Quando leggi un libro, preso dalle sue parole,
lasciandole fluire esse appaiono chiare, limpide, lapalissiane...
le senti tue, pregnanti, ovvie...
poi ovviamente non appena parte la mente... sorgono i dubbi...
Ti meravigli di questo?
Ascolta la tua intuizione di quando leggi e lascia cadere i pensieri.
Se qualcosa non ti è chiaro, posa il libro e riprendilo dopo qualche mese o un anno,
vedrai che essendo, nel frattempo, mutata la consapevolezza
comprenderai quanto prima non era chiaro.
un sorriso, Bodhananda
lasciandole fluire esse appaiono chiare, limpide, lapalissiane...
le senti tue, pregnanti, ovvie...
poi ovviamente non appena parte la mente... sorgono i dubbi...
Ti meravigli di questo?
Ascolta la tua intuizione di quando leggi e lascia cadere i pensieri.
Se qualcosa non ti è chiaro, posa il libro e riprendilo dopo qualche mese o un anno,
vedrai che essendo, nel frattempo, mutata la consapevolezza
comprenderai quanto prima non era chiaro.
un sorriso, Bodhananda
Bodhananda, ML Vedanta-Sai Baba - 06 ottobre 2006 (tratto da forum pitagorico)
D. Qual'è il modo migliore di studiare le opere della Tradizione da te elencate? Leggere una pagina, poi rileggerla e riprenderla di tanto in tanto, oppure leggere dall'inizio alla fine, oppure sperimentare ogni tecnica presente e poi andare avanti, o altro?
R. Ognuno legge a modo suo.
Certi testi sono delle testimonianze di Conoscitori.
Essi vengono tracciati affinché altri possano utilizzarli.
L'utilizzo non appartiene al mondo dell'opinare.
Quindi infarcire la mente di concetti non serve, come non serve la concettualizzazione del Reale.
Puoi leggere con leggerezza, per semplice informazione... non si può mai sapere.
Senza cercare di capire.
Ci saranno alcune parti che non avrai bisogno di capire, perché le troverai presenti nella tua esperienza o nella tua consapevolezza.
Ci saranno alcune parti che non avrai bisogno di capire, perché non è certo la mente che le può realizzare.
Essendo oltre la mente.
Leggi leggermente tutto. Leggi profondamente fin dove ti trovi. Dove non ti inizi a trovare, vuol dire che lì ancora non sei... a che ti serve ciò che non sei? Solo a concettualizzare qualcosa che non può essere concettualizzato. Fra l'esserci e il non esserci, c'è il prossimo passo. Posa il libro e riprendilo una volta fatto il prossimo passo, dopo un mese, dopo tre, etc. Ci sarà un momento che quel passo ti sarà presente come il resto e allora andrai avanti.
Lascia perdere i giochetti mentali... servono solo a protrarre il pensiero.
Tu sarai sempre esattamente dove sarai, non servirà proprio a nulla desiderarti altrove, desiderarti diverso, desiderarti migliore, tu sei sempre e comunque ciò che sei. È questa l'unica realtà da realizzare. Dopo andrà stabilizzata.
Ovviamente il tutto continuando ad osservarti...
D. A proposito dei varna (i quattro ordini sociali tradizionali) hai detto che è necessaria l'osservazione dei veicoli, intendi il corpo mentale, quello fisico, come si comportano, a cosa tendono, etc?
Purtoppo ho un po' di incertezza sul punto.
R. L'incertezza fa parte del gioco, così come le richieste di chiarimento... sono una modalità per protrarre il rumore mentale...
Quello che tu cerchi, non è nel conseguimento delle mete che ti sei posto, e neppure nella comprensione di quanto la tua mente afferra, né in quello che ti si dice... è ciò che sei, pertanto, tutto questo è semplicemente la modalità in cui ti manifesti a te stesso, [e questo processo durerà] sin quando la tua natura ti sarà chiara.
Ovviamente queste sono parole indirizzate a ciò che sei, ma se tu invece credi di essere qualcuno o qualcosa, allora, nei libri che ti sono stati consigliati troverai esposti tanti strumenti da maneggiare sino a quando sarai convinto di essere l'artefice delle tue azioni, poi il problema non si porrà più.
Vorrei essere chiaro, ci sono tante persone che ritengono il cammino metafisico alla loro portata e lo approcciano in vari modi... il punto è che ci sono "luoghi o modalità" in cui questo approccio è realmente possibile e può determinare degli squilibri se non si è abili a ciò.
La metafisica concerne il Reale (già questa affermazione è un paradosso, in quanto nulla può concernere il Reale).
Il percorso metafisico (altro paradosso) concerne (paradosso) le gradazioni (paradosso) del Reale.
Pertanto si basa sulla realtà soggettiva.
Leggo? Se vedo che fino ad un punto mi é reale, ok. Se oltre un certo punto non mi è più reale, sospendo.
Nella mia realtà ho già visto l'esistenza del continuo divenire, pertanto rivedrò in seguito se quelle pagine diverranno reali.
Normalmente lì, fra reale soggettivo e non - reale soggettivo, sta il prossimo passo.
Solo che esso non va percorso perché l'hai trovato su un libro. Non può essere oggetto di una volontà.
Ti serva solo sapere che quella è la tua posizione coscienziale. Sarà il continuo divenire a proseguire, e la catena causale ad evolversi.
Uff! Siamo finiti nella metafisica... al solito. Lasciamo stare. Vedi se queste risposte risuonano meglio...
Hai domandato quale sia il modo migliore di studiare le opere elencate: o nell'ordine indicato o orientare la scelta secondo quella che ti ispira di più.
Domandi anche se leggere una pagina, poi rileggerla e riprenderla di tanto in tanto, oppure leggere dall'inizio alla fine, oppure sperimentare ogni tecnica presente e poi andare avanti, o altro.
Se trovi altro, applicalo insieme alle altre modalità e poi scegli quella che senti di più. La cosa più importante è il rispetto per lo scritto e il suo autore.
D. Ripeto la domanda a proposito dei varna, tu hai detto che è necessaria l'osservazione dei veicoli: intendi il corpo mentale, quello fisico, come si comportano, a cosa tendono etc? Purtoppo ho un po' di incertezza sul punto.
R. Bene, inizia ad osservare l'incertezza finché dura, poi passa ad osservare qualunque cosa passa...