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Riflessioni su Parmenide
Riflessioni su Parmenide
Su quali fonti di Parmenide si starebbe riferendo?
Non vedo citazioni
Non vedo citazioni
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Dove non vedi citazioni di fonti su Parmenide? Qui sul forum?
Se apri l'intero articolo usando il link che ho messo, vedrai fior fior di citazioni di autorevoli studiosi (nel testo e in nota).
Tra l'altro l'autrice specifica che il suo articolo riprende una sua precedente illustrazione della retrospettiva dello storico delle religioni romeno Culianu riguardo l’esistenza di uno Sciamanesimo Iperboreo nell’antica area mediterranea: una «tecnica dell’estasi» riconducibile alla figura divina di Apollo Iperboreo di cui i maggiori interpreti, denominati «iatromanti», furono gli antichi sapienti e filosofi.
E dice: Ci concentriamo in questa sede [nell'articolo Parmenide, sacerdote di Apollo...] su uno di questi “illuminati”: Parmenide di Elea (IV – V sec. a.C.), nato a Elea/Velia (oggi Ascea, in provincia di Salerno), dove fondò insieme a Zenone la Scuola Eleatica.
Nel secondo paragrafo richiama la “Via” di Parmenide secondo Peter Kingsley, scrittore di cui in nota cita le opere - da lei presumibilmente studiate e approfondite- “In the Dark Places of Wisdom”, “Reality”.
Peter Kingsley è autore di quattro libri e numerosi articoli sulla filosofia antica, e ha scritto molto sui filosofi presocratici, Parmenide ed Empedocle e sul mondo in cui vivevano.
Come dicevo, nelle note ci sono altre indicazioni di studiosi utilizzate per il testo proposto.
Si cita, ad esempio lo storico dell'antichità italiano Giovanni Pugliese Carratelli in un suo intervento su “Parmenide. La storia di Velia” tenuto a Roma, ai Musei Capitolini. Mica ci vanno tutti ai Musei Capitolini a fare le conferenze. A me non invitano di sicuro, forse neppure te.
Pensi che come credenziali dell'articolo siano sufficienti?
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Ho letto solo quello che hai pubblicato, non il link
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
È che di Parmenide non abbiamo che dei frammenti. A differenza di Platone, di cui abbiamo un corpus ben verificabile, per tirar fuori sempre l'argomento advaita.
Ho letto un interessantissimo libro sull'incubatio parmenidea, che mi consigliò Riccardo sul vecchio forum, basato sugli scavi archeologici in Italia del sud. Quando mi ricorderò il nome...
Ho letto un interessantissimo libro sull'incubatio parmenidea, che mi consigliò Riccardo sul vecchio forum, basato sugli scavi archeologici in Italia del sud. Quando mi ricorderò il nome...
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Trovato!
Anche se il libro credo sia al momento introvabile, questa ne è una esauriente introduzione
http://www.emiliosanfilippo.it/?p=2154
Anche se il libro credo sia al momento introvabile, questa ne è una esauriente introduzione
http://www.emiliosanfilippo.it/?p=2154
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Ragazzi, ragazzacci!
Nell'apposito forum (dedicato a: Nuovi libri, letture, corsi, eventi che proponete), vi segnalo un articolo che ho letto e ve ne posto uno stralcio. Non sarebbe corretto postarlo per intero, visto che sono gli autori a decidere dove postare i loro studi, ma vi indico la strada dove trovarlo.
E' chiaro che vi invito a leggerlo tutto, anche perchè il paragrafo conclusivo qui stralxciato, che trovo veramente magistrale, ha un altro aroma se completato con quanto sopra spiegato su Parmenide "distruttore-guaritore".
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Ma guarda che causalità! L'autore del sito cita anche lui un testo di Peter Kingsley: “Nei luoghi oscuri della saggezza. Le origini rimosse della civiltà occidentale” .Fedro ha scritto: ↑18/01/2018, 15:36Trovato!
Anche se il libro credo sia al momento introvabile, questa ne è una esauriente introduzione
http://www.emiliosanfilippo.it/?p=2154
Evidentemente questo testo dell'esimio studioso è tradotto in Italiano, forse l'autrice dell'articolo ha anche letto l'altro citato in nota: “Reality”.
Re: Articolo: "Parmenide, sacerdote di Apollo: la “incubatio” e la guarigione sacra"
Fedro ha scritto: ↑18/01/2018, 15:21È che di Parmenide non abbiamo che dei frammenti. A differenza di Platone, di cui abbiamo un corpus ben verificabile, per tirar fuori sempre l'argomento advaita.
Ho letto un interessantissimo libro sull'incubatio parmenidea, che mi consigliò Riccardo sul vecchio forum, basato sugli scavi archeologici in Italia del sud. Quando mi ricorderò il nome...
L'interessantissimo libro è esattamente lo stesso, nell'edizione tradotta in italiano, citato nell'articolo postato da cielo, ovvero: Kingsley, Nei luoghi oscuri della saggezza.
Magari leggere prima di intervenire potrebbe essere un buon metodo.
