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Riflessioni dal silenzio

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Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 6:05

Fedro ha scritto:
01/08/2017, 21:57
Mauro ha scritto:
01/08/2017, 21:12
Nun me toccà Voltaire che divento nna bbestia :lol:
Come scrittore lo trovo straordinario (vedi il Candido) ma come filosofo mi sembra l'antesignano degli scientisti fanatici di oggi
Devi inquadrarlo nel periodo che è quello degli albori dell' Illuminismo.
E comunque che differenza c'è fra un "fanatico scientista" ed un "fanatico spiritualista"?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 7:33

Mauro ha scritto:
02/08/2017, 6:05
che differenza c'è fra un "fanatico scientista" ed un "fanatico spiritualista"?
Che differenza vuoi che faccia, un fanatico è
un fanatico

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 10:28

Quindi è fanatico anche chi (Shankara) afferma:

"Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale"..... ?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 10:34

Mauro ha scritto:
02/08/2017, 10:28
Quindi è fanatico anche chi (Shankara) afferma:

"Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo fenomenico è non-reale"..... ?
Se leggi alla lettera, lo è.
Mi pare pure che S. dica al sutra 56 postato da Lux, che non si ottiene con la conoscenza eruditiva, quindi mentale.
Dunque se dovessimo intendere per convinzione una intenzione mentale, significherebbe che S. si contraddica egli stesso.

latriplice
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 02/08/2017, 12:51

lux o ha scritto:
01/08/2017, 20:12
tattva bodha

2 . 3.1-2What is meant by the discrimination between the Eternal and the ephemeral?
Brahman alone is the one Nitya Vastu, the Eternal Factor. Everything else is Anitya i.e.
impermanent. This conviction is the discrimination between the Eternal and the
Ephemeral.

2 . 8.1-2 “Atman alone is real. All things other than are uneral” This firm conviction is called
Tattva Viveka.

viveka cudamani
20. Il discernimento tra reale e irreale si fonda sull’incrollabile
convinzione che solo Brahman è reale e che l’universo
fenomenico è non-reale.
56. La liberazione (moksah) non si ottiene né con lo Yoga, né
col Samkhya, né col rito, né con la conoscenza eruditiva, ma
con il riconoscimento dell’identità dell’"Atman con Brahman.
Non vi è altro mezzo.

qualcuno è in grado di spiegare dove sia secondo sankara la discriminazione nella ' convinzione incrollabile'?
qualcuno è in grado di tradurre i termini sanscriti jiva e atman e brahman e provarne l'esistenza?
il sanscrito è una lingua morta che nessuno ha mai parlato e che pochi brahmani capivano
il buddha parlò di 4 nobili verità
non ebbe bisogno di comprovarle
"Il Supremo non è divisibile né indivisibile. Il Supremo è privo di attività e di mutamento. Se il Supremo è uno, indivisibile e onnicomprensivo, come può esserci adorazione, come può esserci ascesi?"

Dattatreya espone un punto cruciale per gli aspiranti nella metafisica tradizionale: nega la possibilità di ascesi, mostrando nei sutra successivi le ragioni della negazione. E' una negazione che cozza con millenni di affermazioni contrarie, con le aspirazioni di ogni ricercatore spirituale, con le preghiere di ogni devoto. Una negazione che troviamo anche in altri realizzati non duali e che, per molti, rappresenta un ostacolo invalicabile poiché conduce alla definitiva negazione del libero arbitrio. Viene negata la possibilità all'essere individuato di accedere allo stato ultimo attraverso un qualsiasi processo o attraverso l'uso di uno strumento, perché viene negata l'esistenza stessa dell'individuazione da superare, in quanto, non essendo l'essere individuabile, non esiste alcun essere individuato; quindi, esistendo solo l'essere, non esiste alcun processo per giungere a ciò che già si è. Negazione dell'ascesi che è conseguenza della negazione del movimento e del libero arbitrio.

Avadhutagita, Bodhananda, Commento. (Capitolo VI - Liberazione, 2.) Edizioni I Pitagorici

Nell'Essere uno ed indivisibile hai tracciato un confine che delimita uno spazio interno che chiami "io" ed uno spazio esterno che chiami "mondo".

