Proseguo lo studio del Vedanta perché mi sta indicando il sentiero della Conoscenza attraverso l'introspezione e l’accettazione di ciò che sono, qui e ora. Avere dei riferimenti qualificati nella testimonianza dei capisaldi della Tradizione metafisica universale e unica, e dei compagni di viaggio per confrontarsi e condividere, è un sostegno di cui ancora necessito e pure una grande fortuna di cui sono costantemente grata.
Sto imparando che solo attraverso l'eliminazione del senso dell'io e del mio si può tendere verso una conoscenza superiore (spirituale), l’unica che ci possa liberare dai legami che ci trattengono impedendoci di sperimentare la piena felicità dell’Essere, Quello che è e non diviene.
Per quello che riguarda invece la conoscenza inferiore (terrena) e le vicende di questo io scrivente:
ho iniziato a praticare e approfondire lo yoga (hatha e raja), l'ayurveda e la musicoterapica in giovane età con istruttori indiani e proseguo tuttora, in abbinamento allo studio e alla pratica del tai chi chuan (yang).
I miei interessi si focalizzano sulla musica e sull’uso terapeutico del canto sacro (mantra, kirtan e bhajan) e della ritmica attraverso l’utilizzo di strumenti a percussione.
Elencare i nomi di tutti coloro che si sono presi cura di me nel percorso di autoconoscenza, indicandomi, con amorevolezza e pazienza, la via e il viaggio (e relative insidie) sarebbe problematico.
Impossibile però non citare George Dharmarama, il mio primo maestro di yoga, che con amore paterno iniziò a sbrogliare i dubbi di una giovane mente che aspirava ad accostare il Sacro senza sapere bene da che parte cominciare e come proseguire. Mi diede anche una sorella: Savitri.
Devo a lui gli incontri con Sri Ramachandra Trivadi che risvegliò il mio cuore, Vemu Mukunda, James Eruppakkattu, il Dottor Ganesh Chandrasekaraya Manesh Joshi, S.V. Govindan e Jean Klein.
Ho avuto inoltre la grazia incommensurabile di poter incontrare il Venerabile Kalu Rimpoche, Mātā Amṛtānandamayī (Amma), Sai Baba, Bodhananda e lo Shaykh Muhammad Nazim Adil (ordine sufi Naqshbandi).
Sono qui, su questo forum, perché ho fatto l’esperienza che un saṅga informatico di ricercatori/filosofi/viandanti che si incontrano e dialogano, pur provenendo e percorrendo differenti sentieri, è un’opportunità per imparare la pratica cardine del vedanta: la “non contrapposizione”.
Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie
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