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Parole di Raphael - Riflessioni

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cannaminor
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Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da cannaminor » 24/05/2017, 12:30

La "Via del Fuoco" è per coloro che vogliono, prima di tutto, riempire le proprie bisacce.
Non si può dare ciò che non si ha.
I più sperano di dare ciò che non hanno.
I più sperano di dare senza possedere
: l'Io Empirico vive e si perpetua nell'illusione.

Non cercare di trasformare gli altri. Trasforma te stesso. Solo la tua compiutezza rende compiuto lo spazio di vita che ti circonda.
La “Via del Fuoco” è risolversi per risolvere.

Raphael- La Triplice Via del Fuoco - I,26 27
Più oltre, sempre dallo stesso libro e capitolo, al sutra 30 si dice:

30. Ogni desiderio é qualcosa di non compiuto e nasce di una "mancanza", da un'insoddisfazione, da un'instabilità sensoriale e da una subcoscienza non risolta. Il desiderio appaga e attutisce in modo fugace una mente che non sa comprendere; il desiderio é una semplice visione della propria incompiutezza. Si desidera perché non si é. La "Via del Fuoco" estingue la sete del desiderio estrovertito, e l'ente ritrova se stesso nella pienezza onnicomprensiva.

Al che mi domando, riepilogando le brevi frasi sottolineate e pertinenti l'un l'altra

Non si può dare ciò che non si ha.
I più sperano di dare ciò che non hanno
I più sperano di dare senza possedere
Si desidera perché non si é

cos'è che i più vogliono dare, desiderano dare e non hanno? Di che cosa stiamo parlando?
Non stiamo forse parlando del desiderio di molti di "salvare il mondo", del desiderio e anelito di molti, di amare il mondo, di istruire il mondo, di educare il mondo, di porgere addirittura un servizio tradizionale al mondo, etc etc?

Si dice anche, non cercare di trasformare gli altri (il mondo), trasforma te stesso e ciò facendo "trasformi" anche gli altri ed il mondo. Ma chi mai segue questo precetto di trasformare se stesso, conoscere se stesso, amare se stesso, etc etc? Chi mai rivolge il suo fuoco su e verso se stesso, invece che verso il mondo e gli altri? Tutti dediti invece al mondo, agli altri, con la scusa e desiderio di istruirli, amarli, educarli, insegnargli, etc.

Non trovate strano questo rivolgimento di direzione così come proposto, più e più volte ed in mille e mille lingue, da un maestro tradizionale come Raphael e come invece applicato e posto in atto dai più?

Mauro
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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 24/05/2017, 13:07

A me pare che il desiderio sia un anelito a soddisfare una mancanza che si ha, ma della quale non conosciamo l'origine. L'incompiutezza dello stato manifesto, dualistico, tende alla compiutezza nel senso di desiderare "l'altro polo" del dipolo, cosicchè si ricostituisca l'unità originaria. Ma poichè l'unità è somma di due mezzi solo algebricamente, anche questo anelito viene frustrato.
Impulsati da questo desiderio di unità, continuiamo a desiderare compulsivamente "questo e quello", e la mente si agita per ciò.
L'impossibilità, su questo piano, di raggiungere lo "stato originale", per i motivi sopra descritti, porta la mente ad agitarsi sempre di più, creando sofferenza e frustrazione.
Inoltre, poichè la stessa unità non può raggiungersi "collezionando" più "pezzi" con una semplice somma algebrica (come scritto sopra), andremo ad accumulare vritti su vritti, ad infinitum.

Infatti se notate: se si sommano gli infiniti elementi di una serie divergente (quali sono gli "oggetti"del mondo sensibile), il risultato non porterà mai all'unità ma ad una crescita infinita.

Allora in sostanza: metafisicamente l'unità NON si può ottenere sommando i poli della dualità, perchè essi sono divergenti e non convergenti.

L'unità totalizzante è presente già in nuce in ogni singolo ente.

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Fedro
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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 24/05/2017, 14:09

Secondo me bisogna innanzitutto distinguere i desideri compensativi dell'io narcisistico (immagine distorta dell'originario essere) dall'anelito profondo verso l' essere, e trascendente questa dimensione dell'io (ovvero di ciò che si è nell'avere/dare altro da sé)

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 24/05/2017, 15:34

Fedro ha scritto:
24/05/2017, 14:09
Secondo me bisogna innanzitutto distinguere i desideri compensativi dell'io narcisistico (immagine distorta dell'originario essere) dall'anelito profondo verso l' essere, e trascendente questa dimensione dell'io (ovvero di ciò che si è nell'avere/dare altro da sé)
Invece per me (ed era quello che avevo argomentato sopra), non vi è differenza sostanziale: entrambi infatti sono viziati proprio dall'anelito (al soddisfacimento temporaneo o ad un presunto "essere"), che di per sè è insaziabile, allorchè dalla dualità ambisca all'unità.