Sulla base di questo confine arbitrario di cui non hai messo in discussione l'esistenza, sorgono i tuoi dubbi e domande, ed è naturale.

Tu hai scritto "io sono cosciente di essere me stesso".

Allora una domanda ce l'ho anch'io da porti:

L'io che ti definisci puoi individuarlo e provarne l'esistenza?

cielo
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cielo » 02/08/2017, 17:36

Indubbiamente le parole "convinzione incrollabile" possono suscitare pruriti mentali ove non siano attenzionati tutti i passaggi dell'atma-sādhanā, o advaita sādhanā testimoniata da voci quali quelle di Adi Shankara, Raphael, Bodhananda, gli Shankarācarya.

Come spiega molto bene il Mahaswamigal di Kanchi, a scuola si imparano diverse materie e si studiano contemporaneamente, non una all'anno.
Si studiano e si praticano le varie materie a diversi piani di approfondimento e di specificità: asilo, elementari, medie, liceo, università, masteṛ, corsi di formazione post master.
Le materie, in fondo, sono sempre le stesse, a ben guardare. Senza le basi acquisite nelle "classi inferiori" non si può approfondire oltre la materia.
Senza tavola pitagorica, nessuna equazione complessa.

Di conseguenza il "progresso" nella discriminazione tra reale e irreale è il primo passo, e insieme a quello si inizia anche a studiare e praticare altro, per arrivare alla incrollabile autodeterminazione (o convinzione interiore) di voler fare "goal", approdando allo stato di identità con Quello tramite esperienza diretta, non tramite ragionamenti e neppure tramite la fede nelle parole degli shastra e del Guru, utile sostegno finchè di sostegni c'è istanza.

Fede, sraddha, (una delle virtù dell'esade della sadhanacatustaya) è lo stato di chi crede in qualcosa con ferma convinzione - non per "prova" diretta - che ciò che le shastra e i saggi affermano sia veritiero.
La convinzione incrollabile è invece, come si evince da Raphael che dà voce a Shankara e da un commento di Bodhananda al sutra 20 del Vivecacudamani col commento di Raphael (che verrà postato appena possibile), frutto di esperienza diretta.
Chi ha traversato il fiume non ha più bisogno di impegnarsi per procurarsi una barca. Sa (con incrollabile convinzione) di aver traversato il fiume, non ha necessità che qualcuno o qualcosa glielo confermi e manco più la barca gli serve, può abbandonarla.

Personalmente cerco di lasciare poco spazio alle convinzioni in quanto prodotti del manas, mere proiezioni, ma contemporaneamente lotto per percepire nel cuore l'incrollabile determinazione di percorrere consapevolmente il viaggio verso il porto che mi è stato indicato, usando le mappe che mi sono state mostrate. Aspiro a non oscillare tra gli opposti, governando la barca tra le onde del samsara.
Poi ognuno faccia come gli pare, sulla sua barca. La visione del viaggio è tutta un'opera personale.

Questa analisi discriminativa preliminare condotta dall’intelletto è la discriminazione: viveka. L’analisi del bilanciamento tra ciò che è permanente e ciò che è effimero viene chiamato "nityānityavastuviveka": è il primo passo dell'atmasadhana come codificata negli shastra vedici.
E' naturale in questa analisi anche chiedere di confrontarsi sui significati filosofici dati a singole parole "significative", quali atman, brahman e similaria. Chi ne sente l'istanza fa bene a farlo, se gli serve.

Ci si può arrivare anche "opponendosi" (neti neti), esasperando gli opposti che caratterizzano la dimensione effimera in cui l'ente si trova incarnato.

Secondo me, sarebbe importante oltre a dialogare sulle possibili e diverse interpretazioni di un sutra di un libro vecchio e scritto in una lingua morta, cercare di penetrarne intuitivamente la forma (fatta di parole, prima che di frasi) per coglierne la sostanza e assimilare consapevolmente l'Insegnamento ivi racchiuso.

