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Pensiero del Giorno - Riflessioni

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Mauro
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 04/10/2018, 19:24

Fedro ha scritto:
04/10/2018, 19:13
Mauro ha scritto:
04/10/2018, 19:10
Vabbè.
secondo me Socrate con quella affermazione si attesta al livello del Saguna, così come Evagrio invita ad essere Saguna.
Quello volevo dire.
Si capisco il tuo ragionamento, e ci sta pure
Grazie. Per me Evagrio proprio all' ignoranza metafisica aspira, perchè la consapevolezza di quella è la massima aspirazione dell' uomo cristiano ascendente, dato che coincide con l' onniscienza di Dio (Theosis).

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Fedro
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 04/10/2018, 19:32

Mauro ha scritto:
04/10/2018, 19:24
Fedro ha scritto:
04/10/2018, 19:13
Mauro ha scritto:
04/10/2018, 19:10
Vabbè.
secondo me Socrate con quella affermazione si attesta al livello del Saguna, così come Evagrio invita ad essere Saguna.
Quello volevo dire.
Si capisco il tuo ragionamento, e ci sta pure
Grazie. Per me Evagrio proprio all' ignoranza metafisica aspira, perchè la consapevolezza di quella è la massima aspirazione dell' uomo cristiano ascendente, dato che coincide con l' onniscienza di Dio (Theosis).
a mio vedere puo essere così: io sono consapevole che questa mente, questo piccolo io che mi raappresenta, non possono mai conoscere Dio-Io.
Staccato da quella falsa conoscenza a cui ho sinora attinto, libero da ogni pretesa di sapere di questo piccolo punto (io)
mi spalanco nell'ignoranza assoluta e...

Mauro
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 04/10/2018, 19:48

Che la tua è poi la visione di Eckhart e dell' autore ignoto de "La Nube della Non Conoscenza".

latriplice
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 10/10/2018, 15:58

1.11. Invero, colui che si considera libero è libero, nondimeno colui che si considera schiavo è schiavo. Qui (nella esistenza attuale) questa comune affermazione è verità: quale è la (propria) convinzione, tale sarà il corso esistenziale.

ASTAVAKRASAMHITA, a cura di Kevalasangha, Primo Adhyaya pag. 32


1.11. Se qualcuno crede di essere libero, è libero; se crede di essere legato, è
legato. Perciò è vero il detto: "Si diventa ciò che si pensa".


ASHTAVAKRA GITA, dalla traduzione inglese di John Richards reperibile in rete, Primo capitolo pag.2


1.11. Chi si considera libero, è libero. Chi si considera in schiavitù, è schiavo. "Come si pensa, così si diventa" è un detto popolare che rispecchia la verità.

ASTAVAKRA SAMHITA, a cura di Nani Mai e Sergio Trippodo, ed. Astrolabio, pag. 32
Coerente nella sostanza lo sloka delle tre fonti citate messe a comparazione. Ma secondo me non è del tutto vero perché solo nell'ignoranza si può diventare il Sé-Brahman. Chi ne è convinto invece, è solo un inguaribile presuntuoso, servo dell'ahamkara.

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 10/10/2018, 18:16

latriplice ha scritto:
10/10/2018, 15:58


Coerente nella sostanza lo sloka delle tre fonti citate messe a comparazione. Ma secondo me non è del tutto vero perché solo nell'ignoranza si può diventare il Sé-Brahman. Chi ne è convinto invece, è solo un inguaribile presuntuoso, servo dell'ahamkara.
chi si crede libero, è libero all'interno del pensiero di essere libero..ma questo c'entra qualcosa con la libertà effettiva?
posso credere/pensare di essere fuori da ogni schema prefissato, avendone nel contempo creato dei nuovi nel quale districarmi: è ciò essere libero?
Ecco che allora, se è così che uso il pensiero, significa che ne sono suo prigioniero, e mi creerò una gabbia che chiamo libertà:
divengo la libertà che posso pensare e concepire (una gabbia di illusioni), e nient'altro che questo.
Se dunque non riconduco la mente al suo ruolo di strumento primario del pensare rettamente, e consapevole che non può aspirare ad altre conoscenze di sua "competenza", ecco che allora continuerò a proiettare pensieri in cui mi identificherò, ed essi saranno la mia unica realtà possibile.
Dunque posso diventare col pensiero la mia gabbia di illusioni, oppure divenire la leva della mia liberazione, se lo lascio al posto a lui consono

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 26/10/2018, 18:44

La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 26/10/2018, 22:15

latriplice ha scritto:
26/10/2018, 18:44
La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?
"Colui", è qui, la presenza cosciente e testimoniante

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 27/10/2018, 3:04

Fedro ha scritto:
26/10/2018, 22:15
latriplice ha scritto:
26/10/2018, 18:44
La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?
"Colui", è qui, la presenza cosciente e testimoniante
Quando mi sveglio al mattino e so di aver sognato o di non aver sognato suppongo quindi di essere "Colui", la presenza cosciente e testimoniante, o c'è qualcosa che mi sfugge?

