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Sai Baba - stralci

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cielo
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Sai Baba - stralci

Messaggio da cielo » 16/11/2016, 17:47

Una volta ho domandato ad alcune persone cosa avrebbero voluto essere nelle mani del Signore e alcune dissero “il loto”, altre “la conchiglia”, altre ancora “ il disco”, ma nessuno scelse il flauto.

Io vi consiglierei di aspirare a divenire il flauto perché allora il Signore stesso verrebbe da voi e vi raccoglierebbe.

Acquisite lo spazio nel cuore vuotandolo completamente dell’ego ed Egli soffierà attraverso di voi creando musica affascinante per il piacere di tutta la Creazione.

Siate retti, privi di volontà propria per fonderla con la Volontà di Dio, inalate solamente il respiro di Dio; questa è la Vita Divina, lo scopo che tutti dovete raggiungere.

Sai Baba, Discorso del 23 Febbraio 1957.
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Voi non avete neppur bisogno di leggere la Gita o le Upanishad, ne udrete una concepita specialmente per voi se chiamate il Signore che è nel vostro cuore.

Egli è lì insediato come vostro auriga: chiedete a Lui e otterrete le risposte.

Abbiate la Forma del Signore davanti agli occhi quando sedete tranquillamente nel luogo di meditazione e abbiate sulle labbra il Suo Nome, qualsiasi nome, quando fate il namasmarana [ripetizione di un Nome di Dio].

Se ripetete il Nome del Signore senza la Sua Forma davanti, chi deve rispondervi?

Non potete parlare sempre con voi stessi, la Forma di Dio che chiamate vi sentirà e vi risponderà.

Un giorno, tutte le agitazioni devono finire, non è così?

La meditazione sulla Forma del Signore e la ripetizione del Suo Nome sono gli unici mezzi adatti a far cessare le agitazioni mentali.

Sai Baba, Discorso del 23 Febbraio 1958.

cielo
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Re: Sai Baba - stralci

Messaggio da cielo » 20/11/2016, 12:52

Questo discorso di Sai Baba mi ha evocato le parole del Cristo del Vangelo che, ad una esegesi superficiale possono apparire perfino scandalose e paradossali considerata la forza, l'impatto, dei termini usati, soprattutto se si considera l'invito a "monte" del Cristo di amare, accudire, aiutare,il prossimo tuo, che è come te stesso.
Mi trova concorde l'interpretazione che rileva che il Cristo qui invita i discepoli davvero motivati nella ricerca (quelli che vogliono "seguirlo" fino alla crocifissione) a "morire a se stessi" sostituendo ogni desiderio effimero e legato al divenire, con il desiderio unico di fondersi nel Sé, di tornare alla fonte, al Padre o al "luogo di nascita" di ognuno, come diceva Sri Ramana.
Lo stesso marca Sai Baba nel suo discorso evidenziando come l'amore per il Divino debba assorbire ogni altro legame d'amore terreno, destinato a svanire come nuvole nel cielo.
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34 Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada.
35 Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera;
36 e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.
37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me.
38 Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me.
39 Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. (Matteo 10: 34-39)

26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.
27 E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. (Luca 14: 26-27)

24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
25 Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
26 Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? (Matteo 16: 24-26)
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Mantenete i legami solo con Dio

Molti stranieri vengono qui ed instaurano rapporti inutili con altre persone. Alcuni, quando Mi incontrano per la prima volta, dicono: “Sono venuto da solo”. Poi, dopo un po', portano con sé una donna e affermano: “Questa è mia moglie”. Perché volete coltivare simili relazioni e attaccamenti, visto che siete venuti qui per ragioni spirituali? Tutte queste relazioni sono temporanee. Dovete perciò troncare questi legami e stabilire una relazione solo con l'entità permanente ed eterna, il Signore Supremo.

Dio è onnipresente: Egli esisteva prima che voi nasceste e continuerà ad esistere anche dopo la vostra morte. Perciò, dovreste cercare di mantenere rapporti stretti solo con Dio. Fate il vostro dovere con devozione e lasciate il risultato nelle mani del Divino. Solo così potrete essere sempre felici.

