Raphael - Soluzione dei coaguli energetici
Inviato: 16/07/2019, 19:22
Soluzione dei coaguli energetici.
Può avvenire che nella nostra spazialità si presentino contenuti psicologici o, meglio, coaguli energetici qualificati che hanno una certa forza e persistenza da condizionare il centro coscienza non stabilizzato. Anzi, ci sono particolari contenuti-coaguli che possono rendere l'ente completamente aggiogato e frustrato; ogni individuo ha un suo "guardiano della soglia" con cui deve fare i conti, a volte possono essercene più di uno con grave difficoltà della coscienza a gestire il proprio equilibrio.
Che cosa occorre fare in questi casi ? Proponiamo alcune modalità operative:
a) Con la potenza del suono (mantra*) disgregare il coagulo. E' un atto dinamico, preciso e immediato.
b) Accettandolo e integrandolo nella pura coscienza; occorre naturalmente avere adeguata posizione solare coscienziale.
c) Rallentando il ritmo del contenuto e sottraendogli energia fino a neutralizzarlo completamente.
d) Operando con una qualità energetica opposta a quella del contenuto. In questo caso si ottiene una sorta di trasmutazione alchemica.
Però ciò che occorre non è combattere in modo frontale il contenuto. I quattro modi di operare vanno espressi in termini di "calma determinata", di consapevole amorevole fermezza; non è la volontà egoica, ma la consapevolezza decisa a essere arbitro dell'evento. Inoltre non bisogna giudicare, biasimare oppure giustificare il contenuto.
La Visione che tutto ciò che si percepisce nella propria spazialità non è altro che un "secondo" relativo, per quanto di particolare consistenza, può favorire una maggiore coscienza solare. Assoluto è solo colui che percepisce, colui che osserva, che è consapevole, colui che è testimone di ogni movimento qualitativo; e quando si prende consapevolezza della propria assolutezza l'atteggiamento verso il "secondo" cambia completamente e la soluzione dell'evento diventa certezza.
Sotto questa prospettiva si può dire che la Conoscenza tradizionale rappresenta una quinta modalità operativa; anzi, per chi è predisposto basta la Conoscenza a svitalizzare, neutralizzare e sciogliere ogni possibile "secondo" che può presentarsi all'orizzonte della circonferenza psichica.
Il mantra disintegra la forma, la Conoscenza svilisce e scioglie, l'Amore (che parte dal puruṣa incarnato) trae a sè tutto ciò che tocca integrandolo e risolvendolo.
Raphael, tratto da "Oltre l'illusione dell'io", Ed. Aśram Vidyā, pag 39-41)
* mantra (m): "pensiero"; ciò che dimora, esiste o si manifesta nel pensiero o come pensiero; una sezione dei Veda; inni usati negli atti rituali; formula o parola sacra, versetti espressi o meditati in parole durante la concentrazione e la meditazione; suoni semplici (śabda), parole (pada) o frasi (vākya) che, penetrati intuitivamente e coscienzialmente, si rivelano energeticamente carichi e atti a far acquisire e stabilizzare certi stati di coscienza; pensiero vibrante. Il mantra è dunque un suono semplice o composito, ovvero un insieme di suoni, per cui, oltre a costituire oggetto di ripetizione verbale e mentale (japa), è essenzialmente un oggetto, supporto (ādhāra) o seme (bīja) di meditazione che necessita di penetrazione intuitiva, di risonanza e identificazione coscienziale. Il termine mantra, secondo il nirukta, costituisce qualcosa da preservare (trāṇa) nella mente (manas).
(Tratto dal Glossario Sanscrito Eḍ. Parmenides)
Può avvenire che nella nostra spazialità si presentino contenuti psicologici o, meglio, coaguli energetici qualificati che hanno una certa forza e persistenza da condizionare il centro coscienza non stabilizzato. Anzi, ci sono particolari contenuti-coaguli che possono rendere l'ente completamente aggiogato e frustrato; ogni individuo ha un suo "guardiano della soglia" con cui deve fare i conti, a volte possono essercene più di uno con grave difficoltà della coscienza a gestire il proprio equilibrio.
Che cosa occorre fare in questi casi ? Proponiamo alcune modalità operative:
a) Con la potenza del suono (mantra*) disgregare il coagulo. E' un atto dinamico, preciso e immediato.
b) Accettandolo e integrandolo nella pura coscienza; occorre naturalmente avere adeguata posizione solare coscienziale.
c) Rallentando il ritmo del contenuto e sottraendogli energia fino a neutralizzarlo completamente.
d) Operando con una qualità energetica opposta a quella del contenuto. In questo caso si ottiene una sorta di trasmutazione alchemica.
Però ciò che occorre non è combattere in modo frontale il contenuto. I quattro modi di operare vanno espressi in termini di "calma determinata", di consapevole amorevole fermezza; non è la volontà egoica, ma la consapevolezza decisa a essere arbitro dell'evento. Inoltre non bisogna giudicare, biasimare oppure giustificare il contenuto.
La Visione che tutto ciò che si percepisce nella propria spazialità non è altro che un "secondo" relativo, per quanto di particolare consistenza, può favorire una maggiore coscienza solare. Assoluto è solo colui che percepisce, colui che osserva, che è consapevole, colui che è testimone di ogni movimento qualitativo; e quando si prende consapevolezza della propria assolutezza l'atteggiamento verso il "secondo" cambia completamente e la soluzione dell'evento diventa certezza.
Sotto questa prospettiva si può dire che la Conoscenza tradizionale rappresenta una quinta modalità operativa; anzi, per chi è predisposto basta la Conoscenza a svitalizzare, neutralizzare e sciogliere ogni possibile "secondo" che può presentarsi all'orizzonte della circonferenza psichica.
Il mantra disintegra la forma, la Conoscenza svilisce e scioglie, l'Amore (che parte dal puruṣa incarnato) trae a sè tutto ciò che tocca integrandolo e risolvendolo.
Raphael, tratto da "Oltre l'illusione dell'io", Ed. Aśram Vidyā, pag 39-41)
* mantra (m): "pensiero"; ciò che dimora, esiste o si manifesta nel pensiero o come pensiero; una sezione dei Veda; inni usati negli atti rituali; formula o parola sacra, versetti espressi o meditati in parole durante la concentrazione e la meditazione; suoni semplici (śabda), parole (pada) o frasi (vākya) che, penetrati intuitivamente e coscienzialmente, si rivelano energeticamente carichi e atti a far acquisire e stabilizzare certi stati di coscienza; pensiero vibrante. Il mantra è dunque un suono semplice o composito, ovvero un insieme di suoni, per cui, oltre a costituire oggetto di ripetizione verbale e mentale (japa), è essenzialmente un oggetto, supporto (ādhāra) o seme (bīja) di meditazione che necessita di penetrazione intuitiva, di risonanza e identificazione coscienziale. Il termine mantra, secondo il nirukta, costituisce qualcosa da preservare (trāṇa) nella mente (manas).
(Tratto dal Glossario Sanscrito Eḍ. Parmenides)