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La storia di Aṣṭāvakra

Teoria e dottrina.
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cielo
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La storia di Aṣṭāvakra

Messaggio da cielo » 26/11/2017, 10:31

Prima di affrontare il commento al testo dell'Aṣṭāvakra gītā pare opportuno ricostruire la storia dell'autore, circonfusa dal mito, il giovane saggio Aṣṭāvakra, letteralmente "otto curve", a significare le otto malformazioni fisiche con cui nacque.
Aṣṭāvakra è l'autore del testo Aṣṭāvakra Gītā, noto anche come Aṣṭāvakra Saṃhitā, nelle tradizioni indù.
Il testo è un trattato su Brahman, Atman e monismo (advaita).

Poco si sa della vita o del secolo in cui Aṣṭāvakra viveva realmente, tranne che per quel poco che si rinviene nelle mitologie delle maggiori epopee indiane (il Ramayana e il Mahabharata ) e nei Purana.

Suo nonno materno era il saggio vedico Aruni e le leggende affermano che il saggio Aruni, menzionato nella Chāndogya Upaniṣad, gestiva una scuola ( Āśrama ) che insegnava i Veda.
Kahoḍa (o Ekapada) era uno dei suoi studenti, insieme alla figlia di Aruni, Sujata.
La figlia di Aruni sposò Kahoḍa e presto rimase incinta.
Durante la gravidanza, il bambino in via di sviluppo sentì il canto dei Veda e apprese la recitazione corretta.
Secondo una versione delle leggende che circondano Aṣṭāvakra, una volta ascoltó suo padre mentre recitava i Veda, e, notando che sbagliava la corretta intonazione, lo corresse quando fece un errore. Così l'impulsivo padre lo maledisse e nacque storpio.
Le diverse versioni delle leggende lo collocano cronologicamente con Janaka, l'antico re di Videha .
Si racconta che in seguito Aṣṭāvakra raddrizzò il suo corpo con un bagno santo.

L'evento che lo rese popolarmente celebre fu quando, all'età di dodici anni, andò alla corte di Janakarāja, il colto re che riuniva intorno a sè i più rinomati pandit dell'epoca per discutere di metafisica.
In un memorabile incontro Aṣṭāvakra istruì il consesso riunito alla corte di Janaka sulla natura del Sé [ātman].

Lasciamo la parola a Sai Baba che in alcuni discorsi ha raccontato la storia di Aṣṭāvakra partendo dalle origini del mito.


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Ekapada fu un grande erudito, sommamente colto. Insegnava giorno e notte ai suoi studenti, ininterrottamente, senza permettere loro nemmeno un attimo di distrazione e di relax. La moglie di Ekapada aspettava un bambino il quale, un giorno, mentre era ancora nel grembo della madre, lo rimproverò:
"Padre, tu sei un esimio insegnante, vero? Ed hai anche un cuore compassionevole, non è così? Perché allora metti i tuoi studenti in così gravi difficoltà pretendendo da loro una tale disciplina? Senza cibo, senza riposo, senza dormire... A che serve tutto questo studio?".

Il padre rispose: "Se si lasciano riposare gli studenti, la loro mente viaggerà verso la meta della perversione. Questo è il motivo per il quale non bisogna lasciarli a riposo. Bisogna, inoltre, occupare le mani in un lavoro costante ed occupare la mente costantemente con pensieri sacri. Le mani e la mente devono andare di pari passo, perché sono collegati.
Ignorando questa verità, mi hai criticato, critichi tuo padre, che ti sta autorevolmente sopra".
Ekapada si arrabbiò molto per l’atteggiamento del figlio e lo maledisse: "Nascerai come un astavakra!".
Per quale ragione Astavakra nacque con otto malformazioni?
Poiché egli, senza valutare pienamente la situazione, criticò suo padre.
SB discorso 3 settembre 1999



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Acquisite la visione interiore.

Se pensate a Dio costantemente, qualunque cosa facciate sarà perfetta.
Per acquisire questa conoscenza serve istruzione.

Vi sto dicendo tutto questo molto dettagliatamente soltanto per inculcarvi il significato vero dell’istruzione. Vid + Ya = Vidya.

Ciò che conferisce la conoscenza è l’educazione.

Quale tipo di conoscenza? È la conoscenza materiale?

La conoscenza materiale è associata alla reazione, al riflesso e alla risonanza. Ecco un tavolo: è un oggetto materiale; se lo colpite forte con la mano, anch’essa sarà colpita duramente. Voi dite di aver colpito il tavolo con forza, ma questo non è tutta la verità: anche il tavolo vi ha colpiti con la stessa forza.
Quindi c’è reazione, riflesso e risonanza in questo mondo oggettivo, per cui qualunque cosa facciate vi tornerà indietro come reazione, riflesso e risonanza.
Per questo è necessario che pensiate bene, parliate bene, vediate il bene, facciate il bene e sperimentiate il bene.

Lo scopo della vita umana è fare il bene; a che serve esser nati come esseri umani dotati di grande intelligenza e istruzione e aver raggiunto una posizione elevata se vi comportate come gli animali?
Persino una formica ha fame e paura come voi. Anche animali come i cani, le scimmie, le volpi, gli uccelli come i corvi e le aquile hanno desideri come voi; se vi comportate come loro, in quale modo siete superiori?

