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Il manuale di Epitteto

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cielo
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da cielo » 05/01/2017, 18:44

Mauro ha scritto:Quando ci fu il black out elettrico nazionale agli inizi degli anni 2000 (ricordi, cielo?), rimasi senza luce per quasi 24 ore. Mi sembrava di impazzire. Oddio come faccio col frigo? Niente tv? Di notte come accendo la luce? Il cordless non funziona. Lo scaldabagno/ caldaia! Etc etc etc.
Se penso che da più di sette anni non ho la corrente, sorrido. Certo, ancora usufruisco di un pò di energia elettrica per caricare la batteria a 44ah che mi consente di caricare il cell e la lampadina "da minatore" a led che uso di sera. E due pile mezze torce per la radio.
Ma se penso a quel black out, ora, sorrido.
Non ricordo, forse qui mancò solo per qualche ora. Il problema maggiore era il surgelatore. 24 ore sono tante in effetti, si sperimenta pienamente la mancanza. Così vale quel vecchio detto, che solo attraverso la mancanza l'assenza di qualcosa o qualcuno si può sperimentare l'importanza della sua presenza, troppo spesso data per scontata.
Piombato nel saṁnyāsa senza neanche averne chiesto l'iniziazione "formale"?

Mauro
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 05/01/2017, 19:19

cielo ha scritto: Non ricordo, forse qui mancò solo per qualche ora. Il problema maggiore era il surgelatore. 24 ore sono tante in effetti, si sperimenta pienamente la mancanza. Così vale quel vecchio detto, che solo attraverso la mancanza l'assenza di qualcosa o qualcuno si può sperimentare l'importanza della sua presenza, troppo spesso data per scontata.
Piombato nel saṁnyāsa senza neanche averne chiesto l'iniziazione "formale"?
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Black-o ... embre_2003

In realtà intendevo dire proprio l'opposto, e che cioè spesso riteniamo indispensabili cose di cui possiamo anche fare a meno.
Quando un mio amico mi disse, tempo fa: "devi assolutamente farti l'allaccio alla corrente" (come se agli inizi non ci avessi provato, ma questa è un'altra storia), gli risposi: "senza frigo, senza lavatrice, senza tv, senza scaldabagno/ caldaia etc etc, che richiedo a fare la corrente? Per accendere due lampadine?"
Come vedi si tratta di punti di vista.

cielo
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da cielo » 06/01/2017, 8:16

Mauro ha scritto:
cielo ha scritto: Non ricordo, forse qui mancò solo per qualche ora. Il problema maggiore era il surgelatore. 24 ore sono tante in effetti, si sperimenta pienamente la mancanza. Così vale quel vecchio detto, che solo attraverso la mancanza l'assenza di qualcosa o qualcuno si può sperimentare l'importanza della sua presenza, troppo spesso data per scontata.
Piombato nel saṁnyāsa senza neanche averne chiesto l'iniziazione "formale"?
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Black-o ... embre_2003

In realtà intendevo dire proprio l'opposto, e che cioè spesso riteniamo indispensabili cose di cui possiamo anche fare a meno.
Quando un mio amico mi disse, tempo fa: "devi assolutamente farti l'allaccio alla corrente" (come se agli inizi non ci avessi provato, ma questa è un'altra storia), gli risposi: "senza frigo, senza lavatrice, senza tv, senza scaldabagno/ caldaia etc etc, che richiedo a fare la corrente? Per accendere due lampadine?"
Come vedi si tratta di punti di vista.
Questo punto di vista mostra come solo attraverso la mancanza, l'assenza di qualcosa o qualcuno si può sperimentare l'insignificanza della sua presenza, troppo spesso data per scontata come utile ed essenziale nella nostra vita.
Il ben-essere, edificato spesso sulle abitudini, sui condizionamenti e sulle preferenze individuali, non dipende in effetti da ciò che abbiamo, desideriamo e sperimentiamo costantemente, ma anche dalla capacità di farne a meno, rimanendo nell'essenza del nostro essere che non dipende da alcunchè.
E' anche una testimonianza della necessità della pratica del neti - neti: non questo, non è così.