Forse il supporre, pertanto dovrei esserne certo (di essere Colui) e solo allora quindi potrei affermare di aver sognato o di non aver sognato?

Il problema è che anche se non ritengo di essere il Brahman, comunque sono in grado di poter fare delle affermazioni precise dopo ovviamente averle pensate e tradotte in parole.

L'unica differenza forse che io penso ed il Brahman no?

Che la sua affermazione è scaturita dalla certezza dell'evento, mentre la mia è una congettura?

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 27/10/2018, 4:11

È che tu supponi inferendo, che si stia parlando del tuo io che pensa, e non invece, della presenza ai tre stati di coscienza (veglia, sonno, sonno profondo):
turyia

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 27/10/2018, 10:22

latriplice ha scritto:
26/10/2018, 18:44
La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?
Direi di no, semplicemente afferma a sè stesso l'esistenza di un centro referenziale permanente (io sono) che permane nei tre stadi di coscienza.
Del sonno profondo, nello stato di veglia, si sa di aver dormito, quindi c'è la coscienza consapevole di aver cambiato lo stato di essere.
Se il sonno profondo fosse pura incoscienza, come potrebbe esserci la coscienza del passaggio tra uno stato e l'altro? Non si saprebbe nulla di quanto accaduto all'essere, e basta.

La pratica, così come indicata anche da Ramana, è quella di ritornare al centro, di focalizzare sul puro essere senza corollari mentali che, ahimè, ci sono, come un pilota automatico che segnala il luogo in cui si trova e programma la traiettoria in quel del divenire.

cielo
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 27/10/2018, 10:25

latriplice ha scritto:
27/10/2018, 3:04
Fedro ha scritto:
26/10/2018, 22:15
latriplice ha scritto:
26/10/2018, 18:44
La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?
"Colui", è qui, la presenza cosciente e testimoniante
Quando mi sveglio al mattino e so di aver sognato o di non aver sognato suppongo quindi di essere "Colui", la presenza cosciente e testimoniante, o c'è qualcosa che mi sfugge?

Forse il supporre, pertanto dovrei esserne certo (di essere Colui) e solo allora quindi potrei affermare di aver sognato o di non aver sognato?

Il problema è che anche se non ritengo di essere il Brahman, comunque sono in grado di poter fare delle affermazioni precise dopo ovviamente averle pensate e tradotte in parole.

L'unica differenza forse che io penso ed il Brahman no?

Che la sua affermazione è scaturita dalla certezza dell'evento, mentre la mia è una congettura?
Il Brahman non è un soggetto, non agisce e non afferma, E', quell'Unico in cui confluiscono (simbolicamente parlando) i multiplici riflessi che illuminano traiettorie di vita nel mondo formale. Ognuno la sua, e il Brahman le impulsa tutte, in Pura coscienza: Sono (non io sono)
Ho separato me stesso per potermi amare nell'altro, dice il Rig veda.
Riconoscersi Uno è bypassare completamente il duale intrinseco nell'incarnazione.
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 27/10/2018, 22:30

cielo ha scritto:
27/10/2018, 10:25
latriplice ha scritto:
27/10/2018, 3:04
Fedro ha scritto:
26/10/2018, 22:15
latriplice ha scritto:
26/10/2018, 18:44
La coscienza è il fondamento ontologico di tutta l'esperienza dell'ente. Essa è presente nello stato di veglia, di sogno e di sonno senza sogni; infatti possiamo affermare di essere coscienti di aver sognato e persino di non aver sognato.
Se non ci fosse stata la presenza della coscienza non avremmo potuto prendere consapevolezza dell'assenza dei sogni. Possiamo anche dire che Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura.

Dal libro AUTOCONOSCENZA a cura del Gruppo Kevala, cap. Il conscio pag. 106, Associazione ecoculturale Parmenides.

