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Ellam Ondre: Tutto è Uno

Teoria e dottrina.
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cielo
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Ellam Ondre: Tutto è Uno

Messaggio da cielo » 06/04/2017, 20:56

Ellam Ondre

"If you want moksha write, read and practise the instructions in Ellam Ondre."
Ramana Maharshi

Questo libro breve e straordinario fu scritto in lingua tamil nel XIX secolo. L'autore è ignoto. Si deve la sua popolarità a Ramana Maharshi che spesso lo consigliava, insieme a pochi altri testi, ai discepoli che desideravano ottenere la conoscenza. Questo libro, ricchissimo di insegnamenti, propone il solo effettivo metodo per conseguire la realizzazione spirituale (illuminazione, moksa o liberazione).
Il Maharshi indicava questo libro in particolare a coloro che avevano difficoltà a conciliare le tante divinità del pantheon Indù con la filosofia Advaita del monismo universale. Questo libro spiega che non vi sono conflitti tra i diversi punti di vista, se guardiamo le cose dalla prospettiva per cui tutti i diversi esseri e oggetti dell'universo sono essenzialmente parti di una più grande completezza - come dice il titolo stesso: Tutto è Uno.

[capitoli 2 di 6]

*Capitolo 1 – Unità*

1. Tutto, incluso il mondo visto da te e te stesso, il veggente del mondo, è solo uno.

2. Tutto quel che consideri come io, tu, egli, ella ed esso, è solo uno.

3. Ciò che consideri esseri senzienti e ciò che consideri esseri insenzienti, come la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua è solo uno.

4. Il buono, che deriva dal tuo considerare tutto come uno, non può aversi considerando ciascuno come separato dall'altro. Perciò tutto è uno.

5. La conoscenza dell'unità del tutto è bene per te ed anche bene per gli altri. Perciò tutto è uno.

6. Colui che vede "Io sono separato", "tu sei separato", "egli è separato" e così via, agisce in un modo per sé e in un altro modo verso gli altri. Egli non può, così facendo, aiutare. Il pensiero "io sono separato, gli altri sono separati", è il seme da cui cresce l'albero delle differenti azioni in relazione alle differenti persone.
Come può esserci un venir meno della rettitudine per una persona che conosce l'unità di sé stesso con gli altri? Per quanto il germe della differenziazione persiste, persino inconsapevolmente, l'albero delle differenti azioni fiorirà. Perciò abbandona le differenziazioni. Tutto è uno.

7. Chiedi : "Se nel mondo tutte le cose appaiono differenti, come posso considerare tutto come uno? C'è una via per guadagnare questa conoscenza?".
La risposta è : "Nello stesso albero vediamo foglie, fiori, bacche e rami che sono differenti uno dall'altro, ma sono uno perché inclusi nella parola albero. La sua radice è la stessa, la sua linfa è la stessa. Similmente, tutte le cose, tutti i corpi, tutti gli organismi provengono dalla stessa sorgente e vivificati da un singolo principio vitale". Perciò tutto è uno.

8. O buon uomo! L'affermazione "Tutto è uno", è buona o cattiva? Pensa per te stesso. Così come una persona sarà sempre virtuosa considerando sé stesso come gli altri e gli altri come sé stesso, può il male attaccare sé stesso a colui che conosce sé stesso essere gli altri e gli altri essere sé stesso? Dimmi se c'è una miglior cosa dell'ottenere la conoscenza dell'Unità? Certamente altri metodi non possono essere buoni come questo. Come si può amare gli altri più di quando li si conosce come essere sé stesso, li si conosce in una amorosa unità essendo essi veramente uno.

9. Chi può turbare la pace mentale e la freschezza del conoscitore dell'unità? Egli non ha doveri. Il Bene di tutti è il suo proprio bene. Una madre considera il benessere dei suoi figli essere il suo proprio benessere, ma il suo amore non è perfetto perché ella pensa di essere separata da loro e che i suoi bambini siano separati da essa. L'amore di un saggio che ha realizzato l'unità di tutto, eccelle, più di quello di una madre. Non c'è nessun altro mezzo per realizzare un tale amore se non la conoscenza dell'unità. Perciò tutto è uno.

10. Conosci che il mondo, come un tutto, è il tuo incorruttibile corpo e che tu sei la vita eterna dell'intero mondo. Dimmi se c'è un male nel fare così? Chi teme di percorrere la via dell'innocuità? Sii coraggioso. I Veda insegnano questa autentica verità. Non c'è nulla oltre te stesso. Tutto il bene sarà tuo. Di più, diventerai il bene stesso. Tutto quello che gli altri avranno da te sarà solo bene.Chi farà male al proprio corpo e all'anima? Un rimedio si applica se c'è un ascesso nel corpo. Anche se il rimedio è penoso fa solo il bene. Tali saranno alcune delle tue azioni, esse saranno per il bene del mondo. Per questa ragione non voler essere coinvolto nella differenziazione.
Per dirla brevemente: il conoscitore dell'unità dovrebbe agire come uno. Di fatto, la conoscenza dell'unità lo fa agire. Egli non può sbagliare. Nel mondo, egli è Dio fatto visibile.
Tutto è uno.

