Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
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Grazie

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cannaminor
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Messaggio da cannaminor » 23/02/2017, 11:08

cielo ha scritto:
22/02/2017, 20:40
Anche sul punto 2, direi che hai ragione, solo che nel mio caso specifico, porto avanti da anni un'azione di recupero di brani di Bodhananda della vecchia ml e ultimamente anche di salvataggio di post di autori vari che prima erano pubblici e ora non lo sono più, avendo chiuso il forum pitagorico ed essendo cambiate anche le modalità di moderazione, qui oramai affidata al buon senso di ciascuno.
Come scelta "editoriale", soprattutto per i dialoghi, si è preferito orientarsi alla spersonalizzazione degli scritti, depurandoli da elementi personali o legati a situazioni specifiche del passato, in modo da renderli attuali e fruibili da tutti.
Un lavoro di distillazione, per conservare e preservare le essenze.
Il mio impegno è stato così orientato, di conseguenza non sempre ho un punto di vista maturo da offrire. Può capitare a volte, anche rileggendo quanto postato, che sorga un'istanza di condivisione, e allora lo si fa.
Un archivista, è un archivista. E poi chiarire il senso non è mia competenza. Certi autori "parlano chiaro", e si corre il rischio di oscurare invece di chiarire il senso.

Stavo leggendo in questi giorni un libro (I manoscritti di Nag Hammadi. Una biblioteca gnostica del IV secolo di Nicola Denzey Lewis) in cui si evidenzia come nei primi secoli dopo cristo, il panorama dottrinale e d'istruzione a lui attribuito (visto che non scrisse nulla di suo) fosse quanto mai vario e eclettico, sia come fonti che come corpo. Circolavano nei primi due secoli, di tutto di più su Gesù, vangeli, apocalissi, lettere, rivelazioni, trattati, oggi classificati sotto l'indice di apocrifi, eretici, gnostici, setiani, e via dicendo.

Questo per dire cosa? che dopo la morte di molti maestri, la storia insegna, non solo quella relativa a cristo-gesù e quindi del cristianesimo o forse dovrei dire dei cristianesimi, coloro che rimangono si trovano nella difficile quanto ardua situazione di dover decidere il da farsi. I discepoli di cristo non poterono a loro volta eludere tale problematica, e non solo i dodici canonici ma anche altri che molto probabilmente erano altrettanto vicini a gesù quanto i primi, altri e persino altre come testimonia il vangelo di maria (maddalena o di magdala) quanto a vicinanza e forse anche oltre. Peraltro si usa dire che ad essere dodici erano gli apostoli, mentre i discepoli erano 72.

Ed il decidere il da farsi non fu compito facile nè unimamente condiviso; sono certo che ci furono infinite discussioni tra di loro sul come affrontare il seguito e futuro, anche perchè i discepoli stessi erano quanto mai diversi tra di loro, non solo come estrazione sociale etc, ma ancor di più quanto a grado coscienziale e comprensione dell'insegnamento ricevuto. E comunque a scanso di ogni dubbio alla fine si sparsero ai quattro capi del mondo, ognuno di loro portando il suo vangelo (buona novella) e quindi la sua comprensione dell'insegnamento ricevuto.

Oggi nel nostro piccolo ci si ritrova un pò in una situazione analoga. Per alcuni di noi Premadharma (o Bodhananda come altri l'hanno conosciuto) ha significato la tradizione vivente cui si faceva riferimento, e con la sua morte ci si è trovati orfani, orfani di una presenza che c'era su questo piano e su cui molti di noi facevamo riferimento, confronto, consiglio, (sostegno) e talvolta persino scontro e polemica.

Ognuno l'ha vissuto secondo sua sadhana e modalità, secondo suo sentire e pratica, secondo sua coscienza e consapevolezza, ma di certo nonostante queste differenze ci accomuna almeno il sentimento provato dopo la sua dipartita; di smarrimento, di incredulità, di sconcerto, talvolta persino di rabbia, per non aver detto nulla, qualcuno ha persino detto per non averci salutato! Non ce lo si aspettava, non se lo aspettava nessuno, forse nemmeno lui. Ben diverso da quelle modalità narrateci da tanti testi e testimonianze di maestri che se ne vanno nella piena consapevolezza tranquillamente seduti in padmasana coi discepoli seduti attorno ad osservarli andarsene.

