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Informazioni alimentari

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seva
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Informazioni alimentari

Messaggio da seva » 02/05/2017, 15:43

Alimentazione

"Si diventa ciò che si mangia". Un'affermazione che può far riflettere. Qual'è l'alimentazione più adatta? Le discussioni saranno lunghe. Ci sono cibi considerari più puri e altri meno puri, cibi più sani e altri che lo sono un po' meno.

Esistono delle abitudini alimentari proprie di determinate popolazioni e di determinati culti o sistemi filosofici, legati prevalentemente alle condizioni ambientali. Oggi queste abitudini sono andate mescolandosi grazie alla globalizzazione, pertanto è possibile reperire ad un prezzo accessibile ingredienti che un tempo erano disponibili solo in un altro continente e d'altra parte si sviluppano usi e costumi alimentari che un tempo non erano consueti. Si pensi alla pizza che diviene piatto più rappresentativo degli USA, degli spaghetti in Giappone, del sushi in Italia e della macrobiotica in genere.

Esistono poi i vari regimi vegetariani che possono essere adottati per motivazioni morali, scientifiche o etiche.

Si devono fare alcune considerazioni di ordine scientifico, lasciando alla singola consapevolezza le valutazioni di ordine morale ed etico.

La prima considerazione è che un alimentazione non vegetariana si basa su quattro diverse fonti da cui trarre proteine (non stiamo trattando sistemi alimentari estremi):
  • carni animali (rosse e bianche)
  • uova
  • pesce
  • prodotti lattiero caseari

Carni bovine, suine, ovine e avicole

Le carni animali oramai sono tutte prevalentemente di allevamento e sono sottoposte a controllo veterinario a termini di legge. Questo significa che gli animali ricevono una serie di mangimi ed estrogeni che dovrebbero a loro volta essere controllati. L'uso di farine animali nell'alimentazione dei bovini è però lecito, con tutte le conseguenze del caso, tra cui quello della così detta mucca pazza. Qualcuno sostiene che lo stesso tipo di rischio lo corre l'uomo nell'uso delle carni suine, essendo il suino molto simile all'uomo.
Le carni rosse dopo l'uccisione dell'animale subiscono diversi trattamenti, uno dei quali sono gli anticoagulanti necessari a mantenere le carni rosse sul bancone.
Le carni bianche di produzione nazionale sono produzioni avicole la cui crescita viene forzata da estrogeni e che permettono la crescita del pulcino per portarlo "a carne" in tempi dimezzati rispetto alla natura. L'affollamento di certi allevamenti determina l'uso di alte concentrazioni di antibiotici. Il controllo veterinario è meno affidabile. Le carni di coniglio sono quasi tutte di importazione da paesi dell'Est Europa soggetti a normative diverse. I sistemi di distribuzione refrigerati rendono i prodotti batteriologicamente affidabili, anche se un uso a crudo è sconsigliato.


Uova

Produzione di batteria, la qualità dell'uovo è data dal mangime dato all'animale. I processi di distribuzione rendono la freschezza affidabile.


Pesce

Le itticulture presentano gli stessi problemi delle carni avicole: mangimi, antibiotici, controlli. Con in più l'inquinamento ambientale dei mari.
Il grosso problema dell'alimentazione a base di pesce è il posizionamento del pesce stesso nella catena alimentare. Più un pesce è piazzato in alto (pesce spada, tonno, cernia, etc.) più egli si nutre di pesci che a loro volta si sono nutriti di pesci più piccoli. Questo significa che la concentrazioni di mercurio, piombo e altri elementi inquinanti è molto più elevata nelle loro carni che in quelle di pesci più piccoli (sardine, sarde, sgombri, etc.). La FSA (Food Standard Agency), massima autorità sanitaria della Granbretagna ha raccomandato la limitazione dell'uso del tonno alle donne incinte per elevato rischio dei feti a causa del mercurio.


Prodotti lattierocaseari

I formaggi della tradizione sono più affidabili dei formaggi industriali di nuova generazione. Certo l'uomo non è un vitello, quindi il consumo di latte dopo lo svezzamento forse andrebbe limitato, senza farne un consumo quotidiano continuo.


