Non vedo come possa essere diversamente e cosa ci sia di male in ciòOsservo come ogni forma di amore che alimento in me stessa sia un momento di espansione dell'io che cerca una ragione di vita all'esterno di sè
Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
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Grazie
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Diario di viaggio - Riflessioni
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Vero, e difatti non ci vedo nulla di male anch'io.
Evidentemente però, cielo vuole indagare dentro i desideri dell'Io per non alimentarli.
Neanche questo sarà male, se così sente.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
L'espansione di un io non è quanto cerco.
E trovare una ragione di vita all'esterno di sè non aiuta a trascendere l'eterno gioco delle polarità, fulcro e motore del divenire da cui affrancarsi.
Il male e il bene sono polarità.
Colui che si è reintegrato nell'Assoluto vive una esperienza di amore che non è quella duale: la nostra normalità.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Difatti tu vivi esattamente in quanto "io esteriorizzato", sennò non saresti neanche comparsa sulla faccia della terra.
Il gioco delle polarità può aiutare a ridimensionare piuttosto che ad espandere l'io.
L'espansione dell'io è un rischio proprio di coloro che rifiutano il confronto con l'altro.
Il gioco delle polarità può aiutare a ridimensionare piuttosto che ad espandere l'io.
L'espansione dell'io è un rischio proprio di coloro che rifiutano il confronto con l'altro.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Sì, anche, concordo.Mauro ha scritto: ↑29/06/2017, 15:36Difatti tu vivi esattamente in quanto "io esteriorizzato", sennò non saresti neanche comparsa sulla faccia della terra.
Il gioco delle polarità può aiutare a ridimensionare piuttosto che ad espandere l'io.
L'espansione dell'io è un rischio proprio di coloro che rifiutano il confronto con l'altro.
Accettare il confronto con l'altro aiuta a sottomettere le tendenze egoistiche, ma può esaltarle in particolari contesti che danno "potere"
(i genitori ad esempio, sui figli piccoli; gli insegnanti sugli allievi)
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Non c'è contesto che tenga
Aggiungerei: tra fratelli, tra amici, tra compagni di scuola, tra patners, al lavoro, col guru...
ho dimenticato qualcosa?
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Per entrare in competizione in tutti quei contesti, bisogna avere di base uno spirito competitivo, a me sinceramente capita raramente.
Cosa c'è da dimostrare?
Cosa c'è da dimostrare?
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Comunque si parlava di esercizio del potere, e che viene applicato da tutti, chi più chi meno, a qualsiasi livello e contesto.
E questo senza necessariamente essere competitivi.
Un bimbo che frigna per ottenere dalla madre attenzione ulteriore, effettua una manipolazione. dunque potere. Penso ad un consiglio non richiesto, anche questa è una forma sottile di manipolazione, dunque di potere.
Sono forme inconscie di potere, ma usuali, e che incontriamo ogni momento della vita.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Allora ho capito male io. Pensavo si parlasse di "espansione dell'Ego", non dell'esercizio del potere. Per me possono anche essere due cose differenti.
L'ego di una persona può espandersi anche nelle azioni subordinate, perchè, ad esempio, ci si ritiene migliori di coloro che esercitano il potere su di noi.
A chi non è capitato?
Io per anni mi sono sentito migliore della società in cui vivo pur subendone i capricci.
Piano piano a ciò è subentrata una sorta di indifferenza maturata col fatto che tanto, che io mi senta migliore o peggiore del mio prossimo, ho da seguire la mia strada, e che gli altri seguano la loro. Tanto soluzioni che arrestino il gorgo in cui siamo trascinati non ve ne sono.
L'ego di una persona può espandersi anche nelle azioni subordinate, perchè, ad esempio, ci si ritiene migliori di coloro che esercitano il potere su di noi.
A chi non è capitato?
Io per anni mi sono sentito migliore della società in cui vivo pur subendone i capricci.
Piano piano a ciò è subentrata una sorta di indifferenza maturata col fatto che tanto, che io mi senta migliore o peggiore del mio prossimo, ho da seguire la mia strada, e che gli altri seguano la loro. Tanto soluzioni che arrestino il gorgo in cui siamo trascinati non ve ne sono.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Chi subisce (senza necessaria accettazione) è innescato comunque nel processo del potere, dunque non vedo differenza
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
La differenza c'è nel concetto buddhista di "sforzo".
