Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
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Riflessioni dal silenzio

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Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 7:44

Immagino anche che se tu sei mente e corpo come affermi, tu stia gestendo e controllando i miliardi di processi elettro-chimici che avvengono nel "tuo" organismo, ma ho qualche dubbio. Forse ne controlli uno o al massimo due.
A proposito, sai se le tue cellule si stanno replicando correttamente? Dovresti saperlo dal momento che sei mente e corpo.
@Fedro che mi chiedeva di chiarire il mio pensiero.
Ho riportato quanto scritto da latrip per attualizzare la mia obiezione:

Quello di cui sopra è puro materialismo meccanicista (che posso pure condividere).
Ma allora che c'azzecca con la metafisica di una "Consapevolezza sempre presente" di cui latrip si riempie sempre la bocca?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 7:48

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 7:44
Immagino anche che se tu sei mente e corpo come affermi, tu stia gestendo e controllando i miliardi di processi elettro-chimici che avvengono nel "tuo" organismo, ma ho qualche dubbio. Forse ne controlli uno o al massimo due.
A proposito, sai se le tue cellule si stanno replicando correttamente? Dovresti saperlo dal momento che sei mente e corpo.
@Fedro:

Quello di cui sopra è puro materialismo meccanicista (che posso pure condividere).
Ma allora che c'azzecca con la metafisica di una "Consapevolezza sempre presente" di cui latrip si riempie sempre la bocca?
Credo che la triplice stia solo mostrando in modo logico, la piena indipendenza del corpo, da ciò che siamo, che quindi scorrerebbe da sé a prescindere dal corpo, che se ne sia consapevoli o meno

Mauro
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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 7:53

Eh, ma allora esisterebbe un "corpo pienamente indipendente" che va avanti da se, ed una "coscienza" ad esso s-collegata?

Se fossi latrip ti direi: "sporco dualista!!!" :lol:

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 8:09

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 7:53
Eh, ma allora esisterebbe un "corpo pienamente indipendente" che va avanti da se, ed una "coscienza" ad esso s-collegata?

Se fossi latrip ti direi: "sporco dualista!!!" :lol:
...indipendente dalla cosiddetta volontà individuale.
E se credo di essere questo corpo (a cui sono comunque collegato) dovrei essere anche capace di controllarlo sino all'ultima cellula

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da lux o » 03/08/2017, 8:10

fed non hai mai lavorato sul corpo e sulla mente vero? corpo e mente non riposano mai completa-mente e sono sempre all'erta
come del resto sanno fare tutti gli animali e persone che vivono in ambienti pericolosi se vogliono sopravvivere
non ti sei mai svegliato di colpo e pienamente se di notte un tuo figlio si agita un po' o qualcosa non va? accade anche nel sonno profondo o saresti facile preda
tralascio la neurofisiologia e i dettagli delle sperimentazioni fatte dai ricercatori li trovi in rete

trip certo che controllo i miei processi energetici cellulari
li visualizzo come colore oltre che forma e vibrazione e ne posso alterare la velocità di impulso vibratoria attraverso la respirazione e i suoni e l'aumento di endorfine ed ormoni indotti da posture o azioni non comuni ed aumento\diminuzione della frequenza cardiaca e aumento della pressione endoliquorale cerebrale e spinale e della circolazione sanguigna cerebrale e cortocircuitando le vie neuronali abituali ed estendendo quelle accessorie connettendo insieme contemporaneamente gli emisferi ed invertendoli quando mi serve esaltare il magnetico o l'elettrico
io adopero la struttura delle superstringhe e delle ipersfere e la locazione e delocazione spaziotemporale attraverso la nota equazione di einstein e il principio di indeterminazione di heisenberg ed il Mare di chirac e l'alkhemia trasmutativa del mercurio e dell'antimonio che in sanscrito si dicono ARJUN e KRSNA