Quindi "Colui che afferma", il Brahman, pensa?
"Colui", è qui, la presenza cosciente e testimoniante
Quando mi sveglio al mattino e so di aver sognato o di non aver sognato suppongo quindi di essere "Colui", la presenza cosciente e testimoniante, o c'è qualcosa che mi sfugge?

Forse il supporre, pertanto dovrei esserne certo (di essere Colui) e solo allora quindi potrei affermare di aver sognato o di non aver sognato?

Il problema è che anche se non ritengo di essere il Brahman, comunque sono in grado di poter fare delle affermazioni precise dopo ovviamente averle pensate e tradotte in parole.

L'unica differenza forse che io penso ed il Brahman no?

Che la sua affermazione è scaturita dalla certezza dell'evento, mentre la mia è una congettura?
Il Brahman non è un soggetto, non agisce e non afferma, E', quell'Unico in cui confluiscono (simbolicamente parlando) i multiplici riflessi che illuminano traiettorie di vita nel mondo formale. Ognuno la sua, e il Brahman le impulsa tutte, in Pura coscienza: Sono (non io sono)
Ho separato me stesso per potermi amare nell'altro, dice il Rig veda.
Riconoscersi Uno è bypassare completamente il duale intrinseco nell'incarnazione.
Il goal
Stando però all'argomentazione del Gruppo Kevala, "Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura", sembra contraddire quello che vai affermando, cioè che il Brahman non afferma, a meno che la tua affermazione sia sostenuta dalla cognizione di causa, cioè privilegiata dalla prospettiva del Brahman stesso.

Da quello che ho inteso, lo stato di ignoranza che ci fa identificare con l'io (ahamkara o senso dell'individualità) e quindi con il corpo-mente durante la veglia, viene sostituita dal sogno in cui rimane soltanto una parvenza di questa individualità, che spesso si frantuma in vari personaggi, e non c'è la consapevolezza del corpo. Nel sonno profondo invece, tutto ciò scompare e non siamo consapevoli neppure della nostra presunta individualità. Al risveglio però, diciamo "ho dormito bene" o "ho dormito male". Ora che siamo giunti al punto focale, mi chiedo chi lo dice, dal momento che quella individualità era assente a quella esperienza di sonno senza sogni?

Forse Colui che è consapevole, il substrato delle tre condizioni esistenziali (veglia, sogno e sonno) che chiamiamo il Sé?

Fatte queste considerazioni, quando mi sveglio al mattino e affermo con la certezza indubitabile dell'evento a cui ho assistito, e dico "ho dormito profondamente", sono il Sé che lo afferma?

Ciò che il Vedanta indica come Brahman?

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 27/10/2018, 23:12

Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.

cielo
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 28/10/2018, 8:29

Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Il brahman non si scomoda, non ha capacità sensoriali, non percepisce ed è oltre piacere (non mi scomodo) e avversione (mi scomodo). E' oltre la codificazione del mondo come lo conosciamo. Non è legato ad un corpo dotato di sensi e non basa l'interpretazione del mondo sulla percezione interpretata con lo strumento mentale.
Non focalizza l'attenzione su questo e su quello.
E' tutto ciò che è.

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 28/10/2018, 8:49

cielo ha scritto:
28/10/2018, 8:29
Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Il brahman non si scomoda, non ha capacità sensoriali, non percepisce ed è oltre piacere (non mi scomodo) e avversione (mi scomodo). E' oltre la codificazione del mondo come lo conosciamo. Non è legato ad un corpo dotato di sensi e non basa l'interpretazione del mondo sulla percezione interpretata con lo strumento mentale.
Non focalizza l'attenzione su questo e su quello.
E' tutto ciò che è.
Bè, questo l'ho letto anch'io da qualche parte, ma a differenza del sottoscritto parli con cognizione di causa?

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 28/10/2018, 8:53

latriplice ha scritto:
27/10/2018, 22:30
cielo ha scritto:
27/10/2018, 10:25

Quando mi sveglio al mattino e so di aver sognato o di non aver sognato suppongo quindi di essere "Colui", la presenza cosciente e testimoniante, o c'è qualcosa che mi sfugge?

Forse il supporre, pertanto dovrei esserne certo (di essere Colui) e solo allora quindi potrei affermare di aver sognato o di non aver sognato?

Il problema è che anche se non ritengo di essere il Brahman, comunque sono in grado di poter fare delle affermazioni precise dopo ovviamente averle pensate e tradotte in parole.

L'unica differenza forse che io penso ed il Brahman no?