Ve ne sto parlando, ne parlo perchè dopo la sua morte del 17 Gennaio 2017, a parte un asettico comunicato, sia pur doveroso, null'altro è stato detto, nessuno ha aperto bocca, e nessuno si è pronunciato in merito. Certo si può parlare di rispetto e di (elaborazione del) lutto, tutto vero, ma anche su questo avrei da ridire, non è quello che a suo tempo mi fu insegnato da lui. La morte stessa non era quella come di solito la si intende ed elabora nelle modalità occidentali.

Parlandone con una sua, nostra cara amica comune di anni fa, il primo commento è stato "finalmente ci è riuscito!" sottointendendo ad andarsene e lasciare il corpo-piano grossolano etc. Sono molte le testimonianze su di lui tratte in questo ultimo mese dopo l'annuncio della notizia, tutte diverse e vissute in modo diverso, tanti quanti erano i soggetti e le loro consapevolezze.

Perchè tutto sto discorso, nato poi dal leggere le parole di sky sull' "archivista", sul leggersi e interpretarsi quale archivista delle parole di Bodhananda-Premadharma. Il discorso nasce appunto dalle istanze a seguire la sua morte e di cosa, coloro che gli erano più prossimi e vicini, vorranno fare e portare avanti. Un discorso che ho già sentito più volte è stato "portiamo avanti la sua opera". Il che mi rimanda per forza di cose a quanto mai si possono essere detti gli apostoli di gesù. Anche loro immagino si siano dati l'imperativo di portare avanti la sua opera, ovvero l'evangelizzazione, quindi il suo messaggio, la sua "buona novella", di portala alle genti di tutto il mondo, e così hanno fatto a quanto pare. Hanno scritto evangeli per metterla per iscritto prima che andasse persa nella memoria, e di fatti nei primi due secoli ne circolavano una marea di vangeli su\di gesù.

Nel caso di Premadharma-Bodhananda invece non posso non chiedermi e domandarmi, quale era la "sua opera" ? Certo a differenza di gesù volendo portare e continuare a sostenere questo confronto, lui ha lasciato molto più di scritto di suo, anzi, un sacco di cose, tra articoli, libri, e post vari su varie maling-list e forum a differenza di gesù che non lasciò nulla di nulla. Da cui il discorso di archivista di sky che ha pensato bene di archiviare in qualche modo il suo dire in forme più approciabili a tutti.

Ma io continuo a domandarmi, si ok ha scritto un sacco di cose, in forma di libri, di articoli, di post, tutto materiale pubblico, così come c'è quasi altrettanto materiale privato in quel caso direttamente mirato alla persona con cui stava parlando e qui si apre un discorso che si è già fatto nel passato, ovvero che le parole che uno scrive, anche un povero cristo come noi e quindi a maggior ragione certi "esseri", se quelle parole hanno un indirizzo ben preciso, ovvero sono state spese per una specifica persona, questo non autorizza, non solo la loro pubblicazione per un mero discorso di privacy, ma anche e sopratutto perchè quelle parole erano indirizzate specificatamente a quella persona e quindi non sono valide e universali per tutto e tutti chi le legge.

Fin qui ci si potrebbe anche trovare d'accordo, non credo che nessuno di noi voglia per forza far leggere le sue lettere private con chiunque le abbia intrattenute, sia esso un maestro o pincopallo, quindi restano quelle dichiaratamente pubbliche. Quindi verrebbe da dire allora pubblichiamo per tutti gli eventuali interessati tutto quanto Premadharma-Bodhananda ha scritto in tanti anni, sempre che sia un lavoro fattivamente fattibile, perchè davvero c'è tanto di scritto.

Ma io vorrei tornare alla domanda iniziale che ponevo. Quale è l'opera che Premadharma-Bodhananda portava avanti? Intanto forse ci sarebbe da chiedersi; ne portava avanti una? nel senso era qui per portare avanti qualcosa, opera o altro che fosse e la si voglia chiamare?

Sappiamo che fosse profondamente legato a Raphael, e di Raphael almeno si sa per suo stesso dire quale sia il motivo della sua presenza qui, scritto chiaramente (oltre che nei fatti) in quell'unica intervista da lui rilasciata, che mi risulti.