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 24/05/2017, 15:52

Mauro ha scritto:
24/05/2017, 15:34
Fedro ha scritto:
24/05/2017, 14:09
Secondo me bisogna innanzitutto distinguere i desideri compensativi dell'io narcisistico (immagine distorta dell'originario essere) dall'anelito profondo verso l' essere, e trascendente questa dimensione dell'io (ovvero di ciò che si è nell'avere/dare altro da sé)
Invece per me (ed era quello che avevo argomentato sopra), non vi è differenza sostanziale: entrambi infatti sono viziati proprio dall'anelito (al soddisfacimento temporaneo o ad un presunto "essere"), che di per sè è insaziabile, allorchè dalla dualità ambisca all'unità.
Appunto, questo sino a che non s'impara a discriminarli

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 24/05/2017, 16:49

Io intendevo dire che non vi è nessuna differenza sostanziale discriminazione o no

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 24/05/2017, 17:01

Mauro ha scritto:
24/05/2017, 16:49
Io intendevo dire che non vi è nessuna differenza sostanziale discriminazione o no
Vero, nella misura in cui, il desiderio implica sempre altro da sé, quindi una dualità: come puoi desiderare quello che comunque sei?
E sin qui, ci siamo.

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cannaminor
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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da cannaminor » 25/05/2017, 8:54

Fedro ha scritto:
24/05/2017, 17:01
Mauro ha scritto:
24/05/2017, 16:49
Io intendevo dire che non vi è nessuna differenza sostanziale discriminazione o no
Vero, nella misura in cui, il desiderio implica sempre altro da sé, quindi una dualità: come puoi desiderare quello che comunque sei?
E sin qui, ci siamo.
Il desiderio implica di suo, un'incompiutezza, una parte e parzialità, un buco e vuoto, una mancanza nel soggetto che desidera.
Si desidera perchè non si è interi, unità, compiuti, continui, pienezza, etc etc.

Non si può che desiderare ciò che non si è, l'altro da sè, perchè l'altro ha solo luogo nel mondo delle parti, nel molteplice, nel duale.

È solo essendo io parziale, incompiuto, finito, etc che posso desiderare la parte mancante, ciò che andrebbe a comporre secondo il mio sentire la mia compiutezza, infinitezza, etc etc.

Anche l'anelito alla liberazione, alla realizzazione, all'illuminazione etc, non può che nascere da ciò che libero, realizzato, illuminato, etc non è.

Solo l'incompiutezza può desiderare di essere compiuta.
Solo la parte può desiderare di essere intera.
Solo il parziale può desiderare di essere totale.
etc, etc

"Si desidera perchè non si è", è un'elegante sintesi logica di questo ragionamento.

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 25/05/2017, 9:02

Si certo, ma questo è valido sinquando il soggetto che sta cercando si crede realmente diviso dall'oggetto che cerca e che, paradossalmente è egli stesso...dunque questa legge dell'incompiutezza e del credersi incompiuti, è valida sinquando ti credi diviso da ciò che sei, oppure credi che corrisponda in un cercare in un altrove da te.
Quindi, anche questa storia del desiderio incompiuto, ove mauro dice giustamente che sempre desiderio di incompiutezza si tratta, è valido sinquando non implodi nel desiderio stesso, ovvero sinquando quella tensione che si sprigiona verso "il mondo" in un altrove, si svuota perchè s'inverte la direzione della tensione stessa, e ciò accade quando questa si placa, o ancora meglio, brucia nel fulcro stesso del fuoco
Questo per me (sempre ovviamente)

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da cannaminor » 25/05/2017, 9:31

Fedro ha scritto:
25/05/2017, 9:02
Si certo, ma questo è valido sinquando il soggetto che sta cercando si crede realmente diviso dall'oggetto che cerca e che, paradossalmente è egli stesso...dunque questa legge dell'incompiutezza e del credersi incompiuti, è valida sinquando ti credi diviso da ciò che sei, oppure credi che corrisponda in un cercare in un altrove da te.
Quindi, anche questa storia del desiderio incompiuto, ove mauro dice giustamente che sempre desiderio di incompiutezza si tratta, è valido sinquando non implodi nel desiderio stesso, ovvero sinquando quella tensione che si sprigiona verso "il mondo" in un altrove, si svuota perchè s'inverte la direzione della tensione stessa, e ciò accade quando questa si placa, o ancora meglio, brucia nel fulcro stesso del fuoco
Questo per me (sempre ovviamente)
Ma infatti nessuno ha detto che il desiderio è infinito e assoluto, anzi per fortuna che non lo è altrimenti saremmo tutti condannati alle fiamme eterne ( o paradisi eterni) senza soluzione di continuità. Per fortuna invece che il desiderio trova in un qual dove e quando la sua estinzione, esaurimento; la chiamano realizzazione-illuminazione-liberazione e in vari altri nomi.