Che la sua affermazione è scaturita dalla certezza dell'evento, mentre la mia è una congettura?
Il Brahman non è un soggetto, non agisce e non afferma, E', quell'Unico in cui confluiscono (simbolicamente parlando) i multiplici riflessi che illuminano traiettorie di vita nel mondo formale. Ognuno la sua, e il Brahman le impulsa tutte, in Pura coscienza: Sono (non io sono)
Ho separato me stesso per potermi amare nell'altro, dice il Rig veda.
Riconoscersi Uno è bypassare completamente il duale intrinseco nell'incarnazione.
Il goal
latriplice ha scritto:
27/10/2018, 22:30
Stando però all'argomentazione del Gruppo Kevala, "Colui che afferma "questo è" oppure"questo non è" costui è il solo reale, e questo reale rappresenta la pura coscienza-Sé la quale esiste prima, durante e dopo ogni affermazione o negazione di qualsivoglia natura", sembra contraddire quello che vai affermando, cioè che il Brahman non afferma, a meno che la tua affermazione sia sostenuta dalla cognizione di causa, cioè privilegiata dalla prospettiva del Brahman stesso.

Da quello che ho inteso, lo stato di ignoranza che ci fa identificare con l'io (ahamkara o senso dell'individualità) e quindi con il corpo-mente durante la veglia, viene sostituita dal sogno in cui rimane soltanto una parvenza di questa individualità, che spesso si frantuma in vari personaggi, e non c'è la consapevolezza del corpo. Nel sonno profondo invece, tutto ciò scompare e non siamo consapevoli neppure della nostra presunta individualità. Al risveglio però, diciamo "ho dormito bene" o "ho dormito male". Ora che siamo giunti al punto focale, mi chiedo chi lo dice, dal momento che quella individualità era assente a quella esperienza di sonno senza sogni?

Forse Colui che è consapevole, il substrato delle tre condizioni esistenziali (veglia, sogno e sonno) che chiamiamo il Sé?

Fatte queste considerazioni, quando mi sveglio al mattino e affermo con la certezza indubitabile dell'evento a cui ho assistito, e dico "ho dormito profondamente", sono il Sé che lo afferma?

Ciò che il Vedanta indica come Brahman?
Quadra tutto il tuo ragionamento ma:
potresti considerare i limiti del linguaggio, costruendo frasi in italiano è sempre necessario un soggetto, per quanto "non identificato" e reso il più possibile impersonale.
Come trasmettere certe "verità" attestate nella sruti e testimoniate dai Conoscitori se non usando il linguaggio e assumento i suoi limiti? Il gruppo Kevala ha espresso al meglio l'essenza del concetto che intendeva veicolare (secondo me). Lo stesso provo a fare io, dialogando con te, dalla mia prospettiva di visione limitata e parziale, non certo da quella di Colui che ha realizzato il brahman. Qui ci sono limiti, non certezze, una visione personale, non Verità.

Sul sonno profondo affermi che era "assente l'individualità", da un lato, e dall'altro dici che "Colui che è consapevole, il substrato delle tre condizioni esistenziali (veglia, sogno e sonno) che chiamiamo il sé". Perfetto, siamo su un putno focale, concordo, quindi se manipoliamo un po' le parole per tentare di raffinare ancora il linguaggio, potremmo dire che:

Nel sonno profondo scompare la percezione connessa al corpo-mente (veglia) e mente (sogno) e non siamo coscienti di essere un'individualità separata con nome e forma ( "io sono questo e quello"), ma resta la consapevolezza del substrato delle tre condizioni esistenziali (veglia, sogno e sonno) che chiamiamo il Sé.

La coscienza, ossia la capacità di percepire altro da sé, può essere intesa quale un riflesso della consapevolezza in sé
(fonte: tratto da nota di Bodhananda in opera in preparazione).

Nel sonno profondo possiamo avere l'esperienza di quella consapevolezza in sè, ma soltanto come un profumo che aleggia all'intorno, e di cui conserviamo un ricordo ritornando all'attenzione dello stato di veglia.

Così, osservando l’esperienza dei tre stati, anche se crediamo erroneamente di essere il corpo limitato dallo spazio-tempo, possiamo capire di essere la consapevolezza sempre presente che sottende i tre stati, dei quali due soltanto sono basati sulla percezione di un corpo (fisico o sottile).

La comprensione teorica di questa verità "noi siamo pura Consapevolezza", è irrilevante se non la mettiamo in pratica realizzandola attraverso una effettiva conoscenza empirica che sciolga l'identificazione con il corpo, pura avidya, radice di ogni sofferenza.

