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Karma - riflessioni

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latriplice
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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da latriplice » 01/06/2017, 17:30

Mauro ha scritto:
01/06/2017, 16:47
Si, "Quello che paga le bollette".
Ben lungi dall'affermazione non duale: " Io (jiva) ed il Padre (atman) siamo uno.

Una convinzione inscuotibile proferita da colui che su questa pietra (filosofale) avrebbe edificato la sua chiesa (vita).

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 01/06/2017, 18:15

latriplice ha scritto: Ben lungi dall'affermazione non duale: " Io (jiva) ed il Padre (atman) siamo uno.
Una convinzione inscuotibile proferita da colui che su questa pietra (filosofale) avrebbe edificato la sua chiesa (vita).
Hai preso due citazioni riferite a soggetti differenti. La prima è Gesù in prima persona, la seconda è Gesù rivolto a Pietro.
Quindi, colui che avrebbe edificato la chiesa sulla pietra, è Pietro, e non colui la cui convinzione inscuotibile avrebbe fatto profferire la prima citazione (cioè Gesù).

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da cielo » 02/06/2017, 8:58

Mauro ha scritto:
01/06/2017, 16:58
Pertanto se ne parli significa che sei consapevole dell'alternanza di questi tre e li sperimenti.
Uh! Qui si parla di tante cose non sperimentate e di cui non si ha consapevolezza!
Anche l'esperienza è una inferenza fino a che non se ne ha consapevolezza.
Io non conosco lo stato di sonno profondo perchè anche se ne avessi avuto esperienza, evidentemente è avvenuta in assenza di consapevolezza, quindi ne inferisco l'esistenza indirettamente.
Gli stati di veglia e sogno invece mi hanno offerto esperienze di consapevolezza/presenza (più la veglia che il sogno), per cui ne posso accertare l'esistenza.
Riflettevo: come affermare di non conoscere lo stato di sonno profondo, visto che ne facciamo l'esperienza dal primo giorno di vita all'ultimo in cui (ri) entriamo nel "sonno eterno"?
Se mancasse la consapevolezza di aver dormito, non staremmo qui a parlarne, se non sappiamo del sonno è non - esistente per noi.
Invece tutti ne facciamo l'esperienza, è la mente che non conosce lo stato di sonno profondo non avendo oggetti, nè esterni (veglia), nè interni (sogno) su cui costruire elaborazioni di dati percepiti, a cui aderire.
Pur facendo esperienza, nel sonno, del Sè che affiora, per "immersione diretta", la mente non riconosce questo stato, non si "risveglia" e non è pienamente consapevole della sua natura esistente al di là del sogno e dello stesso sonno. Nè sono il dormiente e il sognante a destarsi, semplicemente essi cessano di esistere nel momento in cui l'insieme energetico degli incolucri che costituiscono l'ente si rivitalizza con lo stato di veglia.
La visione metafisica testimonia che i tre (dormiente, sognante e vegliante) sono non reali e che il definitivo risveglio dalla non-realtà non dipende da nessuna azione o percezione accaduta nei tre stati.
Viene spiegato difatti che come il sonno normalmente termina quando l'organismo è corroborato, la veglia (intesa come vita che aderisce al fenomenico) termina quando la Conoscenza in sè è stata realizzata. "Lì" probabilmente si comprende la testimonianza che afferma che la veglia è irreale come il sogno, ma non come informazione teorica però.
Un punto, a mio avviso fondamentale, è che se si considera l'essere individuato, non è nelle sue possibilità determinare alcuna realizzazione (nessun fare porta all'Essere), ma se si considera invece l'essenza in sè, che quello è e non diviene, allora non esiste più alcuna realizzazione perchè non è certo da realizzare ciò che già si è in sè.
Ma la mente che vuole "capire" l'incomprensibile è un ostacolo, non c'è dubbio.
Nè quarti, nè quinti o sesti dopo o prima dei tre. Nulla da partizionare o apprendere. Si comprende per immedesimazione autoesistenziale che porta integralmente dal non reale al Reale, dal finito all'infinito, dalla morte alla vita, dal relativo (umano-divino) all'Assoluto inqualificato, dalla differenziazione illusoria all'Identità suprema. A - sato ma sat gamaya...recita l'antica invocazione vedica.
La consapevolezza del liberato in vita è indipendente dai tre stati che i veicoli corporei attraversano ed è chiamato il Quarto, Turiya, la conoscenza consapevole della Realtà assoluta, ciò che rende possibile l'insorgenza degli altri stati, ma non è la mia attuale di consapevolezza.
Guardo ancora il mondo dal mio punto di vista individuato e da quello lo subisco e patisco, a volte ne gioisco. Sono nei tre, con la punta del piede su un confine immaginario che separa i tre dal Quarto.