è yoga vamamarg o yoga delle energie e della trasmutazione alkhemica nath e naga

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 8:49

lux o ha scritto:
03/08/2017, 8:10
fed non hai mai lavorato sul corpo e sulla mente vero? corpo e mente non riposano mai completa-mente e sono sempre all'erta
come del resto sanno fare tutti gli animali e persone che vivono in ambienti pericolosi se vogliono sopravvivere
non ti sei mai svegliato di colpo e pienamente se di notte un tuo figlio si agita un po' o qualcosa non va? accade anche nel sonno profondo o saresti facile preda
tralascio la neurofisiologia e i dettagli delle sperimentazioni fatte dai ricercatori li trovi in rete
Guarda che non ho detto che il tuo corpo è insensibile quando dormi, quanto che sei immerso in una dimensione che non è quella di quel corpo, e ci credi pure nel frangente...Dunque quanti siete o quanti corpi sei?
t
certo che controllo i miei processi energetici cellulari
li visualizzo come colore oltre che forma e vibrazione e ne posso alterare la velocità di impulso vibratoria attraverso la respirazione e i suoni e l'aumento di endorfine ed ormoni indotti da posture o azioni non comuni ed aumento\diminuzione della frequenza cardiaca e aumento della pressione endoliquorale cerebrale e spinale e della circolazione sanguigna cerebrale e cortocircuitando le vie neuronali abituali ed estendendo quelle accessorie connettendo insieme contemporaneamente gli emisferi ed invertendoli quando mi serve esaltare il magnetico o l'elettrico
io adopero la struttura delle superstringhe e delle ipersfere e la locazione e delocazione spaziotemporale attraverso la nota equazione di einstein e il principio di indeterminazione di heisenberg ed il Mare di chirac e l'alkhemia trasmutativa del mercurio e dell'antimonio che in sanscrito si dicono ARJUN e KRSNA

è yoga vamamarg o yoga delle energie e della trasmutazione alkhemica nath e naga
Si va bene, ma ciò non dimostra per niente che invece normalmente... il tuo corpo si autogestisca splendidamente, senza l'intervento alcuno di qualsiasi mente personale

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 9:33

io adopero la struttura delle superstringhe e delle ipersfere e la locazione e delocazione spaziotemporale attraverso la nota equazione di einstein e il principio di indeterminazione di heisenberg ed il Mare di chirac
No, vabbè: poesia pura :lol:

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 9:40

E se credo di essere questo corpo (a cui sono comunque collegato) dovrei essere anche capace di controllarlo sino all'ultima cellula
E perchè mai dovrebbe essere vera questa tua affermazione?
In fisiologia esiste un fenomeno chiamato "separazione delle funzioni".
L'insieme delle cellule che costituiscono il nostro organismo non si conoscono reciprocamente se non per le funzioni analoghe. Il fatto che costituiscano un "organismo" è finalizzato esclusivamente alla loro sopravvivenza: in un organismo complesso e specializzato ogni cellula ottimizza le proprie funzioni.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 9:44

In termini generali, sarebbe sufficiente che tutti noi accettassimo la teoria dell' "entanglment" per trovarci tutti d' accordo, senza scomodare le sentenze del vedanta.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 9:56

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 9:40
E se credo di essere questo corpo (a cui sono comunque collegato) dovrei essere anche capace di controllarlo sino all'ultima cellula
E perchè mai dovrebbe essere vera questa tua affermazione?
In fisiologia esiste un fenomeno chiamato "separazione delle funzioni".
L'insieme delle cellule che costituiscono il nostro organismo non si conoscono reciprocamente se non per le funzioni analoghe. Il fatto che costituiscano un "organismo" è finalizzato esclusivamente alla loro sopravvivenza: in un organismo complesso e specializzato ogni cellula ottimizza le proprie funzioni.
Anche su un auto lo spinterogeno fa lo spinterogeno fregandosene del resto.
Potremmo concludere che l'auto è perfettamente integrata nelle sue funzioni " e che tutto succeda "a culo" ? Effettivamente potremmo inferire pure questo, se non ci fosse l'uomo ad averla inventata e che la guidi.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 03/08/2017, 10:02

cielo ha scritto:
02/08/2017, 17:36

La convinzione incrollabile è invece, come si evince da Raphael che dà voce a Shankara e da un commento di Bodhananda al sutra 20 del Vivecacudamani col commento di Raphael (che verrà postato appena possibile), frutto di esperienza diretta.
Chi ha traversato il fiume non ha più bisogno di impegnarsi per procurarsi una barca. Sa (con incrollabile convinzione) di aver traversato il fiume, non ha necessità che qualcuno o qualcosa glielo confermi e manco più la barca gli serve, può abbandonarla.

