Fedro ha scritto: ↑16/09/2020, 21:44
Se penso al drammatico rientro a scuola degli studenti, che si osserva, non riesco proprio a contestualizzare le parole di Sai Baba: come parlare a chi hanno messo dietro le sbarre, di quanto sia bella la vita indipendente.
Penso allora a queste parole, invece:
"Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente"
(Maria Montessori)
Vero, ma il giudizio-la visione dei bambini dietro le sbarre è personale, frutto di esperienza personale di accudimento di bambini, osservazione dei loro comportamenti e di ciò che li rende sereni e gioiosi, liberandoli dalla paura.
L'osservazione del "gioco" è consapevole negli amministratori, negli educatori, nei genitori e negli studenti (attori protagonisti)?
Forse, magari...e speriamo che almeno la maggior parte dei coinvolti nel "gioco della scuola"ci provi a "fare il meglio" per i bambini e che i bambini-studenti facciano il meglio indicato, con la loro intelligenza e sensibilità.
Certamente alcune visioni-opinioni come quella di Maria Montessori, trasmettono con immediatezza che sono impulsate dall'amore non solo per il proprio bambino, ma per tutti gli individui in crescita e formazione, a cui fornire supporto e sostegno e da una visione chiara e naturale del gioco, come quella del contadino che cura le piante in crescita.
Solo nel tempo però si potranno valutare e analizzare gli effettivi benefici-malefici connessi a delle scelte e azioni messe in atto da qualcuno che non sono "io" (che la penso in un certo modo).
Quanti osservatori ci sono? Proliferano visioni e opinioni che preannunciano effetti. Normale.
L'accenno di Sai Baba allo spettatore del gioco, mi ha fatto venire in mente la spiegazione, a me molto chiara, di Jean Klein che usa la metafora della giostra per evidenziare che il "girare del mondo" è l'effetto della creazione dei processi mentali di un io separato che gira per i fatti suoi.
Detto con parole mie, ognuno, se si percepisce al centro della giostra può osservare i cavallini e le zucche girare (può "vedere", come dice SB), ma è un attimo che la mente, trascinata dai ricordi e dai desideri (di ottenere il bene e allontanare il male, soggettivamente percepito) si lasci assorbire da ciò che vede e, impulsata dalle "passioni", salga sul cavallino e inizi a girare descrivendo il panorama che vede girando.
A me capita, ahimè! Giro e rigiro...
Domanda: la memoria è dunque un oggetto?
Risposta: Sì, la memoria è una funzione del mentale. Per ritornare all'azione, dovete comprendere che voi non siete l'attore, nè colui che soffre o gioisce...
Alla fiera, la giostra gira e voi siete portati da lei.
In quel momento voi siete il movimento, siete l'attore: se però lasciate il vostro posto e vi portate al centro della giostra, vi troverete in un punto immobile.
Da quel punto immobile vedrete girare il vostro posto, ma la vostra posizione è stabile.
Di conseguenza nell'atto bisogna non avere alcun pregiudizio, ma con la certezza di non essere nè il corpo, nè il mentale, giunge un momento in cui sentite senza sentirlo, in cui sapete, ma non in modo intellettuale - ed è la particolarità dell'esperienza - di essere installati in qualcosa di stabile, anche se state facendo il vostro mestiere, fate le vostre commissioni o andate a rispondere al telefono.
(Jean Klein, la giostra - appunti personali)