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Natale 2021

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seva
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Natale 2021

Messaggio da seva » 21/12/2021, 17:13

Il gruppo va usato;
attraverso lʼamore possiamo fare nostre le esperienze degli altri,
ampliando così lʼazione vitale.
Presenza, presenza, presenza.
E quando cessa per lʼadesione ad altro dalla presenza,
ancora e comunque presenza.
Questo è il cammino.

Bodhānanda
(25 dicembre 2015, archivio dialoghi col gruppo Vidyādhara)

Quaderno Advaita & Vedanta nr. 198
17 dicembre 2021

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Fedro
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Re: Natale 2021

Messaggio da Fedro » 22/12/2021, 11:22

attraverso lʼamore possiamo fare nostre le esperienze degli altri,
ampliando così lʼazione vitale.
Porto innanzitutto la mia riflessione a questo passaggio a cui ci pone Bodhananda, e mi chiedo: cos'è l'amore per me?
Qualcosa che do, che ricevo, o che altrimenti può solo fluire oltre me stesso, e quindi che non mi appartiene?
So allora esserne, farmi strumento, e se esso risuona, viene percepito o suona vuoto inutilmente?
Altrimenti, forse non è... mi dico.
Di sicuro non ne dispongo, quindi posso solo cercare di pormi in ascolto di me e dell'esperienza degli altri quando si porgono in dialogo, ampliando tale esperienza nell'azione vitale, come dice Bodhananda stesso.
In ultimo, so cosa mi sta chiedendo Bodhananda (pur non offrendo a me queste parole, in modo diretto, ma che colgo tutti possano disporne in amore?)
D'altronde se fosse un messaggio esclusivo, ovvero diretto a pochi, qui non avrebbe nemmeno luogo, che altri non è, di condivisione e testimonianza personale, come dalle sue stesse parole di presentazione di questo forum:
Considerate anche l'idea che questo sia un luogo di incontro e di lavoro interiore, non una platea su cui esibirsi o insegnare: liberi di portare le proprie esperienze e confrontarle con quelle di altri, così come liberi di studiare i brani presentati sui siti o sui periodici.
e quindi:
Presenza, presenza, presenza.
E quando cessa per lʼadesione ad altro dalla presenza,
ancora e comunque presenza.
Questo è il cammino.
Queste parole tuonano in me, più che risuonare, essendo il fulcro centrale di ciò che mi ha impresso a fuoco, come insegnamento, Bodhananda.
La presenza di sè, la consapevolezza, e che non ha argini, agenti, scopi, interessi o spazio per sè, ma che nasce innanzitutto come certezza che non vi è Conoscenza che possa appartenermi, quindi da poter o dover mostrare o convincersi di tutelare, conservare o detenere.
Ma se non ci poniamo qui, nello spazio della condivisione di questo luogo, in questa nullità in cui svanisce l'affermazione di idee sapute o credute, a che serve questo luogo?
Presenza, presenza, presenza...
nelle incertezze e mancanze, oltre le immagini personali da conservare, difendere o mostrare, in questa estrema e potente esortazione, colgo piuttosto il mostrarsi per come si è, nella consapevolezza che si offre oltre la mai abbandonata identità in cui spesso ci trincerariamo impauriti, la presenza che si offre nello svestirsi di ciò che non ci appartiene, nella nudità dalle maschere spirituali che tanto ci hanno accompagnato e di cui adornarsi per nasconderci.
Questo il mio augurio, come rinnovato auspicio di incontro oltre le maschere, steccati, posizioni, indicazione secondo cui è stato aperto (a tutti) questo luogo.

cielo
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Re: Natale 2021

Messaggio da cielo » 25/12/2021, 10:08

Buon Natale e che saggenza e pazienza siano con noi!

Anche poca saggezza (merce rara e dop) è accettabile, ma frutto di esperienza di vita, di "realizzazione" della filosofia.

