Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Il pranava: Om

Utilizzate questo forum per qualsiasi argomento non categorizzato altrove.
Rispondi
cielo
Messaggi: 900
Iscritto il: 01/10/2016, 20:34

Il pranava: Om

Messaggio da cielo » 17/03/2017, 17:31

La vita è amare, ascoltare, elevare, imparare e vivere.

La Om è la somma e l’essenza di tutti gli insegnamenti presenti nelle scritture sulla Divinità.

I Veda affermano “Om iti ekaksharam Brahma” intendendo che “la sola sillaba Om è Brahman, il Divino”.

Om è la composizione dei tre suoni A, U e M e deve essere pronunciata crescendo, il più lentamente possibile, e scendendo altrettanto gradualmente finché non rimane che l’eco del silenzio che risuona nella cavità del cuore.

Non eseguitela in due fasi argomentando che il respiro non durerà così a lungo, continuate finché potete essere mossi dal flusso che sale, dalla curva discendente e dall’effetto del silenzio.

Questi stadi rappresentano la veglia, il sogno, il sonno e il quarto stadio al di là degli altri tre.

La sillaba Om rappresenta anche il fiore della vostra individualità che matura nel frutto colmandovi del succo dolce che proviene dalla vostra essenza profonda, rappresenta quindi la liberazione finale.

Sai Baba dal discorso del 9 Giugno 1970.


Immagine


Dal "Commentario alla quintuplicazione" Pancīkaraṇavārttika" di Sureśvara in Śaṅkara Opere Brevi, a cura del Gruppo Kevala, edizioni Parmenides

46. "La totalità universale costituita dagli stati Vishva, Taijasa e Prajna, dunque non è altro che quanto esprime la sillaba OM, dal momento che nessuna reale distinzione può intercorrere tra nome e nominato e anche perchè di fatto non è dato conoscere tra loro alcuna sostanziale differenza."

47. "La lettera A rappresenta Visha, la lettera U rappresenta Taijasa, la lettera M rappresenta Prajna. E' in questo modo che la sillaba OM deve essere compresa, nel giusto ordine delle singole lettere."

48. "Così, prima dell' insorgere del Samadhi, meditando con estrema intensità e costanza, si devono risolvere tutti questi stati, procedendo in ordine dal grossolano verso il sottile, nell' Atman il quale è pura Coscienza."

49. "La consapevolezza empirico-grossolana associata a Vishva, la quale corrisponde alla lettera A, deve essere risolta nella lettera U. La consapevolezza onirico-sottile associata a Taijasa, che corrisponde alla lettera U, deve essere risolta nella lettera M."

50. "La consapevolezza causale associata a Prajna, che corrisponde alla lettera M, deve essere infine risolta nell' Atman, cioè nella pura Coscienza immodificata. Io sono l' Atman, Coscienza pura e assoluta: sono eterno, illuminato e libero, Essere senza secondo;"

cielo
Messaggi: 900
Iscritto il: 01/10/2016, 20:34

Re: Il pranava: Om

Messaggio da cielo » 17/03/2017, 17:50

Dialoghi. (forum pitagorico)

Premadharma » 26/12/2014

46. "La totalità universale costituita dagli stati Vishva, Taijasa e Prajna, dunque non è altro che quanto esprime la sillaba OM, dal momento che nessuna reale distinzione può intercorrere tra nome e nominato e anche perchè di fatto non è dato conoscere tra loro alcuna sostanziale differenza.

Qualunque discorso non può prescindere dalla realizzazione di queste parole. Nome e nominato non sono distinti. Alla luce di queste che valenza ha l'inferenza?

Poi sta a ciascun aspirante comprendere se la sequenzialità degli eventi descritti in questi sutra va rispettata nell'esperienzialità, o se sono semplici chiacchiere di cui disquisire e pensare.

Sono la descrizione di esperienze da fare o sono chiacchiere di cui discorrere? E se non fossero chiacchiere da inferire, forse i sutra precedenti mostrano come arrivare a queste esperienze?

Quale sadhana porta ad esperire la risoluzione di tutti questi stati, procedendo in ordine dal grossolano verso il sottile, nell' Atman il quale è pura Coscienza?