Mauro
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 06/01/2017, 8:44

Si tratta di scelte.
Mi spiego. Il passo di Epitteto che ricorda di considerare tutto ciò che "abbiamo" (amori, affetti, legami, oggetti etc) come "preso in prestito", è un insegnamento alto, tanto alto che è difficile realizzarlo in fondo.
Essendo comunque impulsati dai guna, ed io sono per certo un tamaguna, so che non potrei avere- ad esempio- alcuni oggetti, senza provarne attaccamento. Quindi, quando mi si è porsa l'occasione (dettata da fattori contingenti: es. qui l'enel la corrente non me la fa arrivare manco se mi suicido), allora l'ho colta come un'opportunità, e l'esperimento è andato benissimo! Ho un generatore di corrente a motore che agli inizi usavo tutte le sere per accendere la luce e vedere un pò di tv. Poi ho dato via la tv quando è arrivato il digitale e da allora ho usato sempre meno il generatore. Ora lo uso si e no una volta l'anno quando devo usare la tosatrice per il pecorone, e per eventuali usi di bricolage.
Lo stesso percorso l'ho fatto con l'acqua corrente etc. Questo mi ha aiutato nel mio distacco da molte cose materiali di tutti i giorni.
Prossimamente ho intenzione di avviarmi all'autoproduzione alimentare secondo il metodo Fukuoka, anche se il mio lato tamaguna mi porterà a farlo quando vi sarò costretto.
Dal punto di vista affettivo sono ancora molto possessivo (vedi Sony... a proposito l'ho accompagnato l'altro ieri all'aeroporto ché se ne va nella sua India per un paio di settimane...), ma sto migliorando, anche in questo caso perchè la vita eremitica e l'isolamento forzato mi ha aiutato a discernere le amicizie, e viverne il gusto e il piacere anche per brevi momenti, come un caffè seduti al bar al calduccio (stamattina qui -5 gradi, dentro casa 8 gradi... capisciammé)

cielo
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da cielo » 06/01/2017, 9:37

Mauro ha scritto:Si tratta di scelte.
Mi spiego. Il passo di Epitteto che ricorda di considerare tutto ciò che "abbiamo" (amori, affetti, legami, oggetti etc) come "preso in prestito", è un insegnamento alto, tanto alto che è difficile realizzarlo in fondo.
Essendo comunque impulsati dai guna, ed io sono per certo un tamaguna, so che non potrei avere- ad esempio- alcuni oggetti, senza provarne attaccamento. Quindi, quando mi si è porsa l'occasione (dettata da fattori contingenti: es. qui l'enel la corrente non me la fa arrivare manco se mi suicido), allora l'ho colta come un'opportunità, e l'esperimento è andato benissimo! Ho un generatore di corrente a motore che agli inizi usavo tutte le sere per accendere la luce e vedere un pò di tv. Poi ho dato via la tv quando è arrivato il digitale e da allora ho usato sempre meno il generatore. Ora lo uso si e no una volta l'anno quando devo usare la tosatrice per il pecorone, e per eventuali usi di bricolage.
Lo stesso percorso l'ho fatto con l'acqua corrente etc. Questo mi ha aiutato nel mio distacco da molte cose materiali di tutti i giorni.
Prossimamente ho intenzione di avviarmi all'autoproduzione alimentare secondo il metodo Fukuoka, anche se il mio lato tamaguna mi porterà a farlo quando vi sarò costretto.
Dal punto di vista affettivo sono ancora molto possessivo (vedi Sony... a proposito l'ho accompagnato l'altro ieri all'aeroporto ché se ne va nella sua India per un paio di settimane...), ma sto migliorando, anche in questo caso perchè la vita eremitica e l'isolamento forzato mi ha aiutato a discernere le amicizie, e viverne il gusto e il piacere anche per brevi momenti, come un caffè seduti al bar al calduccio (stamattina qui -5 gradi, dentro casa 8 gradi... capisciammé)
Concordo sull'insegnamento molto alto di Epitteto di considerare le cose prese in prestito e di quanto sia difficile abbandonare l'idea che cose e persone siano "mie", dando continuità a ciò che non ce l'ha, "me" compreso.
Riguardo alla tua complicata situazione ascetica, mi viene da dirti che non si può affermare di "essere un tamas guna" in quanto i guna ci costituiscono tutti e tre, pur potendo osservare la prevalenza dell'uno sull'altro e indubbiamente tu osservi e ti misuri col tuo tamas forse più di altri.
Se non reagissi però a una situazione del genere ti saresti già eclissato volontariamente dal mondo.
Resta il fatto, al mio vedere, che per sopportare una situazione esistenziale così estrema ci vuole "un rajas con due palle tanto".
Da questa interazione di tamas e rajas potrai sviluppare la capacità di cogliere in te il sattva che ti distacca dall'inerzia e dalla forza di resistenza e metabolizzazione dinamica, e mantenerti equanime, pacifico e distaccato, consapevole dell'impermanenza, così il gioco dei guna avrà certo meno presa.
Questo stato neutrale di pace e tranquillità si dice che sia sattvico. D'altra parte, è importante vedere come siamo spesso preda delle oscillazioni dovute alla forza dell'emozione (rajas), oppure del tutto inerti e incapaci di reagire a ciò che subiamo, privi di iniziative e pure rassegnati (tamas).

PS: visto che ti sei dimenticato di farmi gli auguri, per consolarmi vado a farmi un caffè col fine di dare un po' di brio al mio denso tamas mattutino.

