Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Reincarnazione

Se siete appena appena iscritti, dovete scrivere una vostra presentazione che racconti il vostro percorso, prima di potere scrivere altrove. Ogni presentazione poco seria determina la cancellazione dell'utente.
ortica
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Re: Reincarnazione

Messaggio da ortica » 19/02/2018, 0:44

Fede79 ha scritto:
18/02/2018, 9:46
Anch'io sono appassionato di spiritualità,ho 38 anni e adesso m'assale questa curiosità...

Se non lo conosci, ti consiglio di leggere questo brano di Raphael:

Che cos'è che trasmigra

latriplice
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Re: Reincarnazione

Messaggio da latriplice » 19/02/2018, 8:12

latriplice: quindi rivendichi la paternità dell'azione

Kaara: No, ma in ogni caso: quando la paternità dell'azione è rivendicata (anche inconsciamente), vuol dire che è presente la sensazione che ci sia un io, quando invece non viene rivendicata (neanche inconsciamente) vuol dire che non è presente, ma non c'è comunque mai davvero un individuo.
"....ma non c'è comunque mai davvero un individuo".

Beh, se sei giunto a questa conclusione senza il minimo dubbio a riguardo, indubbiamente sei un illuminato o se non preferisci questo termine, un saggio. L'impressione che ho è che queste tue parole provengano dalla consapevolezza dell'atman, più che del jiva. Non c'è altra possibilità, questa è jnana, vera conoscenza che dissipa l'ignoranza di pensarsi come ego-sperimentatore.

Comunque fammi la cortesia di evitare la solfa ......che non è vero......che non ti sogneresti mai di dire una cosa del genere........che sei un aspirante discepolo e forse neanche quello........figurarsi un'illuminato..... che ti ci vorrà un'eternità.....insomma tentativi per evitare di rompere i delicati equilibri del mondo spirituale comunista *.

* che per solidarietà reciproca e per non turbare le coscienze suscitando invidia, non ha mai partorito un illuminato.

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 19/02/2018, 8:58

KaaRa ha scritto:
18/02/2018, 10:30
Ciao Fede79, se dovessimo prendere per buoni gli studi che ho fatto io, si può parlare seriamente di reincarnazione solo nel modo in cui già ti è stato suggerito: a reincarnarsi (lasciamo stare se questa parola è adatta o meno) sono gli effetti delle cause che hai mosso in questa vita e in precedenza. Tali cause-effetti costituiscono una sorta di flusso coerente (cioè le cause non si mescolano "a caso" con altri flussi di cause-effetti) che gli dà una parvenza di individualità (chiamata jivatma in sanscrito), anche se ciò non va confuso con l'individualità psicologica (che ha un senso dell'io e dipende dai pensieri e dagli stati d'animo più o meno consci e superficiali).

Scusa ma cosa sono questi effetti?Spiegami meglio questo concetto

cielo
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Re: Reincarnazione

Messaggio da cielo » 19/02/2018, 8:59

latriplice ha scritto:
19/02/2018, 8:12
latriplice: quindi rivendichi la paternità dell'azione

Kaara: No, ma in ogni caso: quando la paternità dell'azione è rivendicata (anche inconsciamente), vuol dire che è presente la sensazione che ci sia un io, quando invece non viene rivendicata (neanche inconsciamente) vuol dire che non è presente, ma non c'è comunque mai davvero un individuo.
"....ma non c'è comunque mai davvero un individuo".

Beh, se sei giunto a questa conclusione senza il minimo dubbio a riguardo, indubbiamente sei un illuminato o se non preferisci questo termine, un saggio. L'impressione che ho è che queste tue parole provengano dalla consapevolezza dell'atman, più che del jiva. Non c'è altra possibilità, questa è jnana, vera conoscenza che dissipa l'ignoranza di pensarsi come ego-sperimentatore.

Comunque fammi la cortesia di evitare la solfa ......che non è vero......che non ti sogneresti mai di dire una cosa del genere........che sei un aspirante discepolo e forse neanche quello........figurarsi un'illuminato..... che ti ci vorrà un'eternità.....insomma tentativi per evitare di rompere i delicati equilibri del mondo spirituale comunista *.

