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Sai Baba - La decisione

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cielo
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Sai Baba - La decisione

Messaggio da cielo » 09/03/2018, 20:35

Pubblico uno stralcio di un lungo discorso di Sai Baba tenuto a Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 12 Marzo 2002 per la festa di Mahâshivarâtrî in cui c'è una storia che trovo affascinante per le sottili implicazioni che contiene: "occhi che vedono non parlano, bocca che parla non vede".

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La decisione

Una volta un aspirante spirituale prese una decisione: “Sono nato. Sono nato come essere umano; di conseguenza dovrei dire la verità e non prender parte all'ingiustizia.”
Andò nella foresta, si sedette e cominciò a ripetere il Nome di Nârâyana (Dio), nonché il mantra di cinque sillabe “Namah Shivâya”.

Îshvara (Shiva) decise di spingere l'aspirante in una situazione tale da costringerlo, in un modo o nell'altro, a dire una bugia. Così Îshvara, assunte le sembianze di un cacciatore, arrivò inseguendo un cervo.
L'aspirante, che si era votato alla Verità, vide che il cervo si era nascosto in un cespuglio di fronte a lui.

Arrivò Îshvara: “Oh, tu che compi penitenze! Sto cacciando un cervo. Lo hai forse visto?”
Che cosa poteva dire? Lo aveva visto. Pensò allora fra sé: “Se dico di non averlo visto, dirò una falsità. Se dico di averlo visto, al cervo verrà fatto del male. In tutti i modi, o dirò una bugia o danneggerò una creatura. A che sarà servito che io sia nato come essere umano? Che senso avrà avuto mantenere i voti per tutto questo tempo? Rovinerò i miei voti.”

Nel suo cuore pensò a Îshvara e Gli disse: “O Signore! Ispirami un valido stratagemma (yukti)!”
Dio, che è accanto a noi, con noi e in noi, immediatamente ci concederà ciò che chiediamo, non appena lo facciamo. Perché, allora, aver paura?

Così l'aspirante rispose al cacciatore: “Mio caro! Quelli che hanno visto (ovvero gli occhi) non possono parlare; quella che può parlare (la bocca) non ha visto. Questa è la mia risposta. Gli occhi hanno visto, ma non hanno bocca per parlare; la bocca può parlare, ma non ha occhi per vedere. Lo strumento che vede è una cosa, mentre quello che parla è un'altra. Non posso dire di più.”
Fu in questo modo che egli aggirò l'ostacolo.

Allora Îshvara gli si manifestò nelle Sue vere sembianze e gli disse: “Figlio caro! Questo yukti (stratagemma) è yoga (disciplina spirituale). È segno di vera umanità non danneggiare gli altri, bensì aiutarli al meglio, con un sentimento di protezione nei loro confronti.”

Questo fu il modo in cui l'aspirante protesse il cervo, non lo danneggiò, ma nemmeno disse una bugia.
È vero! A parlare è la bocca, che però non ha occhi, non è vero? A vedere sono gli occhi, che però non hanno bocca, no? Perciò, pensando che non fosse giusto dire una cosa e farne un'altra, (grazie allo stratagemma) l'aspirante raggiunse il suo scopo.

L'uomo di oggi deve raggiungere la Verità tramite yukti. Dobbiamo sfuggire ai nostri problemi, rivolgendo a Dio simili preghiere. Dobbiamo sviluppare il buon sentimento, il sentimento elevato, il miglior sentimento possibile per aiutare tutti.

Lo sviluppo delle qualità positive

Non dovremmo ferire nessuno, poiché il danno fatto ci recherà danno. Per ogni danno arrecato oggi a qualcuno, domani avrete dieci danni (di sofferenze). In questo modo sarete voi stessi ad aumentarvi il male. Non fate del male. Non tradite nessuno. Non oltraggiate nessuno, in nessun modo.

Tutte queste accuse, lodi, approvazioni e questi rifiuti sono in rapporto esclusivamente al mondo fisico. Sono tutte caratteristiche di pravritti (il sentiero esteriore) e non caratteristiche di nivritti (il sentiero interiore).

Sono tutte caratteristiche negative (di polarità negativa, esteriori – N.d.T.), mentre voi dovreste sviluppare qualità positive (interiori).
Siete nati come esseri umani. Come tali, acquisite un'ottima istruzione, diventate persone tanto importanti e tanto intelligenti, per poi permettere alle qualità negative, come oltraggiare gli altri, di sopraffarvi? A che serve l'istruzione che avete acquisito?