La comprensione teorica è solo della mente o intelletto, e non è sufficiente se non è sciolta l’identificazione con il corpo, perché la mente stessa è una conoscenza confusa, basata sull’ignoranza di chi o cosa siamo veramente, ecco perché la comprensione intellettuale non può da sola donare la vera conoscenza del Sé.

La conoscenza di sé può essere conquistata solo attraverso l’esperienza diretta della pura e illimitata consapevolezza, il nostro vero sé. Solo una tale esperienza sradica l’ignoranza di essere diversi, di essere ‘altro’ da questa Consapevolezza. Quindi una comprensione solo teorica può essere di reale beneficio, solo se ci spinge a indagare ulteriormente il sé che ‘Sono’ e quindi raggiungere con l’esperienza diretta di realizzare il ‘ciò che sono’ oltre l’apparenza della nostra natura individuata.

Solo realizzando che la consapevolezza è il vero ‘Io’ o Sé, possiamo distruggere l’ignoranza primordiale, la confusa ed erronea inferenza che siamo la mente, la forma limitata di coscienza che si identifica nel corpo come ‘io’.

Se capiamo veramente che non siamo il corpo, né la mente che immagina di essere il corpo, e che ogni forma di infelicità è causata solo da una errata identificazione con altro da ciò che siamo, potremo cercare di distruggere questa falsa identificazione intraprendendo la ricerca pratica di scoprire chi o cosa siamo veramente.

Per conoscere questo essente che siamo, dobbiamo cessare di attenzionare tutte le altre cose, e concentrarci invece su ciò che siamo: è la consapevolezza di essere che permette la conoscenza di ogni cosa ‘altra’ da noi.

(fonte: tratto da introduzione di Bodhananda ad opera in preparazione).

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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da latriplice » 28/10/2018, 8:54

Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Ci hanno fatto la Manduykya Upanisad con ste seghe mentali (considerata la principale, perché se compresa produce moksha), guarda un pò te.

cielo
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 28/10/2018, 9:06

latriplice ha scritto:
28/10/2018, 8:54
Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Ci hanno fatto la Manduykya Upanisad con ste seghe mentali (considerata la principale, perché se compresa produce moksha), guarda un pò te.
:D

cielo
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da cielo » 28/10/2018, 9:09

latriplice ha scritto:
28/10/2018, 8:49
cielo ha scritto:
28/10/2018, 8:29
Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Il brahman non si scomoda, non ha capacità sensoriali, non percepisce ed è oltre piacere (non mi scomodo) e avversione (mi scomodo). E' oltre la codificazione del mondo come lo conosciamo. Non è legato ad un corpo dotato di sensi e non basa l'interpretazione del mondo sulla percezione interpretata con lo strumento mentale.
Non focalizza l'attenzione su questo e su quello.
E' tutto ciò che è.
Bè, questo l'ho letto anch'io da qualche parte, ma a differenza del sottoscritto parli con cognizione di causa?
Non l'ho mica letto, l'ho improvvisato per te dopo il caffè.
Cognizione di causa rispetto a cosa? Posso solo sintetizzare qui una visione delle cose, la mia, che tento di calibrare con quella di altri conoscitori qualificati tipo Shankara, Ramana, Raphael, Sai Baba, Bodhananda.
Un rilievo del genere da parte tua mi rende felice, evidentemente "ti sono piaciuta", ma hai pensato che fosse un copia incolla.

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Fedro
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Re: Pensiero del Giorno - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 28/10/2018, 9:23

cielo ha scritto:
28/10/2018, 8:29
Fedro ha scritto:
27/10/2018, 23:12
Non credo sia necessario scomodare il Brahman per stabilire come abbiamo dormito:
possiamo constatare se siamo stati in dormiveglia (quindi dormito male) o inferire se siamo sprofondati nel sonno.
Il brahman non si scomoda, non ha capacità sensoriali, non percepisce ed è oltre piacere (non mi scomodo) e avversione (mi scomodo). E' oltre la codificazione del mondo come lo conosciamo. Non è legato ad un corpo dotato di sensi e non basa l'interpretazione del mondo sulla percezione interpretata con lo strumento mentale.
Non focalizza l'attenzione su questo e su quello.
E' tutto ciò che è.
Scomodarlo, nel senso di tirarlo fuori come concetto/soggetto/oggetto, da porre a nostro piacimento, ove ci torna comodo nel discorso
Dunque è come dici

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