Personalmente cerco di lasciare poco spazio alle convinzioni in quanto prodotti del manas, mere proiezioni, ma contemporaneamente lotto per percepire nel cuore l'incrollabile determinazione di percorrere consapevolmente il viaggio verso il porto che mi è stato indicato, usando le mappe che mi sono state mostrate. Aspiro a non oscillare tra gli opposti, governando la barca tra le onde del samsara.
Poi ognuno faccia come gli pare, sulla sua barca. La visione del viaggio è tutta un'opera personale.

Questa analisi discriminativa preliminare condotta dall’intelletto è la discriminazione: viveka. L’analisi del bilanciamento tra ciò che è permanente e ciò che è effimero viene chiamato "nityānityavastuviveka": è il primo passo dell'atmasadhana come codificata negli shastra vedici.
E' naturale in questa analisi anche chiedere di confrontarsi sui significati filosofici dati a singole parole "significative", quali atman, brahman e similaria. Chi ne sente l'istanza fa bene a farlo, se gli serve.

Ci si può arrivare anche "opponendosi" (neti neti), esasperando gli opposti che caratterizzano la dimensione effimera in cui l'ente si trova incarnato.

Secondo me, sarebbe importante oltre a dialogare sulle possibili e diverse interpretazioni di un sutra di un libro vecchio e scritto in una lingua morta, cercare di penetrarne intuitivamente la forma (fatta di parole, prima che di frasi) per coglierne la sostanza e assimilare consapevolmente l'Insegnamento ivi racchiuso.

Ognuno svilupperà il metodo per farlo, avendone interesse.
Nelle edizioni Asram Vidya il sutra 20 del Vivekacudamani viene tradotto così:

20. Il discernimento tra reale e irreale (nityanityavastuvivekah) si fonda sull' incrollabile convinzione che solo Brahman è reale (brahma satyam) e che l'universo fenomenico è non-reale.

Dalle tue parole sembri suggerire "come si evince da Raphael che dà voce a Shankara e da un commento di Bodhananda al sutra 20 del Vivecacudamani col commento di Raphael (che verrà postato appena possibile), che l'incrollabile convinzione sia frutto di esperienza diretta.

Esperienza diretta? Non so se nel tuo lessico "esperienza diretta" sia sinonimo di realizzazione, ma nel mio non è esattamente la stessa cosa.

L'esperienza per essere tale tale deve essere diretta, ovvera direttamenta esperita dal soggetto; ci deve essere un rapporto diretto tra il soggetto esperente e l'esperienza stessa, altrimenti si parla di esperienza indiretta, per riferito, per lettura, per fede o per qualsiasi altro tramite che non sia la consapevolezza stessa del soggetto. Forse era più corretto dire coscienza stessa del soggetto.

Si potrebbe forse dire che tutto ciò che entra nell'ambito della coscienza del soggetto sia e rientri nella sua esperienza. In fondo ogni coscienza acquisita, svelata è esperienza. Anche leggere un libro in fondo è esperienza (diretta), ascoltare una frase pronunciata, vivere un sentimento, emozione, una incazzatura è esperienza, è coscienza in atto, in esercizio.

Come defininiresti l'esperienza, cosa è l'esperienza, l'esperito? L'esperienza in fondo non è la coscienza che si palesa, di cui si "prende coscienza"?

Ma la "coscienza di" non è necessariamente realizzativa, identitaria, me stesso. Il neti neti di cui accenni in termini oppositivi(?) "Ci si può arrivare anche "opponendosi" (neti neti), esasperando gli opposti che caratterizzano la dimensione effimera in cui l'ente si trova incarnato." è sempre stato da me vissuto come un atto di coscienza, di presa di coscienza, di esperienza in fondo, di ciò che non era reale, di ciò che non era me.

Francamente in ciò io non ci vedo alcuna opposizione, semplicemente una negazione, un prendere atto coscienza di ciò che non è Reale, di ciò che non è Me. Detto in altro modo si potrebbe dire che sia l'esperienza di cosa non si è, del non essere.