* che per solidarietà reciproca e per non turbare le coscienze suscitando invidia, non ha mai partorito un illuminato.
C'è solo un piccolo particolare tralasciato, che "l'illuminato" non descrive, vende, baratta, mette in vista il proprio stato di "illuminazione".
Sono gli altri, i pomposi ricercatori, gli umili, i normali, perfino i cani a riconoscerlo.
Per usare un linguaggio un po' new age, è questione di "vibrazione".
L'energia d'amore che emana da certi esseri è splendore che accoglie, protegge, stimola, corregge, riorienta e sostiene nel percorso.
Ogni individuo che si crede tale o tal'altro ne respira e ne usufruisce, gratis.
Una meraviglia in un mondo in cui si gareggia per vincere la contrapposizione tra pezzi che si vogliono credere l'intero.

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 19/02/2018, 9:52

cielo ha scritto:
17/02/2018, 13:59
Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.

Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.

Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.


Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?

cielo
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Re: Reincarnazione

Messaggio da cielo » 19/02/2018, 10:01

cielo ha scritto:
17/02/2018, 13:59
Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.

Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.

Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.


Fede79 ha scritto:
19/02/2018, 9:52
Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Chi è il soggetto che decide?
E' immortale? Transita con la propria volontà da un corpo all'altro per fare il giro dell'universo, senza soluzione di continuità e secondo dei desideri maturati in vita?

PS: dovresti scrivere fuori dai quote dei post altrui che replichi, dopo il [/quote], non dentro

KaaRa
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Re: Reincarnazione

Messaggio da KaaRa » 19/02/2018, 17:22

Fede79 ha scritto:
19/02/2018, 8:58
Scusa ma cosa sono questi effetti?Spiegami meglio questo concetto
Questi effetti sono le conseguenze delle azioni e forse soprattutto delle movenze implicite di tali azioni, quindi non solo quelle percepibili sensorialmente ma anche quelle psicologiche, emotive, energetiche o, più in generale (per usare un termine che ha usato cielo) "vibrazionali", che compiamo tutti i giorni in una esistenza corporea.
Così come, seguendo la fisica, un pugno nel muro provoca danni ad esso e alla tua mano, ovvero un particolare vettore di forze segue la sua linea, i suoi rimbalzi, ecc., allo stesso modo anche le altre funzionalità e qualità sopra accennate (quelle psichiche, ecc.) seguono la loro direzione conformemente alla qualità e quantità di moto che prendono. La direzione e l'intensità che hanno (ad esempio, il forte desiderio di fare o di essere qualche cosa in particolare) provocheranno presto o tardi azioni che a loro volta avranno ripercussioni. Se queste ripercussioni sono abbastanza complesse e forti da formare le condizioni affinché, ad esempio, un corpo umano si formi per raccoglierne i frutti, allora presto o tardi tali condizioni avverranno e tale corpo si formerà.
In pratica: vuoi intensamente essere un ingegnere? Presto o tardi questo desiderio ti farà compiere delle azioni mosse da tale desiderio (non importa di che tipo, non è detto che siano lineari conformemente allo scopo desiderato, non è detto cioè che tu ti metterai davvero a studiare, potresti non volerlo o non poterlo fare; ma comunque qualche cosa farai, spinto da tale desiderio, anche solo inconsciamente, se continui ad alimentarlo). Queste azioni provocheranno affetti dentro e intorno a te, effetti sia grossolani, sia psicologici. Questi effetti dovranno trovare il modo di arrivare a compimento, risuoneranno ovunque pur di estrinsecare la modalità e l'intensità con cui sono stati eseguiti. Se ciò comporterà la nascita di un nuovo individuo che ne dovrà raccogliere le conseguenze affinché esse possano scaricarsi totalmente, ebbene l'universo intero si muoverà affinché tale individuo nasca.
Egli sarà te? Te, fisicamente, non puoi andare oltre questa vita (non importa quanto riesci ad allungarla, essa sarà comunque "a tempo", anche se dovessi sostituire il tuo corpo con un download mentale tecnologico, come tanti sempre di più sembrano cominciare a desiderare). E neanche psicologicamente durerai in eterno, neanche se esistesse un riverbero mentale (il cosiddetto "aldilà") che rimane per un po' in vari stati dopo la morte fisica. Quel che invece rimane "sempre" (lo metto tra virgolette per motivi troppo complessi da spiegare ora) è solo quel centro intorno al quale si muovono i flussi di quelle linee di cause ed effetti che di volta in volta generano quegli individui che smuovono cause con le loro azioni e che raccolgono i conseguenti effetti di tali azioni. Questo "centro spirituale" è anche la fonte della soggettività di tutta quella serie di individui legati tra loro direttamente da tale flusso di cause-effetti, individui che potremmo chiamare le tue vite precedenti e future, ma solo se per "te" intendiamo tale centro spirituale, e non il tuo attuale senso di individualità o i tuoi attuali pensieri e desideri. Questo "te", questo "centro" che "segue" e quindi sperimenta tutte quelle vite legate tra loro da una diretta (non importa quanto complessa) serie di cause ed effetti, non è qualitativamente diverso da quel centro che è la fonte delle "mie" vite. Entrambi questi centri poi, a loro volta, insieme ad "infiniti" altri, sono solo onde di un unico oceano, per usare un'espressione più che famosa. (Ti ripeto che tutto questo differisce molto da ci che puoi aver letto nell'edizione della Gita di cui hai parlato.)

