Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Riflessioni dal silenzio

Utilizzate questo forum per qualsiasi argomento non categorizzato altrove.
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cielo
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Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cielo » 17/07/2017, 8:59


Om

Sahana vavatu

sahanau bhunaktu

Saha viryam kara va vahai

Tejasvinava dhi tamastu ma

vidvisha vahai

Om Shanti, Shanti, Shantihi

Qual è il suo vero significato?

"Muoviamoci tutti insieme;

siamo felici insieme;

agiamo insieme all'unisono;

Viviamo in armonia ed in comunione reciproca..."


In questi giorni ho ricevuto da tre persone delle riflessioni sul fatto che:
- questo forum è morto e si potrebbe fargli un funerale ufficiale,
- o ci si mette la faccia ed il cuore nel rispondere, oppure davvero è meglio lasciar perdere, perchè oramai la gente, ma come del resto sempre è stato, non gliene frega niente di letteratura e frasi riportate, vuole parlare con delle persone vere che parlano in prima persona per loro esperienza e testimonianza e non ripetendo a pappagallo le esperienze e autorità altrui
- ogni giorno il forum viene aperto nella speranza e attesa che qualcuno scriva qualcosa.

Così, a fronte di queste "coincidenze significative" (il tre è un numero "perfetto") provo a fare uno sforzo e scrivere qualcosa, anche se il silenzio a cui mi riferisco nel titolo è pervasivo, nel senso che non c'è comunicazione in senso lato in questo periodo, non ci sono spazi riservati in cui si scambia. Il silenzio è oggettivo, pesante, evidente. C'è qualche scambio a due, ogni tanto.
Non sta a certo a me scandagliare le motivazioni sottese a questo momento silenzioso e vuoto di stimoli e ispirazione a scrivere non solo per me evidentemente, ma ho colto la voce interiore che mi ha spinto ad aprire il 3d con lo shanti mantra, che viene riportato come apertura e chiusura della Taittiriya upaniṣad ed è presente anche nel Rig Veda (191, 4). Nel mantra si marca l'importanza di crescere insieme affrontando uno "studio luminoso", senza dispute.
Quello che evidentemente abbiamo fatto insieme è di "tagliare la testa al toro", ossia stando tutti zitti abbiamo trovato il modo più semplice per non lasciare che alcun conflitto o malvagità disturbi questo stare insieme.
Uno stare insieme che però evidentemente non permette di acquisire alcun vigore interiore.

Lo shanti mantra tradizionale è un mantra molto antico che viene usato solitamente per introdurre un momento collettivo, ad esempio viene usato prima di tenere una conferenza al pubblico, per creare quello stato di intima unione in cui chi apre un momento di condivisione si possa offrire in fratellanza ed umiltà e unirsi a coloro che ascoltano.

Il mantra viene tradotto in varie formule, simili alla radice ma un po' diverse nell'impostazione. In alcune si fa riferimento a "noi due" e in altre si introduce il concetto di "insieme". E' logico che l'insieme parte sempre da "un noi due" che poi diventa noi 3, noi quattro eccetera.

Possa [Quello] proteggerci entrambi!
Possa nutrirci entrambi!
Che noi due si possa acquisire insieme il vigore [spirituale]!
Che lo studio da parte di noi due sia luminoso!
Che tra noi due non si debba mai disputare!
Om! Śantiḥ Śantiḥ Śantiḥ!

(Mantra di chiusura della Taittirīya Upaniṣad con il commento di Śaṇkara (Traduzione dal sanscrito, presentazione e note a cura del Gruppo Kelala, edizioni Aram Vidya, ora Parmenides)


Sai Baba ha più volte aperto i suoi discorsi con lo shanti mantra e l'ha così tradotto e commentato:

“Muoviamoci insieme, cresciamo insieme, promuoviamo insieme la conoscenza che abbiamo acquisito.
Non lasciamo che alcun conflitto o malvagità disturbi questo stare insieme.
Pace, pace, pace."

(..)

Che grande mantra! e quale nobiltà di sentimenti in esso! Ma anche un mantra di idee così ampie è stato interpretato successivamente in senso limitato.
Così non si riesce a raggiungere nemmeno un millesimo del senso di uguaglianza e di amicizia condiviso nei tempi antichi.
Il significato della parola "Veda" è connesso con quello di "pienezza", che, come insegnano i Veda, raggiunge ogni cosa. Se ci sono equivoci è perché l'umanità non ha capito e non ha sentimenti umani nel senso proprio del termine.

(...)

