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manduka
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Presentazione

Messaggio da manduka » 06/10/2016, 19:15

Al catechismo per la prima comunione, chiesi alla suora: “quando è nato Dio?”.
La suora mi rispose: “non è mai nato”. Questo mi provocò una vertigine e da qui iniziai ad avere una grande desiderio di conoscere Dio, il mai nato.
Iniziai “disturbando” continuamente un crocifisso che avevo in camera. Ci parlavo continuamente e di ogni cosa. Era il mio amico invisibile. Alla fine lo scesi dal muro e lo poggiai direttamente sullo scrittorio, dove potevo guardarlo meglio. Il “Padre Nostro” fu il mio mantra per tanti anni.
Con le scuole medie conobbi lo spiritismo, a casa di un mio compagno di studio. La madre era una tipa strana che parlava con gli spiriti e faceva le carte. Iniziai a pensare di poterlo fare anche io e per un paio di anni interrogai un po’ di anime (o credevo di farlo), prima in gruppo e poi da solo.
Finchè un esaurimento nervoso bloccò questa esperienza. Un giorno mi svegliai nel sonno e mi vidi tale e quale ad una macchina, che pompava aria e sangue. Vidi questa macchina fermarsi e morire. Uscii da questa esperienza con una serie di attacchi di panico, che poi con il tempo lentamente scomparvero grazie al bromuro ed ad una scoperta: che il Padre aveva piedi grandissimi su cui poggiarmi e rilassarmi. Ai tempi fu una visualizzazione naturale che ebbe il suo effetto curativo.
Entrai in Chiesa attivamente, facevo parte di un gruppo di focolarini. Suonavo la chitarra in giro per il sud italia e musicavamo il Vangelo. Nei momenti in cui non suonavamo facevamo volontariato tra i bambini leucemici. Un giorno arrivò un chitarrista, un po' strano e sempre sorridente. Disse di fare yoga e di seguire un Maestro indiano, un certo Paramahansa Yogananda. Il giorno dopo ero con lui a meditare su una spiaggia. Avevo 18 anni.
Dopo qualche anno conobbi un'eremita indo-cristiano, un discepolo diretto di Padre Bede Griffiths. Frequentai il suo eremo, tra le montagne della Sila, per un paio di anni.
Poi partii per il servizio militare. A Bologna, in una fiera dell’usato, spesi le mie ultime 5000lire per un libro di David Godman, il titolo era “Sii ciò che sei” e il Santo sulla copertina era Ramana Maharshi.
La vertigine provata a 6 anni quando sentii del mai-nato, fu assolutamente nulla rispetto quello che provocò Ramana. Iniziai a meditare profondamente le sue parole e contemporaneamente a scrivere al Ramanasramam, per chiedere, direttamente a loro, consigli sul come portare avanti una sadhana coerente con le parole di Ramana. Iniziai a dedicare diverse ore, per alcuni anni, in silenzio, meditando sul “Chi sono io”.
Un giorno ri-incontrai il mio vecchio amico chitarrista sorridente, che mi indicò l’unica soluzione, per me possibile, in Italia, di accedere all’insegnamento di Ramana Maharshi. Mi indirizzò a R.
Non so quante volte chiesi di poterci andare, alla fine riuscii.
L’esperienza fu talmente forte da troncare, per anni, ciò che per me era definito (e creduto) il percorso spirituale.
Dopo qualche anno ripresi a frequentare l’eremita e il suo eremo in montagna.
E a rileggere (quasi) esclusivamente Ramana Maharshi.
Un giorno, in un viaggio, conobbi una persona con cui dialogammo molto sulle nostre esperienze spirituali. Ascoltandomi mi consigliò una mailing list. Erano i primi tempi di internet. Era il 1995. Il giorno dopo ero già iscritto. Dopo circa un anno incontrai quasi tutti quelli che scrivevano su quella Mail. Fu amore a prima vista. Da lì iniziò un percorso. Oggi continua nel servizio.

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