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 25/05/2017, 9:37

Però, sia chiaro, almeno per me, il desiderio non si estingue per acquisizione o sommatoria, ma semplicemente eradicandolo (come non so).

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da cannaminor » 25/05/2017, 9:52

Mauro ha scritto:
25/05/2017, 9:37
Però, sia chiaro, almeno per me, il desiderio non si estingue per acquisizione o sommatoria, ma semplicemente eradicandolo (come non so).
Più che eradicarlo, che mi ricorda il flagellanti nelle loro celle che a suon di frusta volevano eradicare le tentazioni della carne martoriandola, io credo invece che il desiderio debba essere compreso, là dove per compreso non intendo però acquisizione o sommatoria, ma proprio cum-prehendere, includere, fare nostro ciò che prima nostro lo non era, nostro coscienzialmente, in consapevolezza. Se tu sei già (in identità) ciò che desideri, impossibile desiderarlo. Viene meno la causa del desiderio e il desiderare stesso. Si può solo desiderare ciò che non sei, non hai, ma se tu lo sei (e lo hai, volendo usare anche il piano materiale acquisitivo) non puoi desiderare.

Se ho in garage una ferrari testa rossa nuova fiammante, mi dici come faccio a desiderne una? Questo per dirla in termini acquisitivi, materiali e del piano grossolano. Ma traslati anche agli altri piani di coscienza e consapevolezza sopratutto, se tu già sei (hai compreso chi e cosa sei nella tua interezza e universalità) di cosa mai puoi desiderare, se già lo sei? Se non c'è il "buco" non c'è nessuna richiesta e desiderio di colmarlo, in tutti i sensi.

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 25/05/2017, 10:01

Si, esatto, intendevo così col termine "eradicamento". Anche perchè il desiderio, per me, ha carattere molto "carnale" e pensare di comprenderlo mi è piuttosto difficile. Potrebbe aiutarmi la psicoanalisi.
Lo vedo come una pianta infestante, che con le radici soffoca e con la chioma ostruisce il sole alle altre piante.
Ma, come diceva Fukuoka, in natura NON esistono "piante infestanti": tutte hanno una loro funzione.
Questo devo imparare.

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 25/05/2017, 10:03

cannaminor ha scritto:
25/05/2017, 9:52

Più che eradicarlo, che mi ricorda il flagellanti nelle loro celle che a suon di frusta volevano eradicare le tentazioni della carne martoriandola, io credo invece che il desiderio debba essere compreso, là dove per compreso non intendo però acquisizione o sommatoria, ma proprio cum-prehendere, includere, fare nostro ciò che prima nostro lo non era, nostro coscienzialmente, in consapevolezza. Se tu sei già (in identità) ciò che desideri, impossibile desiderarlo. Viene meno la causa del desiderio e il desiderare stesso. Si può solo desiderare ciò che non sei, non hai, ma se tu lo sei (e lo hai, volendo usare anche il piano materiale acquisitivo) non puoi desiderare.
ma questa comprensione (cum-prendere) è realizzazione quindi per te, da come dicevi?
A prescindere da come si chiama, per me è semplicemente un passo della sadhana, che coincide con un cambio di bussola

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 25/05/2017, 10:06

ma questa comprensione (cum-prendere) è realizzazione quindi per te, da come dicevi?
Per il buddhismo zen lo è

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Fedro » 25/05/2017, 10:19

Mauro ha scritto:
25/05/2017, 10:06
ma questa comprensione (cum-prendere) è realizzazione quindi per te, da come dicevi?
Per il buddhismo zen lo è
sì può darsi, ma non credo proprio per il Vedanta advaita

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Re: Parole di Raphael - Riflessioni

Messaggio da Mauro » 25/05/2017, 10:26

Fedro ha scritto:
25/05/2017, 10:19
Mauro ha scritto:
25/05/2017, 10:06
ma questa comprensione (cum-prendere) è realizzazione quindi per te, da come dicevi?
Per il buddhismo zen lo è
sì può darsi, ma non credo proprio per il Vedanta advaita
La Tradizione è unica

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