Il vostro comportamento e il vostro carattere sono molto importanti e dovrebbero riflettersi nel vostro aderire alla disciplina e alle buone maniere. Oggigiorno, invece, la nazione vive uno stato d’inquietudine proprio a causa della mancanza di disciplina. Dovreste seguire sempre la massima: “Aiuta sempre, non fare mai del male”.

La gente non capisce il Mio ideale di perfezione, che consiste di purezza, pazienza e perseveranza.
Pazienza significa essere in uno stato di pace. Io sono sempre felice e pieno di pace. Quando Mi dicono: “Felice compleanno”, Io rispondo che sono sempre felice e che gli auguri dovrebbero farli a chi felice non è.

Un'altra caratteristica della pazienza è di non farsi esaltare dalla lode e di non lasciarsi deprimere dalla calunnia. Io non sono toccato né dalla gioia né dal dolore, ma sono in un perfetto stato di samadhi (sama+dhî), cioè di equanimità nella gioia e nel dolore.

La perseveranza è una qualità determinante per poter raggiungere un obiettivo. Con la perseveranza, nara può diventare Nârâyana, cioè l'uomo può diventare divino. Le persone che non hanno questa qualità non potranno mai ottenere nulla. Tutti i loro sforzi saranno come cercare di tenere dell'acqua in un recipiente bucato. Se dirigete tutte le vostre azioni verso Dio, diventerete uno con Lui. Ciò dovrebbe essere fatto avendo come base l'Amore, Prema.

Un uomo che viva senza amore è praticamente un morto. Voi nutrite amore verso vostro padre, vostra madre, vostra moglie, i vostri figli ed altri ancora. Non c'è niente di male in questo, ma dovete vedere Dio in ognuno di essi. Questa è l'essenza della famosa preghiera a Dio: Tvameva mâtâcha pita tvameva; Tvameva bandhuscha sakhâ tvameva; Tvameva Vidyâ dravinam tvameva; Tvameva sarvam mama Deva Deva.
Questa preghiera, rivolta all'Essere Supremo, dice: “Tu sei padre, madre, amico e parente. Tu sei la Conoscenza e la ricchezza. Tu sei tutto, o mio Signore!”

Noi dovremmo vedere Dio in ogni essere. L'intero universo è una manifestazione del Brahman. In quanto esseri umani, voi provenite da Nârâyana e siete divini, ma non riuscite ancora a capirlo.
Quando fate il namaskâram, il saluto con le mani giunte, significa che state offrendo i vostri cinque organi d'azione e i cinque organi di percezione al Divino. L’atto del namaskâram enfatizza l'unità. Se otterrete unità e purezza la Divinità si manifesterà. Voi invece ora alimentate soltanto inimicizia e mediocrità.

Dovete parlare con dolcezza e con garbo ed evitare legami e relazioni inutili. L'esercizio spirituale più semplice è di concentrarsi su Dio con amore, vale a dire espandersi ed abbracciare tutto e tutti. Questo è l'unico modo per realizzare il Divino.

Sai Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema mudhita manase kaho, Rama, Rama, Ram!”

Kodaikanal, Capodanno telugu,11 Aprile 1994 (Trad. dal periodico SANATHANA SARATHI, Maggio 1994)

Il discorso completo qui

Blu Jiva
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Re: Sai Baba - stralci

Messaggio da Blu Jiva » 20/11/2016, 13:53

Solo una piccola precisazione.
Nel Vangelo secondo Matteo al paragrafo 34 (Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma una spada), in una nota (propria del Vangelo ) viene specificato "Una spada, perché richiede una decisione, a volte contrastata". il termine "spada" non deve essere dunque visto come quasi un 'paradosso' ma, in questo contesto, come qualcosa di necessario: un prendere posizione, senza ambiguità.

cielo
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Re: Sai Baba - stralci