Una volta, re Janaka convocò un’assemblea di studiosi e poeti insigni.

Uomini colti e famosi vennero da tutto il reame. L’assemblea era composta di giganti tali che non vi era alcuno spazio per la gente comune. Gli incontri giornalieri erano presieduti da re Janaka stesso; solamente agli studiosi più autorevoli ed esperti era dato di parlare e presentare i loro punti di vista.

Una persona con un corpo deforme intervenne a questa magnifica ed eccelsa assemblea di studiosi. Il suo nome era Aṣṭāvakra.
Nel vedere la sua forma strana, la maggioranza dei grandi studiosi lì riuniti prese a ridere. Aṣṭāvakra si guardò intorno attentamente e, del tutto inesplicabilmente, si mise a ridere ancor più forte di loro.

Questo suo scoppio di risa sorprese molto sia gli studiosi sia Janaka, per cui questi gli chiese:

“Gli studiosi hanno riso vedendo il tuo corpo strano, ma tu perché ridi?”

“Orbene, signore, io mi sono unito a questo gruppo pensando che si trattasse di una assemblea sacra riunita da voi per discutere delle sacre scritture. Se soltanto avessi avuto notizia di quale tipo di persone partecipavano, non mi sarei preso la briga di venire. Io mi prefiggevo di stare in compagnia di grandi studiosi, ma, ahimè, qui trovo solamente dei ciabattini, degli scarpai che rammendano le fessure e lavorano col cuoio. Questa è la ragione della mia risata.”

Poi, rivolto agli studiosi, disse: “Tutti voi ridete della mia pelle e avete evidentemente ritenuto che non valga molto, ma, ahimè, neppure uno di voi ha fatto uno sforzo, anche piccolo, per sondare la mia conoscenza. I pandit dovrebbero maturare la capacità di vedere nell’interiorità, ma voi sembrate considerare solamente l’involucro esterno.

Se non avete maturato la visione interiore e siete interessati solamente a quella superficiale ed esteriore, non potete esser considerati affatto studiosi. Quindi siete ciabattini, scarpai, conciatori e specialisti in pellami.”

Gli studiosi chinarono la testa vergognandosi nel sentire queste parole profondamente sagge. Janaka, che comprese benissimo ciò che Aṣṭāvakra stava dicendo, lo invitò a sedersi in un posto elevato nell’assemblea, concedendogli in seguito molti onori.

Come accadde allora, così accade oggi in tutto il mondo. Per quanto grandi possiate essere, voi avete maturato solamente la visione esteriore; non vi premurate di acquisire la visione interiore.
Quando osservate una persona, prestate attenzione solamente alle sue caratteristiche fisiche, alla ricchezza, allo stato sociale, all’istruzione, ai diplomi e così via. Diversamente, Dio osserva una persona considerando la purezza del suo cuore; Egli fa caso alla pace che c’è dentro a quell’individuo. È questo tipo di visione interiore che dovete acquisire.

Qualunque circostanza dobbiate affrontare, non dovete agitarvi né emozionarvi; dovete dar tempo ai sentimenti più nobili di venire alla luce da dentro e manifestarli.

Praticando la pazienza e la tolleranza, potrete acquisire tutte le altre qualità spirituali importanti come il controllo della mente, la fede, la rinuncia, la resistenza e la concentrazione; questo porterà uno stato di purezza interiore e vi colmerà di pace durevole. La purezza interiore è molto più importante di quella esteriore. Il Signore è sempre presente sia dentro sia fuori, quindi l’interno e l’esterno, tutto lo spazio in cui il Signore si può trovare, devono essere purificati e santificati.

Allora il Dio interiore vi proteggerà dovunque andiate.
Ottenete la vicinanza al Divino
Ognuno vede le cose a modo suo.

“Le opinioni variano da persona a persona.”
Oggi l’uomo ha corrotto i pensieri, per cui, prima di tutto, deve purificare il cuore.

Alcuni si considerano grandi studiosi e poeti, ma Dio non vede la vostra istruzione e il talento poetico: Dio vede ciò che sentite all’interno e non la commedia esteriore.

Certe persone sono orgogliose di aver offerto cibo e indumenti a migliaia di bisognosi: vergogna! È qualcosa di cui vantarsi? Se avete offerto cibo e vesti a migliaia si persone, potete comunicare questo dato alle autorità tributarie. Dio afferma che non occorre che Gli diciate tutti questi dettagli; ciò che Io vedo è la purezza del vostro cuore: è sufficiente che sia puro.

Questo è ciò che Aṣṭāvakra disse a quegli studiosi convenuti a corte: “Non guardate l’involucro fisico; considerate la conoscenza che ho.”

Chi è uno vero studioso? “Chi ha equanimità mentale è un pandit.”

Vero studioso è chi ha una mente equanime.

Voi possedete la caratteristica dell’equanimità?

Ci si può adornare di grossi braccialetti d’oro, si possono indossare scialli costosi e sedere impettiti come se si posasse per una fotografia, ma questo non è il segno della vera conoscenza.

Aprite il cuore, comprendete la natura del mondo e diffondete gli insegnamenti eterni della Divinità: questo è la prova della vera conoscenza, questa è la conoscenza che dovete acquisire, incrementare e propagare.
SB discorso del 22 agosto 1996

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