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Fuscelli noti e travi ignorate

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cannaminor
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Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da cannaminor » 06/01/2017, 12:48

I seguenti 13 msg sono stati tratti da "È solo un'occhiata". Erano offtopic rispetto al tema dell'argomento. Una rilettura di questi msg, uno già corretto dopo un richiamo, potrebbe indurre ad una maggior pratica di silenzio per osservare come sorgano certe reazioni in noi stessi. Spesso sono altre storie, altre radici, ingiustizie che non siamo riusciti a superare. Spesso non è facile e le continuiamo a condurre in noi lasciando che radichino nel sottosuolo a creare solide strutture pronte a dare sostegno all'ira, alla rabbia, all'acredine. Un percorso spirituale, qualsiasi sia, ha una dimensione interiore che va esplorata attraverso l'atmavicara o attraverso l'abbandono ai piedi dell'Isthadevata, sia esso l'Assoluto, il Supremo o il Maestro. In un consesso di aspiranti possono sorgere le incomprensioni, ma deve subito sorgere la consapevolezza che in quella apparenza muoviamo i nostri passi per conoscerci, e il confronto è solo strumentale all'autoconoscenza: l'altro è un semplice specchio in cui cogliamo i nostri moti interiori, quelli più dolorosi. I fuscelli che portano alle ignorate travi confitte nei nostri dolenti occhi. E se non tutti voi che qui avete scritto non cogliete le vostre travi, allora forse vi servirà un po' di silenzio come aiuto per coglierle.

Un sorriso

Questo il messaggio che compare al seguito dello spostamento di un blocco di 13 messaggi così come descritto sopra.
Ok, facoltà dell'owner o chi per esso operare tale spostamento e relativo commento e nota.
Intenzione di questo tread è quindi di attenzionare questo ultimo portandone alcune riflessioni, mie, personali e non di terzi e più o meno note.

Allora in sè il discorso è ineccepibile, a cominciare dalla sempre vera e attuale parabola del fuscello (non era pagliuzza?) e della trave, di evangelica memoria.

39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? 40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? 42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (Luca 6; 39-42)
Un percorso spirituale, qualsiasi sia, ha una dimensione interiore che va esplorata attraverso l'atmavicara o attraverso l'abbandono ai piedi dell'Isthadevata, sia esso l'Assoluto, il Supremo o il Maestro.
Propendo per l'atmavicara, ma queste sono scelte di cammino personali; in entrambi i casi comunque scelte Tradizionali.
In un consesso di aspiranti possono sorgere le incomprensioni, ma deve subito sorgere la consapevolezza che in quella apparenza muoviamo i nostri passi per conoscerci, e il confronto è solo strumentale all'autoconoscenza
Posso condividere tale affermazione, che il confronto sia strumentale all'autoconoscenza, però mi viene anche da aggiungere, bisognerà pur permettere a questo confronto di esplicarsi, di trovare il suo sviluppo, svolgimento e compimento possibilmente, prima di cassarlo e spostarlo con reprimenda da qualche altra parte, o no? Questo il primo pensiero e riflessione che mi viene.
l'altro è un semplice specchio in cui cogliamo i nostri moti interiori, quelli più dolorosi. I fuscelli che portano alle ignorate travi confitte nei nostri dolenti occhi. E se non tutti voi che qui avete scritto non cogliete le vostre travi, allora forse vi servirà un po' di silenzio come aiuto per coglierle.
Secondo me (IMHO) forse serviva qualche tempo in più per vedere le travi, per vedere quanto lo specchio rimandava della trave nel nostro occhio; sfilare lo specchio di sotto il naso non aiuta molto a vedere la trave nel nostro di occhio. Fin tanto che nessuno offende, nessuno insulta, nessuno compie alcuna azione di danno diretto alla persona altrui, ma si sta come si stava nei contenuti, non ne riesco a cogliere il senso dello spostamento e della richiesta di "silenzio". Non è nel silenzio che si vedono le travi, ma nell'azione, nel confronto, se togli l'opportunità di confronto togli anche quella di specchiarsi e vedersi le travi. Sempre secondo MHO.