Ognuno svilupperà il metodo per farlo, avendone interesse.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 18:54

Sapesse quanti pruriti che c'ho, signora mia, e non solo mentali! :lol:

lux o
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da lux o » 02/08/2017, 22:44

cielo invece di postare le opinioni di raphael ecc posta la foto di Quello con dedica
o almeno i suoi comandamenti autografi
attraversare un fiume è dimostrabile come la barca e il fiume e le sponde
il dolore è dimostrabile prova a battere contro un muro e ne avrai la prova
dio non lo è o kapila sarebbe stato smentito da millenni e sankara non dovrebbe arrampicarsi sugli specchi

personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire

la Paura della cessazione dell'esistenza

trip
io sono me stesso
mente e corpo
vieni a trovarmi e ti darò una legnata sulla zucca
saprai immediatamente dove sono e se esisto
conoscenza diretta

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 23:26

lux o ha scritto:
02/08/2017, 22:44

personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire

la Paura della cessazione dell'esistenza
Assolutamente d'accordo.
Ho perso la fede, una volta per tutte, verso i 12 anni, vista questa illusione
trip
io sono me stesso
mente e corpo
vieni a trovarmi e ti darò una legnata sulla zucca
saprai immediatamente dove sono e se esisto
conoscenza diretta
E se in quel momento in cui ti si trova, stai a dormire?
Qual'è, dové il me stesso che allora offrirai?
Sarà quello immerso nel sogno, o il corpo inerte che non si accorgerà della mia venuta?
O quindi: sei o non sei, a secondo di dov'è volta la tua mente in quel momento?
Ad esempio, potrebbe pure accadere di ridermela mentre ti osservo dormire, e nel frangente, nel tuo sogno potresti darmi un legnata sulla mia zucca sognata...
Altro che realtà..siamo nel fotoromanzo se inseguiamo le convinzioni/identificazioni della nostra mente...

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 23:39

personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire
...e le religioni e le filosofie.

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 23:43

Fedro ha scritto:
02/08/2017, 23:26
lux o ha scritto:
02/08/2017, 22:44

personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire

la Paura della cessazione dell'esistenza
Assolutamente d'accordo.
Ho perso la fede, una volta per tutte, verso i 12 anni, vista questa illusione
Cioè, fammi capire: a 12 anni hai sconfitto la Paura della Morte?

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 02/08/2017, 23:46

E se in quel momento in cui ti si trova, stai a dormire? Qual'è, dové il me stesso che allora offrirai? Sarà quello immerso nel sogno, o il corpo inerte che non si accorgerà della mia venuta?
In tal caso la legnata gliela puoi dare tu. Lui si sveglierà e ti renderà pan per focaccia.
Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 23:50

Mauro ha scritto:
02/08/2017, 23:39
personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire
...e le religioni e le filosofie.
Le religioni per superarla, l'arte come metodo per esorcizzarla, per sublimare la vita.
La filosofia invece, quando non era ancora speculazione mentale, è nata come strumento discriminativo quindi di conoscenza diretta, di pratica

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 23:51

Mauro ha scritto:
02/08/2017, 23:43
Fedro ha scritto:
02/08/2017, 23:26
lux o ha scritto:
02/08/2017, 22:44

personalmente penso che il concetto di dio sia nato dalla Paura di morire

la Paura della cessazione dell'esistenza
Assolutamente d'accordo.
Ho perso la fede, una volta per tutte, verso i 12 anni, vista questa illusione
Cioè, fammi capire: a 12 anni hai sconfitto la Paura della Morte?
Ho capito a cosa servivano le religioni

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 02/08/2017, 23:55

Mauro ha scritto:
02/08/2017, 23:46
E se in quel momento in cui ti si trova, stai a dormire? Qual'è, dové il me stesso che allora offrirai? Sarà quello immerso nel sogno, o il corpo inerte che non si accorgerà della mia venuta?
In tal caso la legnata gliela puoi dare tu. Lui si sveglierà e ti renderà pan per focaccia.
Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Gliela darei solo per chiedergli al risveglio: dov'eri mentre ti bastonavo?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 03/08/2017, 3:12

trip
io sono me stesso
mente e corpo
vieni a trovarmi e ti darò una legnata sulla zucca
saprai immediatamente dove sono e se esisto
conoscenza diretta
Se fosse conoscenza diretta e non mediata, corpo e mente sarebbero perennemente disponibili all'esperienza, ma i fatti dimostrano
che hanno esistenza intermittente regolata dai cicli alternati di veglia e sonno.