Ma considerando l'essenza in sè dal punto di vista dell'essere individuato e dei suoi piani di esistenza, ecco che prende corpo non solo la "realizzazione", ma anche tutta una serie di modalità per cercare di determinarla, anche se questo non è assolutamente vero. E' un paradosso.
Tante discussioni e contrapposizioni, secondo me, sorgono dal fatto che la mente si muove sul confine fra il molteplice e il reale cercando di definirli, mentre questi confini esistono solo in termini di linguaggio e di definizione, non esistono in termini di essenza che noi siamo: sconfinata, invisibile, non agente, incomprensibile, impensabile....
Questa forzatura necessaria determina il paradosso di non-causalità (a - karma) nella sfera metafisica, e di causalità (karma) in quella fenomenica, nel mondo fisico.
Nel mondo duale, sul confine tra un immaginario qui e là, si è consapevoli che nessuna via può portare al Sè e contemporaneamente si è consapevoli che se non si percorrono queste vie non si può arrivare al Sè.
Occorre accettare (per uscire dalle impasse in cui si sfianca la mente) che la via prospettata da chi testimonia la Realizzazione non duale sia percorribile, ma solo dopo aver risolto, integrato e portato interamente a compimento una delle altre indicate dal vedanta: karma yoga, bhakti yoga e jnana yoga in quanto permettono la dissoluzione delle sovrapposizioni dell'individuo sul mondo fenomenico.
Come diceva Bodhananda: "meglio volare bassi".

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 9:13

Cielo, non dico che non si faccia esperienza del sonno profondo. Solo che non ne abbiamo consapevolezza. Se ne avessimo, essa rimarrebbe, anche se in forma di riminiscenza, anche nello stato di veglia e ne avremmo quindi contezza.
Invece, del sonno profondo abbiamo solo informazioni indirette, supposizioni, inferenze.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Fedro » 02/06/2017, 9:22

Mauro ha scritto:
02/06/2017, 9:13
Cielo, non dico che non si faccia esperienza del sonno profondo. Solo che non ne abbiamo consapevolezza. Se ne avessimo, essa rimarrebbe, anche se in forma di riminiscenza, anche nello stato di veglia e ne avremmo quindi contezza.
Invece, del sonno profondo abbiamo solo informazioni indirette, supposizioni, inferenze.
Esattamente, inferenze.
Che è passato del tempo, dunque bisogna dare un nome a quello spazio.
Oppure è la sensazione, se vieni risvegliato improvvisamente da quello stato, che provieni da un pozzo buio e profondo, giusto per trovar una metafora Dunque sì c'eri in qualche modo, anche se la mente, essendo spenta (o forse meglio, offuscata) non ha registrato niente

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 10:38

Beh, dare "un nome" a qualcosa che si "inferisce" vi sia perchè "è passato del tempo", è qualcosa di ben diverso dallo sperimentarlo come "stato di coscienza" (a differenza de la veglia e il sogno, che invece verifichiamo in prima persona).
Solo chi ha avuto consapevolezza di quello "stato", può dire di "esserci stato".
Noi possiamo rifarci solo alle testimonianza di chi ha avuto tale consapevolezza.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da cielo » 02/06/2017, 12:19

Mauro ha scritto:
02/06/2017, 10:38
Beh, dare "un nome" a qualcosa che si "inferisce" vi sia perchè "è passato del tempo", è qualcosa di ben diverso dallo sperimentarlo come "stato di coscienza" (a differenza de la veglia e il sogno, che invece verifichiamo in prima persona).
Solo chi ha avuto consapevolezza di quello "stato", può dire di "esserci stato".
Noi possiamo rifarci solo alle testimonianza di chi ha avuto tale consapevolezza.
Giusto, ove sia sempre e solo la mente a sperimentare di stare da qualche parte.
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Fedro » 02/06/2017, 12:53

cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da latriplice » 02/06/2017, 13:39

Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
Non è esperienza della mente perché essendo lo strumento dell'esperire, nel sonno profondo è assente. Ciononostante l'assenza di oggetti è una esperienza poiché in che modo potresti dire che non ci sono oggetti nel sonno profondo inclusa la stessa mente, quella che dice "non è mia esperienza", se tu in quanto coscienza non fossi lì per esperire la loro assenza?

Per poter dire che non c’erano oggetti presenti, devi innanzitutto essere stato presente per sapere che ci fu una esperienza della loro assenza. E poiché c’è una esperienza nel sonno profondo, c’è la coscienza, perché non puoi avere l’esperienza senza la coscienza.