Di Raphael quindi si sa e di Premadharma-Bodhananda? Per sostenere e integrare l'opera di Raphael?

I fatti quali sono, relativamente a Premadharma-Bodhananda? Che ha scritto dei libri, per il tramite di una editrice da lui stesso creata, I Pitagorici; che ha aperto partecipato per anni a delle ML e poi a dei forum, in veste di owner, di moderatore, ma sopratutto di interlocutore con tante e tante persone che si sono affacciate a questi luoghi virtuali. Persone che sono state e poi spesso andate per la loro strada, talvolta in amicizia e talaltra in contrasto, spesso poi rivisto e rivisitato e integrato sucessivamente. E poi articoli e pubblicazioni varie, i vari quaderni e fascicoli che da anni vengono pubblicati.

Quindi Premadharma-Bodhananda è questo, editoria e pubblicazione, dialoghi virtuali con persone sul web?

Ciò che mi domando e di cui ancora oggi, del tutto in via personale, non mi sono dato ancora esauriente risposta è; cosa accidenti ci era venuto a fare a questo mondo? aldilà dell'evidente e palese sotto gli occhi di tutti. C'è dell'altro o sono solo io a domandarmelo (inopportunamente) e senza possibile risposta, perchè risposta non c'è a domanda che non sussiste?

Io devo confessare che sono rimasto con più domande che risposte; lo so che a me le domande sorgono spontanee come usa dire, conosco questa mente abbastanza da saperlo, ciò non di meno le domande ci sono ma non le risposte che sono riuscito a darmi.

Altri forse non se le sono poste o ne hanno trovate di altre di risposte, a loro confacenti e rispondenti, forse ad altri è fin troppo chiaro quale fosse la sua opera e di conseguenza quale quella da portare avanti in sua mancanza, non lo so, francamente non lo, so solo che ognuno ha da trovare la risposta che risponda a lui e non agli altri, anche se gli altri fossero 7 miliardi ad averla ed io no, resto con la mia non risposta ma non posso per la forza dei numeri aderire e condividere ciò che non comprendo e non capisco, ma che sopratutto non mi ha risposto.

Io non so che cosa si vorrà fare delle opere in atto, a cominciare da questo forum, dai siti e via dicendo, non ne ho idea.

Non lo so, almeno e ovviamente sempre per quanto mi riguarda, per via che non so cosa essi volessero essere già nella loro origine e costituzione, ed ora che l'owner stesso, Premadharma-Bodhananda è venuto meno (su questo piano..) a maggior ragione ne perdo ulteriore il senso e significato.

Nelle intenzioni originali (dell'owner), basta leggere presentazione e galateo, si era voluto un forum con la maggior auto-gestione e auto-moderazione possibile; si confidava nella maturità degli iscitti e nel farne un uso intelligente e responsabile di questo luogo di dialogo aperto a tutti gli aspiranti in cammino. Queste le intenzioni e per ora sembra che tutto sommato ciò sia stato. Ma noi, intendo coloro che ne hanno partecipato con l'owner della fondazione e messa in atto, non siamo lui, ognuno di noi è un ente a sè, ognuno diverso dal suo prossimo, prossimo faretello\sorella e prossimo anche in riferimento all'owner stesso, che personalmente consideravo un "fratello maggiore", un qualcuno capace di additarmi la via, la mia di via, per cui lui già ci era passato.

La sua parola non c'è più, la sua parola del momento ed in risposta alla domanda posta non c'è più, ed anche se la si può andare a cercare tra quelle già date, sia nella memoria di ciascuno che negli scritti, non è la stessa cosa del hic et nunc. Non lo è.

Questo volevo dire, ovvero nulla di nulla in pratica, solo delle considerazioni sciolte ed a ruota libera. Non so cosa sia condivisibile e cosa no, cosa ne pensino gli altri, davvero non ne ho idea e forse nemmno mi interessa tutto sommato; sì è vero questo dovrebbe essere un luogo di condivisione, altrimenti che senso ha scrivere in un forum se non per condividere, o tentare di condividere quanto si dice e afferma.

In effetti non affermo nulla, sono solo mie riflessioni a voce alta, ne ho solo voluto dare scritto con voi.

