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In morte del Maestro

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Gruppo Vedanta Citra
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In morte del Maestro

Messaggio da Gruppo Vedanta Citra » 25/04/2017, 16:45

DYING


Inevitabilmente, prima o poi, il riferimento muore.
Non sentiremo più la sua voce.
È la fine di un'era.
Tu, tu piangi desolato.
Il genitore spirituale se n'è andato e non sei più un bambino.
Cosa può fare un allievo?
Sembra necessario trovare un nuovo maestro, ma aspetta.
Forse non c'è bisogno di ulteriore insegnamento, ma di una più intensa pratica.

Buddha (l'insegnante), Dharma (l'insegnamento), Sangha (il gruppo o cenobio).
Benchè l'insegnante se ne sia andato, l'insegnamento rimane ed é proprio del gruppo, il cenobio spirituale, trasmettere la conoscenza.
Dopo che un insegnante ha creato un gruppo il suo lavoro è fatto.
Il gruppo, la sacra comunità, continua l'insegnamento. La comunità diventa l'insegnante.

I dodici discepoli del Cristo, i compagni di Maometto, i bhikku del Buddha riflettono tutti il principio che dev'essere il gruppo a continuare il lavoro di un maestro, non necessariamente un successore prescelto.
Insieme la via assegnata è trovata di nuovo. Siamo specchi l'uno per l'altro.
È un passo difficile.
Ciò che sono va messo alla prova.

I nostri compagni sulla via devono ora fornire la forza che prima veniva dall'insegnante, ma è duro onorarci l'un l'altro come onoravamo il riferimento.

In segreto ognuno di noi talvolta immagina di aver capito più degli altri e crede di essere capace di guidare tutti, se solo l'ascoltassero. Mostrandosi sotto nuove sembianze é il nostro vecchio egoismo che ci sussurra che siamo migliori degli altri. Ora finalmente possiamo vedere questo superstite stantio e sorridere alle sue menzogne.

In effetti scopriamo che è possibile essere responsabili l'uno per il lavoro dell'altro, trovando che l' intelligenza che sorge dal gruppo é più grande di quella che scaturisce da ogni singolo membro.
Non potendo più permetterci il lusso di essere bambini, diventiamo adulti. Un gruppo creato per questo scopo é destinato a insegnare e a indicare un percorso per quelli che verranno dopo.

Ad ogni fase alcuni cercatori si allontaneranno, ed altri ritorneranno.
Un brillante racconto Sufi chiamato La conferenza degli uccelli narra del nostro viaggio grazie alla parabola di uno stormo di uccelli, in cui ciascuno spiega, trova alibi e scuse per le proprie difficoltà a partecipare a un viaggio alla ricerca del loro mitico re. In pochi perdurano e raggiungono il loro scopo, scoprendo che il loro vero sé è l'obiettivo che cercavano.

Siamo fortunati quando troviamo compagni per camminare insieme, anche quando non sono di nostra scelta, soprattutto quando non sono di nostra scelta. La frizione degli ego contrastanti fornisce il calore che può essere trasformato in luce. In definitiva è attraverso la comunità e con gli altri che scopro il mio posto e me stesso.
Vedo che non sono solo.

Appena tocco il gradino successivo della scala che si estende fra Terra e Cielo, sono in obbligo di restituire ciò che ho ricevuto, o non andrò oltre.
"Insegna" diceva G.I. Gurdjieff "e imparerai".


Lilian Firestone
Parabola Magazine

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