Dialogo tra A e B. » 27/12/2014

A. Quando lessi il pancīkarana varttika mi posi il problema della identità di A con lo stato grossolano (veglia), U con lo stato sottile (sogno), M con lo stato causale (sonno profondo).
Questo, a mio avviso, può essere fatto solo analizzando le corrispondenti vocali sanscrite.
A e U coincidono se non per un baffo che appartiene alla U, motivo per cui se sovrapponiamo la A alla U, rimane solo il segno grafico della U, quindi il "dissolvimento" della A nella U è reale.
La M è il nasale dato dal candrabindu, per cui non vi è dissolvimento della U nella M, ma la sua nasalizzazione.
Infatti, se si osserva il simbolo grafico di "OM" e lo si confronta con la U nasalizzata (col candrabindu), essi sono del tutto identici.

B. Negli anni 80 ho avuto la fortuna di incontrare Vemu Mukunda (musicista e musico-terapeuta, precedentemente ingegnere nucleare a Londra) che mi invitò a "cantare" e nello specifico a cantare la Om.
Di conseguenza è una pratica che nel corso degli anni è diventata per me abituale e spesso mi riporto alla concentrazione interiore intonando la Om.
Mukunda spiegava che così come le lettere che compongono la sillaba A U M si legano nell'unico suono, così la voce attraversa le tre ottave del corpo e simbolicamente libera la vibrazione individuale nel Tutto sonoro.
Secondo Mukunda, la vibrazione dell’Om permette di mettersi in sintonia, di accordarsi, con la vibrazione del cosmo poichè Om, il Pranava, rappresenta l' inizio e la fine di ogni cosa. E' la continuità del Reale che fa da sottofondo alla mutevolezza costante del divenire.

E' importante sperimentare il suono della propria voce attenzionando come le frequenze della voce cambino in relazione alle diverse esperienze del momento.
Uno stato emotivo alterato renderà la voce più acuta e stridente, la sensualità la modulerà, mentre la rabbia la renderà dura e metallica.
L'OM viene cantato da DO a DO nello spazio di un'ottava musicale, ma le ottave di risonanza nel corpo su cui modulare la Om sono più d'una.
Normalmente la frequenza di una voce condizionata dai vari stati d’animo ha l’estensione di un’ottava musicale e cantiamo la Om sull'ottava che va dall'ombelico al centro tra le sopracciglia, ma la OM può essere modulata su un’ottava superiore e su una inferiore.
In tal caso abbiamo tre lettere A U M da posizionare nelle tre ottave, ma ogni lettera, come ogni emozione può vibrare sulle tre ottave di risonanza che possiamo trovare nel corpo umano:
- ottava inferiore, dagli alluci all’ombelico
- ottava centrale, dall’ombelico al punto tra le sopracciglia (ajna chakra) passando per la porta della gola
- ottava superiore, dall’ajna chakra alla sommità del capo.

Nell’ottava centrale la tonica inferiore produce calma mentale e fisica ed è localizzata in corrispondenza dell’ombelico. La tonica superiore porta serenità spirituale e richiama la consapevolezza in corrispondenza del centro della fronte.

Tutte le altre emozioni si collocano tra questi due punti e la frequenza della voce cambia man mano che la consapevolezza si muove da un punto all’altro del corpo.
Secondo Mukunda (che riprende Sai Baba che invita a sperimentare la circolarità della Om che spontaneamente nasce, cresce e decresce) la Om dovrebbe essere cantata ascendendo dalla tonica inferiore a quella superiore, lungo lo spettro sonoro di un’ottava.
Il suono passerà così attraverso le nadi, ossia tradizionalmente i ventidue punti principali di energia emozionale, che corrispondono ad altrettanti punti nel corpo.
La vibrazione viaggerà con la consapevolezza da un punto all'altro del corpo, vivificandolo e sciogliendo le energie emozionali sia positive sia negative che ogni giorno accumuliamo.
Questi blocchi emozionali, anche se a livello inconscio, danno origine a disarmonie mentali e fisiche.
Gli antichi raga indiani stimolano le ventidue nadi principali che sono correlate a note musicali chiamate Shruti.
L'ascolto dei raga e dei suoni "auto-prodotti" possono stimolare e sbloccare le nadi e convertire le energie emotive dissonanti.