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NowHere
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Re: Forum e quant'altro

Messaggio da NowHere » 23/02/2017, 11:36

cannaminor ha scritto:Ciò che mi domando e di cui ancora oggi, del tutto in via personale, non mi sono dato ancora esauriente risposta è; cosa accidenti ci era venuto a fare a questo mondo? aldilà dell'evidente e palese sotto gli occhi di tutti. C'è dell'altro o sono solo io a domandarmelo (inopportunamente) e senza possibile risposta, perchè risposta non c'è a domanda che non sussiste?
La tua domanda è lecita, ma come tu stesso scrivi abbozzare una qualsiasi risposta a riguardo non può essere altro che una speculazione.
La sua persona se n'è andata lasciando uno squarcio dentro di noi, in modo così inaspettato e inatteso che ci ha letteralmente ammutoliti; tuttavia il suo aver realizzato il Sé lo rende UNO con noi tutti. In questo senso Bodhananda-Premadharma è sempre Presente come nostro Io più profondo (atman), e non lo dico in senso sentimentalistico.
La goccia che tocca l'oceano "diventa" l'oceano. Siamo un unico Sé.
«Domanda (D): Può dirmi chi è lei?
Raphael (R): Io sono te.»

Tratto da Intervista con Raphael, in http://www.advaita.it/concetti/maestro.htm

Mauro
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Re: Forum e quant'altro

Messaggio da Mauro » 23/02/2017, 11:45

Io credo che tutto ciò che venga riportato, che sia citazione di PD o di qualcun altro, maestro o santo, non può e non dovrebbe essere fatta senza una glossa di commento di chi pone questa citazione, che spieghi anche perché si è sentito sollecitato a postare questa citazione. Siamo tutti diversi: è nell'incrocio di queste differenze che possiamo cogliere elementi di verità, ma ciò non può avvenire se non tiriamo fuori qualcosa di noi stessi, fossero anche le nostre opinioni riguardo una citazione o un riferimento (io preferisco chiamarli punti di vista). Ma se ci limitiamo alla asettica ripetizione di parole già dette, di frasi già lette, non credo che possa venire fuori qualcosa di buono, se non una forma di autoconvincimento che il proprio pensiero sia quello giusto, soprattutto se lo si crede collimante con la citazione riportata, e quindi non necessiti di ulteriori confronti. Questo per dire che secondo me-sarà una opinione, credenza, chiamatela come volete- il "messaggio" di PD è tanto meglio "preservato" e "diffuso", allorchè non lo si lascia "appeso" ad una citazione, ma lo si contestualizza con il proprio sentire, rendendolo così sempre vivo e attuale.

scriba
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Re: Forum e quant'altro

Messaggio da scriba » 23/02/2017, 11:46

Non ho risposte da dare, Cannaminor. Stamattina mi sono svegliata pensando a una parola letta tante volte ma solo guardata senza essere vista. La parola è diventata un'urgenza. Sono andata a cercare su internet, pensa, per trovare una definizione, e il sito che esce per primo è Vedanta.it, un brano di Raphael.

La parola era "Asparsa", l'articolo questo: http://www.advaita.it/concetti/asparsa.htm

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Fedro
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Re: Forum e quant'altro

Messaggio da Fedro » 23/02/2017, 12:26

cannaminor ha scritto:
23/02/2017, 11:08

Ma io continuo a domandarmi, si ok ha scritto un sacco di cose, in forma di libri, di articoli, di post, tutto materiale pubblico, così come c'è quasi altrettanto materiale privato in quel caso direttamente mirato alla persona con cui stava parlando e qui si apre un discorso che si è già fatto nel passato, ovvero che le parole che uno scrive, anche un povero cristo come noi e quindi a maggior ragione certi "esseri", se quelle parole hanno un indirizzo ben preciso, ovvero sono state spese per una specifica persona, questo non autorizza, non solo la loro pubblicazione per un mero discorso di privacy, ma anche e sopratutto perchè quelle parole erano indirizzate specificatamente a quella persona e quindi non sono valide e universali per tutto e tutti chi le legge.
So che questa non è la (tua) domanda di fondo, ma mi sembra quella che urge in questo momento.
Ricordo di aver pubblicato sui stralci, quand'era in vita, di discorsi anche privati. Ero abbastanza tranquillo..sapevo che era lì a potermi dire o meno: "cosa hai fatto". Non è quasi mai successo...ma di sicuro ho molte più remore adesso, visto che non c'è più a poter dire la sua, eventualmente.
Nel contempo, mi chiedo se tutto quello che conosciamo di dialoghi privati o comunque non scritti, di Maestri passati (vedi Ramana o Nisargadatta) sia passato sotto il loro vaglio...
Dunque mi chiedo se il dovere di nascondere o proteggere valga sempre più del diritto di condividere ciò che potrebbe essere utile ad altri

cielo
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Re: Forum e quant'altro