Questa la mia opinione in merito, poi non so gli altri "interessati" quale ne abbiano, ma a me sembrava che in generale su un forum, se non si sfrutta appunto l'opportunità di un confronto aperto e sincero tra le parti, per poi ognuno guardarsi nello specchio che ne ha davanti a sè e vedere la fatidica trave, se sfili lo specchio di sotto il naso, nessuno vede più alcunchè, solo un'occasione persa.

Questo è quanto...ricambio il sorriso; un gesto gentile si ricambia sempre, possibilmente.

Mauro
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Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da Mauro » 06/01/2017, 13:38

Condivido quanto da te detto, cannaminor, anche se mi sento di aggiungere una cosa. L'owner ha vissuto in passato interlocuzioni come quella che è stata spostata, e il suo invito al silenzio e alla riflessione in merito alla discussione in questione è probabilmente dettato da dinamiche che abbiamo vissuto già in passato, e che probabilmente l'owner non ha piacere che si ripropongano, con i relativi strascichi.
Per cui, convenendo con quanto da te detto sulla necessità di enucleare certe problematiche che dipendono in maniera planare dai rispettivi klesha, ritengo altresì che le posizioni si erano delineate, e a me è sufficiente tale chiarezza, che vale anche per il futuro, nel caso mi trovassi in situazioni analoghe. Insomma si può sempre imparare senza necessariamente che lo sfregamento reciproco possa far affiorare il sangue (metaforicamente parlando, naturalmente).

seva
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Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da seva » 06/01/2017, 20:47

Un invito alla riflessione non interrompe un processo in atto. Né lo interrompe spostare in nuovo argomento quanto è di fatto un nuovo argomento. Le direzioni prese, sia il discutere sui realizzati che sull'arbitrio decisionale di rispondere o meno, si sovrapponevano al discorso avviato da Kaara e Latriplice. I messaggi non sono stati né nascosti, né cancellati, semplicemente spostati e il nuovo argomento non è stato bloccato, pertanto è possibile il confronto di esplicarsi, di trovare il suo sviluppo, svolgimento e compimento.

Nessuno specchio è stato tolto, i msg sono tutti lì. Quale che sia il processo in atto, esso può continuare. L'invito è a farlo come coscienza osservante... rimanendo sui contenuti, senza spostarsi verso le persone, come era sembrato avvenisse.

Se invece questa apparenza di confronto era errata e poco fruibile il silenzio in tale occasione, non si tengano da conto tali parole.

Quanto alla separazione, è più semplice la comprensione quando i vari argomenti sono ben delineati e senza sovrapposizioni.

In finale, si porge una richiesta a Mauro, ove essa possa essere raccolta.

In molti esiste il mito della foresta, della montagna, di quegli aspiranti che si ritiravano per scelta in tali luoghi per vivere come eremiti.

Oggi l'eremita, ove non partecipa ad una comune, un monastero, vive in città. La solitudine viene espressa in una quotidianità con certi ritmi, ma senza il continuo confronto sociale. Si riesce ad essere soli anche all'interno di condomini più o meno grandi, specialmente ove il quartiere non abbia l'apparenza e consistenza di villaggio, come le contrade senesi, alcuni quartieri romani, etc.

Le circostanze della vita hanno portato questo aspirante (conoscitore di sé stesso) ad un romitaggio fuori dalla città, in campagna, una vita a contatto con la natura, nella rarefazione dei bisogni (e delle istanze?), una vita di solitudine che possiamo cogliere solo da alcuni rari accenni. Non sappiamo dell'emersione dei contenuti, la gestione delle eventuali istanze, etc. etc.

