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Li Po

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Gruppo Vedanta Citra
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Li Po

Messaggio da Gruppo Vedanta Citra » 11/11/2016, 18:11

Immagine


A Tan Chiu

L’amico mio dimora
In alto sui monti dell’Est;
Gli è cara la bellezza
Delle valli e dei monti.
Nella stagione verde
Giace nei boschi vuoti;
E dorme ancora quando
Il sole alto risplende.
Un vento di pineta
Gl’impolvera maniche e manto;
Un ruscello ghiaioso
Gli terge il cuore e l’udito.
T’invidio! Tu che lontano
Da discorsi e discordie
Hai la testa appoggiata
A un guanciale di nuvole azzurre.

- Li Po -

Li Po (701-762) fra i massimi poeti cinesi della dinastia T'Ang, fu poeta, maestro di spada, calligrafo, cavaliere errante, e attraversò il percorso di questa esistenza durante una delle più terribili guerre intestine che devastarono e insanguinarono il suo paese, causando oltre trenta milioni di morti.
Infatti, mentre il censimento del 754 registrava 52.9 milioni di persone, quello del 764 ne censì soltanto 16.9 milioni.
Innumerevoli sconosciuti, uomini, donne, vecchi, bambini, sacrificati alla luna vorace dalla cieca follia degli uomini.

La sua poesia, comunque, illumina quel buio.

Non avendo la stoffa del cortigiano, benchè dapprima accolto alla corte dell'imperatore, ne fu presto esiliato trascorrendo la vita in un continuo vagare di contrada in contrada.

Nacque, si narra, a Suyab, in Kirghizistan, uno di quegli snodi di sabbia e frontiera lungo la via della seta, ove le leggende volano nel vento e i linguaggi si sovrappongono.
Si racconta che sua madre, durante la gravidanza, sognò una grande stella bianca che cadeva dai cieli.
Pare sia stato amante delle bevande alcooliche, di cui cantò l'ebbrezza, e dicono che morì perchè, ubriaco, volle acchiappare il riflesso della luna sull'acqua, cadendo nel fiume Yangzé ove annegò.
A me certe sue liriche sui piaceri del vino ( ch'era vino di riso, visto il luogo) ricordano assai le omologhe canzoni di Rumi, chissà.
Forse, in tempi diversi, percorsero la medesima via.

Indossò molti nomi.
Li Po essendo il suo nome di famiglia, fu chiamato Tai Bai (letteralmente Grande Bianca, Venere la stella d'Oriente), fu conosciuto come Qīnglián Jūshì (che significa Capofamiglia del Loto Azzurro) o con gli pseudonimi di Poeta Immortale ( Shih-hsien), Vino Immortale (Chiu-hsien), Immortale Esiliato (Che-hsien-jen), Poeta-Cavaliere Errante ( Shih-hsia, o "Poeta Eroe").
In Giappone fu detto Ri Haku o Ri Taihaku.
Lui si riferiva a sè stesso di solito come 白, Po o Bo.

Lo divertiva il gioco delle maschere che usò sapientemente, poetando dal punto di vista della femmina e da quello del maschio.
Nessuna donna avrebbe saputo interpretarsi meglio di come egli seppe fare, eppure il suo corpo era d'uomo, e virile.

Maestro di spada, in gioventù duellò e fu responsabile della morte di molti suoi simili.

Seguì la via del Tao.

* Il ritratto in alto mostra Li Po appoggiato ad un tronco frondoso mentre contempla una cascata, avvinto da due giovani che sembrano quasi trattenerlo dal lanciarsi nel vuoto.
Li Po è visto da Katsushika Hokusai, il mirabile pittore giapponese del "mondo fluttuante" (ukiyo-e).
La poesia è tratta da Liriche cinesi (1753 a. C. – 1278 d. C.). Antologia dell’antica poesia cinese a cura di Giorgia Valensin. Prefazione di Eugenio Montale. Ed. Einaudi.


[brano tratto da forum pitagorico 25/3/2013]

***
Tu che lontano
Da discorsi e discordie
Hai la testa appoggiata
A un guanciale di nuvole azzurre.

Ha fatto risuonare un antico ricordo, talmente l'immagine trasmette l'essenza. Di quella pienezza del Nulla che è Tutto.
Tutte le espressioni, attuali e potenziali.
Li Po ne è esempio.

Forse quello stralcio della poesia è anche in una canzone di quando eravamo giovani...parole già ascoltate, la memoria si appanna e bisogna passarci la mano come sul vetro della macchina.

La mente si fa fiamma sottile e penetra la roccia che scavalca gli eoni...è come guardare in una caverna di stalattiti.

L'Immortale esiliato. Sì proprio Lui.
Ritorna ciò che non è mai nato e mai morto, ma forse non era mai andato via, è sempre stato lì, sono io che credo di aver perso la strada.

5. Egli [ātman] si muove e non si muove, è lontano e pur vicino, è interno al tutto, è [altresì] esterno al tutto. (Iśa upaniṣad)

E' sempre stato qui, ma gli occhi a volte sono foderati di petali di ciliegio...e si sognano tanti sogni, lontani e vicini, in un tempo che non c'è.

8. Ovunque si trovi a morire Colui che ha realizzato la Conoscenza - ma, invero, di qual morte si potrà mai più parlare per Costui? - lì stesso Egli si dissolve, divenendo onnipervadente come il cielo.(Uttaragīta, cap. II)

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