Se soffri, ti incazzi e sbraiti perchè stai nella "ruota" (del samsara), sei in balia del potere e lo "subisci".
Se lo accetti perchè così è nella natura delle cose e perchè tu stai esattamente al posto giusto al momento giusto, sei libero di usare la "ruota" come una giostra (lila).
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Certo, l'accettazione cosciente, e non reattiva.
E qui siamo fuori dal processo karmico del potere
E qui siamo fuori dal processo karmico del potere
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Siamo partiti a scambiare sull'amore verso sé stessi e verso l'altro e, passando attraverso l'espansione dell'io-soggetto, siamo approdati al "potere" che risulta indipendente da qualsiasi contesto, o scenario del mondo in divenire, in quanto si manifesta anche nel bambino piccolo che presto impara dagli adulti a "manipolare" le situazioni per ottenere quello che vuole e soddisfare i propri istinti.
Sono i primi passi nella costruzione di un soggetto individuato che possa vivere le proprie intenzioni, pensieri, sentimenti, emozioni sulla via di minor resistenza e maggior soddisfazione delle connesse aspettative.
Desideri e aspettative che la mente ha creato proiettandosi nel continuo divenire del fenomenico che sperimenta e di cui fa parte, subendone, in quanto strumento operativo di un soggetto incarnato, il gioco duale delle polarità.
Quando nell'adulto questo processo di ottenere felicità tramite l'interazione con l'oggetto - altro inverte la direzione dal fuori al dentro si può iniziare a scoprire l'inconsistenza del soggetto individuato tenuto su da strutture interiori basate sui frutti delle azioni trascorse e su istanze in continuo mutamento la cui soddisfazione momentanea non assicura e non stabilizza uno stato interiore di serenità e pieno appagamento a cui tendiamo naturalmente e che ci immaginiamo diverso da quello che sperimentiamo.
Rimurginiamo sul passato e ci preoccupiamo del futuro, di solito, e ciò condiziona le nostre azioni allontanandoci dalla nostra radice di puro essere (Atma).
Per come la vedo io, l'auto indagine aiuta a mantenere una continuità nel vivere, una centralità che sempre meno ha "a che fare" con un io frammentato che vive un insieme di attimi in cui si alternano momenti di consapevolezza e momenti in cui prevalgono l'istinto, le emozioni e le opinioni.
Mantenere il distacco, rimanere immobili per riuscire a vedere scorrere tutti i fili che la mente costruisce per fare una solida ragnatela su cui arrampicarsi e catturare le mosche.
Indubbiamente c'è una fase di rinuncia a catturare mosche, un digiuno necessario, lasciare la presa sul mondo non solo a parole, ma non è facile saper amare (anche un brutto ragno peloso) senza chiedere. A sé stessi, soprattutto.
Il guardiano della soglia (i contenuti psicologici o coaguli energetici che ci condizionano) non si doma facilmente, soprattutto perchè prima bisogna trovarlo e dopo scoprire che in realtà non c'è.
L'Essere è pura libertà.
Sono i primi passi nella costruzione di un soggetto individuato che possa vivere le proprie intenzioni, pensieri, sentimenti, emozioni sulla via di minor resistenza e maggior soddisfazione delle connesse aspettative.
Desideri e aspettative che la mente ha creato proiettandosi nel continuo divenire del fenomenico che sperimenta e di cui fa parte, subendone, in quanto strumento operativo di un soggetto incarnato, il gioco duale delle polarità.
Quando nell'adulto questo processo di ottenere felicità tramite l'interazione con l'oggetto - altro inverte la direzione dal fuori al dentro si può iniziare a scoprire l'inconsistenza del soggetto individuato tenuto su da strutture interiori basate sui frutti delle azioni trascorse e su istanze in continuo mutamento la cui soddisfazione momentanea non assicura e non stabilizza uno stato interiore di serenità e pieno appagamento a cui tendiamo naturalmente e che ci immaginiamo diverso da quello che sperimentiamo.
