Pausa di riflessione, tiepidezza o cosa?
Inviato: 27/02/2021, 11:08
E' più forte di me, ogni volta che scrivo qui proietto una bella aspettativa di poter ascoltare le testimonianze degli iscritti e invece silenzio di tomba, o forse silenzio di autoriflessione, impegnata nell'autoindagine sul "chi sono io? Io sono l'eterno sè"
Tat tvam asi.
Bello. Il cuore della sadhana. Aham brahmāsmi.
Se Bodhananda ci ha lasciato uno spazio aperto dove scambiare le testimonianze della sadhāna un motivo ci sarà. O no?
Ai tempi che furono, tentava di istruirci al karma yoga, spiegandoci che non era lo yoga dei gonzi troppo aderenti al mondo a lavorare e sgobbare. Poco portati a lodare e adorare la Pura Bellezza della Madre Divina o incapaci ad affilare la spada del distacco e della discriminazione nello jnana yoga. A studiare i sacri testi. Quelli fermi nella ricerca di sè nella giungla dei pensieri erranti e delle emozioni fuori controllo (tipo quelle che ci fanno essere agnellini in pubblico e belve sanguinarie o erinni urlanti in casa), silenziosi, composti, distaccati, che rispondono a monosillabi, a volte con una dotta citazione..mostrando le proprie certezze acquisite, come i vecchi lp di vinile da fare ascoltare solo agli intenditori...
Che scrivono a volte saggezze qua e là, preferibilmente sui canali veloci come gli stati di wp.
Scusate, è il karma dei tempi. Scivolo nel giudizio. Forse anche perchè conosco quelle mie maschere alternate e convinte, di santa martire o dotta erudita che piagnucolano che hanno sempre troppe cose da fare e da pensare, lavori troppo umili da sbrigare invece che momenti d'arte e d'adorazione, oppure banalità da risolvere, roba che non onora la cultura universitaria e neppure la levatura degli istruttori.
Anche se non esco quasi di casa, in quanto in pieno vanaprashta, l'azione resta doverosamente travolgente e solo con una consapevole accettazione di quello che c'è, quando c'è, si manda avanti la baracca della vita.
Bodhananda ai tempi ci faceva notare che "liberamente donato" (dall'istruttore) non corrisponde al "liberamente ricevuto" del ricercatore. Troppo facile. C'è un prezzo da pagare, prima.
Si riceve liberamente solo se si apre il cuore, allora ogni scambio è proficuo, non solo quello attaverso il canale preferenziale guru/aspirante, ma anche nella fratellanza tra compagni di viaggio che si aprono alla testimonianza intorno al fuoco. Ognuno col proprio fardello e sacchetto delle cibarie da offrire al fuoco.
Tutti vogliono la pura conoscenza e la "rivelazione", ma nessuno è disposto a pagare alcunchè; non funziona così.
Le leggi paiono le medesime nel mondo di Cesare e in quello di Dio.
Negli anni abbiamo usato a gratis Bo, e lui lo sapeva benissimo, il prezzo lo pagava lui per noi, ma di solito non funziona così, il prezzo lo devono pagare entrambi, chi dona e chi riceve, e se uno dei due non paga, in realtà non c'è nessuno scambio\condivisione\confronto, tutto torna nell'oblio, un caro ricordo, memorie stratificate da accarezzare e rimirare come le vecchie miniature (o le raccolte di figurine).
Lo stesso per il dialogo, l'apertura di cuori di cui parla Raphael, apertura che dovrebbe riguardare entrambi gli interlocutori, non solo uno dei due. Non siamo uccellini con i beccucci aperti per essere imboccati di cibo (magari pure già insalivato). Se non ci si apre neppure tra fratelli, non c'è dialogo e allora sarebbe meglio chiudere il forum, come mi viene detto a volte da alcuni amici silenziosi.
Devo ammettere che ho evidentemente un certo attaccamento per i luoghi di confronto informatico, a parte facebook che evito perchè mi pare una gigantesca rete a strascico per pesciolini errabondi. Una trappola.
Se non si fa uno sforzo di apertura allora c'è un monologo di uno solo dei due, di chi si è aperto, ma non un dialogo.
Ecco che, per deduzione logica, si comprende che cosa intendeva Bo quando diceva che "c'è un prezzo da pagare", perchè chi resta chiuso e gode solo dell'apertura altrui di fatto non sta pagando quanto riceve, e neppure onora l'istruzione ricevuta. Non sta pagando perchè non ha a sua volta aperto il cuore per ricevere (e donare anche) a sua volta.
Bo diceva che c'è un trucco, che poi non è un trucco, ma una verità, si riceve sempre molto di più di quanto si doni, o si è capaci di donare.
Per 10 che riesci a donare (aprendo il cuore), 100 ne ricevi per quella stessa apertura da cui hai donato.
E' che siamo talmente tirchi, impauriti, indaffarati, sommamente impegnati e preoccupati che non apriamo quasi mai il cuore nemmneno a 1 e quindi non riceviamo che 10, se e quando troviamo un cuore aperto che si doni. Dimenticandosi dei frutti dell'azione, da buon karma yogi.