Immagino anche che se tu sei mente e corpo come affermi, tu stia gestendo e controllando i miliardi di processi elettro-chimici che avvengono nel "tuo" organismo, ma ho qualche dubbio. Forse ne controlli uno o al massimo due.

A proposito, sai se le tue cellule si stanno replicando correttamente? Dovresti saperlo dal momento che sei mente e corpo.

Invece non sai nulla, mente e corpo ti sono stati dati in prestito con data di scadenza e alla fine dovrai restituire tutto.

Non solo il corpo-mente non è tuo, ma non stai neanche gestendo il programma che lo sta attivando e facendolo agire come un burattino.

Un piccolo ingranaggio di una grande macchina, come dice la B.G.

Sarà per quello che a non tutti piace perché è poco "democratica", specialmente per quei pseudo-intellettuali di sinistra frustrati e poco inclini a seguire le regole, che devono sempre dire la loro. A proposito qui c'è ne uno che non sa neanche di esserlo. :(

Insomma credi di essere il corpo mente, ma allora invece di frequentare Vedanta.it potresti iscriverti a Samsara.it, almeno lì potrebbero dare ascolto alle boiate cosmiche che scrivi.

O forse ci troviamo in samsara.it sotto mentite spoglie? :o

Dai frequentatori mi viene qualche sospetto. :P

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 6:49

Io non sono di sinistraaaaa!!!
Sono un liberale, liberista, libertario e libertino!

:lol:

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 6:58

Immagino anche che se tu sei mente e corpo come affermi, tu stia gestendo e controllando i miliardi di processi elettro-chimici che avvengono nel "tuo" organismo, ma ho qualche dubbio. Forse ne controlli uno o al massimo due.
A proposito, sai se le tue cellule si stanno replicando correttamente? Dovresti saperlo dal momento che sei mente e corpo.
Questa finalmente è un'obiezione sensata!
Ma che smentisce anche Shankara, perchè se mette in dubbio l'esistenza di un "io" pienamente consapevole di sè, non fa che ridurre l'esistenza ad un coacervo cellulare, e la coscienza ad un fenomeno elettrochimico.
Per me ci può pure stare, ma allora al cesso le boiate sulla "Consapevolezza sempre presente", che in quest'ottica perde ogni senso.

Caro latrip, devi scegliere da che parte stare. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 7:32

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 6:58


Questa finalmente è un'obiezione sensata!
Ma che smentisce anche Shankara, perchè se mette in dubbio l'esistenza di un "io" pienamente consapevole di sè, non fa che ridurre l'esistenza ad un coacervo cellulare, e la coscienza ad un fenomeno elettrochimico.
Per me ci può pure stare, ma allora al cesso le boiate sulla "Consapevolezza sempre presente", che in quest'ottica perde ogni senso.
Potresti cercare di chiarire meglio questo punto?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 7:43

latriplice ha scritto:
03/08/2017, 3:12
Insomma credi di essere il corpo mente, ma allora invece di frequentare Vedanta.it potresti iscriverti a Samsara.it, almeno lì potrebbero dare ascolto alle boiate cosmiche che scrivi.

O forse ci troviamo in samsara.it sotto mentite spoglie? :o

Dai frequentatori mi viene qualche sospetto. :P
Ma sai, in fondo abbiamo fatto solo dei semplici ragionamenti logici, non credo cambi molto esporsi come fan del vedanta, per essere meno "samsara".
Sembrano ancora semplici identificazioni della mente in cui andarsi ad aggrappare per ribattere a quelle contrarie. Sempre samsara è.
Come si diceva, non è perché si parla e si crede in argomenti alti, che pone de facto in quella dimensione esposta.
Semplici schermaglie della mente, e la mia al momento è alquanto stressata dal lavoro, quindi vien qui a sbattere un po le ali
Credo pure che il caldo contribuisca all'impulso di questi nostri pensieri.

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