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 06/01/2017, 11:41

Gli auguri di Buon Anno te li ho fatti in mp. Che auguri auspicavi ti facessi?
----------------------
Ahhh la Befana! Auguri!!! :lol:

Mauro
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 11/01/2017, 12:56

"Se vuoi star bene, sopporta pazientemente di essere ritenuto pazzo e sciocco per il tuo disinteresse per il mondano. Anzi se ci sarà qualcuno che ti stima, diffida di te stesso. Perché non si può nello stesso tempo preoccuparsi di crescere interiormente, e dedicarsi alle cose esteriori; ma colui che ha cura di una di queste parti, deve trascurare l'altra per necessità."

(13)

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 11/01/2017, 14:49

Mauro ha scritto:"Se vuoi star bene, sopporta pazientemente di essere ritenuto pazzo e sciocco per il tuo disinteresse per il mondano. Anzi se ci sarà qualcuno che ti stima, diffida di te stesso. Perché non si può nello stesso tempo preoccuparsi di crescere interiormente, e dedicarsi alle cose esteriori; ma colui che ha cura di una di queste parti, deve trascurare l'altra per necessità."

(13)
Importante ma... non lo so.
Si è saggi perchè pazzi o pazzi perchè saggi?
E soprattutto, come abbiamo già visto, si può essere considerati pazzi semplicemente perchè non si segue l'opinione comune.
Io potrei essere considerato pazzo perchè, ad esempio, come qualcuno qui sa, in mancanza di lavastoviglie, per eliminare residui di cibo e grasso da pentole e piatti, prima di lavarli (tenendoli a mollo in acqua fredda e sapone ecologico), li faccio leccare dai miei cani, che fanno un ottimo servizio.
Questo può essere considerato da molti pazzia (e sono sicuro che per questo declinerete il mio invito a pranzo :lol:), ma non per questo sono più saggio...

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 16/01/2017, 7:16

"Quando vedi qualcuno che piange per la morte di un suo parente o per la lontananza di un suo figliolo o la perdita di qualche cosa di valore, stai attento a non farti ingannare dall'apparenza del fatto, e farti trasportare dalla compassione e pensare che quel tale per quei motivi subisca un vero male. Dentro di te devi sapere subito che quella persona non é veramente afflitta dal fatto accaduto ma dal concetto che egli ha dell'accaduto. Pur tuttavia non devi aver difficoltà ad assecondare il suo dolore, e, se occorre, anche sospirare insieme con lui, ma guarda però di non dolertene veramente".

(16)

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da NowHere » 16/01/2017, 14:05

Mauro ha scritto:"Quando vedi qualcuno che piange per la morte di un suo parente o per la lontananza di un suo figliolo o la perdita di qualche cosa di valore, stai attento a non farti ingannare dall'apparenza del fatto, e farti trasportare dalla compassione e pensare che quel tale per quei motivi subisca un vero male. Dentro di te devi sapere subito che quella persona non é veramente afflitta dal fatto accaduto ma dal concetto che egli ha dell'accaduto. Pur tuttavia non devi aver difficoltà ad assecondare il suo dolore, e, se occorre, anche sospirare insieme con lui, ma guarda però di non dolertene veramente".

(16)
Questo è davvero un insegnamento altissimo.

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 16/01/2017, 14:17

Ma anche difficile da commentare...
Vuoi provare a spiegarne tu il significato con parole tue, NowHere?
Perchè si soffre? Per una errata considerazione degli eventi?
Che differenza c'è tra "il fatto accaduto" e il "concetto che si ha dell'accaduto", secondo le parole di Epitteto?

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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da NowHere » 16/01/2017, 22:35

Mauro ha scritto:Ma anche difficile da commentare...
Vuoi provare a spiegarne tu il significato con parole tue, NowHere?
Perchè si soffre? Per una errata considerazione degli eventi?
Che differenza c'è tra "il fatto accaduto" e il "concetto che si ha dell'accaduto", secondo le parole di Epitteto?
A mio avviso "il fatto in sé" è impersonale: quello che accade a un qualaiasi ente; mentre la reazione psichico/emotiva rispetto al fatto rappresenta il "concetto" che il nostro io si forma a riguardo; ed è questo concetto che lega, non l'accaduto in sé.
Ci si potrebbe spingere ancora oltre ed affermare che da una certa prospettiva anche "l'accadere di un fatto" è concettuale, perché è una trama costruita dalla mente che adopera concetti e linguaggio assemblando significati.

Mauro
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Re: Il manuale di Epitteto

Messaggio da Mauro » 17/01/2017, 8:41

Ma la risposta qual'è? Mi sembra che Epitteto, anche in precedenza l'abbia data: nulla è per sempre, dobbiamo comportarci come se tutto ci fosse dato in prestito e dovremo quindi restituire, non possiamo avere il controllo di eventi che esulano dalla nostra sfera.
È quel flusso causale rispetto al quale dovremmo uniformarci, assecondandolo, seguendolo, vivendolo seguendo l'armonia che lo contraddistingue.

Qualcuno di voi ha visto il film "Paterson" di Jim Jarmush?
È ora nelle sale, ve lo consiglio.

Beatitudine è armonia del vivere nel presente.

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