Ma tornando al discorso dell' "incrollabile certezza" io più che una esperienza (sia pur diretta, ma lo sono tutte le esperienze in fondo) io lo leggerei come una realizzazione, che è altra cosa dall'esperienza diretta. Realizzare non equivale a fare esperienza diretta di, è molto di più di ciò, è identità, è riconoscere che l'esperienza che si sta facendo, vivendo, è proprio noi, è noi, in piena e perfetta identità. Noi e l'esperienza (vissuta-esperita) siamo una e la stessa cosa, non c'è un soggetto che fa l'esperienza, che vive l'esperienza, il soggetto è l'esperienza stessa, è la coscienza stessa che la sta vivendo. Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 10:15

Anche su un auto lo spinterogeno fa lo spinterogeno fregandosene del resto.
Che triste e superficiale analogia fuori luogo, che la dice tutta sulla tua visione del mistero della vita.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Fedro » 03/08/2017, 10:21

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 10:15
Anche su un auto lo spinterogeno fa lo spinterogeno fregandosene del resto.
Che triste e superficiale analogia fuori luogo, che la dice tutta sulla tua visione del mistero della vita.
Può darsi che sia triste superficiale e fuori luogo, ma siccome dicevi di cellule che sanno il fatto loro a prescindere, allora questo ho capito.
Ma allora scusa, ma non ho capito

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 10:21

Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.
Ma a questo livello credi davvero che colui che ha esperito questa identità, mantenga una "incrollabile convinzione"? La mantiene per chi, dato che per se stesso non è- ovviamente- più necessaria?

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 03/08/2017, 10:37

Mauro ha scritto:
03/08/2017, 10:21
Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.
Ma a questo livello credi davvero che colui che ha esperito questa identità, mantenga una "incrollabile convinzione"? La mantiene per chi, dato che per se stesso non è- ovviamente- più necessaria?
20. Il discernimento tra reale e irreale (nityanityavastuvivekah) si fonda sull' incrollabile convinzione che solo Brahman è reale (brahma satyam) e che l'universo fenomenico è non-reale.

L' incrollabile convinzione che solo il Brahman è reale (e che l'universo fenomenico è non-reale) equivale a dire aham brahmasmi (Io sono Brahman), Tat tvam asi (Tu sei Quello), prajnanam brahma (Brahman è pura Coscienza), ayam atma brahma (Questo Atman è Brahman).

Nel sutra (credo) venga riportato-tradotto come "incrollabile convinzione" nell'ottica di chi non l'ha ancora realizzata, quindi una "traduzione", una "indicazione" per aspiranti realizzandi.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da Mauro » 03/08/2017, 10:40

Fedro ha scritto:
03/08/2017, 10:21

Può darsi che sia triste superficiale e fuori luogo, ma siccome dicevi di cellule che sanno il fatto loro a prescindere, allora questo ho capito.
Ma allora scusa, ma non ho capito
È più probabile che mi sia spiegato male io. Sono concetti molto complessi, comunque tutti legati a due visioni (apparentemente) distinte.

Certo è che non si può avere una visione meccanicista come suggeisce latri, per poi giustificare il tutto con la solita "Coscienza Imperitura".

Oppure, se si vuole trovare una conciliazione tra queste due visioni, si potrebbe sostenere la teoria dell' "entanglment", come avevo già specificato.

Questa teoria giustificherebbe un apparente meccanicismo come le parti di una macchina secondo la tua rappresentazione, ma nel quale gli elementi costituenti sono in continuo rapporto reciproco.

E ciò riuscirebbe a conciliare capra e cavoli.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 03/08/2017, 15:16

cannaminor ha scritto:
03/08/2017, 10:37
Mauro ha scritto:
03/08/2017, 10:21
Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.
Ma a questo livello credi davvero che colui che ha esperito questa identità, mantenga una "incrollabile convinzione"? La mantiene per chi, dato che per se stesso non è- ovviamente- più necessaria?
20. Il discernimento tra reale e irreale (nityanityavastuvivekah) si fonda sull' incrollabile convinzione che solo Brahman è reale (brahma satyam) e che l'universo fenomenico è non-reale.

L' incrollabile convinzione che solo il Brahman è reale (e che l'universo fenomenico è non-reale) equivale a dire aham brahmasmi (Io sono Brahman), Tat tvam asi (Tu sei Quello), prajnanam brahma (Brahman è pura Coscienza), ayam atma brahma (Questo Atman è Brahman).