Saggezza e pazienza da condividere come briciole di pane e fichi secchi con i viandanti che passano di qua.
Offrendo quel poco che, insieme al resto che arriva, può apparecchiare un desco semplice ma che almeno non faccia venire il bruciore di stomaco o altri disturbi da overdose di cibo e bevande.

D'altra parte Il vedanta è arte di rinuncia, per come la vedo io.
Capacità di accordare lo strumento e suonare per ri-suonare senza contrapposizione. Altrimenti è una cacofonia.

Ritrarre un poco le antenne dal mondo, dal mutare costante di eventi e conseguentemente emozioni, che frullano vorticosamente.
Tante persone mi dicono che non guardano più i tiggi, stanno troppo male.
Si cerca di chiudere fuori il mondo, ma il mondo erompe rompendo tutti gli argini. Ci travolge.
Tempesta perfetta.
Saggezza (e non dipende dall'età) e pazienza, aiutano.

E' un po' come se guardassimo un enorme schermo (mentale) con tanti piccoli video che vanno avanti ciascuno con il loro film a raccontare storie. Apro e chiudo video e audio. Vivi e morti si confondono.

Questa modalità "multi-schermo" (multi "io", nel gioco degli specchi che consente il mondo duale) ho osservato che viene usata anche in TV. Per favorire l'integrazione del pubblico, che ognuno racconti in libertà una sua storia. Possibilmente se ci fa ridere è meglio. Antidoto al panico. Ci sta.

Divertente il multischermo a piccoli riquadri, ma se gioco da sola con il mio multischermo virtuale mentale ne vedo delle belle.
E la rinuncia mi viene sempre più facile e spontanea.
Capisco perchè ai tempi del massacro del campo del Kurukṣetra, qualche migliaio di anni fa, Krishna invitava quel poveretto di Arjuna ad "abbandonarsi al suo supremo Volere".
Ma che altro poteva fare quel poveretto? Certo, scappare, ma non era dignitoso per un guerriero kṣatriya di quei tempi.

Rinuncia al superfluo, al peso dei bagagli.

La Morte sussurra: impara a viaggiare leggera, vedrai che decollerai e volerai meglio quando ti porterò via.
Brrrrrr...........

Di conseguenza, cerco di attenermi alla "regola tradizionale", imparo a ritirarmi, nel silenzio. Il silenzio è fratello della verità. Scopre, ma protegge. Scopre i mostri della mente, i più terrificanti.

Allora la Morte gioca a briscola o ci facciamo una croce del tempo con i Tarocchi.
Più che altro usati per memorizzare le password sui dispositivi...

Mi dà dei suggerimenti. E' come un addestramento al poi, se vorrà concedermelo. Vedremo.

Osservo il ribollire del sangue della "ricerca filosofica" che continua, meno male.
Aldilà dei sutra e degli sloka divorati come cibo nutriente, mi ha mostrato come la Filosofia sia quella conoscenza che mai si potrà possedere per esibirla come una bella donna agghindata di parole e di perle vere al collo. Che balla il can can con i boa di struzzo.

E' la Musa che ti fa capire che la mente piange in continuazione e non è mai sazia.

La Conoscenza va perduta, dimenticata. Obliata, scoperta nell'Attimo, nella sua bellezza imperitura qui e ora.

Sarà per quello che si dice che la Conoscenza, paravidyā è eterna? E Bodhananda ci richiama alla Presenza come unico cammino e percorso da percorrere?

Si conosce di non conoscere. Si riconosce l'gnoranza.

In quel gesto di deposizione della non-conoscenza (non sono) accumulata aderendo all'"io sapiente", in certi momenti pare che il cuore, pur ascoltando le lamentazioni della mente che sempre si agita nel mutevole, è pronto ad accogliere la grazia della Madre che mai abbandona i suoi figli in questa ormai arcinota "valle di lacrime".

Sapere riconoscere ciò che si ha, la pienezza nel momento. Sperimentare la riconoscenza per la vita.
Anche il gruppo, il convivio, il pranzo va usato.
Così magari si impara a donare senza chiedere troppo (in cambio). Non è facile.
Soccorre Pazienza, che piega arroganza.