Messaggio da cielo » 23/02/2017, 13:06

cannaminor ha scritto:
23/02/2017, 11:08
cielo ha scritto:
22/02/2017, 20:40
Anche sul punto 2, direi che hai ragione, solo che nel mio caso specifico, porto avanti da anni un'azione di recupero di brani di Bodhananda della vecchia ml e ultimamente anche di salvataggio di post di autori vari che prima erano pubblici e ora non lo sono più, avendo chiuso il forum pitagorico ed essendo cambiate anche le modalità di moderazione, qui oramai affidata al buon senso di ciascuno.
Come scelta "editoriale", soprattutto per i dialoghi, si è preferito orientarsi alla spersonalizzazione degli scritti, depurandoli da elementi personali o legati a situazioni specifiche del passato, in modo da renderli attuali e fruibili da tutti.
Un lavoro di distillazione, per conservare e preservare le essenze.
Il mio impegno è stato così orientato, di conseguenza non sempre ho un punto di vista maturo da offrire. Può capitare a volte, anche rileggendo quanto postato, che sorga un'istanza di condivisione, e allora lo si fa.
Un archivista, è un archivista. E poi chiarire il senso non è mia competenza. Certi autori "parlano chiaro", e si corre il rischio di oscurare invece di chiarire il senso.

Stavo leggendo in questi giorni un libro (I manoscritti di Nag Hammadi. Una biblioteca gnostica del IV secolo di Nicola Denzey Lewis) in cui si evidenzia come nei primi secoli dopo cristo, il panorama dottrinale e d'istruzione a lui attribuito (visto che non scrisse nulla di suo) fosse quanto mai vario e eclettico, sia come fonti che come corpo. Circolavano nei primi due secoli, di tutto di più su Gesù, vangeli, apocalissi, lettere, rivelazioni, trattati, oggi classificati sotto l'indice di apocrifi, eretici, gnostici, setiani, e via dicendo.

Questo per dire cosa? che dopo la morte di molti maestri, la storia insegna, non solo quella relativa a cristo-gesù e quindi del cristianesimo o forse dovrei dire dei cristianesimi, coloro che rimangono si trovano nella difficile quanto ardua situazione di dover decidere il da farsi. I discepoli di cristo non poterono a loro volta eludere tale problematica, e non solo i dodici canonici ma anche altri che molto probabilmente erano altrettanto vicini a gesù quanto i primi, altri e persino altre come testimonia il vangelo di maria (maddalena o di magdala) quanto a vicinanza e forse anche oltre. Peraltro si usa dire che ad essere dodici erano gli apostoli, mentre i discepoli erano 72.

Ed il decidere il da farsi non fu compito facile nè unimamente condiviso; sono certo che ci furono infinite discussioni tra di loro sul come affrontare il seguito e futuro, anche perchè i discepoli stessi erano quanto mai diversi tra di loro, non solo come estrazione sociale etc, ma ancor di più quanto a grado coscienziale e comprensione dell'insegnamento ricevuto. E comunque a scanso di ogni dubbio alla fine si sparsero ai quattro capi del mondo, ognuno di loro portando il suo vangelo (buona novella) e quindi la sua comprensione dell'insegnamento ricevuto.

Oggi nel nostro piccolo ci si ritrova un pò in una situazione analoga. Per alcuni di noi Premadharma (o Bodhananda come altri l'hanno conosciuto) ha significato la tradizione vivente cui si faceva riferimento, e con la sua morte ci si è trovati orfani, orfani di una presenza che c'era su questo piano e su cui molti di noi facevamo riferimento, confronto, consiglio, (sostegno) e talvolta persino scontro e polemica.