Messaggio da cielo » 20/11/2016, 15:19

Blu Jiva ha scritto:
Solo una piccola precisazione.
Nel Vangelo secondo Matteo al paragrafo 34 (Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma una spada), in una nota (propria del Vangelo ) viene specificato "Una spada, perché richiede una decisione, a volte contrastata". il termine "spada" non deve essere dunque visto come quasi un 'paradosso' ma, in questo contesto, come qualcosa di necessario: un prendere posizione, senza ambiguità.
Corretta precisazione, anche se penso che ogni precisazione di un messaggio tanto essenziale dimostri come l'esegesi di certe affermazioni sia molto soggettiva.
Cogliere l'essenza richiede, a mio avviso, una nudità interiore e un'apertura che va oltre la pur necessaria esegesi delle parole utilizzate da chi si rende trasmettitore di verità eterne. L'esegesi richiede l'utilizzo della mente, la ricezione dell'insegnamento le qualificazioni necessarie all'ascolto e alla successiva riflessione e meditazione, in modo da metterlo in pratica.
La spada la vedo come la necessaria discriminazione tra effimero e permanente, sottile e grossolano. Una vera pace non è basata sulla trattativa e il compromesso, ma sulla pacificazione interiore di ogni spinta contraria al ritorno a Quello: Pura Armonia.

Blu Jiva
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Re: Sai Baba - stralci

Messaggio da Blu Jiva » 20/11/2016, 16:11

cielo ha scritto: La spada la vedo come la necessaria discriminazione tra effimero e permanente, sottile e grossolano. Una vera pace non è basata sulla trattativa e il compromesso, ma sulla pacificazione interiore di ogni spinta contraria al ritorno a Quello: Pura Armonia.
Blu Jiva ha scritto:
"Una spada, perché richiede una decisione, a volte contrastata" [...] un prendere posizione, senza ambiguità.

cielo
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Re: Sai Baba - stralci

Messaggio da cielo » 24/11/2016, 16:35

Fate buon uso degli organi di senso
Dio non ha desideri né aspirazioni, è privo di ego.
Ogni cosa del mondo esteriore è la reazione, il riflesso e la risonanza del vostro essere interiore.
Questa è una stoffa [mostrando un fazzoletto] ma, parlando con esattezza, non è una stoffa, è un intreccio di fili: i fili, tessuti insieme, hanno assunto la forma di una stoffa.
Similmente, i pensieri e desideri di un essere umano costituiscono la mente e, a turno, si manifestano in forma verbale; le parole portano alle azioni tramite gli organi di senso. In questo processo, l'uomo alberga dei pensieri e sentimenti cattivi.
Perché Dio ha dato gli occhi all'essere umano? Soltanto affinché veda il bene. Così le orecchie son fatte per udire cose buone e la lingua per pronunciare parole buone; le parole che dite devono essere sempre dolci e delicate, mai aspre. Quindi dovete considerare sacro ogni arto e organo del corpo datovi da Dio e farne un uso corretto; un corpo così sacro deve essere dedicato a Dio e a nessun altro. Egli vi dà tutto il necessario per il viaggio della vita per cui dovete insediarlo sull'altare del vostro cuore sacro e puro.

Jñâna, la Saggezza
Dio è onnipresente, il cielo è Dio e la terra è Dio; Egli è immanente in ogni essere umano nella forma del respiro (Soham). L'uomo deve comprendere questa verità; soltanto quando comprendete la natura effettiva di Dio si può dire che abbiate acquisito la saggezza (jnana).
Jnana non è mera conoscenza acquisita sui libri; dai libri di testo si ottiene una informazione vasta ma chi ha la conoscenza-saggezza?
Chi è uno jnani (anima realizzata)? Solamente la persona che ha portato a manifestazione il concetto "Io non sono il corpo, io non sono la mente, io sono effettivamente Dio" è uno jnani vero.