In questi anni di turbolenze plutoniane ho perso l'abitudine di piangere.
E' bello piangere, liberatorio.
Per chi ci riesce ancora.
In fondo commuoversi è un'arte, consente di chinarsi ai piedi dei più umili.
L'empatia dell'Uno che tutto e tutti abbraccia.

Buon Natale in serenità

scriba
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Iscritto il: 22/09/2016, 21:50

Re: Natale 2021

Messaggio da scriba » 26/12/2021, 8:14

In questa tempesta perfetta, come la chiama cielo, forse con stupido ottimismo vedo anche qualcosa di buono.
Ci si è scannati per anni dentro questo schermo, ego contro ego, centinaia e migliaia di piccoli ego in collisione. Che casino!
Ora guardate come a tratti sembra di vedere il "fallout", la resa all'evidenza dei fatti che ciascuno da solo è poca cosa o nulla. Non è male questa specie di aurora in cui l'opinare, dopo tanto sfogo, comincia a perdere peso.
Piano piano ci si rende conto: "Ma veramente penso che quello che io penso/credo/dico sia l'unica verità?"
Chi si è stancato di tirare cazzotti in aria comincia a sedersi da una parte e aspettare che anche gli altri si stufino, si mettano seduti e piano piano si ricominci a parlare, ascoltando e accogliendo il mondo visto dagli occhi altrui.
Prendetelo come un augurio, buone feste.

ortica
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Iscritto il: 17/03/2017, 10:29

Re: Natale 2021

Messaggio da ortica » 06/01/2022, 13:11

Dice Bodhananda:

attraverso lʼamore possiamo fare nostre le esperienze degli altri,
ampliando così lʼazione vitale.



Cosa significa?
Senza alcuna pretesa d'indicare un significato univoco, posso soltanto dire cosa significa per me, il che già di per sè non è facile perché si tratta d'un intuire più che di un capire.
E mettere per iscritto un'intuizione è sommamente complicato, perché richiede di fare ordine nel processo pensativo.
Vediamo cosa riesco a fare.
L'amore, che è comprensione totale, permette di “fare nostre” l'esperienze altrui.
Se amo, comprendo, e vivo ciò che vive l'altro, in un certo senso sono l'altro.
L'amore fa cadere, almeno per un poco nell’ambito in cui si manifesta, l’illusione della separazione.
E già questo passaggio non è che sia proprio tanto facile e alla portata.
Cosa succede, dunque, se cadendo l'illusione della separazione “io” vivo l’esperienza dell'altro?
Succede che, in una vita, sto vivendo molte vite, tante quanto la mia personale ampiezza d'amore lo consente.
C’è stato chi, in una sola vita, ha vissuto l’esperienza di tutti i “peccati del mondo”, sudando sangue in questa incommensurabile sofferenza.
Eppure, in quella vita, ha vissuto ogni vita, ampliando la sua azione vitale fino all'estremo, all'universale.
Non c’è più bisogno di ulteriori esperienze, tutto è compiuto perché tutto è stato compreso.

Senza aspirare a tanto, forse per mancanza di coraggio o per puro terrore, nella mia piccola sfera d'amore vivo la vita di alcuni (pochi) altri.
E già così è bello faticoso.
Ciò comporta che questa sfera vitale si amplia e non è richiesto di vivere ulteriormente quell'esperienze.
Perché sono già vissute, sperimentate: in una vita, molte vite.
Il gruppo aiuta, se, e soltanto se, si permette all'amore di fiorire nel gruppo.


In ultimo, mi chiedo: come posso sperimentare l'amore, in piccolo o in grande, ma che sia vero amore?
Anche qui, risponde Bodhananda:
Presenza, presenza, presenza.
E quando cessa per lʼadesione ad altro dalla presenza,
ancora e comunque presenza.
Questo è il cammino.


È ciò che mi auguro ed auguro al mondo.

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