Il punto finale che occorre poi considerare è che nutrirsi dei cibi appena elencati impoverisce il nostro pianeta, perché essi non sono cibi primari prodotti dalla terra, ma a loro volta sono più in alto nella catena alimentare e quindi nella loro crescita sono state usate molte più risorse. Ci sono varie statische che si trovano in giro, ma è semplice capire che con il terreno necessario a produrre il foraggio per un alimentare un bovino per un anno si possono mantenere più esseri umani per più tempo, rispetto a quanto si potrebbe fare con le carni di quel bovino.

Dice l'oncologo ed ex ministro della sanità Umberto Veronesi: « L'umanità rischia un effetto a catena distruttivo: esaurimento di energia, di acqua potabile, di alimenti base per soddisfare consumismi alimentari errati. In Cina e in India è aumentato il consumo di carne, così come non si ferma in Occidente. I conti non tornano. Sei miliardi di abitanti, tre miliardi di bovini da macello (ogni chilo di carne brucia 20 mila litri d'acqua), 15 miliardi di volatili da alimentazione, produzione di combustibili dai cereali. Tra un po' non ci sarà più cibo. Grano, soia, riso, mais costano sempre di più e vanno a ingrassare gli animali da allevamento. Dobbiamo fermarci ora. Primo passo: diventare vegetariani, o quasi. » (citato in Corriere della sera, 20 maggio 2008, p.9)

Il problema è riassunto dai ricercatori del Centro Nuovo Modello di Sviluppo: «Il nostro alto consumo di carne è ingiusto perché non è estendibile a tutti gli abitanti del pianeta, semplicemente perché non ci sarebbe abbastanza terra coltivabile». La produzione di carne richiede, nel suo processo, una superficie di terra coltivabile fino a sedici volte superiore a quanta ne è richiesta da legumi ed altri tipi di proteine vegetali. Questo significa che la produzione di 200 grammi di carne, ovvero un semplice secondo piatto per un italiano di medie condizioni economiche, richiede l'impiego di una quantità di terreno dalla quale si potrebbero ricavare due chili e mezzo tra cereali e legumi, l'equivalente di un pasto completo per una settimana. Di tutti i cereali prodotti nel mondo, oltre il 55% è destinata agli allevamenti e non direttamente all'alimentazione umana. A questo va aggiunto il fatto che la maggior parte dei vegetali usati per il mangime per animali vengono coltivati e preparati in Asia e America Latina, ovvero paesi più poveri, e non destinatari di quella produzione. (da Wikipedia, voce Vegetarismo).

Cambiare gli usi alimentari non è facile e l'estremismo alimentare non è raccomandabile, ma considerando che sia stato Pitagora ad aver introdotto il vegetarismo in Occidente e che un tempo il termine "pitagorici" indicava i vegetariani (termine coniato recentemente), una riflessione a favore di una alimentazione più sana è auspicabile.



«Fin dalla giovinezza ho rinunciato all'uso della carne, e verrà un giorno in cui uomini come me considereranno l'omicidio di un animale alla stregua dell'omicidio di un essere umano».
Leonardo da Vinci, Appunti.


«A furia di uccidere animali, si arriverà al giorno in cui tutti gli uomini considereranno l'omicidio di un essere umano alla stregua dell'omicidio di un animale?».
Sigife Auslese, Conversazioni

a cura de I Pitagorici
5 luglio 2008

Mauro
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Iscritto il: 02/10/2016, 15:06

Re: Informazioni alimentari

Messaggio da Mauro » 03/05/2017, 3:43

Piccola nota sulle proteine.
Le proteine sono catene di amminoacidi.
L'organismo "costruisce" le proteine a partire dagli amminoacidi.
Quindi i carnivori devono prima distruggere le proteine ingerite con l'animale mangiato, per dare di nuovo origine agli amminoacidi che serviranno a costruire le sue proteine.
Quindi non vi è alcuna differenza tra proteine animali e vegetali, se non nelle dimensioni della catena degli amminoacidi.
Anzi, le proteine vegetali sono più facilmente "riconducibili" agli amminoacidi essenziali di quelle animali.
Tutti i vegetali hanno gli amminoacidi necessari per la costituzione delle proteine di cui l'organismo ha bisogno.
Una dieta costituita da cereali e legumi assicura il fabbisogno di amminoacidi essenziali.

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