Perché [pace] Shanti viene ripetuta tre volte?
La prima è per il piano del corpo fisico, la seconda per quello mentale e la terza per quello dell’anima.
Bisognerebbe essere in pace su tutti e tre i piani, quello fisico, quello mentale e quello spirituale.

[Sai Baba, Discorso 23.11.1995 tratto da Mother Sai Edizione speciale 6° Conferenza mondiale, anno VII N.7 e discorso del 3 ottobre 1989 (sul web)]


Concluderei queste prime riflessioni dal silenzio evidenziando che personalmente, nella mia esperienza, ho trascorso molti anni in cui sentivo forte l'esigenza di condivisione e dunque scrivevo e scrivevo sugli spazi web che Qualcuno aveva aperto e sostenuto con costante impegno e propria testimonianza anche per me, pellegrina tra altri pellegrini. L'interazione mi ha aiutato a crescere, a studiare, a capire e imparare e forse è per questo che anche io ho la speranza di poter leggere e scambiare anxcora qui.
Ora però quell'esigenza di condivisione la sento molto meno, è quasi azzerata. Condivido volentieri se altri manifestano il desiderio di farlo, di mio sento poche istanze.
Comunque oggi ci ho provato.
Vi saluto, spero che riusciremo a muoverci insieme da qualche parte.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 17/07/2017, 12:40

cielo ha scritto:In questi giorni ho ricevuto da tre persone delle riflessioni sul fatto che: - questo forum è morto e si potrebbe fargli un funerale ufficiale, - o ci si mette la faccia ed il cuore nel rispondere, oppure davvero è meglio lasciar perdere, perchè oramai la gente, ma come del resto sempre è stato, non gliene frega niente di letteratura e frasi riportate, vuole parlare con delle persone vere che parlano in prima persona per loro esperienza e testimonianza e non ripetendo a pappagallo le esperienze e autorità altrui - ogni giorno il forum viene aperto nella speranza e attesa che qualcuno scriva qualcosa.
In merito a quanto sopra, sembra che io sia stato l'unico ad esprimere il concetto pubblicamente. Mi domando perchè non sia stato fatto anche dagli altri. Oltretutto supporre che il silenzio sia dovuto ad un'assenza di cose da dire, ne dubito profondamente. Abbiamo sempre qualcosa da dire, da esprimere, da condividere. Chi dice il contrario o ha altri con cui condividere le proprie visioni, e allora- come dicevo- viene meno la funzione di questo forum, nato per unire persone che volevano condividere "qualcosa" che non potevano fare con altri, familiari o amici che fossero, e quindi sarebbe meglio chiudere baracca e burattini, oppure semplicemente "se la tira", per i motivi sopra esposti. Tertium non datur, imho.

cielo
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cielo » 17/07/2017, 17:23

Mauro ha scritto:
17/07/2017, 12:40
cielo ha scritto:In questi giorni ho ricevuto da tre persone delle riflessioni sul fatto che: - questo forum è morto e si potrebbe fargli un funerale ufficiale, - o ci si mette la faccia ed il cuore nel rispondere, oppure davvero è meglio lasciar perdere, perchè oramai la gente, ma come del resto sempre è stato, non gliene frega niente di letteratura e frasi riportate, vuole parlare con delle persone vere che parlano in prima persona per loro esperienza e testimonianza e non ripetendo a pappagallo le esperienze e autorità altrui - ogni giorno il forum viene aperto nella speranza e attesa che qualcuno scriva qualcosa.


In merito a quanto sopra, sembra che io sia stato l'unico ad esprimere il concetto pubblicamente. Mi domando perchè non sia stato fatto anche dagli altri. Oltretutto supporre che il silenzio sia dovuto ad un'assenza di cose da dire, ne dubito profondamente. Abbiamo sempre qualcosa da dire, da esprimere, da condividere. Chi dice il contrario o ha altri con cui condividere le proprie visioni, e allora- come dicevo- viene meno la funzione di questo forum, nato per unire persone che volevano condividere "qualcosa" che non potevano fare con altri, familiari o amici che fossero, e quindi sarebbe meglio chiudere baracca e burattini, oppure semplicemente "se la tira", per i motivi sopra esposti. Tertium non datur, imho.
Mi hanno contatto su altri canali, magari sono persone più timide.
Giusto, ma evidentemente non tutti sentono il bisogno di condividere, perchè di un bisogno si tratta. Io c'è l'ho ancora, pur debole (forse è l'età), scrivere fa parte del mio dharma karma fin da giovanissima, ma quel bisogno è ridotto rispetto al passato. Questa "evoluzione" o involuzione la constato in me stessa. La testimonio, qui ed ora. Difatti scrivo ancora e mi piace ancora farlo.
Però non sento più l'istanza che sentivo di palesare esperienze di percorso e di condividere i brani che a volte rileggo con le mie ricerche a randoṃ Devo dire che ho perfino un po' di timore nel farlo. Non è stato granchè apprezzato il lavoro di archivista, in nome della testimonianza di sè e basta, senza valore aggiunto di parole altrui.
Forse potrei farlo se l'imput, chiamiamolo così, venisse dall'esterno, da qualcuno che descrive o domanda sulla propria sadhana o chiede delucidazioni specifiche (qui meglio i copia incolla basati sugli archivi della memoria (sempre che l'elefante della memoria alzi la proboscide), tipo: "Ma lo spiegava Raphael, Bo anche lo diceva..."

