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Flatlandia: alle Sfere

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ortica
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Flatlandia: alle Sfere

Messaggio da ortica » 22/10/2019, 17:24

Alle Sfere
che per Amore accettano di restare incastrate in questo mondo piatto,
soffrendo la rinuncia alla piena espansione dell'Essere
per mostrarci la via dell'Alto
.
♤♡◇♧

C''era una volta un mondo piatto, ma così piatto che era proprio come un foglio.
Due sole dimensioni: lunghezza e larghezza.
In questo mondo esistevano esseri piatti: triangoli, quadrati, poligoni sempre più complessi, fin quasi ad arrivare al cerchio.
Le donne, ovviamente, erano linee, senza neppure un misero angolo acuto.

La vita di questi esseri era alquanto complicata, infatti in un mondo bidimensionale tutto appare alla vista come una linea e allora come si fa a riconoscere un perfetto cerchio da una qualunque femmina?
Tastando tutto intorno, ovvio, e imparando a riconoscere gli angoli.

A proposito, più angoli regolari si hanno più si è in alto nella scalla gerarchica di quella buffa società.
I (semi) cerchi sono i capi, i saggi, i migliori.
I triangoli isosceli stanno al posto più basso.
Più in basso ancora le linee, terribilmente pericolose a causa del fatto che, terminando il loro corpo di linea con una punta acutissima possoo trafiggere senza accorgersene gli ignari viandanti, qualche volta anche i mariti.
Per questa ragione, in alcuni stati c’è addirittura una legge che proibisce alle Femmine, sotto pena di morte, di camminare o anche di star ferme in qualsiasi luogo pubblico senza muovere continuamente il posteriore da sinistra a destra, in modo da segnalare la propria presenza a chi sta dietro.

Insomma questi esseri trascorrono la vita nel loro mondo piatto quando un bel giorno, anzi una brutta sera, a casa di uno di loro, un rispettabile quadrato, si manifesta una linea stranissima.
Essa ha la peculiare capacità di sparire e riapparire, di allargarsi e restringersi.
Una cosa spaventosa, un incantesimo, un portento!

Immagine

Il povero quadrato tenta di negare l'evidenza, si stropiccia gli occhi, vorrebbe scacciare violentemente quell'essere innaturale che mette in discussione tutte le sue certezze.
Ma non si può.
A un certo punto la sfera lo solleva con sè, rivelandogli la dimensione dell'altezza.
Dopo un primo momento di straniamento totale, il quadrato gode di quella visione impossibile e vorrebbe non finisse mai.
Purtroppo, però, bisogna tornare e la voglia insopprimibile di condividere la sua incredibile esperienza con tutti gli altri abitanti del mondo piatto, lo perderà.
Così, da rispettabile professionista per voler essere profeta della quarta dimensione, il povero quadrato diventa un reietto, un eretico, un carcerato.
Alla fine della sua vita, chiuso in una buia prigione, non riesce più neppure a rammentare a sè stesso la sensazione meravigliosa dell'altezza.
Ma crede comunque e crede pure che oltre alla terza, vi possano essere infinite altre dimensioni.

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Questo breve riassunto è liberamente tratto da Flatlandia di Edwin Abbot.
Il libro inizia con questa dedica

Agli Abitanti dello SPAZIO IN GENERALE
È Dedicata Quest’Opera
Da un Umile Nativo della Flatlandia
Nella Speranza che,
Come egli fu iniziato ai misteri
Delle TRE Dimensioni
Avendone sino allora conosciute
SOLTANTO DUE
Così anche i cittadini di quella Regione Celeste
Possano aspirare sempre più in alto
Ai Segreti delle QUATTRO CINQUE O ADDIRITTURA
SEI Dimensioni
In tal modo contribuendo
All’arricchimento dell’IMMAGINAZIONE
E al possibile Sviluppo
Della MODESTIA, qualità rarissima ed eccellente
Fra le Razze Superiori
Dell’UMANITÀ SOLIDA

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