latriplice ha scritto: ↑09/06/2018, 13:00D.: L'indagine sul Chi sono io? (autoconoscenza) pone in evidenza che l'assenza di questa ha indotto il testimone immutabile ad identificarsi col mutevole ego. Ora però egli sa: "Io non sono il mutevole ego ma il suo immutabile testimone". È giusto che adesso il testimone affermi Io sono Brahman. Cosa c'è di sbagliato in questo?
M.: Come puoi sostenere che il testimone dica Io sono Brahman? Chi lo afferma, il testimone immutabile o il mutevole ego? Se pensi che lo affermi il testimone sei in errore, poiché questi rimane testimone immutabile del senso dell'io, nè è il sentire stesso, altrimenti non potrebbe avere la qualità di testimone in quanto lui stesso mutevole. Essendo immutabile è libero da qualsiasi traccia di concetti come io o Brahman e pertanto non può affermare Io sono Brahman. Quanto sostieni in proposito non ha alcun fondamento.
Advaita Bodha Dīpikā Lampo di conoscenza Non-duale, cap. VII Sāksātkāra
Associazione italiana Rāmana Mahārśi
Edizioni I Pitagorici
Peccato che queste sottili implicazioni metafische in risposta all'astante giocoforza tradiscono la presenza del testimone, altrimenti come farebbe a fare tali affermazioni?
Il Maestro risponde all'allievo grazie alla permanenza di un 'io' estremamente rarefatto, pari a una corda incenerita che mantiene tuttavia l'apparenza di corda.
Se il Maestro, in virtù della sua immensa compassione, non mantenesse tale 'io' apparente nessuna relazione sarebbe possibile nel mondo del namarupa.
No.Non è forse in virtù della propria immutabilità brahmanica che si può rendere testimonianza del mutevole ego e oggettivare quest'ultimo?
'Tu' non capisci.Non si capisce se c'è o ci fa.
No.
D.: L'indagine sul Chi sono io? (autoconoscenza) pone in evidenza che l'assenza di questa ha indotto il testimone immutabile ad identificarsi col mutevole ego. Ora però egli sa: "Io non sono il mutevole ego ma il suo immutabile testimone". È giusto che adesso il testimone affermi Io sono Brahman. Cosa c'è di sbagliato in questo?
Non c'è nulla di sbagliato, se questa affermazione emerge spontaneamente come lampo intuitivo a conclusione dell'auto-indagine, che è VEDANTA.
Si chiama moksha.
M.: La conoscenza acquisita mediante l'indagine che il testimone è Brahman e che l'intatto e sempre perfetto Brahman è il testimone, non è il fine e non può servire al tuo scopo. Supponi che un povero mendicante sia l'imperatore del mondo e che, ad un certo momento, ne venga a conoscenza. Come può l'acquisizione di questa nuova conoscenza migliorare la sua posizione? Non può essergli di alcuna utilità.
...
Il povero mendicante deve prima smettere gli abiti da mendicante e conquistare il governo dello stato per potersi conoscere come re.
Advaita Bodha Dipika, cap. VII
P.S. Mi sembra che anche Ramana con la sua esperienza di pre-morte sia giunto alla stessa conclusione.
L'Advaita Bodha Dipika è stato tradotto in italiano a cura dell'Associazione Italiana Ramana Maharshi per rendere disponibile un testo tenuto in grande considerazione e sovente consigliato da Ramana.
Bodhananda ha poi aggiunto, nell'ultima parte del libro, i capitoli andati persi, Advaita Bodha Dipika Khilakanda.
Studiarlo può essere di utilità al cercatore sincero.