Non mi viene spontaneo mettermi a parlare di cosa faccio per risolvere l'ansia o per cercare di sviluppare in me stessa uno sguardo equanime sul mondo che non si basi su attrazione e repulsione, o sorga a causa dell'emergere in me di maculazioni orripilanti.
O meglio l'ho detto cosa faccio come sadhana per la mente, uso la musica. Quando ad esempio dopo 8 o 9 ore di lavoro in ufficio torno a casa con ancora la mente che per forza di inerzia continua a gabolare sulle sentenze della Corte costituzionale o sulle opinioni della dottrina in merito al giusto riciclaggio del pattume, mi metto a suonare. Solo la musica mi placa, mi pulisce. Come fare una doccia alla mente. Ora sto suonando l'armonium, ma mi diletto con altri strumenti quali tamburi di ogni genere, flauto dolce e ocarine, campane tibetane, cembali.
Trovo che in ogni casa dovrebbero eserci degli strumenti musicali, aiutano molto.
Evidentemente l'esperienza condivisa sulla musica non ha risonanza. Mica mi posso arrabbiare, ti pare?

Osservo i moti della mia mente cercando di accettarmi con tutti i miei stupidi e inutili pensieri, se non esteriorizzo poi svanisce ogni moto, di solito.
Dunque amo ancora la condivisione con altri ricercatori, ma apprezzo anche il silenzio.
Resto lì, raccolta in me stessa, cercando di non usare la mente, di deporla, almeno finchè non servirà per pensare al risotto.

Questo forum non nasce per una condivisione ampia a tutte le tematiche dello scibile umano, ma per chi legge libri e studia tematiche legate o connesse al darshana vedanta ed agli altri dharshana "tradizionali", quali saṃkya, yoga, tantra, ajati vada...
Di conseguenza a me va pure bene che qualcuno che ha letto un libro dell'editrice i pitagorici, ad esempio Et in arcadia ego animam recepi venga qui a dire che ha letto un brano del libro e che non c'ha capito un lingaṃ Perchè no? Oppure che ne faccia un bel copia incolla di un passaggio perchè ne è rimasto interiormente colpito. Pure senza commento personale e in quel momento non c'ha l'energia per farlo. Gli piace e basta, gli risuona.
Come diceva mia nonna Margherita: "Non mettiamo limiti alla Divina Provvidenza".
Sarebbero limiti umani, dico io.

PS: adesso faccio una sadhana fisica, vado a impastare un po' di farina per una sfoglia da tirare col matterello e fare le tagliatelle. Così spiano tutto quello che c'è da spianare. Inesorabilmente.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 17/07/2017, 18:55

cielo ha scritto: Questo forum non nasce per una condivisione ampia a tutte le tematiche dello scibile umano, ma per chi legge libri e studia tematiche legate o connesse al darshana vedanta ed agli altri dharshana "tradizionali", quali saṃkya, yoga, tantra, ajati vada...
Proprio per questo! Con chi parli di questi argomenti? Con tuo marito? Coi tuoi figli? Io non conosco personalmente nessuno che abbia letto testi del vedanta o che almeno li conosca, a parte i miei amici vaisnava "hare krishna".
Tornerò a seguire i loro incontri, anche se sono refrattario al fideismo.
Un saluto e buon ferragosto a tutti!