Ove fosse disponibile, sarebbe interessante se egli avviasse un argomento in cui ci narri la quotidianità della vita che percorre, le difficoltà e i successi quotidiani, il vivere il presente senza la programmazione dei pasti data dall'accesso ad un frigorifero, dal non avere vicino il supermercato, etc. Le riflessioni che sorgono nella solitudine, le difficoltà interiori che affiorano, etc. etc.

Lo immagino un dono gradito a tutti coloro che vivono presi dal dharma familiare, dalle necessità dei figli, dal correre per far fronte alle tante necessità che un quotidiano sociale comporta. Il tutto senza affermare una superiorità dell'uno o dell'altro indirizzo, sono due mondi entrambi oggettivi che rappresentano una palestra in cui manifestare la vita che si incarna per come essa viene disposta.

Grazie in entrambi i casi, sia se riuscirai a darci questo dono di te, sia rinunciassi per la difficoltà di mettere l'interiorità a nudo in pubblico.

Un sorriso

Mauro
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Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da Mauro » 07/01/2017, 2:23

Quello che ho scritto in calce alla citazione del pensiero di Epitteto era in relazione a quello. Non volevo mettere in mostra una vita che non posso neanche dire "scelta di vita", perchè mi ci sono ritrovato e sono state più che altro le circostanze (più, come dicevo, il mio carattere tamasico, inerziale) a guidarmi.
Non voglio insegnare nulla dalla mia esperienza, nè considerarla "superiore" od "esclusiva" rispetto chi vive una vita di famiglia in città.
Io non invidio quel tipo di vita, ma ogni cosa ha il suo rovescio della medaglia.
Alla leggerezza che avverto in virtù dell'assenza di molti "stimoli" ai "bisogni", si contrappone spesso ad un senso di disperazione e di impotenza, legati a fattori anch'essi contingenti (es. il freddo di questi giorni, o situazioni al limite dell'assurdo, come la mia "lotta" coi topi che facendo i nidi nel motore della mia macchina e rosicchiandone i fili, la rendevano spesso inutilizzabile), o dovuti ad un senso di solitudine ed isolamento forzato, anche quelli spesso legati a fattori contingenti (la difficoltà a muoversi- per i motivi sopra esposti).
Quindi non è tutt'oro quel che luce.
Ogni vita ha le proprie difficoltà, i propri momenti bui, e quelli di luce, come per tutti: non credo di dire una novità.

Mauro
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Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da Mauro » 07/01/2017, 2:27

Comunque, seva, se intendevi dire di aprire un argomento apposito come se fosse un mio piccolo diario di vita, giorno per giorno o giù di lì, ove annotare le mie sensazioni, impressioni e reazioni ai problemi e alle opportunità della vita che faccio, ci posso provare, ma non sarebbe un "parlarsi addosso"?

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NowHere
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Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da NowHere » 07/01/2017, 9:01

Mauro ha scritto:Comunque, seva, se intendevi dire di aprire un argomento apposito come se fosse un mio piccolo diario di vita, giorno per giorno o giù di lì, ove annotare le mie sensazioni, impressioni e reazioni ai problemi e alle opportunità della vita che faccio, ci posso provare, ma non sarebbe un "parlarsi addosso"?
Secondo me non sarebbe un parlarsi addosso ma un dono da parte tua, perché come ha detto seva, vivi una vita rara e raccontarla sarebbe un gesto di profondo valore. A me piacerebbe molto leggerti.
Namasté

anam

Re: Fuscelli noti e travi ignorate

Messaggio da anam » 07/01/2017, 11:13

Mauro ha scritto:Comunque, seva, se intendevi dire di aprire un argomento apposito come se fosse un mio piccolo diario di vita, giorno per giorno o giù di lì, ove annotare le mie sensazioni, impressioni e reazioni ai problemi e alle opportunità della vita che faccio, ci posso provare, ma non sarebbe un "parlarsi addosso"?
Se senti questa disponibilità, te ne sarei grata.
Ovviamente, non è un obbligo.
;)

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