Ognuno l'ha vissuto secondo sua sadhana e modalità, secondo suo sentire e pratica, secondo sua coscienza e consapevolezza, ma di certo nonostante queste differenze ci accomuna almeno il sentimento provato dopo la sua dipartita; di smarrimento, di incredulità, di sconcerto, talvolta persino di rabbia, per non aver detto nulla, qualcuno ha persino detto per non averci salutato! Non ce lo si aspettava, non se lo aspettava nessuno, forse nemmeno lui. Ben diverso da quelle modalità narrateci da tanti testi e testimonianze di maestri che se ne vanno nella piena consapevolezza tranquillamente seduti in padmasana coi discepoli seduti attorno ad osservarli andarsene.

Ve ne sto parlando, ne parlo perchè dopo la sua morte del 17 Gennaio 2017, a parte un asettico comunicato, sia pur doveroso, null'altro è stato detto, nessuno ha aperto bocca, e nessuno si è pronunciato in merito. Certo si può parlare di rispetto e di (elaborazione del) lutto, tutto vero, ma anche su questo avrei da ridire, non è quello che a suo tempo mi fu insegnato da lui. La morte stessa non era quella come di solito la si intende ed elabora nelle modalità occidentali.

Parlandone con una sua, nostra cara amica comune di anni fa, il primo commento è stato "finalmente ci è riuscito!" sottointendendo ad andarsene e lasciare il corpo-piano grossolano etc. Sono molte le testimonianze su di lui tratte in questo ultimo mese dopo l'annuncio della notizia, tutte diverse e vissute in modo diverso, tanti quanti erano i soggetti e le loro consapevolezze.

Perchè tutto sto discorso, nato poi dal leggere le parole di sky sull' "archivista", sul leggersi e interpretarsi quale archivista delle parole di Bodhananda-Premadharma. Il discorso nasce appunto dalle istanze a seguire la sua morte e di cosa, coloro che gli erano più prossimi e vicini, vorranno fare e portare avanti. Un discorso che ho già sentito più volte è stato "portiamo avanti la sua opera". Il che mi rimanda per forza di cose a quanto mai si possono essere detti gli apostoli di gesù. Anche loro immagino si siano dati l'imperativo di portare avanti la sua opera, ovvero l'evangelizzazione, quindi il suo messaggio, la sua "buona novella", di portala alle genti di tutto il mondo, e così hanno fatto a quanto pare. Hanno scritto evangeli per metterla per iscritto prima che andasse persa nella memoria, e di fatti nei primi due secoli ne circolavano una marea di vangeli su\di gesù.

Nel caso di Premadharma-Bodhananda invece non posso non chiedermi e domandarmi, quale era la "sua opera" ? Certo a differenza di gesù volendo portare e continuare a sostenere questo confronto, lui ha lasciato molto più di scritto di suo, anzi, un sacco di cose, tra articoli, libri, e post vari su varie maling-list e forum a differenza di gesù che non lasciò nulla di nulla. Da cui il discorso di archivista di sky che ha pensato bene di archiviare in qualche modo il suo dire in forme più approciabili a tutti.

Ma io continuo a domandarmi, si ok ha scritto un sacco di cose, in forma di libri, di articoli, di post, tutto materiale pubblico, così come c'è quasi altrettanto materiale privato in quel caso direttamente mirato alla persona con cui stava parlando e qui si apre un discorso che si è già fatto nel passato, ovvero che le parole che uno scrive, anche un povero cristo come noi e quindi a maggior ragione certi "esseri", se quelle parole hanno un indirizzo ben preciso, ovvero sono state spese per una specifica persona, questo non autorizza, non solo la loro pubblicazione per un mero discorso di privacy, ma anche e sopratutto perchè quelle parole erano indirizzate specificatamente a quella persona e quindi non sono valide e universali per tutto e tutti chi le legge.

Fin qui ci si potrebbe anche trovare d'accordo, non credo che nessuno di noi voglia per forza far leggere le sue lettere private con chiunque le abbia intrattenute, sia esso un maestro o pincopallo, quindi restano quelle dichiaratamente pubbliche. Quindi verrebbe da dire allora pubblichiamo per tutti gli eventuali interessati tutto quanto Premadharma-Bodhananda ha scritto in tanti anni, sempre che sia un lavoro fattivamente fattibile, perchè davvero c'è tanto di scritto.