È vero che il normale strumento dell’esperienza, il corpo e la mente, la persona che pensi di essere, non è lì nel sonno profondo. Ma c’è un pensiero molto sottile presente, chiamato nidra vritti o avidya vritti, che registra l’esperienza. E dal momento che un pensiero è inconscio, questo significa che il Sé cosciente, il vero te, deve essere lì per rendere l’esperienza possibile.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Fedro » 02/06/2017, 13:43

latriplice ha scritto:
02/06/2017, 13:39
Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
Non è esperienza della mente perché essendo lo strumento dell'esperire, nel sonno profondo è assente. Ciononostante l'assenza di oggetti è una esperienza poiché in che modo potresti dire che non ci sono oggetti nel sonno profondo inclusa la stessa mente, se tu in quanto coscienza non fossi lì per esperire la loro assenza?

Per poter dire che non c’erano oggetti presenti, devi innanzitutto essere stato presente per sapere che ci fu una esperienza della loro assenza. E poiché c’è una esperienza nel sonno profondo, c’è la coscienza, perché non puoi avere l’esperienza senza la coscienza.

È vero che il normale strumento dell’esperienza, il corpo e la mente, la persona che pensi di essere, non è lì nel sonno profondo. Ma c’è un pensiero molto sottile presente, chiamato nidra vritti o avidya vritti, che registra l’esperienza. E dal momento che un pensiero è inconscio, questo significa che il Sé cosciente, il vero te, deve essere lì per rendere l’esperienza possibile.
Difatti affermo per inferenza, così come fai tu.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da latriplice » 02/06/2017, 13:52

Fedro ha scritto:
02/06/2017, 13:43
latriplice ha scritto:
02/06/2017, 13:39
Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
Non è esperienza della mente perché essendo lo strumento dell'esperire, nel sonno profondo è assente. Ciononostante l'assenza di oggetti è una esperienza poiché in che modo potresti dire che non ci sono oggetti nel sonno profondo inclusa la stessa mente, se tu in quanto coscienza non fossi lì per esperire la loro assenza?

Per poter dire che non c’erano oggetti presenti, devi innanzitutto essere stato presente per sapere che ci fu una esperienza della loro assenza. E poiché c’è una esperienza nel sonno profondo, c’è la coscienza, perché non puoi avere l’esperienza senza la coscienza.

È vero che il normale strumento dell’esperienza, il corpo e la mente, la persona che pensi di essere, non è lì nel sonno profondo. Ma c’è un pensiero molto sottile presente, chiamato nidra vritti o avidya vritti, che registra l’esperienza. E dal momento che un pensiero è inconscio, questo significa che il Sé cosciente, il vero te, deve essere lì per rendere l’esperienza possibile.
Difatti affermo per inferenza, così come fai tu.
Questa inferenza si chiama Vedanta:

Che cos’è lo stato di sonno profondo? È lo stato quando sia il corpo grossolano che quello sottile non sono presenti e solo il corpo causale rimane. Poiché non c’è alcun corpo sottile disponibile per facilitare il pensiero o la percezione, in tal caso tutti gli oggetti, incluso il tempo e lo spazio, sono assenti. Pertanto, non esistono problemi nel sonno profondo. Perciò al risveglio dirai, “mi ricordo di non aver percepito nulla, ho sperimentato l’illimitatezza”. Quando il Sé sembra identificarsi con il corpo causale è chiamato il dormiente, pragnya.

Tratto dal Tattva Bodha.

Quindi contesti il Vedanta, mi pare di capire.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da NowHere » 02/06/2017, 14:09

Molti anni fa - avevo 16 anni era estate in, agosto - dopo un pisolino pomeridiano mi alzai di colpo dal letto e svenni per pochi secondi. Nel momento in cui sono svenuto posso descrivere la cosa soltanto in questo modo: c'era solo il nero che guardava il nero attraverso il nero... era tutto buio però c'era la consapevolezza chiara di questo buio in cui non c'era alcun pensiero né alcun senso di me. Potrebbe essere durato un'eternità così come pochi secondi... Quando mi risvegliai vidi il viso di mia madre che preoccupatissima cercava di rianimarmi e solo in quel momento mi accorsi di essere svenuto con gli occhi spalancati. Da quel momento in poi mi sono sempre chiesto come fosse possibile testimoniare quell'assenza. Chiaramente questa esperienza non è simile a quella del sonno profondo, ma quando svenni fu veramente molto chiaro questo buio, questa assenza e tuttavia questa presenza che lo testimoniava.
Volevo condividere con voi questa esperienza.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da cielo » 02/06/2017, 14:15

Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
e di chi è? dell'Innominato?
Testimoni di essere esistito al risveglio, mentre dormi ciò che sei (il senso dell'io che legge, si sveglia, dorme e scrive) era assente, eppure come nell'esperienza descritta da Nowhere, c'eri e nel sottofondo resta la testimoninza di esserci stato (seppure in assenza di mente che ricorda dettagli) durante un tempo che quantifichi solo quando il personaggio di veglia guarda l'orologio e dice: "ah, il pisolino è durato mezz'oretta."
Latriplice pure, ha ben sintetizzato, al mio vedere, come sia la mente a dare consistenza continità a una parvenza di coscienza che non è la Coscienza nell'accezione vedantica.
Quella è sempre. Come diceva Ramana, se non hai paura di addormentarti non dovresti aver paura di morire.
Ma la mente si aggrappa per ontinuare a tessere la sua tela immaginaria.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 14:17

Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
Concordo con Fedro.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Fedro » 02/06/2017, 14:23

latriplice ha scritto:
02/06/2017, 13:52
Fedro ha scritto:
02/06/2017, 13:43
latriplice ha scritto:
02/06/2017, 13:39
Fedro ha scritto:
02/06/2017, 12:53
cielo ha scritto:
02/06/2017, 12:19
Nel sonno la mente non c'è, eppure si è testimoni di esistere.
Essere testimoni significa esserne presenti.
Non è mia esperienza.
Non è esperienza della mente perché essendo lo strumento dell'esperire, nel sonno profondo è assente. Ciononostante l'assenza di oggetti è una esperienza poiché in che modo potresti dire che non ci sono oggetti nel sonno profondo inclusa la stessa mente, se tu in quanto coscienza non fossi lì per esperire la loro assenza?

Per poter dire che non c’erano oggetti presenti, devi innanzitutto essere stato presente per sapere che ci fu una esperienza della loro assenza. E poiché c’è una esperienza nel sonno profondo, c’è la coscienza, perché non puoi avere l’esperienza senza la coscienza.

È vero che il normale strumento dell’esperienza, il corpo e la mente, la persona che pensi di essere, non è lì nel sonno profondo. Ma c’è un pensiero molto sottile presente, chiamato nidra vritti o avidya vritti, che registra l’esperienza. E dal momento che un pensiero è inconscio, questo significa che il Sé cosciente, il vero te, deve essere lì per rendere l’esperienza possibile.
Difatti affermo per inferenza, così come fai tu.
Questa inferenza si chiama Vedanta:

Che cos’è lo stato di sonno profondo? È lo stato quando sia il corpo grossolano che quello sottile non sono presenti e solo il corpo causale rimane. Poiché non c’è alcun corpo sottile disponibile per facilitare il pensiero o la percezione, in tal caso tutti gli oggetti, incluso il tempo e lo spazio, sono assenti. Pertanto, non esistono problemi nel sonno profondo. Perciò al risveglio dirai, “mi ricordo di non aver percepito nulla, ho sperimentato l’illimitatezza”. Quando il Sé sembra identificarsi con il corpo causale è chiamato il dormiente, pragnya.

Tratto dal Tattva Bodha.

Quindi contesti il Vedanta, mi pare di capire.
Riportando il Vedanta, esprimi una tua testimonianza?

Mauro
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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 14:25

Fedro ha scritto: Difatti affermo per inferenza, così come fai tu.
Esatto.

Nessuno mette in dubbio che si viva lo stato di sonno profondo.
Ma lo si vive in consapevolezza?
Poichè la Consapevolezza dimora in tutti gli stati, avere consapevolezza dello stato germinale significherebbe portarne l'impronta anche negli altri stati, cioè avremmo consapevolezza di quello stato anche da svegli, invece ciò non è.

Quindi quando ipotizziamo l'esistenza di tale stato, in assenza di consapevolezza dello stesso, non facciamo che inferire.

cielo
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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da cielo » 02/06/2017, 14:34

Mauro ha scritto:
02/06/2017, 14:25
Fedro ha scritto: Difatti affermo per inferenza, così come fai tu.
Esatto.

Nessuno mette in dubbio che si viva lo stato di sonno profondo.
Ma lo si vive in consapevolezza?
Poichè la Consapevolezza dimora in tutti gli stati, avere consapevolezza dello stato germinale significherebbe portarne l'impronta anche negli altri stati, cioè avremmo consapevolezza di quello stato anche da svegli, invece ciò non è.