Peraltro, prestando la dovuta attenzione all'articolo, forse si sarebbe anche osservato il magnifico dipinto di Poussin e il suo titolo.
Re: Riflessioni su Parmenide
Ho già spiegato... e perché prendersela tanto...?
Un conto è parlare dell'incubatio tramite degli scavi, un conto è tirar fuori l'advaita, come me detto.
Insomma si può avere un opinione opinabilissima, senza rischiare di offendere qualcuno, oppure scalfire una verità inopinabile e assoluta, evidentemente per altri molto evidente, e per me un po meno?
Un conto è parlare dell'incubatio tramite degli scavi, un conto è tirar fuori l'advaita, come me detto.
Insomma si può avere un opinione opinabilissima, senza rischiare di offendere qualcuno, oppure scalfire una verità inopinabile e assoluta, evidentemente per altri molto evidente, e per me un po meno?
Re: Riflessioni su Parmenide
Chi tira fuori l'advaita? Io? Perchè l'autrice non richiama proprio nessun advaita.Fedro ha scritto: ↑18/01/2018, 16:11Ho già spiegato... e perché prendersela tanto...?
Un conto è parlare dell'incubatio tramite degli scavi, un conto è tirar fuori l'advaita, come me detto.
Insomma si può avere un opinione opinabilissima, senza rischiare di offendere qualcuno, oppure scalfire una verità assoluta, evidentemente per altri molto evidente, e per me un po meno?
Quindi abbiamo appurato che sono io che ti faccio salire lievemente gli zuccheri nel sangue.
Bene, o male, non saprei. Restiamo equanimi e pacifici.
Tiro fuori l'advaita perchè trovo perfetta assonanza tra quanto detto sullo stato Mêtis e la consapevolezza a cui si perviene tramite l'autoindagine tipica del vedanta.
Mêtis è la particolare qualità di intensificata consapevolezza, che spontaneamente diventa consapevole di tutto simultaneamente.
Ugualmente l'advaita vedanta indica come l'introspezione, l'autoindagine sul Sè, conduca lo sperimentatore che, tacitato il pensare impulsato dal desiderio di acquisire oggetti da conoscere, e le sollecitazioni delle percezioni sensoriali, mantiene costantemente la piena attenzione-consapevolezza sul puro Essere, immobile, autorisplendente, incausato, onnipresente.
E con esso si fonde, per identità. Da due, uno. L'eterno immobile, Incondizionato e inconoscibile dalla mente riassorbe l'onda che si percepiva separata,nel suo movimento espansivo nel creato.
Il puro Essere che ci assorbe completamente rivela sè stesso nel non - moto, nel non - tempo, nell'eterno presente in cui l'Essere è, e non diviene. Finchè esiste un osservatore di eventi e pensieri esiste il moto, il tempo e lo scorrere del flusso causale.
E' in quello stato di non - moto che lo conosciamo e in Esso ci reintegriamo, l'onda che torna acqua, oceano. In consapevolezza, muore a sè stessa come onda e si riscopre quello che era sempre stata: movimento di acqua.
Mare eterno senza posa....diceva il mio maestro di yoga Dharmarama.
"Mentre la mente ordinaria si sposta nel suo incessante viaggiare, tale tipo di coscienza è invece sempre a casa, e la sua casa è ovunque.
Mêtis sente, ascolta, vede, è consapevole allo stesso tempo di tutto ciò che attraversa il nostro orizzonte di coscienza. Nulla le sfugge.
(...)
E in questa pienezza anche il passato e il futuro incominciano a mescolarsi, poiché non possono più essere separati. Entrambi sono inclusi nel presente. Anche il senso del movimento scompare."
Una volta si insegnava che alla Conoscenza sacra si perviene tramite il Silenzio che riassorbe il moto dei pensieri disordinati.
Prima si segue un suono, come un sibilo di cobra, e poi si piomba nel silenzio del Pranava, primo e unico moto dell'Immoto.
Re: Riflessioni su Parmenide
Grazie per il ripasso sull'Advaita.
Gli zuccheri mi salgono da soli al mattino, non certo per disquisizioni metafisiche, quanto per limiti fisiologici.
A parlare di Silenzio non si fa silenzio, però...
NB l' advaita l'hai quindi tirata fuori tu, e non l'autrice, ok
Per questo chiedevo.
Gli zuccheri mi salgono da soli al mattino, non certo per disquisizioni metafisiche, quanto per limiti fisiologici.
A parlare di Silenzio non si fa silenzio, però...
NB l' advaita l'hai quindi tirata fuori tu, e non l'autrice, ok
Per questo chiedevo.
Re: Riflessioni su Parmenide
Bene, la prossima volta segui il suggerimento di Ortica, prima di intevenire leggi.Fedro ha scritto: ↑18/01/2018, 16:46Grazie per il ripasso sull'Advaita.
Gli zuccheri mi salgono da soli al mattino, non certo per disquisizioni metafisiche, quanto per limiti fisiologici.
A parlare di Silenzio non si fa silenzio, però...
NB l' advaita l'hai quindi tirata fuori tu, e non l'autrice, ok
Per questo chiedevo.