Ma io vorrei tornare alla domanda iniziale che ponevo. Quale è l'opera che Premadharma-Bodhananda portava avanti? Intanto forse ci sarebbe da chiedersi; ne portava avanti una? nel senso era qui per portare avanti qualcosa, opera o altro che fosse e la si voglia chiamare?

Sappiamo che fosse profondamente legato a Raphael, e di Raphael almeno si sa per suo stesso dire quale sia il motivo della sua presenza qui, scritto chiaramente (oltre che nei fatti) in quell'unica intervista da lui rilasciata, che mi risulti.

Di Raphael quindi si sa e di Premadharma-Bodhananda? Per sostenere e integrare l'opera di Raphael?

I fatti quali sono, relativamente a Premadharma-Bodhananda? Che ha scritto dei libri, per il tramite di una editrice da lui stesso creata, I Pitagorici; che ha aperto partecipato per anni a delle ML e poi a dei forum, in veste di owner, di moderatore, ma sopratutto di interlocutore con tante e tante persone che si sono affacciate a questi luoghi virtuali. Persone che sono state e poi spesso andate per la loro strada, talvolta in amicizia e talaltra in contrasto, spesso poi rivisto e rivisitato e integrato sucessivamente. E poi articoli e pubblicazioni varie, i vari quaderni e fascicoli che da anni vengono pubblicati.

Quindi Premadharma-Bodhananda è questo, editoria e pubblicazione, dialoghi virtuali con persone sul web?

Ciò che mi domando e di cui ancora oggi, del tutto in via personale, non mi sono dato ancora esauriente risposta è; cosa accidenti ci era venuto a fare a questo mondo? aldilà dell'evidente e palese sotto gli occhi di tutti. C'è dell'altro o sono solo io a domandarmelo (inopportunamente) e senza possibile risposta, perchè risposta non c'è a domanda che non sussiste?

Io devo confessare che sono rimasto con più domande che risposte; lo so che a me le domande sorgono spontanee come usa dire, conosco questa mente abbastanza da saperlo, ciò non di meno le domande ci sono ma non le risposte che sono riuscito a darmi.

Altri forse non se le sono poste o ne hanno trovate di altre di risposte, a loro confacenti e rispondenti, forse ad altri è fin troppo chiaro quale fosse la sua opera e di conseguenza quale quella da portare avanti in sua mancanza, non lo so, francamente non lo, so solo che ognuno ha da trovare la risposta che risponda a lui e non agli altri, anche se gli altri fossero 7 miliardi ad averla ed io no, resto con la mia non risposta ma non posso per la forza dei numeri aderire e condividere ciò che non comprendo e non capisco, ma che sopratutto non mi ha risposto.

Io non so che cosa si vorrà fare delle opere in atto, a cominciare da questo forum, dai siti e via dicendo, non ne ho idea.

Non lo so, almeno e ovviamente sempre per quanto mi riguarda, per via che non so cosa essi volessero essere già nella loro origine e costituzione, ed ora che l'owner stesso, Premadharma-Bodhananda è venuto meno (su questo piano..) a maggior ragione ne perdo ulteriore il senso e significato.

Nelle intenzioni originali (dell'owner), basta leggere presentazione e galateo, si era voluto un forum con la maggior auto-gestione e auto-moderazione possibile; si confidava nella maturità degli iscitti e nel farne un uso intelligente e responsabile di questo luogo di dialogo aperto a tutti gli aspiranti in cammino. Queste le intenzioni e per ora sembra che tutto sommato ciò sia stato. Ma noi, intendo coloro che ne hanno partecipato con l'owner della fondazione e messa in atto, non siamo lui, ognuno di noi è un ente a sè, ognuno diverso dal suo prossimo, prossimo faretello\sorella e prossimo anche in riferimento all'owner stesso, che personalmente consideravo un "fratello maggiore", un qualcuno capace di additarmi la via, la mia di via, per cui lui già ci era passato.

La sua parola non c'è più, la sua parola del momento ed in risposta alla domanda posta non c'è più, ed anche se la si può andare a cercare tra quelle già date, sia nella memoria di ciascuno che negli scritti, non è la stessa cosa del hic et nunc. Non lo è.

Questo volevo dire, ovvero nulla di nulla in pratica, solo delle considerazioni sciolte ed a ruota libera. Non so cosa sia condivisibile e cosa no, cosa ne pensino gli altri, davvero non ne ho idea e forse nemmno mi interessa tutto sommato; sì è vero questo dovrebbe essere un luogo di condivisione, altrimenti che senso ha scrivere in un forum se non per condividere, o tentare di condividere quanto si dice e afferma.

