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Bodhānanda - il discernimento

Inviato: 16/05/2020, 8:42
da cielo
Spesso sul cammino spirituale si parla di discernimento, intendendo la capacità di distinguere fra bene e male.

Una posizione più ampia mostra, poi, che non esiste il bene in sè e il male in sè, ma l'interpretazione di eventi legata ad aspetti soggettivi, etnici, geografici o culturali.

L'azione "buona" da questa parte del mondo, puo' essere "cattiva" altrove.

Vediamo come il proselitismo sia il compito di ogni cristiano ed invece un enorme peccato per l'indù.

L'emancipazione della donna è positiva per il cristiano e negativa per l'islamico, etc. etc.

Quando si parla di discernimento ci si riferisce in realtà, nel cammino della filosofia dell'essere o metafisica tradizionale o non dualità, al discernere fra ciò che è reale e ciò che non lo è.

Questa distinzione avviene per gradi, prima si poggia su elementi morali, poi su elementi etici e infine si arriva alla ragion pura o anche alla parabhakti.

La Ragion Pura osserva l'oggettività degli eventi (interiori ed esteriori) esaminando (senza valutare) il loro contenuto di soggettività.

Attraverso questa sintesi, man mano l'ente perde le connotazioni di individuazione per scoprirsi puro essere.

La parabhakti o devozione metafisica, invece, prima vede ogni evento come volontà del Divino, poi, nel tempo, lo sintentizza come manifestazione del Divino stesso, riconducendolo infine al Divino stesso, al punto che non c'e' più differenza fra l'oggetto e il soggetto, l'amante e l'amato e, quindi, tutto si risolve nel Divino stesso, anche l'aspirante stesso.


Bodhānanda - archivio ML Vedanta SB


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