Rimurginiamo sul passato e ci preoccupiamo del futuro, di solito, e ciò condiziona le nostre azioni allontanandoci dalla nostra radice di puro essere (Atma).
Per come la vedo io, l'auto indagine aiuta a mantenere una continuità nel vivere, una centralità che sempre meno ha "a che fare" con un io frammentato che vive un insieme di attimi in cui si alternano momenti di consapevolezza e momenti in cui prevalgono l'istinto, le emozioni e le opinioni.
Mantenere il distacco, rimanere immobili per riuscire a vedere scorrere tutti i fili che la mente costruisce per fare una solida ragnatela su cui arrampicarsi e catturare le mosche.
Indubbiamente c'è una fase di rinuncia a catturare mosche, un digiuno necessario, lasciare la presa sul mondo non solo a parole, ma non è facile saper amare (anche un brutto ragno peloso) senza chiedere. A sé stessi, soprattutto.
Il guardiano della soglia (i contenuti psicologici o coaguli energetici che ci condizionano) non si doma facilmente, soprattutto perchè prima bisogna trovarlo e dopo scoprire che in realtà non c'è.
L'Essere è pura libertà.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
La tua si chiama "aracnofobia", cielo.
Certo, è più facile innamorarsi di un pulcino (ne sono nati 5 di rondine sotto la mia veranda), che di un grosso cicciotto ragno peloso.
Eppure a me i ragni fanno tenerezza, li adoro. Ne ho la casa piena e guai a toccarli!
Certo, è più facile innamorarsi di un pulcino (ne sono nati 5 di rondine sotto la mia veranda), che di un grosso cicciotto ragno peloso.
Eppure a me i ragni fanno tenerezza, li adoro. Ne ho la casa piena e guai a toccarli!
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Era un esempio. Massimo rispetto per i ragni, dalle mie parti, in città, ci sono ragni medio piccoli, dalle gambe sottili e ragnetti piccolissimi.
Li osservo ed evito di fargli male o disturbare il loro lavorio incessante.
Sono dei karma yogi di grande levatura.
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Provo un vago senso di invidia quando leggo di chi sogna persone care scomparse. Io non ne ho mai sognato una.Lo riposto ora perchè qualche notte fa ho fatto un sogno curioso durante il quale Bodhananda, giovane e luminoso, mi si avvicinava per mettermi un bigliettino in tasca e poi si allontanava rapido con un gesto di saluto dicendomi che aveva molto da fare.
Sembra che siano refrattarie nel venirmi a trovare.
Una volta, una sola volta ho sognato mio padre, pochi anni dopo la sua scomparsa, avvenuta quando avevo vent'anni.
Eravamo in una sala d'ospedale. Io in piedi da un lato di un vetro che ci separava, lui dall'altro, con un pigiamone- tunica da ospedale. Mi guarda con un viso un pò triste e fa una espressione del tipo: "ormai non c'è più niente da fare". Si gira e se ne va.
Non l'ho più sognato.
Non ho mai sognato altri parenti o amici morti.
Un giorno mia sorella scrive su fb che una notte in sogno sono venuti a trovarla: papà, nonna zelma, zia maria etc.
Le scrivo: "puoi cortesemente dire loro che se invece di venire tutti da te, facessero un pò i turni anche dagli altri figli/ nipoti?"
Re: Diario di viaggio - Riflessioni
Secondo me, considerato che non ricordiamo il 99% dei sogni che facciamo, non possiamo dirne molto...
Comunque, considerato che nei sogni, non vi è una dimensione spazio temporale uguale al mondo della veglia, è molto probabile che convivano nei nostri sogni, vivi e morti insieme, senza necessaria continuità o senso (o forse c'è ed è contestuale o da interpretare).
Senso..mi son risvegliato stamattina col senso da dare alla parola "senso".
Comunque, considerato che nei sogni, non vi è una dimensione spazio temporale uguale al mondo della veglia, è molto probabile che convivano nei nostri sogni, vivi e morti insieme, senza necessaria continuità o senso (o forse c'è ed è contestuale o da interpretare).
Senso..mi son risvegliato stamattina col senso da dare alla parola "senso".