In effetti non affermo nulla, sono solo mie riflessioni a voce alta, ne ho solo voluto dare scritto con voi.


Il tuo punto di vista lo percepisco molto vicino al mio. Capisco quello che scrivi. Il dharma di Bodhananda, lo diceva ogni tanto era riunire le varie visioni, pur sapendo che ogni visione è sempre opera personale.
Un dharma, una natura di amore incondizionato e trasparenza tale da abbacinare l'altro. Eppure così umano, materno, accogliente. Sempre.
Tante persone hanno potuto condividere con lui, approfondendo alcuni aspetti della loro ricerca e sempre liberi di percorrere il proprio cammino, anche lontano da lui, dopo un tratto di viaggio insieme. Non ha mai trattenuto nessuno, in alcun modo. All'inizio che lo incontrai mi rimase impresso una volta che disse che amare voleva dire prima di tutto lasciare libero l'altro di vivere la sua vita, ovunque desiderasse viverla, anche lontano da noi.

Bodhananda era un grande karmayogi, un autista di formula uno, ma umile anche a fare i corsi di guida sicura per principianti desiderosi di provare i circuiti più tortuosi e pericolosi.
Ogni giorno provo spontaneamente gratitudine per l'autista tanto abile che mi ha insegnato a guidare in montagna, tra i tornanti, con gli abissi fianco a fianco. Che dal finestrino ti percepisci già nell'abisso. Tipo le strade delle Ande.

Una volta, in un mp, anche Bodhananda mi esplicitò la sua gratitudine.
Ho riletto l'mp dopo la sua morte, andando a random nel mio pc.
Chiuse il post con: "un abbraccio di gratitudine per il tuo essere qui con me in questa vita".
Si discuteva di una specifica situazione che stava vivendo una persona a me vicina interiormente (ma lontana fisicamente) e lui mi invitava a uno specifico fare: incontrarla, avendone casualmente l'opportunità.

Io replicavo: "Lo faccio solo perchè tu mi inviti a farlo e siccome ho fiducia in te penso che va bene direzionare l'impegno in tal senso".
Rispose:
"Allora... non devi fare le cose perché ti invito a farle. Se le senti di fare le fai, se non senti di farle non le fai."
Poi nel corso del post diceva anche che: "Abbiamo una responsabilità nei confronti del mondo e anche nei confronti delle persone che amiamo" .

Penso che fare le cose non perchè lo dicono altri (Conoscitori, ministri di culto, scritti sacri) ma perchè "sentiamo di farlo" sia un sempre utile orientamento per ognuno di noi.

Se Bodhananda - Premadharma ci ha orientato, sta a noi onorare la mappa che abbiamo a nostre mani e agire, mettere in pratica, rendere viventi gli imput che ci ha lasciato.
Altro per me non c'è. Nessun fare conduce all'essere, il nostro "fare" è inevitabile in quanto immersi nella creazione, ma qualsiasi fare, anche una replica a un compagno di viaggio, dovrebbe essere sempre liberamente donato, senza tante preoccupazioni su come reagiranno altri.
Non è facile.

Se mi sento di spostare brani di Bodhananda per renderli condivisibili, perchè mi risuonano, lo faccio e cerco di togliere tutti i refusi, che come diceva Bodhananda stesso restano sempre, per quante riletture di servizio di un testo si facciano (anche 8, o nove, mi diceva, quando lo incalzavo).
E mettere magari una foto che dia gioia anche allo sguardo e all'immaginario del lettore che è arrivato fino alla fine del brano.
Questo sul sito, perchè per quanto riguarda il forum, condivido la linea "dura" di Mauro, anche se mi sono autogiustificata come archivista titolata. :)

Qui, iscritti e silenti, forse leggenti, ci sono anche persone che hanno condiviso e viaggiato con Bodhananda, chissà se un giorno sorgerà in loro la voglia di condividere qualche sprazzo di luce che hanno visto dalla loro finestra.

PS: chiedo scusa, ho scritto prima di aver letto la toccante testimonianza di Athanor che ringrazio per la sua apertura di cuore con noi.

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