Nel sutra (credo) venga riportato-tradotto come "incrollabile convinzione" nell'ottica di chi non l'ha ancora realizzata, quindi una "traduzione", una "indicazione" per aspiranti realizzandi.
Un antico detto zen recita:

Prima di raggiungere l’illuminazione,
le montagne sono montagne, i fiumi sono fiumi.
Al momento dell’illuminazione,
le montagne non sono più montagne, i fiumi non sono più fiumi.
Ma dopo aver raggiunto l’illuminazione,
le montagne sono montagne, i fiumi sono fiumi.


Qual'è la differenza?

Che prima il mondo veniva considerato reale, poi appurato l'inconsistenza, visto come apparente.

Scorgi un oasi nel deserto e assettato accorri per abbeverarti.

Scopri che si trattava di un miraggio.

L'indomani rivedi nello stesso punto l'oasi, ma sai con "incrollabile convinzione" che è un miraggio.

E' solo conoscenza che risulta dall'atto di scoprire (auto-indagine).

Nulla di eccezionale, trascendentale, mistico.

Cannaminor ha scritto:

Ma tornando al discorso dell' "incrollabile certezza" io più che una esperienza (sia pur diretta, ma lo sono tutte le esperienze in fondo) io lo leggerei come una realizzazione, che è altra cosa dall'esperienza diretta. Realizzare non equivale a fare esperienza diretta di, è molto di più di ciò, è identità, è riconoscere che l'esperienza che si sta facendo, vivendo, è proprio noi, è noi, in piena e perfetta identità. Noi e l'esperienza (vissuta-esperita) siamo una e la stessa cosa, non c'è un soggetto che fa l'esperienza, che vive l'esperienza, il soggetto è l'esperienza stessa, è la coscienza stessa che la sta vivendo. Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.

"...Secondo il mio modo di vedere..."

Peccato che per il modo di vedere del Vedanta tu sei separato dall'esperienza, esperito e sperimentante. Queste sono indubbiamente te ma tu non sei loro.

Mithya è Satya, ma Satya non è mai Mithya.

Quest'ultima se con "incrollabile convinzione" è moksha, liberazione.

Altrimenti di quale liberazione il Vedanta sta parlando?

La solita confusione tra yoga e Vedanta.

E non c'è da meravigliarci se poi leggiamo le boiate cosmiche di lux o.

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Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da cannaminor » 03/08/2017, 17:05

latriplice ha scritto:
03/08/2017, 15:16
Cannaminor ha scritto:

Ma tornando al discorso dell' "incrollabile certezza" io più che una esperienza (sia pur diretta, ma lo sono tutte le esperienze in fondo) io lo leggerei come una realizzazione, che è altra cosa dall'esperienza diretta. Realizzare non equivale a fare esperienza diretta di, è molto di più di ciò, è identità, è riconoscere che l'esperienza che si sta facendo, vivendo, è proprio noi, è noi, in piena e perfetta identità. Noi e l'esperienza (vissuta-esperita) siamo una e la stessa cosa, non c'è un soggetto che fa l'esperienza, che vive l'esperienza, il soggetto è l'esperienza stessa, è la coscienza stessa che la sta vivendo. Non c'è più una separazione (necessaria) tra il soggetto esperente e l'esperienza (diretta) vissuta; esperienza, esperito e sperimentante sono identità, sono uno. In questa Unità allora sì che si può parlare di "incrollabile convinzione" secondo mio modo di vedere.

"...Secondo il mio modo di vedere..."

Peccato che per il modo di vedere del Vedanta tu sei separato dall'esperienza, esperito e sperimentante. Queste sono indubbiamente te ma tu non sei loro.

Mithya è Satya, ma Satya non è mai Mithya.

Quest'ultima se con "incrollabile convinzione" è moksha, liberazione.

Altrimenti di quale liberazione il Vedanta sta parlando?

La solita confusione tra yoga e Vedanta.

E non c'è da meravigliarci se poi leggiamo le boiate cosmiche di lux o.
Non mi sembra di essermi mai auto-eletto e nominato depositario e portavoce dell'autentico, unico e vero Vedanta; ho sempre, a rischio di sembrare pedante e ripetivo, infilato nelle frasi le locuzioni " a mio vedere", "a mio parere", IMHO, etc, etc, questo proprio per evitare di dare la sia pur la lontana idea e possibilità di pensiero che quanto dico abbia la presunzione di voler esprimere e rappresentare il vedanta o altro.

