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Chidher *

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anam

Chidher *

Messaggio da anam » 31/10/2016, 15:19

Chidher, l’eterno giovane, dicea:
D’una città passai presso la porta;
Un uomo in un giardin frutta cogliea.
Chiesi: – Da quando è la città qui sorta? –
Sempre frutta cogliendo ei rispondea:
– Dacché vi furon uomini qui sta,
E cogli uomini fin soltanto avrà. –

Ma dopo cinque secoli Io ripassai per là!
Né più della città traccia restava.
La siringa un pastor sedea sonando,
Mentre il gregge l’erbetta e i fior brucava.
Chiesi: – Scomparsa è la città?... da quando? –
Ei rispondea, né dal sonar ristava:
– L’un nasce e l’altro muor!... Eterno or qua
Lento pascolo il gregge troverà. –

Ma dopo cinque secoli Io ripassai per là!
E un ampio mar trovai.
Curvo sull’onde Vidi le reti un pescator gettare;
E, quando gravi le trasse alle sponde,
Gli chiesi: – È qui da molto tempo il mare? –
Sorridendo ei mi guarda e mi risponde:
– Sempre i flutti spumar io visti ho là,
Eternamente qui si pescherà... –

Ma dopo cinque secoli Io ripassai per là!
Né più mar ritrovai, ma selve oscure,
E vidi un uomo che per l’aër fosco
Una quercia abbattea con ferrea scure.
Gli chiesi: – Di quanti anni antico è il bosco? –
Ed ei: – Da quando il mondo, esiste ei pure,
E fin tanto che il mondo durerà,
Di nuovi rami ognor si vestirà. –

Ma dopo cinque secoli Io ripassai per là!
E vidi una città vasta e fiorente,
Di mille voci udii confuso il suono.
– Da quando sorse qui? – chiesi alla gente –
La greggia, il mar, il bosco or dove sono? –
Nessun fra tanto strepito mi sente,
Nessuno del doman cura si dà...
Si pensa: tal fu sempre, e tal sarà!
Ma scorsi cinque secoli Vo’ ripassar per là!


Friedrich Rückert


da qui


* È al-Khiḍr (الخضر), o al-Khaḍir, della tradizione islamica, la manifestazione del maestro interiore, «un personaggio che sconvolge le attese, propone enigmi difficilmente risolvibili, dà spesso vita dove e mentre sembra distruggere. Nell’Islàm viene indicato come al-Khiḍr (oppure al-Khaḍir), il “Verde” o il “Verdeggiante” (corrispondente ad Elia in ambito ebraico e a San Giorgio in talune tradizioni siriache), che appare nel Corano (senza essere nominato, ma l’esegesi islamica è concorde) mentre sottopone Mosè a prove che questi non supera, in quanto non sa decifrarne né accettarne in silenzio le decisioni (Sura XVIII, 65-82).
Essendo il “Verde”, è collegato al rinnovamento della primavera, inclusa quella interiore; è perciò il Leone Verde che subentra dopo la “fase al nero” (opus nigrum) dell’alchimia, cioè dopo la globale distruzione di tutte le finte certezze che, indotte dall’ambiente, si ritengono erroneamente proprie. È colui che dà impulso alla germinazione, che fa fiorire il loto nello stagno fangoso, la santa percezione nel caos dell’abitudine mentale, l’antica Filosofia nel luogo delle passioni servili. Al-Khiḍr è l’altro Polo (indelimitabile) rispetto al Polo dell’Epoca (capo e limite della gerarchia iniziatica nel sufismo); non aiuta le strutture ed i loro aderenti bensì coloro che non fanno parte di alcuna struttura, che talora ne stanno agli antipodi. In tal senso è un messaggio fondamentale dell’Ignoto: non tutto sta nel nostro emisfero, nelle nostre classificazioni, non tutto rientra nell’atteso. Al-Khiḍr è il Maestro dell’Inatteso, sta di là dal Polo dell’Epoca e contatta gli amici di Dio direttamente».
cfr. Dario Chioli, Guru e Sadguru. La manifestazione del maestro interiore


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