* Capitolo 2 – Tu *

1. Chi sei? Sei questo corpo? Se è così, perché non sei consapevole del serpente che striscia su esso quando sei nel sonno profondo? Puoi, dunque, essere questo corpo? No, certamente no. Tu devi essere altro che questo corpo.

2. Qualche volta nel sonno tu sogni. Là identifichi te stesso con qualcuno. Puoi essere quel qualcuno? Non puoi esserlo. Altrimenti che sarà di quell'individuo al tuo risveglio? Tu non sei quegli. A maggior ragione devi vergognarti di aver identificato te stesso con lui.
Chiaramente tu non sei quella particolare persona. Tu sei diverso da lui.

3. Richiama lo stato di sonno profondo. Qual'è il tuo stato allora?
Può essere quello la tua vera natura? Sicuramente non vorrai sottoscrivere questa credenza. Perché? Perché non sei così folle da identificare te stesso con l’imponente oscurità che ostacola te dal conoscere lo stato in cui sei. Distinto dall'intelletto dalle cose circostanti, come puoi crederti essere la stessa ignoranza o vuoto? O, come può essere essa veramente la tua reale natura? Non può essere. Tu sei il conoscitore, colui che conosce che questo stato resta una condizione di densa oscurità velante la tua vera natura. Come puoi tu essere quello che hai sperimentato e condannato? Perciò non sei la scura ignoranza del sonno profondo. Tu sei distinto anche da questa.

4. Quando è stato detto che non sei questo corpo grossolano, puoi essere qualcosa d'altro che è ancor più lontano da te? Così come non sei questo corpo grossolano non sei nulla di più lontano dal corpo, non la persona del sogno, non l'ignoranza del sonno profondo. Sei distinto da questi tre stati e da questo mondo.

5. Questi tre stati possono essere ridotti a soltanto due condizioni, una del soggetto e oggetto e l'altra della inconsapevolezza del soggetto stesso. La prima include lo stato di veglia e sogno, laddove l'ultima rappresenta il sonno profondo. Tutte le tue esperienze sono comprese in queste due sole condizioni. Ambedue sono estranee a te. La tua vera natura rimane distinta da loro.

6. Chiedi cosa è turiya, che significa il quarto stato, perché questo nome è usato? Questo nome è appropriato perché sembra dire che i tre stati della tua esperienza di veglia, sogno e sonno profondo sono estranei a te e la tua vera natura è il quarto, che è differente da questi tre. Dovrebbero i tre stati, veglia, sogno e sonno profondo, essere presi come formanti un lungo sogno, il quarto stato rappresenta il risveglio da questo sogno. Perciò è più celato del sonno profondo, e anche più desto dello stato di veglia.
Perciò il tuo vero stato è quel quarto che è distinto dallo stato di veglia, sogno e sonno profondo. Tu sei solo quello. Che cosa è il quarto stato? È conoscenza che non particolarizza nessuna cosa. Non è inconsapevole di sé stesso. Vale a dire, il quarto stato è Pura Consapevolezza che non è conscia di nessun oggetto, ma non inconscia in sé. Solo colui che lo ha realizzato anche se solo per un batter d'occhio, ha realizzato la verità. Tu sei solo quello.

7. Nel testo edito sul newsletter dal sutra 6 si passa direttamente al sutra 8 (n.d.t.)


8. Che cosa c'è di più per colui che ha realizzato il quarto stato?
Praticamente non è possibile per nessuno rimanere per sempre in quello stato, cioè lo stato di nessuna conoscenza particolare. Colui che ha realizzato il quarto stato successivamente si sveglia in questo mondo, ma, per lui, questo mondo non è come prima. Egli vede che quel che ha realizzato come quarto stato, splende adesso come tutto questo. Egli non immagina questo mondo come distinto da quella Pura Consapevolezza.
Così quel che ha visto nell'interiorità, adesso lo vede all'esterno in una differente forma. Al posto della differenziazione del passato, egli, adesso, è stabile ovunque nello stato di non differenziazione.
Adesso egli è tutto. Non c'è nulla distinto da sé stesso. Che i suoi occhi siano chiusi o aperti o, comunque, le cose possano mutare il suo stato rimane immodificato. Questo è lo stato di Brahman. Questo è il naturale, eterno stato. Tu sei quello stato sempre-vero.

9. Non c'è nulla aldilà di questo stato. Le parole "interno" e "esteriore" non hanno significato per lui. Tutto è uno. Il suo corpo, parola e mente non possono funzionare egoisticamente. Le sue opere saranno grazia per il bene di tutti. Il frammentario «io» è perso per sempre. Il suo ego non può mai rivivere. Perciò è detto essere liberato qui e adesso. Egli non vive perché il suo corpo vive, non muore perché il suo corpo muore. Egli è eterno. Non c'è nessun altro tranne lui. Tu sei Quello.

10. Chi è Dio? Egli è Grazia. Che cosa è la Grazia? Consapevolezza senza il frammentario ego. Come può uno conoscere che c'è un tale stato? Solo realizzandolo. I Veda lodano quell'uno che ha realizzato Dio ed è diventato uno con Lui. Perciò il più grande bene che uno può ricevere dal mondo e il più grande bene che uno può rendere ad esso, è di realizzare questo stato. Di fatto non ci sono stati oltre questo.
Essi appaiono nello stato di ignoranza. Per colui che conosce, c'è un solo stato. Tu sei quello.

Tratto da qui


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