La schiavitù dell'uomo
Se dite "Questo è il mio corpo", chi siete voi? A chi vi riferite?
L'espressione "Questo è il mio corpo" significa che voi siete separati dal corpo e quando dite: "Questa è la mia mente", la mente è disgiunta da voi; in modo simile, se dite: "Questo è il mio intelletto (buddhi)", significate che il buddhi è scisso da voi.
Cos'è questo "mio" in tutte queste espressioni?
Quel "mio" e "io" è ciò a cui Gesù Cristo si riferiva come "ego" e deve essere reciso. Questo è il significato vero della croce, l'ego viene tagliato. Voi siete legati da "io e mio" e questo è il legame umano; se vi liberate da questi due vincoli, rimanete soltanto "voi".
Ora siete nel corpo ma supponiamo che dobbiate lasciarlo domani: chi siete allora e dove siete? Non lo sapete!
Il corpo è come un vestito, un indumento; una volta che vi liberate dall'attaccamento a questo abito, la vostra vera natura si palesa. La stessa verità è stata spiegata nella frase "...chi pensate di essere, chi gli altri pensano che siate e chi siete veramente"; quella è la natura vera dell'essere umano. Quando qualcuno vi chiede: "Chi sei?" voi rispondete "Io sono il tal dei tali", dite il vostro nome; in realtà, quel nome vi è stato dato dai genitori al momento della nascita e non da Dio.

Io sono Brahman
Supponete di chiedere a Dio: "Chi sei Tu?", Egli risponderà: "Io sono Brahman (Aham Brahmasmi). Ogni individuo dovrebbe ricordare a se stesso: "Io sono Brahman, non ho nessun altro nome"; se qualcuno vi chiede: "Qual è il tuo nome?" dovreste rispondere: "Il mio nome è Brahman".
Se siete costantemente coscienti della vostra natura reale, allora siete nell'Atma Tattva (consapevolezza di essere l'Atma), non dovete contemplare nient'altro. Quando incontrate un amico, o un conoscente, salutatelo con un inchino che significa un omaggio alla Divinità immanente nell'individuo. Quindi non date spazio al sentimento di "Io, io, io". Tutti i corpi fisici sono come ruoli recitati in una commedia, sono mutevoli e il mondo è una commedia cosmica; voi dovete ricordare sempre a voi stessi che state recitando il vostro ruolo nella commedia cosmica e che la vostra natura reale è quella di una Incarnazione del Sé Divino (Atma Svarupa).
Avete qualche dubbio in proposito? [Sai Baba si rivolge all'uditorio]. Se avete dei dubbi, siete confusi. Disgraziatamente, oggi non si conosce la propria vera natura e allora come si potrebbe sapere qualcosa su Dio?
Quindi, prima di tutto, prendete coscienza di voi stessi! Chiedetevi: "Chi sono io? Chi sono io?" e porterete a manifestazione: "Io sono Io, Io sono Atma", "Io sono Io, Io sono Atma", "Io sono Io, Io sono Atma".
Se dimenticate questo Sé Divino, ciò che rimane è ubriacatura, incoscienza! Dovete quindi diventare divini.


Le relazioni sono passeggere
Rama, Krishna, Govinda, etc. sono soltanto riferimenti alla Divinità adottati nel gergo comune. A un individuo ci si riferisce con vari nomi basati sulle relazioni a livello fisico; una persona ne parla dicendo: "Lui è mio genero", un'altra dice "Lui è mio figlio" e una terza dice: "E' mio fratello".
Così ci si lega man mano che le relazioni aumentano. Da dove sono emersi questi legami? Li avete prodotti tutti voi.
Voi sposate una ragazza e dite: "Questa è mia moglie", ma prima del matrimonio chi era lei? Non lo sapete. Dopo vari anni, quando muore, voi non ne sapete più niente, nè chi fosse prima che di averla sposata, né dove sia andata dopo il trapasso; la relazione moglie-marito sussiste solamente nel contempo. Quindi non vi preoccupate del passato; il passato è passato, il futuro è incerto e voi non conoscete, non avete conoscenza del passato né del futuro, avete conoscenza soltanto del presente. Vivete quindi nel presente che è l'unica realtà.
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Sai Baba, discorso tenuto a Prashânti Nilayam, il 25 dicembre 2009.
(Tradotto dal testo inglese pubblicato da: www.sathyasai.org). Le correzioni dell'italiano sono mie.

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