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cielo » 17/07/2017, 19:06

Mauro ha scritto:
17/07/2017, 18:55
cielo ha scritto: Questo forum non nasce per una condivisione ampia a tutte le tematiche dello scibile umano, ma per chi legge libri e studia tematiche legate o connesse al darshana vedanta ed agli altri dharshana "tradizionali", quali saṃkya, yoga, tantra, ajati vada...
Proprio per questo! Con chi parli di questi argomenti? Con tuo marito? Coi tuoi figli? Io non conosco personalmente nessuno che abbia letto testi del vedanta o che almeno li conosca, a parte i miei amici vaisnava "hare krishna".
Tornerò a seguire i loro incontri, anche se sono refrattario al fideismo.
Un saluto e buon ferragosto a tutti!
E allora che se ne parli di questi argomenti, se sono d'interesse e si ritiene che parlarne possa aiutare.
Perchè delegare ad altri (potenziali eruditi o realizzandi nei suddetti campi) il farlo?
Comincia tu, come faresti coi tuoi amici Hare Krishna, anch'io ne ho tre, seri praticanti.
Il fideismo per me non è un problema, ognuno ha fede in ciò che intuisce una porta per acquisire pace e armonia col mondo e nel mondo. Per sentirsi più felice.
Quello che mi turba è la ritualità, tipica di una visione vaisnava.
Non fa per me, anche se uso degli strumenti per favorire il silenzio mentale, ma non ritualizzando le pratiche.
Ah, dimenticavo, buon ferragosto pure a te!

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 17/07/2017, 19:08

Questo forum nasce, così come i precedenti e le precedenti ML, quale luogo (sia pur virtuale) di incontro, di condivisione, di testimonianza di sè.
Nel passato, data la presenza di "fratelli anziani" quali un Premadharma o un Bodhananda, ci si era pure avvalsi di loro per un dialogo, là dove dialogo era potuto sorgere e svilupparsi, non sempre. ma quando ciò era accaduto, vuoi con loro o con altri fratelli più o meno anziani a loro volta, quando il dialogo sorgeva, questo non poteva che coronare in tutta la sua pienezza la presenza e significanza di questo luogo.

Parlo di dialogo, così come definito da Raphael (e non solo da lui)...

"Ogni vero dialogo non si svolge tra due individui, ma tra due cuori, tra due coscienze disponibili, tra due menti ricettive, tra due paia di occhi che cercano di comprendersi. Laddove c'è contrapposizione, reazione, fanatismo e superbia non può esserci dialogo e comprensione. Avere una coscienza disponibile non vuol dire trovarsi in condizione passiva o inerziale. Dialogare, nell'accezione tradizionale, significa percorrere una via, un sentiero; significa incontrarsi."

Ora se questo forum si pone questo come obiettivo, questo incontro e incontrarsi di cuori, questo dialogo auspicato e voluto, allora non resta che parteciparne, se e quando lo si voglia fare e desideri fare. Non è obbligatorio, a nessuno è chiesto di aprire il cuore se non lo vuole, ma se entra e partecipa di questo forum, sarebbe auspicabile lo facesse, e non che si postassero in eterno asettici "pensieri del giorno" e "semi di riflessione" per il beneficio urbi et orbi se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona, in condivisione e testimonianza personale.

Dialogare non è scambiarsi le proprie massime preferite, i propri stralci e brani tratti dai testi ed autori preferiti, non è questo. Dialogare è altro che postare pensieri del giorno e aforismi vari, o le parole del "maestro" che abbiamo scelto come riferimento.

Questo dovrebbe essere un forum di dialogo, nel vero e autentico senso della parola; se non riesce ad esserlo, a cominciare dai suoi stessi moderatori e autori, allora scivola nell'ennesimo forum-bacheca-giornalino (stile FB), dove si postano i soliti pensieri del giorno e semi di meditazione, ovviamente sempre e solo rigorosamente per gli altri, mai per noi stessi che non ci chiamiamo mai in causa nè ci offriamo mai ad una condivisione, testimonianza, dialogo, ovvero come diceva Raphael, con apertura di cuore.

Dov'è qui l'apertura di cuore alla base di un dialogo? In cosa chi legge dovrebbe cogliere un'apertura di cuore da parte degli autori? Se manco siamo capaci di firmare ciò che scriviamo, se parliamo sempre e solo per bocca e parole altrui, di quale apertura di cuore stiamo parlando?!

Se poi gli intenti di questo forum non sono quelli della condivisione e del dialogo, ma quelli dell'istruzione e insegnamento (del vedanta o che so io..), allora lo si dica chiaro e tondo, e sopratutto si dica chi sono gli istruttori e insegnanti preposti a ciò; si presentino e dichiarino i nomi portati (tradizionali o meno che siano), almeno così sono chiari e trasparenti intenti, fini e scopi. E così sono libero pure io di togliere il disturbo e andare a spendere il mio tempo altrove.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 17/07/2017, 19:57

Parlare di vedanta non vuol dire solo ripetere le frasi di Shankara o di Ramana. Vuol dire, per me, dire come queste parole hanno influito, se hanno influito, sul nostro agire; se hanno cambiato la nostra percezione di sè e del mondo, e condividerlo.
Ho sempre creduto che un tale forum servisse a ciò.

