo forum è il proseguio di precedenti esperienze iniziate negli anni '90 (così come puoi trovare scritto nella Presentazione del Forum) e giunte sino ad oggi qui nel presente.
Questo è quanto, pertanto benvenuto nel qui e ora di queste esperienze in cammino...
Re: Presentazione
Ad ora, dopo aver praticato per molto il buddhismo theravada ed avere anche approfondito alcune delle più note tradizioni occidentali ed orientali sono approdato al Vedanta..sto cercando il mio percorso..non credo di essere ancora in grado di comprendere appieno dove mi sto dirigendo..sono qui per imparare e condividere
Re: Presentazione
Benvenuto!
Augurandoci una sincera e proficua condivisione.
Il che non è poco.
Augurandoci una sincera e proficua condivisione.
Il che non è poco.
Re: Presentazione
Benvenuto Jbj
Viene detto che il sentiero realizzativo tracciato dal vedanta advaita è sottile come il filo di un rasoio e che, come aspiranti, siamo chiamati alla continua presenza, camminando su quella lama affilata senza paura.
Il percorso richiede la consapevolezza costante del passo che si sta compiendo, qui ed ora, e una visione dell'intorno come quella di chi sta al centro di una giostra che gira, sul perno che la muove, e non prova più alcun desiderio o impulso a salire sul cavallino o sulla zucca, solo o in compagnia.
Pur agendo, non agisce, non si impadronisce del frutto dell'azione per poi desiderarne un altro più succoso appena digerito il primo. Agisce nel flusso dell'azione che scorre, offrendosi come strumento alla Vita.
Purtroppo, posso testimoniare di essere consapevole di aderire costantemente all'individuazione, subendo il movimento della ruota del samsara, spesso lamentandomi per gli scossoni delle varie carrozze della giostra su cui salgo e da cui scendo e costantemente dimenticando che l'azione a cui sono chiamata richiede la comprensione di non essere l'attore, nè colui che soffre o gioisce.
Termino il mio benvenuto con un brano di Premadharma che riprende il tema del cammino.
Il cammino spirituale necessita una grande attenzione, è un lungo cammino sul filo di un rasoio.
Ogni passo va ponderato e vissuto in consapevolezza.
Per quanto la mente cerchi stereotipi cui aggregarsi (anche contestazione e trasgressione sono stereotipi aggreganti), essa va tenuta sotto il nostro controllo, al pari di qualsiasi altro organo. Noi usiamo la mano e i piedi alla bisogna, lo stesso va fatto con la mente.
A maggior ragione un aspirante non lascia che essa si impadronisca delle Scritture e le usi a suo uso e consumo per giustificare le vari inferenze di turno.
Lo studio e la riflessione dell'insegnamento tradizionale consiste nella sua realizzazione, non nella strumentalizzazione mentale dello stesso.
L'aspirante deve apprendere a gestire le diverse sfere esistenziali consapevole della loro separazione e di come ogni passo sia da un lato a sé stante e dall'altro una possibile chiave di volta che "risolve" contenuti e aspetti più ampi di quanto sia visibile.
D'altra parte occorre che la mente apprenda che ogni insegnamento e ogni via non è limitata né dai limiti di chi la insegna, né da quelli di chi apprende.
Se su certi insegnamenti cala il silenzio è perché oltre un certo aspetto non sono né esprimibili, né intellegibili per una mente che si commensuri con il sensibile.
Viene detto che il sentiero realizzativo tracciato dal vedanta advaita è sottile come il filo di un rasoio e che, come aspiranti, siamo chiamati alla continua presenza, camminando su quella lama affilata senza paura.
Il percorso richiede la consapevolezza costante del passo che si sta compiendo, qui ed ora, e una visione dell'intorno come quella di chi sta al centro di una giostra che gira, sul perno che la muove, e non prova più alcun desiderio o impulso a salire sul cavallino o sulla zucca, solo o in compagnia.
Pur agendo, non agisce, non si impadronisce del frutto dell'azione per poi desiderarne un altro più succoso appena digerito il primo. Agisce nel flusso dell'azione che scorre, offrendosi come strumento alla Vita.
Purtroppo, posso testimoniare di essere consapevole di aderire costantemente all'individuazione, subendo il movimento della ruota del samsara, spesso lamentandomi per gli scossoni delle varie carrozze della giostra su cui salgo e da cui scendo e costantemente dimenticando che l'azione a cui sono chiamata richiede la comprensione di non essere l'attore, nè colui che soffre o gioisce.
Termino il mio benvenuto con un brano di Premadharma che riprende il tema del cammino.
Il cammino spirituale necessita una grande attenzione, è un lungo cammino sul filo di un rasoio.
Ogni passo va ponderato e vissuto in consapevolezza.
Per quanto la mente cerchi stereotipi cui aggregarsi (anche contestazione e trasgressione sono stereotipi aggreganti), essa va tenuta sotto il nostro controllo, al pari di qualsiasi altro organo. Noi usiamo la mano e i piedi alla bisogna, lo stesso va fatto con la mente.
A maggior ragione un aspirante non lascia che essa si impadronisca delle Scritture e le usi a suo uso e consumo per giustificare le vari inferenze di turno.
Lo studio e la riflessione dell'insegnamento tradizionale consiste nella sua realizzazione, non nella strumentalizzazione mentale dello stesso.
L'aspirante deve apprendere a gestire le diverse sfere esistenziali consapevole della loro separazione e di come ogni passo sia da un lato a sé stante e dall'altro una possibile chiave di volta che "risolve" contenuti e aspetti più ampi di quanto sia visibile.
D'altra parte occorre che la mente apprenda che ogni insegnamento e ogni via non è limitata né dai limiti di chi la insegna, né da quelli di chi apprende.
Se su certi insegnamenti cala il silenzio è perché oltre un certo aspetto non sono né esprimibili, né intellegibili per una mente che si commensuri con il sensibile.
Re: Presentazione
Grazie a voi per il benvenuto..proprio di questo mi piacerebbe comprendere meglio..nel Vedanta non si medita ..ma si deve essere costantemente presenti senza incedere nell'identificazione samsarica con alcunché..credo che per comprendere esistenzialmente e non solo capire le Verità trasmesseci nella Sruti la dovuta intercessione di Fratelli e Sorelle più avanti nel cammino o addirittura, se possibile ,di un Maestro sia per questo essenziale...al momento mi sento però spaesato dal fatto che ad esempio nel buddhismo theravada il percorso a livello operativo di ciascun aspirante sia bene delineato nelle sue svariate espressioni per il tramite dell'ottuplice sentiero..qui invece la percezione è quella di un sentiero privo del sentiero stesso..come praticare dunque?
Re: Presentazione
Ciao e benvenuto.
Cosa ti ha portato a lasciare il sentiero precedente?
Cosa ti ha portato a lasciare il sentiero precedente?
Re: Presentazione
Non ho abbandonato Il vecchio percorso..stonvivendo lamcosa come una evoluzione ..diciamo in qualche modo priva di evoluzione nel senso manasico del termine...i percorsi si intersecano..