Caro latriplice io parlo per me solo per me e nessun'altro che me, anche se guarda caso il forum si chiama Vedanta.it; poteva anche chiamarsi portobello.it o barlosport.it che sempre le stesse cose avrei detto, perchè io sono sempre lo stesso e non altro.

Se tu invece, a differenza mia, hai maturato una profonda conoscenza e consapevolezza del vedanta e dei suoi insegnamenti-istruzioni, non hai che da esporli, come del resto mi sembra tu stia già facendo, nell'attesa e speranza che i qui presenti ne possano cogliere e maturare i frutti a loro volta.

Non mi sembra che nessuno te l'abbia mai impedito finora, io men che meno, visto che ho sempre e solo esposto il mio pensiero e pensare, vedanta o non vedanta che fosse, non ne ho la minima idea nè me ne sono mai posto il problema se le mie esperienze e riflessioni di vita trovassero o meno riscontro nei testi e insegnamenti-istruzioni vedanta.

Vedi ho sempre e solo praticato un solo metodo quello del conosci te stesso, e ciò che sono andato scoprendo di quel "me stesso" non ha nè cerca alcuna rilevanza o conferma nei testi e insegamenti ricevuti. Non è quello il mio termine di paragone, il mio termine di paragone è solo ciò che conosco e realizzo, quindi il "me stesso" di cui sopra, tutto il resto vedanta e non, maestri e non, sono solo di ausilio e indicazione semmai, ma mai e poi mai sostituiscono la conoscenza che conosco di mio e per mio.

Ciò che sono e ciò che sono andato conoscendo di me non dipende da altro che da me stesso e da nient'altro. E come disse in una certa occasione anche un Raphael, non si deve chiedere il permesso (e forse nemmeno un'iniziazione) a niente e nessuno per conoscere se stessi.

Ognuno di noi ha già tutto quanto gli serve per conoscersi e realizzarsi, vedanta o no, maestri o no, sadhana o no.

Questo ovviamente e come sempre lo ripeto, il mio pensiero, e non ne ho la minima idea se ciò sia e concida con qualche testo o affermazione vedanta da qualche parte. Nè mi interessa saperlo, perchè chi sono lo so di mio e non mi serve il vedanta per saperlo. Però ovviamente rispetto qualsiasi altro metodo e dinamica educativa e di istruzione chiunque altro voglia intraprendere, anche il vedanta, ammesso che ne abbia una e univoca. Questo forum trova il suo nome e la sua ispirazione in determinati nomi e maestri, i quali hanno tutto il mio rispetto, ma questo non vuol dire che io sia loro o segua i loro insegnamenti pedissequamente, non l'ho mai fatto, nemmeno agli inizi, anzi ti aggiungerei che ebbi la fortuna di trovare un maestro che tutto mi disse tranne che di fare-dire-pensare ciò che lui diceva o pensava.

Mi è sempre stato chiesto di camminare con le mie gambe, di sbagliare anche, spesso e volentieri, ma mai e poi mai di salire sull'autobus della tradizione e farmi scarozzare da lei. Questo non l'ho mai fatto e mai lo farò a maggior ragione oggi; mi sono passati di fianco innumerevoli autobus e treni e navi e quant'altro, talvolta per il mio verso di marcia tal'altra anche al contrario, ma ho sempre e solo camminato con le mie di gambe e dove sono arrivato oggi (e non chiedermi dove perchè non lo so minimamente) lì è il paletto del giorno, della giornata di oggi, domani potrà essere più in là o anche più indietro, talvolta si torna anche indietro, incredibile a dirsi, ma nell'esperienza di vita ho constatato anche questo che alle volte si torna pure indietro per "avanzare" ugualmente, ma comunque e sempre avanti o indietro che fosse è sempre stato ciò che ero, che andavo conoscendo ed essendo di "me".

Come vedi bel pippone ti ho rifilato stavolta, vero? Lo so che avrai da obiettare mille cose e parole e termini in uso, ma abbi pazienza, ti ripeto io non sono il vedanta, neanche lontanamente, molto probabilmente sono uno dei tanti poveri scemi ed ignoranti (non ricordo i termini che avevi usato ultimamente per indicare "costoro") che popolano questo mondo e forse anche questo forum; abbi pazienza, sii compassionevole e comprensivo dell'ignoranza altrui, si usa dire chi più ne ha più ne metta (di testa, intelligenza, comprensione, etc); se vedi e constati che tanti, molti altri non hanno la tua consapevolezza, del vedanta o meno che sia, più che provare a indicare loro la via non credo tu possa fare; dicono che i maestri hanno ed elargiscono la "grazia", nel caso tu sia uno di questi ed hai questa possibilità, allora ne avresti ampia occasione di elargirne, persino qui sopra, virtualmente che sia.