Ora, non nascondiamoci dietro al dito del silenzio come assenza di istanze interiori: falso.
Quando c'era PD ciò non accadeva, ed ora accade.
Ciò mi fa pensare, sarò cattivo, che le istanze che nascevano in presenza di PD fossero anche una forma, da parte dell'utente/ cercatore, di farsi vedere, di farsi bello ai suoi occhi, di assicurarsi la sua stima e sua amicizia, di farsi notare presso di lui, magare ottenendo incarichi e responsabilità in senso al forum stesso, o semplicemente richiamando la sua attenzione come facevo spesso io.

Ora, mancando PD, molti di questi motivi mai esplicitati sono caduti e quindi è caduto anche il bisogno di esporsi, di farsi notare, di compiacere all'owner.

Mi spiace dirlo, ma la penso così. Il silenzio su questo forum dipende, secondo me, da questo banale -seppur tristissimo- motivo.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 17/07/2017, 20:23

Ora, mancando PD, molti di questi motivi mai esplicitati sono caduti e quindi è caduto anche il bisogno di esporsi, di farsi notare, di compiacere all'owner.
Prima non mi veniva il termine, per cui ho tentato di utilizzare sinonimi inefficaci.
Il verbo esatto che volevo intendere era "accreditarsi presso l'owner".

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 17/07/2017, 21:44

Mauro ha scritto:
17/07/2017, 19:57
Parlare di vedanta non vuol dire solo ripetere le frasi di Shankara o di Ramana. Vuol dire, per me, dire come queste parole hanno influito, se hanno influito, sul nostro agire; se hanno cambiato la nostra percezione di sè e del mondo, e condividerlo.
Ho sempre creduto che un tale forum servisse a ciò.
Parlare di vedanta? di quale altro vedanta si potrà mai parlare se non di quello realizzato, di quello che si è realizzato.
E come altrimenti si pensa di parlarne se non testimoniandolo per come realizzato, vissuto, esperito?

I pappagalli ci sono sempre stati, quelli che ripetono all'infinito le parole lette, imparate, istruite dal maestro; facendole proprie, come se fossero loro, dette da loro e sopratutto realizzate da loro. Ma appena si chiede di dirlo in parole proprie, per proprio vissuto, esperienza, realizzazione, comprensione, c'è il silenzio più assordante a seguirle.

Lo ripeto ancora, un dialogo è fatto di cuore e parole nostre, che nascono dal nostro di cuore, dalla nostra di mente, dalla nostra di realizzazione (quale che essa sia) non certo da quanto letto e ripetuto a memoria e pappagallo. Se questo non viene compreso e non si comprende la differenza che corre tra le due, diventa tempo perso per tutti, per gli uni come per gli altri.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 18/07/2017, 7:21

Comunque sia, a parte l'incapacità/non volontà a testimoniarsi, la causa principale (non i colpevoli) mi sembra la caduta d'interesse verso il format forum in genere (ma anche dei vari blogs)
Si preferisce oggi una comunicazione più diretta, immediata, in piattaforme con potenzialità più interattive e multimediali (ma forse anche più superficiali) come quelle fornite dai social networks.
Daltronde il forum qui, ha un importanza comunque relativa rispetto alla finestra offerta dal sito, dunque è un falso problema occuparsi della fine o meno della costola di un intero corpo.
Io stesso, che seguo molto vari siti di musica ad esempio, non sono mai entrato nei forum ad essi integrati.
Dunque oggi, per chi cerca interazione:
socials network e incontri di gruppi o satsangs (soprattutto a pagamento)

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 18/07/2017, 18:04

Fedro ha scritto:
18/07/2017, 7:21
Comunque sia, a parte l'incapacità/non volontà a testimoniarsi, la causa principale (non i colpevoli) mi sembra la caduta d'interesse verso il format forum in genere (ma anche dei vari blogs)
Si preferisce oggi una comunicazione più diretta, immediata, in piattaforme con potenzialità più interattive e multimediali (ma forse anche più superficiali) come quelle fornite dai social networks.
Daltronde il forum qui, ha un importanza comunque relativa rispetto alla finestra offerta dal sito, dunque è un falso problema occuparsi della fine o meno della costola di un intero corpo.
Io stesso, che seguo molto vari siti di musica ad esempio, non sono mai entrato nei forum ad essi integrati.
Dunque oggi, per chi cerca interazione:
socials network e incontri di gruppi o satsangs (soprattutto a pagamento)
Nei siti non c'è alcuna interazione, nei siti leggi quello che il sito ha di scritto o di immagini nelle pagine e questo è quanto. Come fai a domandare, a rispondere, a commentare, a porgere una riflessione su un sito?
FB dall'altra è fin troppo immediato e permettimi, superficiale, adatto ad un gioco di botta e risposta, come usa oggi, battute su battute e controbattute; ma se devi dire qualcosa di più ponderato e riflessivo come pensi di farlo su FB, a suon di like e up con la manina col pollice alzato?