latriplice:
per solidarietà reciproca e per non turbare le coscienze suscitando invidia, non ha mai partorito un illuminato.
Probabilmente non direi che è mai esistito un Realizzato se non per acclamazione generale (ovviamente diversa a seconda di quale gruppo acclama). Nel senso che stabilire davvero (sottolineo "davvero") quando è avvenuta la realizzazione è come stabilire il momento esatto in cui il vetro riscaldato diviene liquido (faccio l'esempio del vetro perché, parlando per un attimo con rigore scientifico, il vetro è sempre un liquido, quello dei bicchieri e delle finestre è semplicemente ad alta viscosità).

Mauro
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Mauro » 19/02/2018, 18:11

Fede79 ha scritto: Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Ho l' impressione che fede79 invece di stare in un forum vedanta creda di stare nel film "ritorno al futuro"... :lol:

A parte gli scherzi, quello che afferma fede è riconosciuto in parte dal lamaismo.
Il Dalai Lama infatti, in quanto bodhisattva, può decidere in cosa incarnarsi.
L' attuale, per esempio, ha già detto che forse non si reincarnerà più. (I bodhisattva sono dei realizzati che non necessitano di reincarnarsi: lo fanno solo per aiutare l' evoluzione dell' umanità).

In definitiva, scegliere se, come, dove e quando rinascere, è, secondo le tradizioni, competenza dei soli "illuminati"

Mauro
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Mauro » 19/02/2018, 18:14

@cielo
latriplice parlava dei comunisti che non partoriscono illuminati, ma -come è risaputo- mangiano i partoriti... :lol:

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 20/02/2018, 8:54

Mauro ha scritto:
19/02/2018, 18:11
Fede79 ha scritto: Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Ho l' impressione che fede79 invece di stare in un forum vedanta creda di stare nel film "ritorno al futuro"... :lol:

Io non sto scherzando,dico seriamente,se uno ad es vorrebbe vivere negli anni 80 che non ha mai vissuto,oppure fare una cosa che in vita non è mai riuscito a fare ecco l'occasione...

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 20/02/2018, 8:59

KaaRa ha scritto:
19/02/2018, 17:22
Fede79 ha scritto:
19/02/2018, 8:58
Scusa ma cosa sono questi effetti?Spiegami meglio questo concetto
Questi effetti sono le conseguenze delle azioni e forse soprattutto delle movenze implicite di tali azioni, quindi non solo quelle percepibili sensorialmente ma anche quelle psicologiche, emotive, energetiche o, più in generale (per usare un termine che ha usato cielo) "vibrazionali", che compiamo tutti i giorni in una esistenza corporea.


Io facevo questo ragionamento,nelle altre vite vorrei fare tante cose:reincarnarmi in un calciatore della serie A,vivere in America negli anni 80 per assaporare quegli anni,essere un ingegnere,un fisico,uno storico,cioè vorrei fare tante cose che adesso non ho potuto fare,e mi chiedo se nelle prossime vite posso realizzare questi desideri.