Comunque non sono certo in grado di darti consigli in merito; già fatico a darne a me stesso, proprio non saprei cosa poter dire al mio prossimo; anche perchè per elargire qualsivoglia consiglio al mio prossimo dovrei conoscerlo e per conoscerlo (secondo mio modo di vedere) dovrei prima conoscere me stesso, e questo è ancora incompleto e immaturo, quindi anche la mia conoscenza del "mio prossimo" è altrettanto incompleta e immatura. Per cui quali mai consigli e indicazioni potrei mai dare? nessuna. Ma questo vale per me e per il mio modo di pensare magari altri ne hanno altri e agiscono diversamente. Non so. Io non conosco il tuo, nè il tuo pensiero a riguardo, nè la tua istanza e intenzioni a riguardo, conosco solo quello che vai affermando da tempo, quello che leggo, che non so poi se equivale a ciò che sei. Mi resta aperta la domanda, anche se come già detto, le domande sugli altri alla fine sono molto relative e secondarie nel mio mondo; prevalgono quelle che mi pongo su di me, degli altri in fondo non mi serve al momento sapere gran chè. Però tu libero come tutti noi di esprimerti su questo forum, è una delle condizioni di questo forum. La libertà di parola ed espressione, così come sto facendo io ora. A buon proseguio.

lux o
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Iscritto il: 08/05/2017, 19:14

Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da lux o » 03/08/2017, 19:11

triplice
hai scritto 'E non c'è da meravigliarci se poi leggiamo le boiate cosmiche di lux o'
o comprovi la tua affermazione o chiedi pubblicamente scusa

tranqui sto scherzando

a proposito hai riportato una bellissima storia buddhista zen ma l'hai interpretata in modo tuo personale vedantino
ovviamente comprovo
« na saṃsārasya nirvāṇāt kiṃcid asti viśeṣaṇam
na nirvāṇasya saṃsārāt kiṃcid asti viśeṣaṇam
nirvāṇasya ca yā koṭiḥ koṭiḥ saṃsaraṇasya ca
na tayor antaraṃ kiṃcit susūkṣmam api vidyate »

« Il saṃsāra è in nulla differente dal nirvāṇa.
Il nirvāṇa è in nulla differente dal saṃsāra.
I confini del nirvāṇa sono i confini del saṃsāra.
Tra questi due non c'è alcuna differenza. »
(Nāgārjuna, Mūla-madhyamaka-kārikā, XXV, 19-20)

latriplice
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Iscritto il: 05/12/2016, 14:19

Re: Riflessioni dal silenzio

Messaggio da latriplice » 03/08/2017, 19:56

lux o ha scritto:
03/08/2017, 19:11
triplice
hai scritto 'E non c'è da meravigliarci se poi leggiamo le boiate cosmiche di lux o'
o comprovi la tua affermazione o chiedi pubblicamente scusa

tranqui sto scherzando

a proposito hai riportato una bellissima storia buddhista zen ma l'hai interpretata in modo tuo personale vedantino
ovviamente comprovo
« na saṃsārasya nirvāṇāt kiṃcid asti viśeṣaṇam
na nirvāṇasya saṃsārāt kiṃcid asti viśeṣaṇam
nirvāṇasya ca yā koṭiḥ koṭiḥ saṃsaraṇasya ca
na tayor antaraṃ kiṃcit susūkṣmam api vidyate »

« Il saṃsāra è in nulla differente dal nirvāṇa.
Il nirvāṇa è in nulla differente dal saṃsāra.
I confini del nirvāṇa sono i confini del saṃsāra.
Tra questi due non c'è alcuna differenza. »
(Nāgārjuna, Mūla-madhyamaka-kārikā, XXV, 19-20)
Cos'è essenzialmente lo yoga?

Yoga è l'estinzione (nirvana) dell'illusione di "non essere" la Suprema Realtà.

https://www.youtube.com/watch?v=QFey4M6qpVg

Quanto amo questa donna!

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