Quindi quando ipotizziamo l'esistenza di tale stato, in assenza di consapevolezza dello stesso, non facciamo che inferire.
Chi vive lo stato di sonno profondo? Un corpo in stand by e una mente onda che si ristora in un oceano di silente nulla?
Per come la sintetizo io, nella mia ignoranza, il mistico esce sponaneamente dalla veglia per tornare in un sogno dove le limitazioni sono svanite e lì "parla e vede" i disincarnati o le murti del Divino (come Ramakrishna che cadeva in stati estatici lunghissimi durante i quali parlava con la Devi).
Fin qui, la mente ci arriva, anche io ogni tanto parlo con mia nonna o con Ganesha, ma la mente cede di fronte all'imponderabile ermeticità di una Testimonianza non duale che mi dice che è possibile, abitando un corpo, esistere-essere oltre e contemporaneamente dentro i tre stati di coscienza come descritti nel vedanta. La mente non ci arriva, e rendersene conto è un primo passo. Mi incoraggio così.
Consapevole dell'oceano che ancora, per necessità, si muove come onda, fino al riassorbimento dei veicoli quando dal punto di vista di un'altra onda gemella, l'onda sorella si è esaurita sulla spiaggia. Il moto si è esaurito, sempre immaginando che ci sia una spiaggia su cui infrangersi.
Ma l'acqua resta sempre quella, si autorigenera, e l'onda torna da dove si era mossa. Il moto lo vedo solo "io", che mi muovo come onda.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 14:34

latriplice ha scritto: Che cos’è lo stato di sonno profondo? È lo stato quando sia il corpo grossolano che quello sottile non sono presenti e solo il corpo causale rimane. Poiché non c’è alcun corpo sottile disponibile per facilitare il pensiero o la percezione, in tal caso tutti gli oggetti, incluso il tempo e lo spazio, sono assenti. Pertanto, non esistono problemi nel sonno profondo. Perciò al risveglio dirai, “mi ricordo di non aver percepito nulla, ho sperimentato l’illimitatezza”. Quando il Sé sembra identificarsi con il corpo causale è chiamato il dormiente, pragnya.

Tratto dal Tattva Bodha.

Quindi contesti il Vedanta, mi pare di capire.
In quale parte della frase Fedro contesterebbe il Vedanta?
Quello che leggo è una testimonianza di uno stato: chi ne è presente può farlo. Chi non lo è (come onestamente dice Fedro), afferma di inferirne l'esistenza.
Smettila di giocare al gioco delle tre carte, latriplice, salvo poi prendere le carte e tavolino e scappare via quando sgamano i tuoi giochetti.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da Mauro » 02/06/2017, 14:40

Da quello che leggo, la mistica la stai facendo tu, cielo.
Atterra dal volo e parliamone.
Tu puoi affermare di aver vissuto in consapevolezza lo stato di sonno profondo?
Complimenti, perchè allora per i Buddhisti hai già valicato il limite del Bardo e sconfitto la morte.

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Re: Karma - riflessioni

Messaggio da cielo » 02/06/2017, 15:13

Mauro ha scritto:
02/06/2017, 14:40
Da quello che leggo, la mistica la stai facendo tu, cielo.
Atterra dal volo e parliamone.
Tu puoi affermare di aver vissuto in consapevolezza lo stato di sonno profondo?
Complimenti, perchè allora per i Buddhisti hai già valicato il limite del Bardo e sconfitto la morte.
No, difatti nel post lungo dove cercavo di articolare meglio che potevo in termini di linguaggio e di definizione, l'Indefinibile dicevo:
"Occorre accettare (per uscire dalle impasse in cui si sfianca la mente) che la via prospettata da chi testimonia la Realizzazione non duale sia percorribile, ma solo dopo aver risolto, integrato e portato interamente a compimento una delle altre indicate dal vedanta: karma yoga, bhakti yoga e jnana yoga in quanto permettono la dissoluzione delle sovrapposizioni dell'individuo sul mondo fenomenico."
Io lo accetto, ma non ho certo risolto. Non mi sono svegliata, non galleggio in consapevolezza nell'oceano del sè. Ma in beata inconsapevole ignoranza.
Forse è per questo che mi pace dormire.

E' sempre inferenza, certo. E' inevitabile quando si prova ad articolare con parole nostre la traccia di una Testimonianza che intuiamo vera e su cui poggiamo la nostra pratica non - pratica, nella tensione di attualizzarla, realizzarla. Necessitiamo di sostegni, di un programma operativo, usiamo la mente e le parole per descrivere i contenuti che affiorano, ben sapendo che colui che pensa e parla non può testimoniare ciò che non è, pur non avendo mai cessato di esserlo. Il solito paradosso contro cui si va a sbattere, o si crede di farlo o di non farlo.

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