KaaRa
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Re: Reincarnazione

Messaggio da KaaRa » 20/02/2018, 10:42

Capisco che ciò che abbiamo, soprattutto io, scritto finora come risposta, non appaia molto in linea con le domande che stai ponendo, ma purtroppo, per quanto si possa semplificare la risposta, non ha senso né risponderti "sì, potrai diventare un famoso calciatore nella prossima vita", né ha senso risponderti con l'esatto contrario, tipo "no, non c'è nessuna possibilità".
Per quanto, ovviamente, non si sappia come vanno veramente le cose dopo la morte di un corpo fisico, possiamo dedurre per lo meno che l'esistenza funzioni con i medesimi principi sia "qui sul piano fisico", sia in "ambiti più sottili" (in fondo, grazie ad un po' di filosofia e psicologia, abbiamo gi visto che è così, se per "ambiti più sottili" intendiamo anche solo la nostra mente).

Quindi, sì, il tuo desiderio di diventare un calciatore famoso darà sicuramente dei frutti, ma non è detto che essi siano lineari, ovvero può darsi che diano effetti in un modo ben diverso da quello immaginato.
Ed inoltre, no, non sarà la tua mente attuale con i suoi pensieri, desideri e preferenze, a sperimentare i frutti del tuo desiderio, tanto che, se anche "nella prossima vita" tu sarai un calciatore, potresti non amare molto tale professione, né potresti viverla sentendola come il coronamento di un qualche cosa che hai voluto.
Quel che è più "certo", poi, è che se anche, tra una vita e l'altra, avrai l'impressione (sottolineo quest'ultima parola) di poter prevedere e sciegliere cosa "diventare" nella prossima vita, dubito che ciò sarà davvero qualcosa di più, appunto, di una semplice impressione: ciò che "diventerai" non dipende da una serie di preferenze da cui estrarre quella che ti sembra la più carina, ma dipende da cosa hai fatto, e pensato (pensato in senso molto lato), qui, in questa vita (e , in qualche misura, anche nelle "precedenti").

(Tutto questo puoi sperimentarlo all'interno di una stessa vita: quando, e se, ottieni qualcosa che vuoi, raramente è davvero conforme a ciò che volevi. Ma soprattutto, raramente un tuo desiderio esaudito ti soddisfa come avevi immaginato che avrebbe fatto: bisogna considerare, infatti, che noi fisicamente e mentalmente cambiamo continuamente, in un certo senso non siamo mai la stessa persona istante dopo istante, e quindi ciò che in te ha desiderato qualcosa, un istante dopo non è più esattamente lo stesso ente; e quindi quando un desiderio viene esaudito, fosse anche un istante dopo, non c'è più esattamente la "stessa persona" di un'istante prima, a goderne.)

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 20/02/2018, 11:41

cielo ha scritto:
19/02/2018, 10:01
cielo ha scritto:
17/02/2018, 13:59
Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.

Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.

Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.


Fede79 ha scritto:
19/02/2018, 9:52
Questo che significa,che non posso decidere dopo la morte se reincarnarmi nel 1950 o nel 2000?Non sono libero di decidere di rinascere in un dato momento storico?
Chi è il soggetto che decide?
E' immortale? Transita con la propria volontà da un corpo all'altro per fare il giro dell'universo, senza soluzione di continuità e secondo dei desideri maturati in vita?


Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?

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Re: Reincarnazione

Messaggio da latriplice » 20/02/2018, 11:54

Fede 79 ha scritto

Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?
Stai chiedendo se disponiamo del libero arbitrio e facoltà di scelta?

Certamente si dispone del libero arbitrio, ma su indagine (attività rarissima), si scopre che è privo di valore.

Per il semplice motivo che tutto ciò che l’essere umano può fare è decidere di attuare una determinata azione. In seguito può accadere una delle seguenti cose:

1. Si ottiene ciò che si era prefissato.

2. Non si ottiene ciò che si era prefissato.

3. Si ottiene qualcosa di completamente inaspettato, molte volte per il peggio, a volte per il meglio.

Quali delle tre cosa accada non è mai sotto il proprio controllo.

Pertanto, a che serve il libero arbitrio se non si può controllare l’esito della propria azione?

