Fedro ha scritto: ↑25/02/2017, 12:26
cannaminor ha scritto: ↑25/02/2017, 11:45
Scusate se intervengo, ma dopo aver letto tutti i post non ho capito di che si sta parlando o contendere che sia?
Qual'è il soggetto, l'argomento, il concetto su cui si sta discutendo?
direi che nasca dalla tua considerazione in cui tiri in ballo "i pezzi di io"
Il problema è che per esporre-mostrare un "io" intanto bisogna vederlo, e già non è facilissimo, e poi accettarne anche l'ipotesi, così facendo, di poterne perdere dei pezzi per strada, avendoli magari riconosciuti non tuoi (non io), il che fa ancora più paura.
Molto più comodo e facile barricarsi dietro presunte privacy, intimità, interiorità inviolate e nascoste, così non si rischia alcun sguardo indiscrerto, a cominciare proprio dal proprio.
ovvio che sembra più un puntare il dito che un indicare uno sbaglio di impostazione pratica delle varie stanze.
Niente di che comunque.. d'altronde sappiamo come funziona, i pezzi di io che fanno di tutto per non cadere, come si rivoltino e ci rivoltano, perchè li crediamo veri nel trattenerli, quanto nel perderli e non sapere più cosa c'è..
Non era intenzione puntare il dito su nessuno, e chi avrei dovuto puntare? Si stava solo dicendo quanto già detto, e quanto sostenuto da mauro, e quanto anche io da tempo sostengo, sul discorso generale di postare materiale copia\incolla senza alcuna aggiunta e contributo proprio. Se ne era già parlato, e se ne parlerà ancora, evidentemente ci sono più punti di vista a riguardo, ed io ne sostenevo uno in questo caso simile a quello di mauro.
Il mio punto di vista, in riferimento a chi sostiene la propria legittimità, anzi non legittimità, perchè legittimo è legittimo, ci mancherebbe, piuttosto direi utilità di preservare e conservare una propria privacy, interiorità inviolata, anonimità, e via dicendo, per me sono tutte cose che alla fine si basano su un'unica cosa la propria identità egoica, l'io, ciò che noi crediamo essere e difendiamo contro ogni possibile alterazione, manipolazione, variazione, o peggio soppressione ed esaurimento.
È tutto qui, noi ci identifichiamo in una individualità, e questa viene difesa da ogni possibile attacco e critica, giudizio, altro e altrui il tutto perchè a buona evidenza si teme di perderla, di smarrirla o anche solo di modificarla e cambiarla da come è ora. Si difende la posizione, il castello, guai a chiunque e cosunque possa in alcun modo eroderlo e alterarlo da ciò che è. Non saremmo più noi ma qualco'altro.
Questa è la mia opinione in merito, tutto qui, quando vedo questi attaccamenti alla propria individualità ed ogni sorta di difesa preventiva messa in campo per impedirne qualsivolgia cambiamento, modifica, alterazione possa avvenire con il contatto con l'altro da noi, non posso che notare il supporto e l'attaccamento a tale cosa detta "io". Non lo si fa vedere, lo si tiene da parte, nascosto allo sguardo altrui, alla visione altrui, al giudizio altrui, dovesse mai ferirsi e farsi male e perdere qualche pezzo per strada nello scambio e condivisione.
Mi stupisco che si parli tanto di morire a se stessi, di morte dell'io, di deserti, di vuoto, di questo e di quello, bla bla bla e poi anche il solo porre sotto lo sguardo altrui (oltre che il proprio) il proprio io ci mette tanti problemi e fastidi? Vogliamo morire a noi stessi e non siamo nemmeno capaci di guardarci e farci guardare dal prossimo?
Ma davvero si pensa di avere tutta quasta privacy e interiorità così altra e diversa dal prossimo, tanto da essere difesa ad oltranza, da continuamente porre i paletti, questo è mio e di là è il tuo? e guai a chi passa e scavalca? Cosa si ha paura di scoprire che il nostro prossimo è più prossimo di quanto si immagini? Certo che scoprire, comprendere l'alterità comporta ipsofacto il perdere la propria distinta e separata dall'altrui, su questo non ci sono dubbi; se io sono te, non resta nè un io e nemmeno un te, resta un noi, che non è nè l'uno nè l'altro ma entrambi.
Difficile essere "noi" ponendo continuamente innanzi i paletti della nostra personale privacy, intimità, interiorità, e bla bla bla.
Amore, amore, amore, quante volte l'ho sentito pronunciare e su quante bandiere l'ho visto sventolare, quelle bandiere di parte che andavano ad uccidere l'altro, quello fuori e altro dalla nostra privacy, dalla nostra interiorità, dalla nostro sentire e amore e cuore.
Quanto sangue è scorso in nome dell'amore? Ancora non ha insegnato nulla? Come fa a sussistere l'amore in presenza di una privacy, di una interiorità individuale, egoica, personale? Il mio cuore altro e diverso dal tuo cuore. È questo il cuore di cui si parla sempre? Del cuore privato e personale?
bla bla bla....