Bo era un cuore aperto, e a chi si è aperto a lui x10 come minimo ha donato molto di più di quanto ha ricevuto. E certo la morte dell'involucro fisico non l'ha fermato e congelato come una meravigliosa statua di ghiaccio. E' acqua che scorre.
Tat tvam asi.
Bello. Il cuore della sadhana. Aham brahmāsmi.
Se Bodhananda ci ha lasciato uno spazio aperto dove scambiare le testimonianze della sadhāna un motivo ci sarà. O no?
Ai tempi che furono, tentava di istruirci al karma yoga, spiegandoci che non era lo yoga dei gonzi troppo aderenti al mondo a lavorare e sgobbare. Poco portati a lodare e adorare la Pura Bellezza della Madre Divina o incapaci ad affilare la spada del distacco e della discriminazione nello jnana yoga. A studiare i sacri testi. Quelli fermi nella ricerca di sè nella giungla dei pensieri erranti e delle emozioni fuori controllo (tipo quelle che ci fanno essere agnellini in pubblico e belve sanguinarie o erinni urlanti in casa), silenziosi, composti, distaccati, che rispondono a monosillabi, a volte con una dotta citazione..mostrando le proprie certezze acquisite, come i vecchi lp di vinile da fare ascoltare solo agli intenditori...
Che scrivono a volte saggezze qua e là, preferibilmente sui canali veloci come gli stati di wp.
Scusate, è il karma dei tempi. Scivolo nel giudizio. Forse anche perchè conosco quelle mie maschere alternate e convinte, di santa martire o dotta erudita che piagnucolano che hanno sempre troppe cose da fare e da pensare, lavori troppo umili da sbrigare invece che momenti d'arte e d'adorazione, oppure banalità da risolvere, roba che non onora la cultura universitaria e neppure la levatura degli istruttori.
Anche se non esco quasi di casa, in quanto in pieno vanaprashta, l'azione resta doverosamente travolgente e solo con una consapevole accettazione di quello che c'è, quando c'è, si manda avanti la baracca della vita.
Bodhananda ai tempi ci faceva notare che "liberamente donato" (dall'istruttore) non corrisponde al "liberamente ricevuto" del ricercatore. Troppo facile. C'è un prezzo da pagare, prima.
Si riceve liberamente solo se si apre il cuore, allora ogni scambio è proficuo, non solo quello attaverso il canale preferenziale guru/aspirante, ma anche nella fratellanza tra compagni di viaggio che si aprono alla testimonianza intorno al fuoco. Ognuno col proprio fardello e sacchetto delle cibarie da offrire al fuoco.
Tutti vogliono la pura conoscenza e la "rivelazione", ma nessuno è disposto a pagare alcunchè; non funziona così.
Le leggi paiono le medesime nel mondo di Cesare e in quello di Dio.
Negli anni abbiamo usato a gratis Bo, e lui lo sapeva benissimo, il prezzo lo pagava lui per noi, ma di solito non funziona così, il prezzo lo devono pagare entrambi, chi dona e chi riceve, e se uno dei due non paga, in realtà non c'è nessuno scambio\condivisione\confronto, tutto torna nell'oblio, un caro ricordo, memorie stratificate da accarezzare e rimirare come le vecchie miniature (o le raccolte di figurine).
Lo stesso per il dialogo, l'apertura di cuori di cui parla Raphael, apertura che dovrebbe riguardare entrambi gli interlocutori, non solo uno dei due. Non siamo uccellini con i beccucci aperti per essere imboccati di cibo (magari pure già insalivato). Se non ci si apre neppure tra fratelli, non c'è dialogo e allora sarebbe meglio chiudere il forum, come mi viene detto a volte da alcuni amici silenziosi.
Devo ammettere che ho evidentemente un certo attaccamento per i luoghi di confronto informatico, a parte facebook che evito perchè mi pare una gigantesca rete a strascico per pesciolini errabondi. Una trappola.
Se non si fa uno sforzo di apertura allora c'è un monologo di uno solo dei due, di chi si è aperto, ma non un dialogo.
Ecco che, per deduzione logica, si comprende che cosa intendeva Bo quando diceva che "c'è un prezzo da pagare", perchè chi resta chiuso e gode solo dell'apertura altrui di fatto non sta pagando quanto riceve, e neppure onora l'istruzione ricevuta. Non sta pagando perchè non ha a sua volta aperto il cuore per ricevere (e donare anche) a sua volta.
Bo diceva che c'è un trucco, che poi non è un trucco, ma una verità, si riceve sempre molto di più di quanto si doni, o si è capaci di donare.
Per 10 che riesci a donare (aprendo il cuore), 100 ne ricevi per quella stessa apertura da cui hai donato.
E' che siamo talmente tirchi, impauriti, indaffarati, sommamente impegnati e preoccupati che non apriamo quasi mai il cuore nemmneno a 1 e quindi non riceviamo che 10, se e quando troviamo un cuore aperto che si doni. Dimenticandosi dei frutti dell'azione, da buon karma yogi.
Bo era un cuore aperto, e a chi si è aperto a lui x10 come minimo ha donato molto di più di quanto ha ricevuto. E certo la morte dell'involucro fisico non l'ha fermato e congelato come una meravigliosa statua di ghiaccio. E' acqua che scorre.