Si studia tanto, sviluppando molta discriminazione.
Nonostante ciò, lo stupido non conosce il suo vero Sé.
Che stolto!
Indipendentemente dallo stile di vita, egli non rinuncerà alle sue meschine qualità.
Studiare e ancora studiare conduce solo a polemiche e non alla piena Saggezza.
Che senso ha studiare tanto, se poi l’istruzione acquisita non vi conduce all’immortalità?
Acquisite la Conoscenza che vi rende immortali!

Essendo nati come esseri umani avete ottenuto molta conoscenza, una conoscenza superiore e saggezza; perciò non va bene che, alla fine, cadiate nell'ignoranza come degli animali.

Aiutare il prossimo è un merito; ferire il prossimo è un peccato.

Vyâsa, nel Mahâbhârata , con i seguenti due dettami insegnò a tutti: Aiuta sempre, non fare mai del male.

In verità questo è ciò che dovremmo imparare. Per quanto possibile, dobbiamo fare in modo di non far soffrire gli altri. Se dovesse capitare che qualcuno vi faccia soffrire, non importa: Dio proteggerà la vostra sofferenza.
Ma noi non dovremmo far soffrire gli altri. Non avete alcun diritto di causare sofferenza.
Per natura, siete normali esseri umani. Nell'uomo c'è la natura di Dio. Se la coprite con l'illusione e diventate bestiali, fate una cosa che vi danneggia, non è vero? Perciò, agite come esseri umani. A che razza appartenete? La nostra è la razza umana. Aiutatela a essere una buona razza umana. La vostra razza è quella umana; quindi, è necessario fare il giusto sforzo per promuoverla.

I due princìpi vitali

Quali sono i princìpi vitali di questa razza umana? Ce ne sono due: moralità e integrità.

È una vera razza (jâti) solo quella che possiede moralità (nîti).

Questa è la nostra razza. Senza tale moralità, come possiamo chiamarci “razza umana”? Dovremmo sviluppare moralità, senza la quale, qualsiasi cosa facciamo, è inutile. Dobbiamo vivere moralmente. Questo è il vero insegnamento di Îshvara.
Il dharma più importante degli abitanti di Bhârat è di comunicare (al mondo) che la natura divina in tutti è una. La cultura dell'India è contenuta in questo insegnamento. Dimostrare l'unità nella diversità è l'importante compito della cultura indiana. Invece voi, senza riconoscere l'unità nella diversità, state frazionando l'unità in diversità. Ciò non va bene. Non date spazio a differenze che vi fanno affermare: “Tu sei una cosa, io sono un'altra”, “Quello è tuo e questo è mio”, poiché tutto è nostro, nostro, nostro!

Chi sono io?

Incarnazioni dell'Amore! Studenti!
Innanzitutto sappiate chi siete. (Chiedetevi:) “Chi sono io, io, io, io?”
Voi non sapete chi siete.
Nella vostra comunità, nel vostro villaggio, non ci sono forse tanti che si presentano utilizzando il termine “io”?
Se dunque sapete “chi sono io?”, si capirà anche che “tutti sono io”.


Ci sono così tanti “io” a questo mondo. Vi è possibile conoscerli tutti? No, no! Se però conoscerete voi stessi, conoscerete anche tutti gli altri “io”.
Se quindi volete conoscere tutti, innanzitutto conoscete voi stessi. Dopo aver saputo che “io sono l' Âtma”, comprenderemo facilmente che tutti sono incarnazioni dell' Âtma. Tuttavia, nelle svolgimento delle varie professioni, o degli incarichi governativi, sarà molto difficile sentire che tutti sono la stessa cosa. Nonostante ciò, per quanto è possibile, dovremmo, in un modo o nell'altro, eliminare la dualità. Cominciare a perdonare gli altri e portarli sulla retta via è dimostrazione della presenza della Divinità nell'uomo.

La spiritualità

Che cos'è la spiritualità, in realtà?
Spiritualità vuol dire uccidere la bestialità in se stessi e trasformare la propria natura umana in natura divina. Questa è la sacra spiritualità. Poiché in ogni singolo essere umano esiste la natura animale, dobbiamo innanzitutto uccidere tale bestialità. Uccidetela! Dopodiché la nostra natura umana deve essere trasformata in natura divina. Questa è vera spiritualità. Spiritualità non vuol dire soltanto sapere delle cose sull' Âtma. Prendere le distanze dalla natura animale in noi e trasformarci nel Divino è vera spiritualità.
Ci sono anche molti altri significati di spiritualità.
La relazione fra âdi ( inizio, principio; il Principio, la Causa Prima ) e Âtma, è âdhyâtmika (spiritualità). L' Âtma in ognuno è âdhyâtmika. L'unità del sentire che “Voi e Io siamo uno”, è spiritualità. Dobbiamo entrare in tale Unità.
Qualunque cosa pensino gli altri, non dobbiamo prestar loro alcuna attenzione.

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