Per esercizio A U M possono anche essere cantate da sole alcune volte nella loro "localizzazione" naturale e poi cantate insieme per formare la aum-om, oppure vengono vibrate singolarmente sulle tre ottave.

Utilizzando come esempio l’accordo di do avremo, secondo Vemu Mukunda:

A fossa ombelicale DO

U cuore MI

M punto tra le sopracciglia SOL.

Il nostro prana (respiro) sale fino alla testa, così la nostra consapevolezza.

Con la M la congeliamo nel punto tra le sopracciglia e questa vibrazione cosmica penetra nel nostro cervello, quindi riempiamo tutta la nostra testa. Poiché nel nostro cervello ci sono i punti della conoscenza, moduliamo questa conoscenza con la vibrazione cosmica.

Il nostro cervello è come un cosmo, accordandoci con la vibrazione cosmica a poco a poco possiamo avere una conoscenza sensoriale ed extra sensoriale e arriviamo a conoscere i problemi senza cercare di farlo.

In sintesi Mukunda ci insegnava che la OM è un potente convertitore per tutti i nostri "involucri": dalla conversione del cibo (per annullare gli effetti di elementi negativi -non vitali- presenti nei cibi rajasici e tamasici (troppo caldi e troppo freddi, carnei, congelati, conservati....ecc.. ) a quella delle emozione e dei pensieri, fino alle ultime scorie delle credenze, fissazioni, opinioni che alimentano "l'orgoglio spirituale".

Allo stesso modo Mukunda spiegava come fosse possibile convertire anche le emozioni “primarie” (paura, ira, tristezza…) utilizzando il pranava.

In particolare la paura è connessa al suono A nelle tre ottave in cui vibra nel corpo.
Vediamo la conversione della paura sulle tre ottave della A

La paura vibra nel muladhara (primo chakra) che governa gli arti inferiori.
Ecco che diciamo che la paura "mette le ali ai piedi": è la paura del tamas, quella che si prova nella folla impazzita, si scappa e basta, per panico, senza sapere il perchè...

Nel suo stato intermedio la paura è rajasica e si localizza nel plesso cardiaco, dall'ombelico alla gola-centro della fronte, seconda ottava.
In questa modalità la paura si manifesta in arresto cardiaco per lo spavento oppure è paura che si trasforma nella rabbia che ci fa urlare per stati passionali incontrollati o ancora "la paura di perdere la pace" quando ci irritiamo se siamo disturbati mentre lavoriamo, o meditiamo....magari da dei bambini piccoli che si lamentano, facendoci perdere il discernimento istintivo "tra bene e male", con la tendenza a privilegiare il “nostro” bene. La paura blocca la parola, ci sentiamo "il groppo in gola".

Infine la paura dell'ultima ottava è quella "pura", sattvica, che, dice Mukunda, ti paralizza tutti i centri nervosi, come ad esempio quando, mentre dormi beatamente, sei svegliato da un ladro che ti punta la pistola alla tempia. E' uno shock che ti impedisce di urlare, di respirare, di pensare. La persona è paralizzata, il cervello non funziona più, il corpo è in blackout totale.
La paura in questi termini così "puri", non è sperimentata da molti, per fortuna.

Secondo la musicoterapica insegnata da Mukunda, il canto della A così modulato, per tre volte, su ogni ottava, rimanendo testimoni del vibrare del suono nella zona intracigliare, può aiutare a far fluire liberamente lungo tutto il corpo l’emozione della paura, evitando che si cristallizzi e convertendola in pace e tranquillità.

A. Il panchikarana varttika e' un sistema operativo basato sulla discriminazione del manifesto, che spiega l'identita delle vocali che compongono l'AU (M) con gli stati manifesti, e solo nell'esaurimento della nasalizzazione, del "quarto stato".
L'AUM è la descrizione dello stato fisico della Natura.
Concordo sul fatto che la vibrazione dell'AUM possa aiutare a sentirsi in "fase" con quella del manifesto.
Suggestione? Forse, ma che importa?
Sarebbe interessante analizzare lunghezza d'onda e frequenza di tale vibrazione, e magari confrontarla con la vibrazione fondamentale dell'universo a 3K.

Rispondi