Nessuno dialoga sui social network, sono tutti monologhi, scambio di monolghi e battute, una gara (e sfoggio) a chi la dice più d'effetto e d'impatto mediatico. A me non sembrano luoghi dediti alla riflessione e sopratutto al dialogo, quanto piuttosto all'annuncio, allo scoop, all'immagine e immediato effetto da sortire e altrettanto velocemente da dimenticare.

A me pare che si sia perso la capacità di scrivere, la dialettica nello scrivere; oggi si scrive in modo telegrafico, la modalità FB ne è esempio eloquente. Una frase, una battuta, si ribatte e tutto finisce lì; basta pigiare un tasto con "like" ed hai detto tutto. A me tutto ciò non sembra lontanamente apertura di cuore e testimonianza di sè, o piuttosto se lo è è testimonianza della propria superficialità ed evanescenza di pensiero, capace solo di mettere insieme tre parole ad effetto immediato, senza nessuna radice e profondità.

No, non è il mio genere, infatti pur avendo un sito FB non lo frequento nè coltivo in alcun modo.

Un dialogo tra ricercatori, un incontro di cuori, non può aver luogo in uno scambio di due battute con acronimi e lessici prestampati e prestabiliti. C'è la necessita di dare alla parola, alle parole, il suo senso e valore proprio, in un organico dialettico e completo, e questo in quelle modalità del mordi e fuggi non può aver luogo.

Ci vuole calma, pazienza, ponderatezza, riflessione, scrivere qualcosa dal cuore, del cuore richiede meditazione, riflessione, introspezione, e tutto ciò non può trovare la sua forma in due battute su chat, all'insegna del botta e risposta. Così la penso, questo il mio pensiero a riguardo.

latriplice
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 18/07/2017, 18:22

cannaminor ha scritto:
17/07/2017, 19:08
Questo forum nasce, così come i precedenti e le precedenti ML, quale luogo (sia pur virtuale) di incontro, di condivisione, di testimonianza di sè.
Nel passato, data la presenza di "fratelli anziani" quali un Premadharma o un Bodhananda, ci si era pure avvalsi di loro per un dialogo, là dove dialogo era potuto sorgere e svilupparsi, non sempre. ma quando ciò era accaduto, vuoi con loro o con altri fratelli più o meno anziani a loro volta, quando il dialogo sorgeva, questo non poteva che coronare in tutta la sua pienezza la presenza e significanza di questo luogo.

Parlo di dialogo, così come definito da Raphael (e non solo da lui)...

"Ogni vero dialogo non si svolge tra due individui, ma tra due cuori, tra due coscienze disponibili, tra due menti ricettive, tra due paia di occhi che cercano di comprendersi. Laddove c'è contrapposizione, reazione, fanatismo e superbia non può esserci dialogo e comprensione. Avere una coscienza disponibile non vuol dire trovarsi in condizione passiva o inerziale. Dialogare, nell'accezione tradizionale, significa percorrere una via, un sentiero; significa incontrarsi."

Ora se questo forum si pone questo come obiettivo, questo incontro e incontrarsi di cuori, questo dialogo auspicato e voluto, allora non resta che parteciparne, se e quando lo si voglia fare e desideri fare. Non è obbligatorio, a nessuno è chiesto di aprire il cuore se non lo vuole, ma se entra e partecipa di questo forum, sarebbe auspicabile lo facesse, e non che si postassero in eterno asettici "pensieri del giorno" e "semi di riflessione" per il beneficio urbi et orbi se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona, in condivisione e testimonianza personale.

Dialogare non è scambiarsi le proprie massime preferite, i propri stralci e brani tratti dai testi ed autori preferiti, non è questo. Dialogare è altro che postare pensieri del giorno e aforismi vari, o le parole del "maestro" che abbiamo scelto come riferimento.

Questo dovrebbe essere un forum di dialogo, nel vero e autentico senso della parola; se non riesce ad esserlo, a cominciare dai suoi stessi moderatori e autori, allora scivola nell'ennesimo forum-bacheca-giornalino (stile FB), dove si postano i soliti pensieri del giorno e semi di meditazione, ovviamente sempre e solo rigorosamente per gli altri, mai per noi stessi che non ci chiamiamo mai in causa nè ci offriamo mai ad una condivisione, testimonianza, dialogo, ovvero come diceva Raphael, con apertura di cuore.