Da quanto sopra, e soprattutto dalla propria esperienza personale, risulta chiaro che il libero arbitrio non funziona nella “pratica” e nemmeno in “teoria”.

In teoria, quando indaghiamo su cosa è fondato il libero arbitrio giungiamo alla conclusione che concerne solo due fattori:

1. Materiale genetico

2. Condizionamento ambientale


Non hai avuto alcun controllo sull’ambiente geografico in cui sei nato e nemmeno la classe sociale ed il tenore di vita in cui sei cresciuto dalla quale hai ricevuto un costante condizionamento a casa, a scuola, in società e chiesa. Un incessante condizionamento … “devi fare questo … non devi fare quello o Dio ti punirà …”. Dal primo giorno un bombardamento continuo.

Pertanto, se il tuo libero arbitrio è basato su due fattori, i tuoi geni ed il tuo condizionamento, rispetto ai quali non hai mai esercitato controllo, allora può considerarsi veramente il tuo libero arbitrio?

Chi ha creato i tuoi geni ed il tuo condizionamento? Dio l’ha fatto. Pertanto, qualunque cosa tu pensi sia la tua volontà, in realtà è la volontà di Dio.

E qual è il fondamento su cui si basa la volontà di Dio? Qualcosa di così vasto, che copre l’intera manifestazione dall’inizio dei tempi che non può essere compreso dal meschino intelletto umano.

Inoltre, e più importante, chi vuole conoscere il fondamento su cui si basa la volontà divina? Un semplice oggetto tridimensionale? Uno strumento? Un dipinto non può mai sapere perché il suo pittore lo ha dipinto.
Pertanto, in che modo vivo la mia vita? Dall’uomo delle caverne di 10.000 anni fa fino ad oggi, vivere quotidianamente significa affrontare le situazioni che la vita presenta. In una data situazione devi sempre decidere che cosa fare, ma è proprio qui che finisce il tuo cosiddetto libero arbitrio.

In altre parole, devi agire come se tu disponessi del libero arbitrio, ben sapendo che in realtà non ce l’hai.

Significa forse che siamo degli ipocriti? Niente affatto. Sappiamo benissimo che il sole non sorge e non tramonta ma è la terra che ci gira intorno e nonostante questo, non abbiamo problemi nel dire “alba” e “tramonto”. Allo stesso modo, dobbiamo agire come se avessimo il libero arbitrio sapendo che in verità è la volontà di Dio.

Con questa comprensione non avrai aspettative, poiché sai che i risultati delle tue azioni non sono mai sotto il tuo controllo. Nessuna aspettativa significa nessuna frustrazione, pertanto assenza di rimpianto del passato, di lamentela nel presente ed aspettativa nel futuro.


“Gli eventi accadono, le azioni sono compiute, ma non c’è
alcun individuo che agisce”.


Il Buddha


Lo so, è brutta la sensazione di sentirsi un burattino.

ortica
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Re: Reincarnazione

Messaggio da ortica » 20/02/2018, 12:16

Fede79 ha scritto:Che significa questo scusa,spiegati meglio,che non possiamo decidere noi come e quando rinascere?
No, non possiamo decidere perché il flusso causale che ci trascina è molto più potente delle nostre piccole volontà.
Chi dovrebbe decidere?
Il complesso psicofisico che costituisce la tua attuale incarnazione è destinato a perire, unico e irripetibile com'è, prima la componente fisica densa, poi quella sottile psichica/emotiva.
Non solo non sopravviverà alla morte, ma neppure ai prossimi cinque minuti.
Ogni attimo che passa, infatti, cambia quel complesso psicofisico che credi di essere.

Vedi, Fede79, ci sono buone probabilità che tu sia un troll e alcune probabilità (decisamente inferiori) che tu sia proprio come ti mostri.
In questo ultimo caso, visto che già più interlocutori ti hanno risposto con chiarezza e ti sono state suggerite chiare letture, mi permetto un consiglio.