Dov'è qui l'apertura di cuore alla base di un dialogo? In cosa chi legge dovrebbe cogliere un'apertura di cuore da parte degli autori? Se manco siamo capaci di firmare ciò che scriviamo, se parliamo sempre e solo per bocca e parole altrui, di quale apertura di cuore stiamo parlando?!

Se poi gli intenti di questo forum non sono quelli della condivisione e del dialogo, ma quelli dell'istruzione e insegnamento (del vedanta o che so io..), allora lo si dica chiaro e tondo, e sopratutto si dica chi sono gli istruttori e insegnanti preposti a ciò; si presentino e dichiarino i nomi portati (tradizionali o meno che siano), almeno così sono chiari e trasparenti intenti, fini e scopi. E così sono libero pure io di togliere il disturbo e andare a spendere il mio tempo altrove.
Cannaminor ha scritto il 11- 06 - 2017:

Constatare la non realtà dell'altro da me, degli oggetti, non mi esime dall'integrarli e viverli in piena libertà, cannaminor incluso. Ho la libertà (non la necessità) inquanto consapevolezza di essere cannaminor, o qualsiasi altro oggetto altro da me, come e quando lo voglio e desidero. Non ho alcun bisogno di negarlo per sapere chi sono. Chi sono lo so, con o senza gli oggetti che posso liberamente vestire e indossare.

Volendo fare un'analogia di questo piano, non è che per il fatto che la mattina ci vestiamo di un abito, dimentichiamo chi siamo sotto quell'abito. Vestiamo quell'abito e parliamo e agiamo come un attore sul palcoscenico, di quell'abito, e così ti ritrovi un cannaminor che dice di sè di sentire e vivere una presenza dentro di sè e questo è quanto un oggetto, un attore, un abito possa dire. Che altro potrebbe dire nell'ottica e visione dell'oggetto? Qui su questo forum ti sto parlando e rapportandomi a te in veste di cannaminor, per cui faccio a dire a cannaminor (???), inquanto oggetto e vestito indossato della consapevolezza che sono e mai dimentico di essere, ciò che cannaminor vede e sente e prova.

Non ti sto dicendo che io sono cannaminor, ti sto dicendo questo è il punto di vista di cannaminor, che questa è l'esperienza di cannaminor, l'unico per altro che ne può esprimere, vivere e descrivere una.
"Ogni vero dialogo non si svolge tra due individui, ma tra due cuori, tra due coscienze disponibili, tra due menti ricettive, tra due paia di occhi che cercano di comprendersi. Laddove c'è contrapposizione, reazione, fanatismo e superbia non può esserci dialogo e comprensione. Avere una coscienza disponibile non vuol dire trovarsi in condizione passiva o inerziale. Dialogare, nell'accezione tradizionale, significa percorrere una via, un sentiero; significa incontrarsi."

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 18/07/2017, 19:14

Cannaminor ha scritto:
Ora se questo forum si pone questo come obiettivo, questo incontro e incontrarsi di cuori, questo dialogo auspicato e voluto, allora non resta che parteciparne, se e quando lo si voglia fare e desideri fare. Non è obbligatorio, a nessuno è chiesto di aprire il cuore se non lo vuole, ma se entra e partecipa di questo forum, sarebbe auspicabile lo facesse, e non che si postassero in eterno asettici "pensieri del giorno" e "semi di riflessione" per il beneficio urbi et orbi se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona, in condivisione e testimonianza personale.
Cannaminor ha scritto:

Qui su questo forum ti sto parlando e rapportandomi a te in veste di cannaminor, per cui faccio a dire a cannaminor (in terza persona), in quanto oggetto e vestito indossato della consapevolezza che sono e mai dimentico di essere, ciò che cannaminor vede e sente e prova.

"....se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona..."

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cannaminor
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 18/07/2017, 20:34

latriplice ha scritto:
18/07/2017, 19:14
Cannaminor ha scritto:
Ora se questo forum si pone questo come obiettivo, questo incontro e incontrarsi di cuori, questo dialogo auspicato e voluto, allora non resta che parteciparne, se e quando lo si voglia fare e desideri fare. Non è obbligatorio, a nessuno è chiesto di aprire il cuore se non lo vuole, ma se entra e partecipa di questo forum, sarebbe auspicabile lo facesse, e non che si postassero in eterno asettici "pensieri del giorno" e "semi di riflessione" per il beneficio urbi et orbi se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona, in condivisione e testimonianza personale.
Cannaminor ha scritto:

Qui su questo forum ti sto parlando e rapportandomi a te in veste di cannaminor, per cui faccio a dire a cannaminor (in terza persona), in quanto oggetto e vestito indossato della consapevolezza che sono e mai dimentico di essere, ciò che cannaminor vede e sente e prova.