Ti piace credere che puoi scegliere la tua prossima incarnazione? Che nella prossima vita avrai tutto ciò che hai desiderato in questa? Ti aiuta a vivere meglio, con maggiore serenità?
Ebbene continua a crederci.
Nessuno di noi intende convincerti del contrario.
E poi, chissà, in fondo l'upanishad recita: "Si diventa quel che si pensa". Potresti anche ottenere ciò che desideri.
:twisted:

Ma non continuare a chiedere, perché se chiedi non ti si può rispondere con una consolatoria menzogna.
Non qui.

latriplice
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Re: Reincarnazione

Messaggio da latriplice » 20/02/2018, 19:56

Cielo ha scritto:

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.

Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.

E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?

L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.

L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.

L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.

Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.

La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.

Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.

Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.

Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.

Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.

Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?

La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.

Ma non c’è motivo di essere pessimista. In primo luogo non hai dato il via alla ricerca spirituale, Dio lo fece. È qualcosa che è successo perché era previsto secondo il tuo destino e la volontà di Dio. Se Dio ti ha condotto così lontano, perché dovresti pensare che ti abbandoni ora? Pertanto, considera il tuo bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.


"La beatitudine della guaina anandamayakosa (corpo causale-Ishwara) non è generata da alcun eccitamento né da stimoli sensoriali esterni attrattivi; non dipende cioè da nessun condizionamento formale. Coloro che l'hanno provata parlano di pace profonda, intensa serenità, pienezza data dall'assenza di desiderio."

Bhagavad Gita a cura di Raphael, pag. 64


Se non sono l'artefice dell'azione e riconosco in Dio il vero artefice, cosa mi separa da Lui?

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 21/02/2018, 8:36

cielo ha scritto:
19/02/2018, 10:01
cielo ha scritto:
17/02/2018, 13:59
Il tempo è una condizione relativa all'osservatore che è nel flusso.

Il flusso della manifestazione è ordinato e segue delle leggi "fisiche", le particelle danzano nella propria orbita e sono soggette alle leggi del campo, governate dall'armonia degli opposti e dalle leggi di attrazione, repulsione e continua trasformazione.

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.

Il lettore dell'akasha, per estensione il lettore del Campo universale, è oltre, vede ma non è visto.
Non conosce nascita e morte, è ciò che non diviene.
Quali epoche conosce? E' punto immobile, perno della giostra.


Ma che significa scusa?Mi chiarisci in parole povere questo concetto?

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 21/02/2018, 8:42

latriplice ha scritto:
20/02/2018, 19:56
Cielo ha scritto:

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.

Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.

E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?

L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.

L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.

L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.

Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.

La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.

Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.

Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.

Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.

Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.

Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?

La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.

Ma non c’è motivo di essere pessimista. In primo luogo non hai dato il via alla ricerca spirituale, Dio lo fece. È qualcosa che è successo perché era previsto secondo il tuo destino e la volontà di Dio. Se Dio ti ha condotto così lontano, perché dovresti pensare che ti abbandoni ora? Pertanto, considera il tuo bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.


"La beatitudine della guaina anandamayakosa (corpo causale-Ishwara) non è generata da alcun eccitamento né da stimoli sensoriali esterni attrattivi; non dipende cioè da nessun condizionamento formale. Coloro che l'hanno provata parlano di pace profonda, intensa serenità, pienezza data dall'assenza di desiderio."

Bhagavad Gita a cura di Raphael, pag. 64


Su questo sono daccordo con te,adesso anch'io sono illuminato,però io dicevo questo:se io in questa vita sono stato sfortunato,nell'altra posso sperare in qualche ricompensa?

Fede79
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Re: Reincarnazione

Messaggio da Fede79 » 21/02/2018, 8:47

latriplice ha scritto:
20/02/2018, 19:56
Cielo ha scritto:

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.

Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.

E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?

L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.

L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.

L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.

Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.

La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.

Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.

Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.

Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.

Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.

Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?

La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.



E' semplice a parole,in teoria è semplice,ma come si fa ad accettare la volontà di Dio,quando non hai il lavoro,non hai la donna,non sei realizzato?Concretamente come si fa scusa?

cielo
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Re: Reincarnazione

Messaggio da cielo » 21/02/2018, 10:49

latriplice ha scritto:
20/02/2018, 19:56
Cielo ha scritto:

Anche noi "viventi" seguiamo l'ordine della manifestazione e le sue leggi, in quanto incarnati e legati al ritmo universale oltre che individuale.
Che conduce al corollario che io non sono l'agente delle mie azioni, e nemmeno l'altro. Se c'è totale accettazione che questo corrisponde alla realtà dei fatti, allora è illuminazione.

Significa la totale accettazione che tutto nel mondo avviene per volontà di Dio; attraverso quale persona in particolare ciò avvenga è la volontà di Dio, e in che modo tale avvenimento influisca su ciascuno é anch’essa volontà di Dio.

E cosa farà per me l’illuminazione nella mia vita quotidiana che non ho mai avuto prima?

L’illuminazione non ti renderà un essere umano perfetto, nessuna negatività ma solo positività. Non ti darà poteri speciali come camminare sull’acqua, apparire in due posti allo stesso tempo o prevedere il futuro.

L’unica cosa che l’illuminazione ti darà è la pace della mente, shanti.

L’illuminazione potrebbe non renderti la vita facile, ma la vita diventa certamente più semplice e rilassata.

Il Buddha disse: “L’illuminazione è la fine della sofferenza”.

La sofferenza che il Buddha intendeva non era la sofferenza fisica, poiché non c’è modo di evitarla. Non c’è modo di evitare il dolore fisico che è stato assegnato nella vita di ciascuno. Anche Gesù Cristo gridò dal dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

La sofferenza a cui il Buddha si riferiva era la sofferenza causata dal senso di essere l’artefice dell’azione, orgoglio e arroganza per le proprie buone azioni, senso di colpa e vergogna per le proprie cattive azioni, e odio e risentimento nei confronti degli altri per le loro azioni.

Accettare che tutto sia volontà di Dio rimuove il fardello dell’orgoglio, dell’arroganza, della colpa e vergogna, il che significa pace della mente.

Come disse Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.

Una delle prime cose che accade con l’illuminazione è che l’ego si rende conto che la propria programmazione contiene alcuni punti positivi e alcuni punti negativi. Il saggio sa che non è perfetto e nemmeno gli altri lo sono. Questa comprensione provoca un profondo senso di tolleranza, sia per se stesso che per l’altro. Il saggio comprende che il vero significato del termine “fratellanza universale” è che siamo una fratellanza di strumenti attraverso i quali opera la volontà divina.

Quasi tutti accettano intellettualmente un concetto che libera dal peso della colpa e della vergogna per le proprie azioni, e odio e rancore verso l’altro per le loro azioni. Ma il problema è che il concetto non può funzionare a meno che l’accettazione sia totale e non solo intellettuale.

Quindi, che cosa devo fare per avere la totale accettazione che non sono l’agente delle azioni?

La risposta è “nulla”. Se non sono l’agente, non c’è nulla che io posso fare. Può solo accadere se è previsto che accada secondo la volontà di Dio ed il tuo destino.

Fede79 ha scritto:
21/02/2018, 8:47
E' semplice a parole,in teoria è semplice,ma come si fa ad accettare la volontà di Dio,quando non hai il lavoro,non hai la donna,non sei realizzato?Concretamente come si fa scusa?
Si dice che il primo passo è proprio rendersi conto dell'insorgenza e persistenza dei desideri, allenandosi a osservarli insieme al senso di frustrazione di non vederli realizzati. Essere consapevoli delle oscillazioni della mente, e del gioco di attrazione e repulsione.
Il divenire, il mondo, è caratterizzato dai contrari: luce e buio, bello e brutto, gioia e dolore che si alternano continuamente, in un movimento-mutamento senza fine.

Si dice anche che lo yoga, ossia il percorso che conduce l'anima individuale, l'onda che sorge dal mare e si infrange sulla riva (nascita e morte), aiuti a sviluppare la consapevolezza che l'onda è fatta di acqua, esattamente come il mare da cui è sorta. Un mare che si muove grazie alle onde, inesauribile e sempre presente nella sua "forma di mare", immobile ed eterno, Assoluto, non toccato o condizionato dagli opposti, dal due. Senza parti, totale.

Quando l'onda si rende conto di essere mare, segue la corrente che la gonfia e la spinge, insieme alle altre onde. Non ha la responsabilità di orientare il suo flusso, governato dal mare.

PS: impegnati a scrivere dopo il [/quote], per favore, altrimenti i tuoi messaggi risultano leggibili con difficoltà e passa la voglia di risponderti.

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