"....se poi non si è disposti di parteciparne in prima persona..."
Mi stai domandando o comunque sottolineando qualcosa? latriplice, sii gentile, me lo formuli in modo più esplicito e discorsivo così che anche io possa capire cosa mi stai dicendo\chiedendo\commentando?

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 18/07/2017, 22:49

Secondo me Latriplice fa confusione tra il concetto di "maschera" come strumento dietro cui nascondersi e quello di mezzo tramite il quale offrire ciò che si è in nuce.

latriplice
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 18/07/2017, 23:06

cannaminor ha scritto:
17/07/2017, 21:44
Mauro ha scritto:
17/07/2017, 19:57
Parlare di vedanta non vuol dire solo ripetere le frasi di Shankara o di Ramana. Vuol dire, per me, dire come queste parole hanno influito, se hanno influito, sul nostro agire; se hanno cambiato la nostra percezione di sè e del mondo, e condividerlo.
Ho sempre creduto che un tale forum servisse a ciò.
Parlare di vedanta? di quale altro vedanta si potrà mai parlare se non di quello realizzato, di quello che si è realizzato.
E come altrimenti si pensa di parlarne se non testimoniandolo per come realizzato, vissuto, esperito?

I pappagalli ci sono sempre stati, quelli che ripetono all'infinito le parole lette, imparate, istruite dal maestro; facendole proprie, come se fossero loro, dette da loro e sopratutto realizzate da loro. Ma appena si chiede di dirlo in parole proprie, per proprio vissuto, esperienza, realizzazione, comprensione, c'è il silenzio più assordante a seguirle.

Lo ripeto ancora, un dialogo è fatto di cuore e parole nostre, che nascono dal nostro di cuore, dalla nostra di mente, dalla nostra di realizzazione (quale che essa sia) non certo da quanto letto e ripetuto a memoria e pappagallo. Se questo non viene compreso e non si comprende la differenza che corre tra le due, diventa tempo perso per tutti, per gli uni come per gli altri.
"....Qui su questo forum ti sto parlando e rapportandomi a te in veste di cannaminor, per cui faccio a dire a cannaminor (???), in quanto oggetto e vestito indossato della consapevolezza che sono e mai dimentico di essere, ciò che cannaminor vede e sente e prova...."

507. Io non agisco più, né faccio agire gli altri, non esperimento né faccio sperimentare gli altri, non vedo né faccio vedere gli altri, sono il risplendente e trascendente atman.

Vivekacudamani


"...Parlare di vedanta? di quale altro vedanta si potrà mai parlare se non di quello realizzato, di quello che si è realizzato.
E come altrimenti si pensa di parlarne se non testimoniandolo per come realizzato, vissuto, esperito?..."


Bravo! Realizzalo in quanto non-agente prima di parlare di Vedanta e renderne testimonianza.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 18/07/2017, 23:15

Ahhh allora ho capito perchè stan tutti zitti qui: concentrati a realizzarsi come non-agenti, così che non hanno il tempo di postare!
Bastava dirlo, no?

:lol:

latriplice
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 18/07/2017, 23:51

Mauro ha scritto:
18/07/2017, 23:15
Ahhh allora ho capito perchè stan tutti zitti qui: concentrati a realizzarsi come non-agenti, così che non hanno il tempo di postare!
Bastava dirlo, no?

:lol:
Concentrati a realizzarsi come non agenti in quanto agenti? Che contraddizione tipica delle persone mondane agghindate in abiti spirituali. Mi dispiace, tu del Vedanta non hai capito un fico secco. L'hai solo interpretato ad uso e consumo personale. E non sei l'unico del resto. Ignorante. E poi si lamentano che questo forum è defunto.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 19/07/2017, 6:58

Mi dispiace,tu delVedanta non haicapito un fico secco.L'haisolo interpretato ad uso e consumo personale.E non seil'unico delresto.Ignorante.E poisilamentano che questo forum è defunto.
Per fortuna che ci sei te del Vedanta che hai capito tutto... :roll:
Smettila di dire boiate che hai rotto gli zebbedei.
E smettila di fare il professore neovedantino che la racconti solo a te stesso.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 19/07/2017, 7:01

Concentrati a realizzarsi come non agenti in quanto agenti? Che contraddizione tipica delle persone mondane agghindate in abiti spirituali.
Sei talmente concentrato da ciò che dici da non capire che la mia era una battuta...
Ma va là!

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